Lo scorso 20 novembre ricorreva il centenario della morte di una delle più grandi figure della storia russa, Tolstoj. Figura grande e insieme controversa, come moralmente e artisticamente complessa fu la sua vita, religiosamente, socialmente, politicamente impegnata, con forti interessi umanitari e grande libertà di ricerca. Il prestigio mondiale raggiunto dall’artista gli permise di attaccare le istituzioni, fra cui la Chiesa, la proprietà privata e ogni forma di violenza. Le idee anarchiche e pacifiste di Tolstoj, pur inserite in un quadro di valori cristiani, avevano urtato talmente la Chiesa ortodossa russa, che il santo sinodo nel febbraio del 1901 lo scomunicò.
Il New York Times riferisce che Sergej V. Stepašin, molto legato alla Chiesa, già primo ministro e attuale presidente degli editori, ha scritto al capo della Chiesa russa ortodossa, divenuto in questi anni arbitro della vita politica e culturale, per chiedergli per Tolstoj il perdono e l’annullamento della scomunica di 110 anni or sono. Stepašin ammette di non aver nutrito speranza circa il possibile successo della sua richiesta, e infatti la risposta della Chiesa, pubblicata nel giornale statale Rossijskaja Gazeta riconosce il valore dell’opera di Tolstoj e permette ai fedeli di pregare per lui nell’anniversario della morte, ma ne condanna la personalità tragica, ricordando che Tolstoj impiegò il suo grande talento per distruggere l’ordine sprituale sociale della tradizione russa e che non per niente i bolscevichi ne esaltarono l’opera. Perciò nelle chiese non possono ardere ceri né leggersi commemorazioni in suo onore.
Ermanno Morgari
è giusto chiedere la revoca della scomunica se si sa che non la concedono, così da fregiarsene.
Uno legge Guerra e Pace, e poi altri capolavori, poi gli dicono, guarda che Tolstoj, la chiesa l’ ha scomunicato !
E chissenefrega non ce lo metti ?
🙂
Credo che il vecchio Lev se ne freghi sommamente della scomunica, anzi, toglierla sarebbe sminuire la sua grandezza.
Credo di poter azzardare che non l’unico a fregarsene.
Rispondo a Diocleziano con una battuta.
Certo che se ne frega: è morto!!!
Batrakos,
verissimo! Però con la storia della vita eterna… non si sa mai! Lui ci credeva. 😉
Non dovrebbe piuttosto essere la Chiesa ortodossa a dover chiedere sucsa a Tolstoj?
Calma, calma: per le scuse ci vogliono almeno trecento anni, ha pazientato Galileo, mica vorrai fare favoritismi per Tolstoj… 😉
magari gli ortodossi son piu’ svelti dei cattolici
Mi spiegate che senso possa avere chiedere la revoca di una scomunica per una persona morta nel 1910 ?
Già parlare dell’argomento mi pare assurdo per laici o non credenti; potrebbe significare qualcosa eventualmente solo per i “minus habentes” che a queste idiozie ci credono.
Non è che un vanto in più per Tolstoj!
Scommetto che Tolstoj, non ci dorma la notte per questa scomunica permanente! 😉
“permette ai fedeli di pregare per lui nell’anniversario della morte”
permette?
come è umano, lei….
“Descomunicare” Tolstoj sarebbe un vero insulto alla memoria di quel grande. Sarebbe come escluderlo dall’Index Librorum Prohibitorum, che, com’è noto, annovera le più grandi opere del pensiero e della civiltà.
Tra parentesi la chiesa ortodossa ha santificato lo zar Nicola II, un putrido escremento della storia (sul quale Tolstoj pronunciò giudizi impietosi), facendolo passare per un martire cristiano, mentre in realtà fu un miserabile reazionario macellaio di poveri contadini e sottoproletari.
eppure Tolstoj non era poi così ateo, anzi di carattere piuttosto “ecumenico”.
Diciamo che permane la scomunica per le sue idee COMUNISTE (che sono comunque più vicine all’idea di umanità che aveva Gesucristo di qualsiasi idea clericale dei poteri di oggi)
yawn
E per la Chiesa cattolica Tolstoj è scomunicato oppure no? Comunque Tolstoj è mica quello di Anna Karenina? Io una volta ho rivisto su Alice Home TV il vecchio sceneggiato RAI e non ho capito se per Tolstoj il personaggio di Anna Karenina sia un personaggio moralmente positivo da additare ad esempio a livello comportamentale, oppure se per Tolstoj il personaggio della nobildonna russa che muore suicida sia moralmente decadente e da disprezzare. Tra l’altro strano che Tolstoj non sia stato scomunicato anche dal potere sovietico visto che si dichiarava comunque cristiano e contrario ad ogni forma di violenza, magari quindi contrario anche alla violenza rivoluzionaria e comunista. E poi secondo voi per via dei crimini dello zar Nicola II era giusto sterminare l’intera famiglia? Nello stato di diritto i crimini del singolo non ricadono sui suoi familiari.
