Maurizio Cecconi*
Sono di sinistra e ho qualche amico/a di destra (pochi e poche, per la verità, e me ne rammarico).
Spesso abbiamo accese discussioni in cui io provo a confutare l’inconsistenza delle loro posizioni e loro tentano di convincermi che si sta meglio dalla parte dei vincenti.
Queste discussioni si concludono con un nulla di fatto: ognuno resta convinto delle sue idee. Poi, dopo una breve decantazione, riprendono vivaci come sempre.
Dentro di me sono convinto che lavorandoli ai fianchi riuscirò a portarne un paio dalla parte dell’uguaglianza. Loro, immagino, si augurano lo stesso (ma viceversa).
Le uniche persone che non riesco ad avere amiche sono quelle che vorrebbero, per motivi religiosi, filosofici, di “buona educazione”, impormi come vivere.
Ecco – mi spiego da solo – come riesco ad avere degli amici di destra: ci ritroviamo uniti nell’essere anti-papalini.
Non sono tante le persone di destra laiche in Italia, questo lo sappiamo, ma ci sono. Ed io non le disdegno.
Amico di tutt*, dunque, purché non pretendiate di dirmi come dovrei vivere, secondo un’idea totalizzante di società.
Lo stesso vale per i bigotti di sinistra, che se non sono tanti come i bigotti di destra è solo perché attualmente la sinistra è una minoranza delle minoranze.
Arrivo al dunque: amo discutere liberamente e vivacemente e non risparmiare i colpi bassi alle fragilità ideologiche.
E’ bello avere il gusto del match e del ring e ritrovarlo forte anche nei propri amici/avversari, purché alla fine ci si saluti con una stretta di mano o un bacio incandescente. Tanto sappiamo che nessuno ammetterà mai la sconfitta.
Ma non ci insultiamo. Non ne esiste alcuna necessità e lo stile fa l’uomo (e la donna).
Gli insulti li teniamo per chi se li merita, ovvero per chi vorrebbe impedirci d’essere, a priori, felici.
Per quelli: no peace.
Have a nice day, my friends
* Portavoce Rete Laica Bologna e Coordinamento Laico Nazionale
Non so se te ne rendi conto, ma anche tu fai la tua bella distinzione tra chi è nel giusto e chi è nell’errore. Naturalmente ciò in qualche modo è inevitabile, la necessità di prendere posizione in certe circostanze lo impone… ma (opinione mia, ovviamente) fino a che si confida più del necessario nello scontro, nel match, nel ring, magari esaltandosene, la società umana difficilmente uscirà dalla precariertà.
Lo so (l’ho già sperimentato spesso anche su questo blog) che sarò tacciato per questo di ‘buonismo’, di ‘utopismo’… ma io lo ritengo (qui ho provato a motivare quanto affermo) solo un atteggiamento razionale.
Devo aggiungere “(…) un atteggiamento razionale di fronte allo stato in cui versa il presente dopo una storia caratterizzata dalla violenza (‘levatrice dlle storia come’ come alcuno andava teorizzando),,, naturalmente usufruendo del ‘senno di poi’. Quindi nessuna condanna del passato, ma ricavarne una qualche lezione sì.”
“Non so se te ne rendi conto, ma anche tu fai la tua bella distinzione tra chi è nel giusto e chi è nell’errore.”
anche tu, facendoglielo osservare 🙂
Anche tu facendomi osservare che gliel’ho fatto osservare… e poi anch’io che sto facendo oservare a te… e così via all’infinito.
