Le ingerenze ecclesiastiche nell’era del bunga bunga

Raffaele Carcano*

Raffaele Carcano

Nel piccolo mondo dell’attivismo laico si è discusso e si discute ancora della legittimità degli interventi delle gerarchie ecclesiastiche a proposito degli scandali sessuali che stanno coinvolgendo il primo ministro Silvio Berlusconi (perché solo su quelli, negli ultimi due decenni, si sono in qualche modo espressi). La mia personale sensazione è che le prese di posizione siano fortemente debitrici dell’impegno di chi le esprime: maggiore è la militanza politica anti-berlusconiana, più convinta è l’accettazione delle dichiarazioni dei vescovi. La mia opinione è che il giudizio debba invece essere fondato su basi un po’ più solide, prescindendo dall’opportunità politica e dal caso specifico.
Il caso specifico, almeno per quanto si legge sui quotidiani, è quello di un uomo, anziano e facoltoso, cattolico dichiarato, che ha deciso di vivere i suoi ultimi anni all’insegna di una vita privata goduta senza inibizioni. Tutto il resto, dalla nomina a consigliere regionale di una procacciatrice di giovani partecipanti ai festini di Arcore, fino all’incondizionata accettazione da parte delle esponenti PDL della visione «orizzontale» della donna tanto cara al premier (non esclusa la cristianista billionaria Daniela Santanchè che detiene il copyright della definizione, coniata ovviamente prima di essere nominata sottosegretaria), prescinde da queste considerazioni.
Si sussurra che l’epopea del bunga bunga abbia preoccupato qualche alto porporato. Forse persino anche il papa. Che tale turbamento sia stato timidamente espresso anche pubblicamente non dovrebbe fare né caldo né freddo a chi sostiene la libertà di espressione. Il dibattito pubblico deve essere aperto alle comunità di fede: una società laica non censura i leader religiosi e non rinchiude la religione negli spazi privati, ma preclude loro soltanto gli spazi privati altrui e quelli istituzionali, che devono restare neutri. Alla stessa stregua, chi religioso non è ha ogni diritto di rilevare eventuali loro incoerenze, e di criticare il loro eventuale intento di fare di uno stato laico uno stato etico.
La questione è dunque un’altra: nel dibattito pubblico italiano non vi è alcuna forma di contraddittorio e si ascolta una sola voce, quella delle gerarchie ecclesiastiche. Altrove non accade. C’è dunque un enorme problema, insieme politico e culturale, rappresentato dalla convergenza di quasi tutti i partiti sulle opinioni espresse dalla Chiesa, e dalla quasi automatica traduzione di tali opinioni in leggi dello Stato. Il caso specifico è paragdimatico: Michele Serra, su Repubblica, ha sostenuto che «sarebbe bello che l’opposizione avesse materia culturale e energia politica quante ne bastano per parlare in proprio: dicendo, per esempio, che le adunate di escort non sono delitti contro “la morale”, ma sono, piuttosto, la rappresentazione perfetta dello stato di servitù di un popolo».
Peccato che non sia questo il caso della nostra opposizione: che si comporta esattamente come la maggioranza, quando le parti si invertono (caso Marrazzo docet). Per ballare il tango bisogna essere in due, e i partiti italiani non rifiutano mai gli inviti esclusivi dei vertici ecclesiastici: arrivano addirittura ad azzuffarsi per vedere chi è più bravo a tirare loro la giacchetta. E questo anche quando è chiaro, come nel caso-Ruby, che le parole dei vescovi sono talmente generiche da poter essere interpretate in qualunque modo. Come durante la seconda guerra mondiale, la Chiesa, conscia dell’appoggio, se non dell’ammirazione che i cattolici italiani continuano a garantire a Berlusconi, non rompe con nessuno, e attende soltanto di capire chi uscirà vincente dalla contesa politica. Certa che riuscirà comunque a trarne giovamento.

