Trieste, il Comune impone il crocifisso nelle scuole materne

Il nuovo regolamento delle scuole d’infanzia approvato dal consiglio comunale di Trieste “prevede la presenza del crocifisso” nelle aule delle scuole materne. La formulazione iniziale metteva nero su bianco la sua “obbligatorietà”, ma poi il testo è stato leggermente rivisto. Il regolamento è stato approvato con il voto favorevole della maggioranza di centrodestra e di alcuni consiglieri dell’opposizione di centrosinistra.

Raffaele Carcano

Archiviato in: Generale, Notizie

29 commenti

Io ero Sai

Nelle scuole materne? Ma siamo pazzi!
Li si entra a tre anni? Come fanno i primi tre anni senza imposizione di un simbolo religioso?
Prossima legge: Marchiare i bimbi con una croce poco dopo la nascita!
Laicisti bast°ardi! XD

Roberto Grendene

cosa poco nota, nelle scuole dell’infanzia (materne), ossia dai 3 anni di età, vengono somministrate due ore la settimana di insegnamento della religione cattolica, da insegnanti scelti dal vescovo e pagati dallo stato

questo indottrinamento precoce penso non avvenga nemmeno nelle teocrazie islamiche

Tino

Ma non è obbligatoria. Per combatterla è necessario convincere a non farla non facendo credere che siete in teocrazia.

Tino

Ma io sono anche d’accordo con te, ma come si fa ad agire? L’unico modo mi sembra sperare piano piano che appunto questa famosa secolarizzazione di cui si parla tanto agisca anche sui dati dell’insegnamento religioso, tenendo presente che è sicuramente meno pericoloso che una materna cattolica.

Tino

@ fab
e allora come mai esiste questo sito?
Mah non credo che con le esagerazioni al giorno d’oggi si riesca ad attirare l’attenzione sui problemi è un po’ come gridare al lupo al lupo. Razionalmente non siete in una teocrazia, siete in un paese dove alle elezioni le persone votano raramente tenendo conto dei principii laici soprattutto quelli che interessano le minoranze. Se c’è un posto dove si trovano distributori di profilattici dappertutto è proprio l’Italia.

nightshade90

@ tino
ok. non siamo in una teocrazia nel senso stretto del termine (cioè assolutismo con il capo religioso a capo del governo). come si chiama un regime in cui una religione in particolare ha privilegi sia economici che legislativi per i propri membri e per la propria istituzione e un potere politico forte al punto da influenzare pesantemente le leggi e i politici a seconda del volere degli alti gerarchi di tale religione?

Tino

Influenza le leggi sulla morale quando queste creano problemi solo alle minoranze non a tutta la popolazione, non certo sull’economia. Ad esempio le rivendicazioni cattoliche in Francia per la domenica come chiusura dei negozi vegnono portate fortemente dalla sinistra non per ragioni cattoliche, in Italia la chiesa ha perso la battaglia dei supermercati chiusi di domenica mattina. Non so come chiamare un sistema del genere se non un sistema dove gli atei in fondo mettono davanti nel voto altri interessi come l’anticapitalismo o l’antisionismo votando magari partiti come rifondazione che hanno saputo produrre leader come bertinotti o vendola che di regali alla chiesa (morali il primo, finanziari il secondo) ne hanno fatti comunque, e poi è anche un partito dove la componente cattolica soprattutto negli anziani che lo votano non è assolutamente assente. L’unico partito anticlericale in Italia sono i radicali. Però non piace perché è troppo liberista e sionista. E poi ci sono anche atei che votano berlusconi perché pensano innanzitutto alle tasse più che ai diritti delle minoranze, perché poi in fondo di questo si tratta, la chiesa non credo che in italia potrebbe mai ottenere il divieto di anticoncezionali. Insomma avete il sistema che votate. I mass-media con internet oggi non sono più in grado di influenzare oltremisura. Questo è quello che penso io, poi sai io non vivo in Italia. Forse la soluzione sarebbe fondare un vero partito laico, ma per farlo bisogna prima mettersi d’accordo su tante cose e come vedi anche su questo sito su argomenti come economia e islam la gente si azzanna.

Ciccio

eppure c’è una cosa che non riesco mai a capire: se un cattos vuole istrire i suoi figli alla sua religione non può mandarli a catechismo e basta? perché deve essere lo Stato a pagare un’inutile istruzione religiosa e creare difficoltà (bambini che si sentono diversi, esclusi…) a chi non vuole seguire tale insegnamento?

Murdega

…..cosa poco nota, nelle scuole dell’infanzia (materne), ossia dai 3 anni di età, vengono somministrate due ore la settimana di insegnamento della religione cattolica, da insegnanti scelti dal vescovo e pagati dallo stato.
_______
Questa non la sapevo, chiedo conferma che la cosa avvenga ,renderò nota la notizia
durante le mie discussioni con i credenti catt.
Veramente orripilante .