(Naturalmewnte sto al tuo gioco (^_^))
@ bruno
avevo capito che fosse per te un problema fare distinzioni tra chi e’ nel giusto e chi sbaglia (per me e’ normale avere queste opinioni)
o nel caso specifico distinguere tra chi trattare come interlocutore, anche se su posizioni contrapposte, e chi non accettare perche’ non riconosce le regole per dialogare
“Sono di sinistra”
affermazione piuttosto generica di questi tempi
“come riesco ad avere degli amici di destra: ci ritroviamo uniti nell’essere anti-papalini”
io invece ho anche amici di dx e una perfino di forza nuova. l’amicizia nel mio caso non si fonda sull’identità di vedute ma sul livello di sincerità e di lealtà nel rapporto privato
“Tanto sappiamo che nessuno ammetterà mai la sconfitta”
la sconfitta in ogni discussione è insita nel fatto che generalmente i contendenti sono motivati dall’ambizione di prevalere piuttosto che dall’interesse di capire come effettivmente stino le cose
“lo stile fa l’uomo (e la donna”
è la consapevolezza a fare la persona, non lo stile
ah dimenticavo… il rispetto non consiste nel non insultarsi durante una discussione, ma nel tributare alle emozioni dell’altro la stessa importanza che riteniamo sufficiente per le nostre. è falso che si debbano rispettare le opinioni, rispettando le opinioni errate si offende la ragione e al contempo non si fa nulla per rispettare la persona che le ha espresse, che può essere massacrta morlmente in molti altri modi
Condivido i tuoi rilievi, più pertinenti – rispetto all”opinione’ proposta – dei miei.
grazie. ha un bel valore x me questo complimento
io non so quale valore, peso, dai alla parola amico ma per me l’amicizia si fonda anche su un’affinità di valori (non necessariamente di vedute, beninteso)… non potrei mai essere “amico” di una persona che appartiene a forza nuova, una persona che milita in fn cosa ha a che spartire con me? Che c’entro io con uno stupido? Non avrei neanche un argomento in comune e detesto i fascisti vecchi o nuovi che siano, ma ai nuovi riconosco l’aggravante dell’ignoranza cieca, quella incapace di imparare dalla storia. Non mi reputo propriamente selettivo, ma non per questo mi intrattengo con cani e porci (il tuo amico qui non c’entra niente). Saluti.
ragazzo mio, mi sa che devi crescere ancora…
ma se non ci si confronta, non si crescerà mai.
del resto, pur non condividendo molte cose (in primis la distinzione destra-sinistra. come mi definirei io, sostenitore del ceto operaio, a favore di una regolazione di flussi migratori e contro l’immigrazione clandestina, contro il multiculturalismo da isola e pro-integrazione?), non posso non condividere:
“Amico di tutt*, dunque, purché non pretendiate di dirmi come dovrei vivere, secondo un’idea totalizzante di società.”
Per quanto scontato possa sembrare, chi di noi riesce ad avere rapporti di amicizia sincera con chi vuole fare di te oggetto di proselitismo, chi ti guarda come un missionario guarderebbe un indio, chi ha per te solo occhiate compassionevoli di chi ti vede già ardere nelle fiamme eterne, chi cerca di confutare le tue idee articolate con principi di confronto tra il bianco e il nero?
Allora è a quel punto l’ateaccio che è antipatico o semplicemente manca l’ingrediente fondamentale per un rapporto paritario?
Io respingo per principio chiunque mi renda oggetto del suo proselitismo sia esso religioso, politico o di qualsiasi altro ideologismo.
Io sono mio !
E quando mai, Semola? Tu appartieni al cuoricino addolorato del tuo gessù!…
Se sei cattolico, non mi risulta
Catechismo della CCAR:
1269 Divenuto membro della Chiesa, il battezzato non appartiene più a se stesso, ma a colui che è morto e risuscitato per noi. Perciò è chiamato a sottomettersi agli altri, a servirli nella comunione della Chiesa, ad essere « obbediente » e « sottomesso » ai capi della Chiesa
Esatto: “Io sono mio”.
E’ il principio su cui si basano tutti i diritti individuali. Dal diritto alla vita a quello alla libertà, e via dicendo.
Ricordiamocelo bene.
lo stile non contraddistingue l’uomo, semmai sono la cultura e il coraggio delle proprie idee che differiscono un individuo da un altro.
Oggi definire una persona “di destra” o “di sinistra” è molto difficile. Molti anni fa, ricordo che la persona che veniva etichettata come comunista, viveva quasi sempre una vita indigente ed era continuamente sfruttata,si appellava politicamente a chi in quel momento avesse potuto aiutarla. E’ molto più difficile oggi. E’ sufficiente leggere ogni tanto qualche giornale per comprendere quale è l’attuale realtà. Ho amici di sinistra che da tempo non si ritrovano più negli antichi ideali, sembra che abbiano perso la loro identità. In sostanza dicono:” un comunista non può essere ricco”. Basta dare un’occhiata ai nostri attuali governanti, di entrambi gli schieramenti per rendersene conto. Sono tutti ricchi ! Comunque non spaventiamoci, viva il dialogo, io posso pensare di avere ragione ma colui che mi sta davanti pensa la stessa cosa.
