L´ora di religione torna in Russia. Bandita per quasi novant´anni, era stata cancellata con la rivoluzione d´ottobre. Crollato il comunismo, finisce ora quello che veniva definito ateismo di Stato. L´insegnamento della fede ortodossa, sostenuto dal Cremlino e promosso da una Chiesa sempre piu’ influente, scatena pero’ le polemiche. Musulmani ed ebrei, milioni nel Paese ed in costante aumento, denunciano l´ostilita’ delle autorita’ e il rifiuto di insegnare anche la loro religione. Una larga fetta della popolazione, non credente, non condivide la reintroduzione dell´ortodossia nelle classi, come ai tempi degli zar. Il dibattito, aperto ieri sulle Izvestia, ricalca quello ricorrente in Europa: perche’ uno Stato che si definisce laico impone nelle scuole pubbliche l´apprendimento di una sola religione? Il tema e’ a tal punto scottante, in una nazione multireligiosa proiettata verso l´islam dell´Asia centrale e il paganesimo di alcune regioni dell´estremo Oriente, che il governo e’ stato costretto ieri a reintrodurre l´ora di religione in via sperimentale e solo in alcune zone. Nessuno oggi rilancerebbe in Russia gli slogan rivoluzionari contro il cristianesimo, tantomeno si rischia il saccheggio delle chiese, ovunque in via di ristrutturazione. La pressione politica del patriarcato dopo le tensioni con la ribelle Ucraina, il timore di vedere soffocata la tradizione ortodossa, estremo collante dell´ex Urss, hanno pero’ indotto Vladimir Putin a ripristinare le lezioni di religione tra gli scolari.Assieme alla fede, dal prossimo autunno, dovranno studiare obbligatoriamente anche uso e funzionamento delle armi, come sotto il comunismo. […]
L’articolo di Gabriella Meroni è stato pubblicato su Repubblica e ripreso dal sito Vita non profit