* Studioso della religione e dell’incredulità, curatore di Le voci della laicità, coautore di Uscire dal gregge, segretario UAAR

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.
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47 commenti

Stefano Grassino

Caro Raffaele, il tuo discorso assieme a quello di Michele Serra, non fa una piega. Una delle migliori descrizioni del popolo italiano la da il grande poeta Giosuè Carducci, il quale ribadisce un concetto semplice: l’italiche genti, ipocrite e false, rallevate nei secoli dalla genìa pretesca.
I partiti espressione del popolo, alla ricerca del suo consenso, si adattano ben volentieri per trarre profitto personale da tale situazione e la chiesa di tutto ciò raccoglie quello che semina da sempre, andando a chiudere il cerchio.
Spero, nella mia semplicità, di essermi spiegato bene e chiudo dicendo che nutro poche speranze di vedere una emancipazione, almeno a breve tempo.

Florenskij

@Stefano Grassino. Quale fosse la serenità di giudizio di Carducci sul clero è dimostrato dal componimento “Per Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti”, del 30 novembre 1868. Si trattava di due patrioti filogaribaldini ghigliottinati per aver compiuto un mese prima un attentato dinamitardo in una caserma di Roma. Pio IX è dipinto come un tiranno sanguinario, addirittura un “Polifemo cristiano” che gode nel far versare il sangue di un giovinetto ventenne e del padre di tre figli piccoli.”Ecco l’onesto / Veglio, rosso le mani / Di sangue e’l viso di salute… ”
Ma che cosa avevano combinato le due povere vittime? Avevano soltanto fatto saltare un tratto dell’edificio militare, uccidendo 23
( ventitrè ) soldati e 4 ( quattro ) cittadini romani: insomma, una Piazza Fontana ottocentesca. I due furono presi da un tale senso di colpa da non voler nemmeno chiedere la grazia. A quanto pare Pio IX avrebbe voluto concederla, ma la popolazione romana si oppose. Pochi anni fa, ai tempi della beatificazione di papa Mastai si sollevò una canea contro il papa ghigliottinatore, e opportunamente negli articoli ad hoc dei giornali si glissò sui motivi della candanna a morte e sul numero delle vittime. Vedere Wikipedia.
Ovviamente, se uno prende per oro colato i film romanesco-risorgimentali di Luigi Magni ( come “Nell’anno del Signore” o “In nome del Papa Re”, “Arrivano i bersaglieri” ) non può non aggiungere qualche pennellata alla leggenda nera del papa boia.
Probabilmente è più aderente alla realtà il Pio VII burbero benefico interpretato da Paolo Stoppa ne “Il marchese Del Grillo”. Il medesimo Carducci, nell'”ode barbara” “Nell’annuale della fondazione di Roma”( 22-23 aprile 1877 ) non mancò di celebrare il riaffermarsi della gloriosa romanità sulla barbarie medievale; quella stessa romanità per la quale era normale che l’onesto popolano con la famiglia trascorresse il giorno di festa vedendo decine o centinaia di gladiatori scannarsi a vicenda nel circo.Vedasi anche la frase messa da Tacito sulla bocca di un capo britannico in rivolta contro i Romani: “Fanno il deserto e lo chiamano pace”.
P.S. Il malefico Pio IX era fuggito da Roma dopo aver perso il consenso dei democratici per non aver voluto far combattere i suoi soldati contro gli Austriaci cattolici. Episodio cruciale: i buoni popolani avevano soltanto scannato il suo primo ministro Pellegrino Rossi all’uscita dal palazzo governativo.
Questo era il “metro cubo di letame che si chiama Pio IX”
( G.Garibaldi ).