A***

Quando ero un piccolo frequentatore delle amterne, prima di uscire a giocare in giardino bisognava dire le preghierine.
Due cojoni, già allora.
Scuola comunale senza suore, così, per capire meglio dove stavo.

Roberto Grendene

avviene avviene, purtroppo

per non farla fare ai miei due figli mi sono dovuto impegnare

le segreterie delle scuole praticamente ti iscrivono d’ufficio a religione cattolica

Ciccio

avviene, avviene…

ricordo che da piccino andavo in un’altra aula a fare delle attività con una maestra quando c’erano queste ore di indottrinamento.

Laverdure

Abbiamo il coraggio di dirlo:scatenare una diatriba sul crocefisso e’ stato un grosso errore
di strategia,che ha tirato acqua solo al mulino avverso.
Infatti la controparte ha avuto in pratica buon gioco nell’accusare gli atei di intolleranza ottusa nel colpire un simbolo cosi innocuo ,insignificante e poco ingombrante agli occhi dei piu’.
La cosa paradossale ovviamente e’ che la Chiesa ha sfruttato queste caratteristiche dell’oggetto in questione sostenendone contemporaneamente la fondamentale importanza e il valore simbolico universale nell’educazione delle masse,una contraddizione che ovviamente e’
totalmente sfuggita alla maggioranza.

Tino

Non è stato un errore secondo me è stata la sfortuna dei tempi di procedura che cade in un momento in cui anche a livello europeo su queste questioni c’è sempre più confusione. Tanto è vero che anche la sentenza ha dato ragione ma non ha imposto all’Italia di togliere il crocifisso insomma il bicchierre mezzo pieno e mezzo vuoto.

Roberto Grendene

non penso: la discussione sui simboli religiosi nei luoghi istituzionali sta diventando sempre piu’ una cartina di tornasole dello stato teocratico in cui viviamo

ha dato inoltre la possibilità a tanti atei e agnostici di dire la loro

e’ un altro mattone per affermare la laicità dello stato, e le contromisure spropositate per difendere l’imposizione di un simbolo ideologico nei luoghi istituzionali non rendono mica salde le gambe dei sostenitori di tale posizione clericale…

Laverdure

Io resto del parere che sarebbe stato meglio concentrarsi su un “bersaglio” piu’ pagante,come l’insegnamento della religione nelle scuole,che offre molti piu’ argomenti
alle critiche,come ad esempio le spese elevate che tanti professori impongono allo stato,
e l’ambiguita di questo insegnamento,che spinse un ministro della pubblica istruzione ad ammettere pubblicamente di non avere idea di cosa insegnino durante le ore di
religione.Se questo non e’ parlar chiaro !
Oppure sul fatto che gli annullamenti della Sacra Rota valgono anche per la legge italiana,
per cui un matrimonio puo’ venire annullato dall’autorita religiosa anche dopo che il
tribunale laico ha decretato che mancano gli estremi per farlo.E’ accaduto realmente.

Fiorenzo Nacciariti

@Laverdure

E già, quando si trova un ostacolo, c’è sempre qualcosa di più importante da fare, mi pare che già Esopo lo facesse dire a una volpe.

Invece niente è più importante del crocifisso.

Ormai in estinzione, il ripopolamento del crocifisso cominciò a seguito di una circolare del ministro Moratti del 2002 che richiamava norme fasciste, definite norme regolamentari senza forza di legge da un’ordinanza della Corte costituzionale, dichiarate abrogate a norma dell’art. 15 delle preleggi da una sentenza della Corte di cassazione – e già queste due sole cose basterebbero a dire che il mantenimento dei crocifissi dozzinali (quelli messi lì solo per marcare il territorio alla moda del cane che alza la gamba) negli uffici pubblici sono una inaccettabile illegalità – per cercare di caratterizzare lo Stato italiano come stato in cui la religione cattolica e i suoi aderenti hanno diritto a privilegi.

Sulla battaglia del crocifisso negli uffici pubblici si gioca l’affossamento dell’art. 3 della Costituzione!

Infatti tutti quelli che hanno partecipato a tale battaglia per la laicità dello Stato italiano (Smith, Lautsi, Tosti, …, e nel suo piccolo anche il sottoscritto) quando hanno fatto le richieste di rimozione del crocifisso hanno sempre richiesto (in subordine per ovvi motivi) di esporre i loro simboli (versetti del corano, logo UAAR, candelabro ebraico) e questi, quando sono stati esposti, sono poi stati tolti con furore dagli integralisti cattotalebani, oppure le amministrazioni hanno ignorato le richieste.