Alla voce ricchi di sinistra vedi anche ( Quello che Maurizio Cecconi definisce bigotti di sinistra “attori ,cantanti giornalisti, ecc.. ecc..”
Pensare che a sinistra si debba essere coerentemente poveri è una cretinata come i pipistrelli attaccati ai capelli delle donne. Uguale perchè ugualmente luogo comune senza la pur minima attinenza nè con la realtà nè con la logica, inventato da chi sta sopra per maggiore controllo degli ignoranti e dei poveri di spirito.
E’ un non-concetto che contribuisce efficacemente alla tesi del “tanto sono tutti uguali”, molto in voga fra chi vota a destra.
Personalmente, è un’idea che mi fa schifo e non posso avere amici con idee che mi schifano, neanche se dicessero di rispettare le mie.
Cosa significa comunista?…
Maurizio Cecconi,
trovo il tuo testo più una dichiarazione di intenti, un dire ‘come’ invece di dire ‘cosa’.
Hai scritto: ‘confutare l’inconsistenza delle loro posizioni’, ma così equivale a dire ‘confermare la bontà delle loro posizioni’.
“Amico di tutt*, dunque, purché non pretendiate di dirmi come dovrei vivere, secondo un’idea totalizzante di società.”
proprio così
la differenza la fa l’onestà intellettuale, mettersi ad analizzare la realtà, usare l’etica della responsabilità e non quella delle intenzioni
un interlocutore che ha verità assolute, che ha valori non negoziabili, che ha Dio dalla sua parte, che razza di dialogo e capacità di convivenza sociale può portare? Ma sta bene anche quello, basti che applichi solo a se stesso le sue regole morali, e che riconosca che gli altri possono vivere liberamente (e felicemente?) senza quelle sue regole morali.
Altrimenti, convengo, no peace.
“Ecco – mi spiego da solo – come riesco ad avere degli amici di destra: ci ritroviamo uniti nell’essere anti-papalini.”
Sarà, ma non la trovo una buona ragione.
Come due donne che hanno opinioni diverse ma si ritrovano uniti nel femminismo, o due omosessuali che nonostante tutto sono accomunati dal modo in cui fanno sesso.
Se hai un ideale (sempre dal mio punto di vista) non puoi “unirti” con chi ne ha uno opposto solo perchè su qualcosa di irrilevante (in questo caso l’anti-papismo) si è daccordo.
Comunque
Have a nice day too 🙂
“Destra, sinistra?” si chiedeva Giorgio Gaber chiedendosi cos’era ‘di destra’ e cosa ‘di sinistra’, come sempre profetico.
Il tempo passa, sempre più velocemente, come sempre più velocemente abbiamo a disposizione sempre più informazioni… ma informazioni su che? Su tutto, naturalmente, e ognuno si arrangi come può per districarsi tra queste informazioni. Con quali criteri? L’informazione, il mercato dell’informazione, ne offre una gamma infinita, si può comprare quello ritenuto più conveniente. In base a quali criteri?… E così si ritorna da capo, tutti travolti da un circolo vizioso dal quale sembra non si possa uscire.
O si cerca di uscirne ripescando i famosi ‘valori’, quelli che si ritengono tali perchè eterni, immodificabili, non contrattabili, come le idee platoniche… ma senza la necessaria memoria storica per ricordare tutte le catastrofi umanitarie che quei ‘valori’ hanno provocato. Allora?
Allora non vedo altra strada: l’utopia!. Ma come – si dirà – proprio l’utopia, quella bestia immonda che si è sempre nutrita dei ‘valori eterni’ per spingere sempre più l’umanità verso l’autodistruzione? Credo di sì, ad una condizione assolutamente indispensabile: sapere addomesticarla, sapere sfruttare la sua violenza per piegarla a promuovere invece che a distruggere l’umanità. Come? Conferendole il ruolo di guida nelle scelte umane e nello stesso tempo impedire rigorosamente che si trasformi da utopia (il luogo che non c’è), in luogo concretamente, storicamente, praticabile.