Florenskij

@Stefano Grassino. Quale fosse la serenità di giudizio di Carducci sul clero è dimostrato dal componimento “Per Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti”, del 30 novembre 1868. Si trattava di due patrioti filogaribaldini ghigliottinati per aver compiuto un mese prima un attentato dinamitardo in una caserma di Roma. Pio IX è dipinto come un tiranno sanguinario, addirittura un “Polifemo cristiano” che gode nel far versare il sangue di un giovinetto ventenne e del padre di tre figli piccoli.”Ecco l’onesto / Veglio, rosso le mani / Di sangue e’l viso di salute… ”
Ma che cosa avevano combinato le due povere vittime? Avevano soltanto fatto saltare un tratto dell’edificio militare, uccidendo 23
( ventitrè ) soldati e 4 ( quattro ) cittadini romani: insomma, una Piazza Fontana ottocentesca. I due furono presi da un tale senso di colpa da non voler nemmeno chiedere la grazia. A quanto pare Pio IX avrebbe voluto concederla, ma la popolazione romana si oppose. Pochi anni fa, ai tempi della beatificazione di papa Mastai si sollevò una canea contro il papa ghigliottinatore, e opportunamente negli articoli ad hoc dei giornali si glissò sui motivi della candanna a morte e sul numero delle vittime. Vedere Wikipedia.
Ovviamente, se uno prende per oro colato i film romanesco-risorgimentali di Luigi Magni ( come “Nell’anno del Signore” o “In nome del Papa Re”, “Arrivano i bersaglieri” ) non può non aggiungere qualche pennellata alla leggenda nera del papa boia.
Probabilmente è più aderente alla realtà il Pio VII burbero benefico interpretato da Paolo Stoppa ne “Il marchese Del Grillo”. Il medesimo Carducci, nell'”ode barbara” “Nell’annuale della fondazione di Roma”( 22-23 aprile 1877 ) non mancò di celebrare il riaffermarsi della gloriosa romanità sulla barbarie medievale; quella stessa romanità per la quale era normale che l’onesto popolano con la famiglia trascorresse il giorno di festa vedendo decine o centinaia di gladiatori scannarsi a vicenda nel circo.Vedasi anche la frase messa da Tacito sulla bocca di un capo britannico in rivolta contro i Romani: “Fanno il deserto e lo chiamano pace”.
P.S. Il malefico Pio IX era fuggito da Roma dopo aver perso il consenso dei democratici per non aver voluto far combattere i suoi soldati contro gli Austriaci cattolici. Episodio cruciale: i buoni popolani avevano soltanto scannato il suo primo ministro Pellegrino Rossi all’uscita dal palazzo governativo.
Questo era il “metro cubo di letame che si chiama Pio IX”
( G.Garibaldi ).

andrea pessarelli

“Pio IX avrebbe voluto concederla, ma la popolazione romana si oppose”
un vero democratico

Paul Manoni

Da Senigalliese confermo categoricamente la definizione di PIO IX, fatta dall’Ateo G.Garibaldi. 😉

hexengut

per non tediare, e stante l’indifendibilità di Mastai Ferretti e del suo entourage, una sola considerazione a proposito dell’intervento di Florenskij. Il popolo scatenato, qualora vengano opportunatamente mosse le pulsioni più elentari, è una bestia feroce; e quello romano ha la triste prerogativa d’esser sempre stato quello più propenso ai linciaggi: da Cola di Rienzo all’ufficiale napoleonico in s. Giovannino della Malva, dal Rossi al direttore di Regina Coeli, ecc. Ma non direi sia tanto una tara ereditata da Roma antica; forse qualcosa c’entrano i ludi gladiatori ma il discorso di Calcago proprio non direi: la magnifica invettiva del capo caledone, con quella serie d’infiniti storici che le conferiscono una drammaticità sempre attuale (auferre, trucidare, rapere, falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem faciunt, pacem appellant) nasce fondamentalmente da uno schieramento politico di Tacito, in difesa del suocero vittima di Domiziano, e non da un vero giudizio storico sull’imperialismo romano. Mentre, invece, un servaggio secolare condizionante, un ottundimento programmato della conoscenza, una prigionia secolare entro le antiche mura, un magistero esclusivamente limitato a litanie, Te Deum e judaica perfidia, quale quello imposto dalla dominazione dei papa re, quello sì, costituisce una tara pesante; tara che oggi, grazie alla distorsione mediatica qualunquistica e retorica, che ha pure stravolto ogni concetto etico, sempre più dilaga e infetta il nostro povero paese.

Markus

@ Florenskij

Io trovo sorprendente il tuo prendere un dettaglio e costruirci sopra una montagna fori tema.

Qui si parla di gerarchie ecclesiastiche e di morale pubblica. A latere uno cita un poeta e tu ti metti a discutere del poeta e di un caso specifico divagando su attentati e decapitazioni ? Argomenti Flamer … Certo che si può fare, ma per rispondere a tono mi aspetterei qualcosa di diverso tipo “non sono d’accordo, le gerarchie ecclesiastiche stanno dicendo quello che lo spirito santo gli suggerisce” oppure “il bunga bunga non è peccato” oppure “se tutti gli uomini sposati facessero come berlusconi ci sarebbe la pace nel mondo”.

