Se per lo scienziato Albert Einstein «tutto è relativo», per l’omonimo liceo torinese di relativo c’è ben poco, soprattutto nell’aspra polemica sulla «lezione di eutanasia» prevista dal programma di autogestione dell’istituto e tenuta ieri dal medico radicale Silvio Viale, con la proiezione di un video su una donna svizzera che ha scelto la «dolce morte». Da una parte ci sono gli studenti autogestori («bravi ragazzi, non teste calde», secondo il preside Carmine Percuoco), a cui forse è sfuggita di mano una situazione più grande di loro e che, alla fine, denunciano di sentirsi «strumentalizzati» e decidono che la lezione si tenga a porte chiuse: possono partecipare solo gli allievi del liceo e i loro insegnanti. Dall’altra parte c’è la curia, che definisce l’iniziativa «discutibile» e si lamenta del fatto che «l’unico modo proposto per eliminare il dolore terminale sia quello dell’eutanasia». Alla lezione hanno preso parte 200 studenti dell’istituto, che ne conta 700. Il video, in francese con sottotitoli in italiano e tedesco, è stato trasmesso su un televisore sistemato nell’atrio del secondo piano. Viale, che è anche esponente di Exit Italia (l’associazione che si batte per il riconoscimento del diritto alla «dolce morte»), ha aperto l’incontro con la lettura di dieci righe di papa Benedetto XVI sull’eutanasia. Poi è iniziata la proiezione di alcuni stralci del video, intitolato «Exit aiuta a morire». Al termine della visione, accompagnata dal commento di Viale, gli studenti hanno applaudito. […]
Fonte: la Gazzetta del Mezzogiorno