Un giudice fallimentare ha stabilito venerdì scorso che i beni di proprietà della Chiesa cattolica appartengono alle diocesi (nel caso specifico, quella di Portland), e non alle parrocchie. La sentenza smantella la linea difensiva adottata dalla Chiesa nei casi giudiziari concernenti abusi sessuali da parte di membri del clero. Con la motivazione che i beni appartengono alle parrocchie, infatti, le diocesi avevano finora evitato di saldare gran parte dei risarcimenti dovuti alle vittime degli abusi. L’arcidiocesi di Portland aveva dichiarato bancarotta proprio per questo motivo: in una dichiarazione, un portavoce ha affermato che la diocesi ha finora pagato 53 milioni dollari per fronteggiare 130 casi di abusi, mentre altre 118 cause sono ancora aperte.
Un articolo (in inglese) sulla vicenda è stato pubblicato sul sito del First Amendment Center