A me viene in mente che Clinton per una cosa da poco con una strappina di passaggio stava per rimetterci la poltrona di presidente degli Stati Uniti… paese tutto sommato liberale e non cattolico. Gli elettori americani si indignavano e volevano sapere. Quelli hanno comunque senso della morale e della famiglia.
Da noi, cattolici per legge fino agli anni 80, un cittadino pubblico che dovrebbe dare il buon esempio fa quello che fa, resta al posto suo e nessuno dice nulla.
Non dico le gerarchie ed i cattolici. La gente comune trova normale quello che sta succedendo e quasi ci ride sopra.

Vuoi il mio parere ? E’ colpa dell’educazione cattolica, così esasperata e astratta da risultare un trauma per i deboli e una perdita di tempo per tutti gli altri che se ne fanno una ragione della sua assurdità senza avere la coerenza di dire basta al teatrino e dichiarasi coerentemente non credenti… se non nel sovrannaturale, almeno nell’onestà intellettuale della compagnia teatrale cattolica romana.

hexengut

caro Raffaele, giuste analisi, la tua e quella di Serra, che anch’io avevo apprezzato. E temo che per riscattare il servaggio delle italiche genti, toccherà far guerra dura o convertirsi davvero al dudeismo

stefano

non fa una piega.
preso atto dell’inconsistenza morale etica storica e culturale di questo poppolo conviene espatriare.
non mi sembra esistano altre vie da percorrere se non quelle, giustifiçate ma alquanto utopiche, della lotta per far diventare questo paese una nazione “normale”.
la vedo dura, al limite dell’impossibile.

POPPER

Le frasi più significative per descrivere in che stato confessionalista siamo.

“Come durante la seconda guerra mondiale, la Chiesa, conscia dell’appoggio, se non dell’ammirazione che i cattolici italiani continuano a garantire a Berlusconi, non rompe con nessuno, e attende soltanto di capire chi uscirà vincente dalla contesa politica. Certa che riuscirà comunque a trarne giovamento.”

Non meno profonde dal punto di vista sociologico sono anche queste:

“La questione è dunque un’altra: nel dibattito pubblico italiano non vi è alcuna forma di contraddittorio e si ascolta una sola voce, quella delle gerarchie ecclesiastiche. Altrove non accade. C’è dunque un enorme problema, insieme politico e culturale, rappresentato dalla convergenza di quasi tutti i partiti sulle opinioni espresse dalla Chiesa, e dalla quasi automatica traduzione di tali opinioni in leggi dello Stato.”

Ma il fiore all’occhiello che mantiene la ccar è l’8×1000, i finazniamenti alle scuole paritarie, all’ora di religione insegnanti compresi e i fondi per l’urbanizzazione secondaria che vengono anocora impiegati per strutture cattoliche, magari anche strutture alberghiere a cui basta un crocifisso alla parete o santini e che fanno cattiva concorrenza agli alberghi italiani.

Lo ribadissco: non si offendano pe mignotte ma la ccar è una vera puttana cerchiobottista, che la da via al miglior dittatore che le garantisce lunga vita e prosperità.

Otzi

La ccar è la madre del compromesso. I politici italiani di ogni schieramento, privi di senso etico, fanno a gara per gongolarsi in tanto letame moralistico.
Parole chiare quelle di Carcano. Ma sembra che solo le favole, in questa Italia, servo ostello, rendano bene e costituiscano la sua naturale base scientifica: “oh, quantum nos iuvasse illa de Christo fabula” (Leo X).

Lorenzo Galoppini

L’unica cosa che non mi torna molto é quella frase “una società laica […] non rinchiude la religione negli spazi privati”. In che senso? No, perchè se non sbaglio, come mi pare di aver letto anche qui più volte, per noi atei e laici le religioni non devono avere nessun tipo di ruolo pubblico e devono rimanere un fatto privato ed interiore dell’individuo. Forse per “non rinchiudere la religione negli spazi privati” si intendeva che deve esistere la possibilità per i fedeli di riunirsi “pubblicamente” nelle chiese, come ad esempio per assistere alla messa, come é giusto che sia? Il senso viene forse chiarito con la frase successiva “[una società laica] preclude loro soltanto gli spazi privati altrui e quelli istituzionali”?

giulio

Credo che intendesse che la CCAR può esprimere pubblicamente il proprio pensiero, come ogni altra associazione.
Se si afferma che la religione deve essere solo un fatto privato e interiore, potrebbe sembrare che la Chiesa non possa intervenire nel dibattito pubblico.