Come aapplicare l’utopia così intesa ai valori ‘destra’ e ‘sinistra’? Ponendoli come punto di riferimento per costruire quella società ideale che comncretamente non esisterà mai (chi ha voluto concretizzarla ha dato vita solo a dei mostri), ma che sta nei desideri di tutti. Cioè una società armonica dove l’armonia consiste nel far sì che le esigenze delle varie sue componenti invece di scontrarsi, di combattersi, servano a usare la diversità per arricchire la società stessa invece di renderla solo terreno di conflitti, superati apparentemente solo con la vittoria del più forte. Non è veramente realizzabile, certamente, ma non per questo si deve negarne l’esigenza e relegarla tra gli oggetti inservibili. Questa alternativa sarebbe (è) altrettanto disastrosa.
Ecco allora che la Destra avrebbe la funzione di conservare ciò che dell’esistente merita di essere conservato di fronte all’esigenza, espressa dalla Sinistra, di portare le necessarie modifiche che i bisogni collettivi continuamente rendono indispensabili. Insomma, se proprio vogliamo ricorrere alle etichette in circolazione, due ‘partiti’: Conservatori (destra) e Riformisti (sinistra)… che quindi (per ritornare a quanto si sta dibattendo) avrebbero in questo modo ancora diritto di cittadinanza in una società che si vorrebbe democratica. Con la Democrazia come altra utopia da ‘utilizzare’ nel modo detto.
E a questo proposito il celebre aforisma-paradosso attribuito, pare, a Churchill (prsonalmente non proprio un fior di democreatico), e cioè “La democrazia è il peggiore dei regimi politici esistenti… ad eccezione di tutti gli altri”, sembra rendere magistralmente quanto ho cercato di argomentare.
Ma la sinistra quella non bigotta e laica difende il burqua e l’islamizzazione dell’europa che è molto peggio che dar spazio ad una chiesa ormai rantolante nel vecchio continente(non andrebbero fatte entrambe ma fra le due……giudicate voi)
Insomma W il PVV e W Wilders che è di destra laico e liberale nel vero senso anti politically-correct !
Io sinceramente non capisco dove qualcuno veda questa sinistra filoislamica in Italia.
Me in che paese vivete? Perchè qui ci sono anch’io e mi tengo molto informato e non vedo filo islamici, ne a destra ne a sinistra ne altrove.
Mi dici Brikko quale esponente di sinistra (o presunta tale) avrebbe difeso il burqa?
“Io sinceramente non capisco dove qualcuno veda questa sinistra filoislamica in Italia”
Una leggenda metropolitana messa in giro dai destrorsi. Semmai tra i progressisti esiste la fondata preoccupazione che i reazionari utilizzino i problemi connessi alla violenza e all’immigrazione islamiche per le loro campagne razziste.
Poi c’è il vergognoso opportunismo politico dei residui gruppuscoli stalinisti, che seguono il principio “il nemico del mio nemico è mio amico”.Io faccio fatica a considerare di sinistra chi pretende di convincerci che il bieco “impero di mezzo” sia un regime socialista.
Un individuo realmente di sinistra, cioè una persona che ha una visione del mondo influenzata dal marxismo( senza le incrostazioni staliniste o riformiste, cioè senza le degenerazioni determinate dalla prassi politica) o dall’anarchismo, aborre qualsiasi forma di oppressione religiosa.
P.S
Una persona di questo tipo non può essere amica di chi ha una “Weltanschauung” completamente antitetica.
Cosa ho da spartire io con un antisemita, ossessionato dal presunto complotto giudaico, oppure con chi che considera giusto scannare una
donna perchè fa sesso al di fuori del matrimonio, cioè per uno dei comportamenti più sani che io riesca a concepire, comportamenti che, in ogni caso, sono strettamente connaturati al concetto sacro e non negoziabile di libertà dell’individuo?
Ovviamente non basta avere la stessa visione del mondo per essere amici,dal momento che entrano in gioco altre variabili di tipo sociale e/o psicologico. Ne consegue che l’amicizia è un condizione piuttosto rara, come lascia intendere il famoso detto “chi trova un amico trova un tesoro”(lo si cantava pure nella sigla dei ragazzi di Padre Tobia).
