Dopo lo “sbattezzo” di gruppo dello scorso 23 dicembre (vedi nelle Ultimissime), la reazione della curia scaligera non si è fatta attendere. Ma il Circolo UAAR rilancia.
L’ultimo numero di Verona Fedele ha questo titolo in prima pagina: “Lo sbattezzo e altre amenità”, articolo di Antonio Fasol, presidente del Gruppo di ricerca e informazione socioreligiosa di Verona. Ecco l’incipit dell’articolo: “Non poteva mancare, favorita dall’esasperazione di un malinteso politically correct ideologicamente applicato all’ambito religioso unitamente ad un riaccendersi di vetero-anticlericalismo, la richiesta di ‘sbattezzo’ da parte di alcuni esponenti o simpatizzanti di associazioni atee, agnostiche e razionaliste presenti a Verona.” Martedì 3/1/06 il Corriere di Verona, sotto il titolo “Il vescovo: sbattezzi? Non si cancella il dna”, riportava brani dell’omelia tenuta dal vescovo Carraro il 31/12/05 davanti a 600 giovani: “Quel giorno io non ero presente in curia ma se avverrà di nuovo, vorrei parlare con quelle persone per sentire le loro motivazioni. Sarebbe come se io andassi in Comune per chiedere che venisse cancellata la dichiarazione che io sono figlio di mio padre e mia madre.” E poi: “Il Dna del battesimo non si toglie.” I paragoni del vescovo non ci sembrano molto intelligenti. Se il clerico vuole un pubblico dibattito con noi sul diritto che ogni cittadino ha di lasciare una confessione religiosa per passare ad un’altra o a nessuna, sappia che noi siamo disponibili. Intanto, giovedì 5 gennaio un altro gruppo di sbattezzandi si recherà in curia. Per chi vuole unirsi al gruppo, l’appuntamento è alle ore 10 davanti al vescovado.
Fonte: sito internet del Circolo UAAR di Verona