Lorenzo Galoppini

Il problema, come al solito, é che quando la chiesa interviene nel dibattito pubblico spesso lo fa per dettare legge, o per denigrare, discriminare e insultare chi non è come loro.

giulio

Il problema per me non è che la CCAR parla, ma che ci sono i leccaculo in Parlamento che traducono in legge.

Lorenzo Galoppini

Sì, ma come dicevo in un altro mio posto, il problema é anche che nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di imporre la propria visione del mondo agli altri. Finchè ci sarà gente simile in giro il mondo non sarà mai un bel posto dove vivere, sia che qualcuno traduca i loro voleri in legge, sia che non lo faccia. Nel primo caso, poi, diventerà un posto infernale, ed é questa quindi la priorità da impedire, certamente, ma é sempre bene non sottovalutare anche il secondo caso.

Leo

Sono un credente Cattolico, per lo meno mi sforzo di esserlo e considero una Grazia quella di poter andare a Messa tutte le Domeniche. Le dirò che mi fa piacere leggere che la Religione non deve essere chiusa negli spazi privati ma deve aver parte nella vita pubblica. Questa è sana laicità. Così come sono d’accordo che lo Stato non deve essere uno Stato “etico”, nel senso dei totalitarismi religiosi e non (vedi regimi islamici, comunismo, nazismo ecc…). Infatti la Chiesa è fortemente impegnata su questi fronti e cerca punti di convergenza e dialogo con la società civile proprio su queste tematiche. Basta leggere o ascoltare il pensiero del Pontefice. Sono un pò meno d’accordo quando leggo che i Vescovi sono stati generici in merito al cosiddetto caso Ruby. Se per genericità si intende il fatto di non aver proclamato chiaramente nomi e cognomii, le dirò che si dice (evangelicamente) il peccato e non il peccatore. E comunque, il discorso di Bagnasco è stato rivolto giustamente a tutti. Nessuno escluso, compresi i comuni cittadini. Ognuno in questa vicenda poco edificante per l’Italia ha la sua parte di colpe, nessuno può sentirsi escluso. A cominciare da me stesso, che sempre peccatore sono, anche se per Grazia di Dio non faccio di queste cose, fino ai media ed ai politici tutti (sia di destra che di sinistra). Chi ha (sempre evangelicamente) orecchi per intendere, intenda. Con Amicizia!!

mistergrey

“Ognuno in questa vicenda poco edificante per l’Italia ha la sua parte di colpe, nessuno può sentirsi escluso”

Cioè , adesso io mi dovrei sentire responsabile pei trastulli, per lo più legittimi, di un vecchio miliardario?

Ma che razza di logica è ?

Poi un cattolico praticante, uno che va a messa tutte le domeniche, viene a darci lezioni di laicità.

Che paese surreale è l’Italia!

Non fai queste cose per grazia di Dio o perche non le puoi fare?

Diciamo allora che il signore ti ha fatto la grazia togliendoti la possibiltà (fisica e/o
finanziaria) di fare come Colui.

fiertel91

Concordo, non vedo che responsabilità posso aver io che non l’ho votato, non lo sostengo, anzi lo detesto e cerco di sensibilizzare chi mi è vicino su di lui.

fiertel91

Aggiungo che i temi ricorrenti della Chiesa non sono certo la democrazia, dato che guardando al Vaticano son peggio dell’Iran. Piuttosto lo sono la diseducazione sessuale, il creazionismo, il confessionalismo, il revisionismo…

Osvaldo

“Ognuno in questa vicenda poco edificante per l’Italia ha la sua parte di colpe, nessuno può sentirsi escluso”

Quindi anche il papa e Bagnasco hanno una parte di colpe nel caso Ruby?
Buono a sapersi.

Osvaldo

“mi fa piacere leggere che la Religione non deve essere chiusa negli spazi privati ma deve aver parte nella vita pubblica.”