Se oggi si volesse davvero esere ‘anti politically correct’ (c’è ancora qualcuno che dice di NON esserlo?)… occorrerebbe essere ‘politically correct’. Con certo anticonformisti in circolazione il vero anticonformismo sarebbe il conformismo.
(Si tratta di pura provocazione… meglio precisare, non si sa mai!)
Scusa Diocleziano, ma non hai capito “Io sono mio ” (e non prendo lezioni da nessuno) lo facevo dire a Moreno03 , 25 febbraio ore 21,29″ che semplicemente dava conferma a quanto aveva esposto.
Semola,
avevo capito (io non do lezioni a nessuno, non mi interessa) ma io parlavo a te,
il fraintendimento era intenzionale… ormai avrai capito che mi diverto a essere mordace…
cmq se questo è il portavoce del coordinamento laico nazionale partiamo molto male: a) esordisce in un’arena importante come le ultimissime uaar con un articolo di livello molto inadeguato, che oltre a essere troppo superficiale non si capisce neppure dove voglia andare a parare; b) non si degna di rispondere alle obiezioni, quindi devo pensare che non gli freghi del nostro parere e che quindi il suo intevento sia una pis ciatina per marcare il territorio (in quel caso: povero illuso)
per me ti sbagli di grosso
Scusa Andrea Passerelli, ma perchè tanta ostilità verso una persona che manco conosci. Cosa vuol dire “non si degna di rispondere alle obiezioni”? Magari che con onestà intellettuale rispetta l’altrui pensiero senza replicare? E tu chi sei per dare patenti di inadeguatezza? Ultimissime sarà un’arena importante come dici tu, ma che non diventi necessariamente un campo di gladiatori! E spesso credo sia più importante porre le domande che dare le risposte. Mi è spiaciuta la tua sortita perché spesso dici cose molto intelligenti
@Soave. I tuoi commenti rivelano sensibilità d’animo, non dobbiamo demolire a priori le idee e i pensieri dei giovani, lasciamo anche a loro lo spazio che spesso, se non sempre la società attuale gli toglie.
non sono ostile, mi limito a valutare l’intervento per quello mi che appare (un’accozzaglia di superficialità presuntuose senza nè capo nè coda) e a domandarmi come mai sia stato sottoposto alla discussione da un autore evidentemente non interessato a essa. che l’assenza di replica sia una forma di rispetto verso il pensiero altrui è un’ipotesi che mi fa sorridere se riferita a uno che afferma di selezionare gli amici in base all’uniformità di pensiero.
Concordo con Pessarelli nella sostanza, non nella forma.
Anch’io, sopra, avevo espresso delle considerazioni in merito al contenuto dell’articolo e, visto che anche altri sono stati critici, mi aspettavo una replica. Vedo dalla foto che Cecconi è giovane, mancherà di esperienza… Spero che la critica sia costruttiva e si senta stimolato a curare lo stile (letterario) e puntare decisamente sui contenuti, ma se l’argomento è debole può essere salvato da una prosa… frizzante.
Per l’appunto. Evitiamo di crocifiggere un giovane che si sforza di esprimere un pensiero con il linguaggio che gli è proprio. Argomento debole? Non so, forse non appassionante. Ma meglio che parlare di Grandi Fratelli o di Curva Sud….
sì ma se questo è il portavoce allora in altre occasioni rappresenterà tutti quindi la mia preoccupazione sulla sua adeguatezza è fondata. diverso sarebbe se ad aver presenteto l’articolo fosse stato un autore qualunque. quella che chiami ostilità è in realtà preoccupazione perchè non vorrei mai che nelle rare o rarissime occasioni che ci verranno concesse di esprimere un’opinione ci giocassimo le nostre carte male come se le è giocate lui
@ andrea
ma se vuoi farti una idea del lavoro di Maurizio leggi qui:
http://retelaicabologna.wordpress.com/
e anche qui:
http://sites.google.com/site/coordinamentolaiconazionale/
Beh, ognuno ha il diritto di espremere le proprie idee e ciò lo espone al giudizio ed alle critiche degli altri; quindi anche alle libere critiche di chi pensa che il Cecconi abbia detto una cretinata
(compreso me). Il che non vuol dire ch’io stia dando del cretino a qualcuno, giuro!