Guarda che quando la famiglia dello zar fu fucilata perchè le truppe bianche filozariste che arrivavano dalla Polonia erano vicine alla prigione della famiglia zarista e lasciandoli in vita si rischiava che fossero liberati con immense conseguenze propagandistiche favorevoli per i nemici.
Dai carteggi sembrerebbe che il progetto di Lenin fosse stato di fucilare il solo zar e usare la famiglia come ricatto politico verso le truppe nemiche ma la situazione precipitò e non ci fu nemmeno il tempo di consultarsi tranquillamente; probabilmente fu una decisione presa in fretta e furia da Jurovskij.
Sicuramente una scelta umanamente deplorevole vista oggi, ma pensare ad uno stato di diritto nel bel mezzo di una invasione e della conseguente guerra mi sa un po’ di iperuranio.
Il fatto che Tolstoj fu elogiato dal sistema comunista dimostra ancora una volta che i cristiani erano perseguiti in quanto oppositori politici (e l’alto clero per i suoi privilegi ed il filozarismo) non in quanto cristiani.
E la repressione sui cattolici fu molto forte perchè furono sempre fedeli al Vaticano anzichè allo Stato, mentre quegli ortodossi che accettarono il controllo dello stato furono lasciati in pace. Giusto o sbagliato ripeto ciò che ho scritto nell’altro thread: si trattava di politica non di teoretica.
Batrakos,
concordo, lo aveva già detto chiaramente Machiavelli che per tenere il potere bisognava ‘spegnere li nimici’ e intendeva appunto tutti i consanguinei che un giorno avrebbero potuto avanzare rivendicazioni. Un caso atroce di real-politik.
Mapo. Anna e Vronskij sono, fondamentalmente, due vittime e il romanzo rispecchia un momento di forte crisi nella vita di Tolstoj. Più che guardare il vecchio sceneggiato, dignitoso se è quello con la Massari, leggiti il libro.
Quanto a Tolstoj, appartenente all’alta nobiltà russa, la forte influenza di Rousseau e Schopenhauer, il desiderio di propagare la verità e l’adesione a un evangelismo primitivo, che formeranno un tutt’uno tra etica e prassi, lo porteranno a vivere in prima persona l’attenzione per la povertà, la necessità di una pedagogia a tutti accessibile, la cessione della terra ai contadini, l’odio per l’egoista e miope borghesia, il problema del diritto personale alla ricchezza e quello dei diritti della collettività. In realtà, nonostante il finale tentativo della creazione di una comunità, il suo ideale primario, quello di una mistica fede nell’amore attivo e operante, non riuscì a giungere a perfetto compimento mentre costante fu la lacerazione, nell’animo di Tolstoj, tra utopia socioetica e incapacità reale di concretizzazione. Morto sette anni prima della Rivoluzione d’Ottobre e da considerarsi non tanto nell’ambito degli ideali socialisti quanto in quello, tipicamente russo, di una religiosità esistenziale mistica ed esasperata, resta il fatto che se l’uomo era fortemente tormentato e spesso contraddittorio, lo scrittore è senza dubbio uno dei più grandi mai apparsi sulla scena letteraria. Un consiglio: provate a leggere attentamente in Guerra e pace le molte pagine, che in genere si tende a sorvolare, riguardanti le battaglie; pur su un argomento così strettamente tecnico, l’arte letteraria è grandissima.
Ulteriore dimostrazione della chiusura mentale delle gerarchie ecclesiastiche, cattoliche o ortodosse che siano, e della loro incapacità di capire e riconoscere la grandezza di scrittori come Tolstoi e scienziati come Galilei. Pretendono di imbrigliare e condannare la libertà del loro pensiero con gli arcaici e assurdi lacciuoli degli anatemi e delle scomuniche. Fortuna che la loro fama e le loro opere restano immortali nei secoli e sono ricordati con ammirazione e gratitudine. Lo stesso non si può dire di chi li ha condannati o scomunicati, piccoli uomini che non sanno nemmeno riconoscere una vera fede nei valori umani e spirituali più profondi.
Perciò nelle chiese non possono ardere ceri né leggersi commemorazioni in suo onore.
Ne Lev lo vorrebbe, ne siamo certi, ma poi perchè questa diminutio?
Semmai, in suo onore, va commemorata la sua scomunica.
Decisione seria e attuale 😛
Orpo, il capo della Chiesa ortodossa russa è davvero inflessibile. Manco dopo 100 anni apre gli occhi e collega il cervello.
Dovrebbe prendere esempio, invece, dal nostro GRANDE Nazinger XVI che toglie la scomunica al noto prete reazionario antiebraico lefebrviano Williamson – lui ancora in vita, purtroppo – perchè “non era al corrente” delle sue posizioni fasciste. Uhauhauha!
Un po’ di modernismo, suvvia, Cirillo! 🙂
Non che mi aspettassi niente da delle mummie in tonaca…
La scomunica della chiesa per me ha più valore di qualunque medaglia od onoreficenza.
quindi adesos bisogn andare in chiesa a scrivere nei libri sulle panche “w tolstoj”? che tanto nessuno sa chi sia(a parte qualche vecchio)
ora… chi glielo dice, a Lev?