Attenzione a non confondere: “una società laica non censura i leader religiosi e non rinchiude la religione negli spazi privati, ma preclude loro soltanto gli spazi privati altrui e quelli istituzionali, che devono restare neutri”

tonii

mentre voi cattolici votavate in massa questo orrore di uomo di arcore io lottavo contro. io non ho le vostre colpe. io alzerò la prima pietra contro di voi. e altre mille ancora, contro di voi e contro i vostri rappresentanti. luridi. ignobili. schifosi. falsi.

giulio

Dire tutti colpevoli è come dire tutti innocenti.
Diciamoci la verità: la CCAR appoggia Berlusconi e su questo scandalo è intervenuta di malavoglia solo perchè non poteva evitarlo.

c.j.

Onestamente……..?

Assolutamente giusto, assolutamente nulla di nuovo.

“La questione è dunque un’altra: nel dibattito pubblico italiano non vi è alcuna forma di contraddittorio e si ascolta una sola voce, quella delle gerarchie ecclesiastiche”.

Ma questo è ovvio come 2+2=4.

“è chiaro, come nel caso-Ruby, che le parole dei vescovi sono talmente generiche da poter essere interpretate in qualunque modo”

Ma questo è ovvio come 1+1=2.

Non me ne volete, ma da qualcosina come 2000 anni nell’italietta degli slurpa slurpa (più che dei bunga bunga) non c’è mai stato spazio per chi la pensa diversamente, e chi è davvero al potere (i preti) furbo e falso, aspetta di vedere chi rimane in piedi dopo il match per stare dalla parte del più forte. Cioè… qui non c’è molto da commentare o da dibattere. La classe politica e religiosa italiana è una m&rda totale, lo sappiamo. Lo sanno loro, lo sanno all’estero, lo sanno italiani e stranieri, religiosi e atei, uomini e donne, eterosessuali e omosessuali. Forse la questione è un’altra: come diavolo mandarli a farsi foXXere.

Magari gli italiani potrebbero imparare da tunisini ed egiziani. Forse…

Stefano Grassino

No. Siamo tropo vigliacchi. Inoltre molti sono anche troppo comodi. Io ci stò a rinunciare a perdere qualcosa ma ti posso assicurare che conosco fin troppi “atei indolenti” ben peggiori dei credenti che per non perdere 10 euro, non muoverebbero un dito. E’ triste, si ma vero, te lo posso assicurare.

Stefano Grassino

@ Lorenzo Galoppini

“una società laica non censura i leader religiosi e non rinchiude la religione negli spazi privati, ma preclude loro soltanto gli spazi privati altrui e quelli istituzionali, che devono restare neutri.”

Credo che quello che per te è un dubbio per me è invece chiaro Lorenzo e lo si evince benissimo in questa frase. La libertà deve esserci per tutti facendo salva la laicità dello stato, sancita dalla costituzione.
Io come appartenente all’UAAR non voglio annullare la religione ne il clero ma voglio battermi per i diritti di noi atei che ritengo calpestati e contro i privilegi di cui gode il clero.
Al tempo del Concilio la chiesa scelse la via della fede, non mia ma che ritengo rispettabile. Oggi la chiesa, così almeno penso, ha scelto la strada della politica e del potere. Di questo dovrà renderne conto ai suoi fedeli e non a me mentre invece considero inaccettabile, come laico, il comportamento della classe politica italiana, prona allo stato vaticano, la quale ha l’obbligo etico e politico di spiegarmi il suo comportamento.

Murdega

Io sono un comune cittadino e mi autoescludo .
Non escludo che in futuro potremo essere d’accordo su qualcosa e se dovesse verificarsi questa eventualità potremo fare un pò di strada insieme ma poi ognuno per la sua via.
In tutti questi anni non ho trovato le risposte nella ccar.

Chi ha orecchi per intendere intenda.

nicola0007

”le ingerenze ecclesiastiche”.loro.noi,i rompiballe a loro.siamo il pugnale nel fianco.voglio dire:ai pessimisti,ma come proprio ora?ragazzi rompere rompere,anche dall’estero si puo’ fare.rompere.sono in grande difficolta’,si rabattano a destra e a sinistra,i soldi stanno finendo,molti si stanno allontanando dalla chiesa.in pratica ”cè fermento”.per me come per altre persone che io conosco,questa classe politica non esiste piu.non ce bisogno di convincere nessuno.non credete ai media,cercano di nascondere un fallimento anzi il fallimento della cricca catto mafiosa da destra a sinistra.il motivo principale è la difesa di qul 10 percento che ha la meta’ della ricchezza del paese.CHI HA PORTATO L’ITALIA A QUESTO LIVELLO?indovinate un po’.