Ma se non si potesse ribattere per non offendere la sensibilità della persone e non apparire ostili, non si potrebbe neanche più dire bianco se subito prima qualcuno ha detto nero.
In primis: grazie dei commenti che, in molti e molte, avete lasciato. Proverò, senza pretese di esaustività, a rispondere ad alcune obiezioni e ad alcune osservazioni. Lo farò con un unico commento collettivo, senza rispondere singolarmente a tutti.
Se non l’ho fatto finora non è certo perché non desidero discutere di quanto io stesso affermo, bensì perché tra lavoro, fidanzato, rete laica bologna, coordinamento laico nazionale, organizzazione dello sciopero dei migranti, scrittura di documenti, questo mese non ho praticamente avuto un minuto libero da dedicare a me stesso. Chi vuole aiutarci (e aiutarmi) ad alleviare almeno un poco il peso di tutte queste azioni da mettere in piedi è il benvenuto. Perché è importante discutere ma anche fare politica: sporcarsi le mani con la realtà e non solo con le idee.
Rispondo per punti, che mi risulta più razionale.
1) Questo scritto non ha la profondità di analisi di un saggio e dunque è pretestuoso pretenderla; ogni scritto ha la sua “ratio”. E’ un articolo che, nella sua “leggerezza calviniana”, vorrebbe smontare qualche luogo comune e ribadire qualche concetto. Se ci sono riuscito, il merito è di chi, in 20 anni di attivismo, mi ha insegnato a ragionare politicamente. Se ho fallito, pago io, of course. Così va il gioco e mi sta bene.
2) Cos’è destra e cos’è sinistra. Potremmo scriverne venti di libri su questo argomento, non trovate? E intere biblioteche ne sono già state riempite. Ho preferito, con due semplici riferimenti, indicare in linea di principio cosa significano oggi, nel 2011, sinistra e destra: uguaglianza versus privilegio, parità di diritti versus oppressione e disconoscimento. Queste sono, in sintesi, le linee su cui si muove la divisione tra destra e sinistra. Linee che attraversano ogni campo dell’esperienza umana sociale: economica, psicologica, relazionale, affettiva.
4) La laicità non rientra nella divisione tra destra e sinistra e per questo posso e voglio avere anche amici di destra, quei pochi, appunto, che esistono in Italia. Essere curiosi giova alla nostra capacità di farci sorprendere e a non vivere di preconcetti, a cui cerchiamo di attribuire sempre nuove conferme. “Ci sono molte più cose in terra, Orazio, di quante ve ne siano in cielo”; per fortuna, aggiungo; guardiamole, facciamone conoscenza. Ben venga, dunque, anche chi è molto diverso da me e dalle mie credenze.
5) Grazie per il giovane: a trentasei anni fa piacere constatare di rientrare in questa sì larga categoria. Certo in altri paesi d’Europa potrei ambire alla carica di Primo Ministro, ma qui siamo nell’Italia geriatrica degli “inamovibili”, dove finché non hai un piede nella fossa non sei né un uomo né una donna, ma un “ragazzo” e una “ragazza”. Che grande tristezza.
6) Non ringrazio invece chi mi ha definito “semplicista”: saper sintetizzare è un pregio. Non conosco nessuna comunicazione realmente efficace che possa prescindere dall’asciugare allo stretto necessario uno scritto. Attendo esempi concreti in grado di confutare quest’ultima mia affermazione.
7) Noto un tono greve nei commenti (non in tutti, per la verità, ce n’è qualcuno simpatico). Io personalmente preferisco frequentare la lievità e l’ironia. Mi fanno vivere meglio e mi fanno entrare meglio in comunicazione con gli altri essere umani.
Buona domenica,
MC.
Il numero 3) l’ho saltato perché è quello della Santissima Trinità: Dio, Gesù e Spirito Santo; Dio, Patria e Famiglia; etc etc etc 😉
mi sembra che la “facebook generation” non sia molto conosciuta su questo blog
non ne sono certo un esperto io, ma il testo dell’intervento era l’amicizia su facebook!