Quindi, sono facilmente sbugiardabili i crocifissati, il diniego a mettere altri simboli mostra inequivocabilmente che essi mirano ad affermare che non intendono rispettare l’art. 3 della Costituzione italiana e gli articoli 9 e 14 della CEDU.

E quindi la vicenda del crocifisso in se passa in secondo ordine. Le folle tumultuanti che si sono viste nei pressi della casa della famiglia Albertin e negli studi televisivi a minacciare e a insultare dicendo che loro sono tanti quindi possono compiere gli abusi che vogliono e imporre i crocifissi nei luoghi pubblici anche in assenza di norme di legge in tal senso (che non possono esistere perché verrebbero subito dichiarate incostituzionali se prevedessero l’esposizione del solo crocifisso) sono il banco di prova per provare:

1) che il regime che occupa lo Stato italiano è una marionetta che di fronte all’arroganza delle folle non sa difendere i diritti dei singoli, come invece ha dimostrato di saper fare il governo degli Stati Uniti d’America che 50 anni fa difese (con l’uso della forza) il diritto della piccola bambina nera Ruby Bridges di andare alla scuola “dei bianchi” nonostante le minacce di una moltitudine di giovani dimostranti razzisti. GIÀ PROVATO (vedi ricorso del governo italiano alla Grande Camera);

2) la tenuta della Corte europea dei Diritti Umani e delle libertà fondamentali nei confronti dei gruppi di pressione bercianti o mafiosamente silenti. La Corte potrà infatti fare una sentenza giuridica e nel caso di ribaltamento della frittata dovrà spiegare con quale miracolo è riuscita a stravolgere le argomentazioni della sentenza di primo grado (senza poi farsi ridere dietro dalla storia giuridica). Oppure fare una sentenza politica, dicendo chiaramente che per ragioni di ordine pubblico (intimidazioni da parte delle folle bercianti nei confronti dei ricorrenti) e meglio smussare, annacquare, lasciar perdere (come suggerisce qualche esopica volpe qui sopra); in questo caso la Corte sarebbe trasparente, ma dimostrerebbe che il Consiglio d’Europa non è l’America ma un agglomerato marionetta al pari del regime che occupa lo Stato italiano. VEDREMO.

POPPER

Se la Grande Chambre sarà con noi cosa succederà dopo? Potremo smuovere i tribunali a far rimuovere i crocifissi? Certo penso che non potranno esinersi dal toglierli ma immagino che vi saranno tantissimi mugugni e una campagna ateofoba e contro la CEDU che mai si sia vista in Italia.

andrea pessarelli

se la campagna ateofoba sale di livello però allora non può più sfuggire al pubblico dibattito su tv e giornali, e le posizioni clericali messe alle strette del confronto sono perdenti senza appello (come constatiamo ampiamente ogni giorno proprio su questa rubrica)

Federico Tonizzo

Anche all’asilo???? 😯
MA QUESTI SONO INCOSCIENTI!!! 👿
Non capiscono che quel cadavere appeso spaventa i bambini, che poi sono anche i loro stessi figli e/o nipoti??? 😯

MichleB.

Fidatevi: non li togleranno mai le croci dalle scuole e dai tribunali. Piuttosto le renderanno obbligatorie ai distributori di carburanti e le porranno in sovrimpressione sui canali TV.
E’ più facile riunificare la Corea che scrocifiggere l’Italia.

Paul Manoni

Ho paura che se la “Grande Camera” confermerà la sentenza CEDU, in Italia vedremo un proliferare di ordinanze comunali o regolamenti, in questo senso. 🙁

Fiorenzo Nacciariti

Non ha importanza. Dopo un certo numero di condanne a una stessa alta parte contraente (Italia in questo caso) sulla stessa materia, il Consiglio d’Europa, a norma dell’art. 46 CEDU, fa una risoluzione in cui richiama lo Stato inadempiente ad adeguarsi alle sentenze della Corte di Strasburgo e a rimuovere la causa delle condanne.

Avevo anche letto, non ricordo più dove e non ricordo se si trattasse o meno di una di quelle proposte di norme europee non andate in porto, che dopo un certo periodo di inadempienza della risoluzione del Consiglio d’Europa si può essere espulsi dal Consiglio stesso e dopo un certo periodo di epulsione dal Consiglio si può essere espulsi dalla UE.

Southsun

@ Fiorenzo.

Espulsione dal Consiglio d’Europa e poi dalla UE?? Magari!

All’italietta bigotta, cretina e cristianista farebbe come la mano di… dio! 😀

Peccato che poi finiremmo in bancarotta in meno di un anno………

Commenti chiusi.