Roberto Grendene

“la Religione non deve essere chiusa negli spazi privati ma deve aver parte nella vita pubblica. Questa è sana laicità.”

non c’e’ “sana” laicità: o e’ laicità (o il suo sinonimo laicismo) o e’ confessionalismo

il laicismo difende sia la libertà di religione che quella dalla religione

quando si dice che la religione puo’ aver spazio pubblico si deve intendere che deve essere trattata come ogni altra forma di espressione del pensiero, senza privilegi ne’ di diritto (e le nostre leggi sono piene di privilegi per la religione, cattolica in particolare) ne’ di fatto

Tra quelli di fatto c’e’ il privilegio di parlare nello spazio pubblico senza contradditorio: il papa o i vescovi se parlano nello spazio pubblico dovrebbero essere al pari degli altri, e quindi potrebbero senza scandalo alcuno prendere fischi o sentirsi dire che che dicono sciocchezze

Se viene data o riportata la parola del papa, dovrebbe essere riportata sempre anche una replica di un esponente di associazioni laiciste.

fiertel91

Sempre no. Altrimenti dovremmo dare un contraddittorio pure ai mafiosi (restando in tema di mafie). Semplicemente non si prevengano opinioni opposte e si dia il giusto spazio all’interno dell’informazione, che dato il reale interesse dell’Italiano medio è prossimo allo zero.

Paul Manoni

fiertel91, non puoi mettere sullo stesso piano, chi vive nell’illegalità (mafia) con associazioni nazionali regolarmente registrate e riconosciute nei loro valori e nei loro scopi ed obbiettivi. Chi vive nell’illegalità rispetto alla legge ed alla società, si squalifica da solo per un qualsivoglia contraddittorio, perchè sceglie di proposito di non partecipare alla costruzione di una società migliore.

Lorenzo Galoppini

“non puoi mettere sullo stesso piano, chi vive nell’illegalità (mafia) con associazioni nazionali regolarmente registrate e riconosciute nei loro valori e nei loro scopi ed obbiettivi…”

Comunque la storia e la cronaca quotidiana ci insegnano che non di rado non c’é tutta questa gran differenza in termini sostanziali.

Paul Manoni

@Lorenzo Galoppini
In Italia, una persona o, in questo caso un’Associazione, e’ innocente fino a prova contraria. Se ci sono Associazioni che violano le leggi, vanno punite esattamente come vengono punite le mafie o i criminali vari. Scioglimento delle stesse e conseguente perdità della facoltà di esporre un loro contraddittorio pubblico.

Paul Manoni

L’errore di fondo, sta nel fatto che al giorno d’oggi, nella totale mancanza ed assenza di valori, da parte di tutti gli esponenti politici, questi procedano con il recupero dei suddetti valori, là dove c’e’ chi e’ sempre stato abituato a fornigliene. La Chiesa. Sta qui il problema di una totale mancanza di laicità nel nostro paese.
Tanto e’ che la questione “bunga-bunga” non dovrebbe essere cavalcata, sulla base di una questione “morale” o “etica”. La stragrande maggioranza di chi vota per il Berlusca infatti, continuerà a votarlo e continuera a mangiare ostie o comunque a definirsi ipocritamente cattolico, proprio perche’ se ne frega delle questioni morali. Soprattutto se si pensa che in questo paese, negli ultimi 150 anni, di questioni morali su cui discutere ce ne sarebbero anche tante, e che quindi gli italiani non si schifano piu’ di nulla.
No, la questione dovrebbe essere spostata sull’ordine – imperativo per un serio politico – della “coerenza”. Un primo ministro che firma una legge contro la prostituzione, non dovrebbe essere coinvolto in storielle sessuali con escort. Un primo ministro che firma una legge che inasprisce le pene contro la droga, non dovrebbe farsi accostare a gente che aveva 9 Kg (!!!) di cocaina in garage.
Alzi la mano chi voterebbe un personaggio politico risaputo incoerente e reo di manifesta ipocrisia, quindi (Non sollevatemi la questione relativa al fatto che e’ impossibile trovare un politico coerente in Italia, perche’ infatti e’ evidente di come gli italiani siano schifati dalla politica).
Come per le critiche che spesso vengono sollevate contro la CCAR, colpevole di ipocrisia e totale incoerenza con i valori che predica, si proceda a criticare il Berlusconi di turno, non tanto sulla base di una questione morale, quanto sulla base di una validità politica.
Primo obbiettivo: Sottrarre alla Chiesa il potere di fornire valori morali alla nostra politica in generale, visto e considerato che non gli appartengono defacto.
Secondo obbiettivo: Selezionare i politici sondando la loro validità in termini di coerenza, autorevolezza, efficenza e rispetto dei principi e valori espressi nella Costituzione, considerato che non sempre coincidono con quelli espressi dalle religioni.
Terzo obbiettivo: Impegno costante e profondo per favorire partiti politici il piu’ vicini possibile alla laicità.
Questa e’ la mia opinione.

tregolo

stavo per scrivere le stesse cose! aggiungo una amara considerazione: e’ proprio la religione cattolica che induce chi ci crede ad essere fondamentalmente un incoerente per definizione, una persona che con una mano e’ caritatevole con l’altra e’ spietata, abituata ad usare amore ed odio in maniera subdola, capace di tollerare comportamenti aberranti se commessi da esponenti della gerarchia. E’ una questione pedagogica: e’ una metodologia formativa affinata per secoli senza contrasto alcuno. Questo inevitabilmente ricade su come l’individuo si rapporta col proprio rappresentante: una volta che questi gli garantisce di prendere una determinata posizione, il credente e’ capace, oltre che abituato anche nei riguardi di se stesso, a soprassedere/contestualizzare/minimizzare su qualsiasi schifezza, la coerenza non entra in gioco.

Scaveon

Ch centrano i mafiosi?
un reato è un FATTO, non una opinione.
il contraddittorio lo possono avere in tribunale, quando vengono processati

Alien

Io sono con fiertel91.

E’ certamente corretto dire che non si deve parlare di “sana laicita'”, ma piuttosto laicismo o confessionalismo, essendo questi contrapposti al 100%.

Ma e’ quindi altrettanto corretto che pubblico e privato sono contrapposti, allo stesso modo, e la religione deve appartenere per il 100% al privato. Io sono per lo 0% di religione nel pubblico. Zero.

Liberta’ di espressione si’, ma non a riguardo del pubblico. Altrimenti diventa prevaricazione. Niente, assolutamente nulla, deve essere giustificato dalla religione a livello di res publica. Scusate, forse saro’ estremista, ma la penso sinceramente cosi’.

giulio

@ alien
Fammi capire cosa intendi.
La CCAR si è lamentata dei respingimenti degli immigrati. Non poteva farlo? Il codice penale dovrebbe vietare agli ecclesiastici di esprimersi su questioni politicamente rilevanti?

Lorenzo Galoppini

No, è che la ccar, come chiunque altro al mondo, non dovrebbe avere nessun diritto di imporre il proprio pensiero e la propria morale a chi non li condivide.
Il caso da te citato é la semplice espressione di un’opinione. Magari fosse sempre così.

Ivano

Caro Raffaele,
pur condividendo buona parte dell’intevento, lucido come sempre, devo dissentire da questa frase che si presta (a mio avviso) a dubbie interpretazioni:

“una società laica non censura i leader religiosi e non rinchiude la religione negli spazi privati, ma preclude loro soltanto gli spazi privati altrui e quelli istituzionali, che devono restare neutri”

Abbiamo sempre detto che la religione deve essere confinata nella sfera privata. E dunque?

giulio

Mi è sembrato che intendesse: la chiesa può esprimere pubblicamente le proprie posizioni, può partecipare al dibattito pubblico.
Il confinamento nella sfera privata può sembrare un divieto di intervenire.

Raffaele Carcano

Se continuiamo a insistere nella contrapposizione pubblico-privato, la Chiesa continuerà a lamentarsi che la si vuole zittire, che le si vuole impedire di dire pubblicamente come la pensa. Se invece concepiamo la società come tripartita, con spazi privati, istituzionali (Stato, amministrazioni, scuola…) e pubblici (nel senso di ‘pubblicamente’, alla luce del sole: libertà di espressione, di stampa…), ecco che, a mio parere, emerge molto meglio come la loro strategia sia, in realtà, volta a invadere spazi istituzionali.

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