Un nuovo sondaggio è iniziato oggi sulla home page del sito UAAR. La domanda è la seguente: “Si torna a parlare di scuola pubblica. Cosa ne pensi?”
Sei le opzioni tra cui scegliere la risposta preferita:
– Ha ragione Berlusconi: inculca convinzioni diverse da quelle dei genitori
– Ha molti insegnanti (di varie ideologie) che cercano di inculcare le proprie convinzioni
– A parte qualche eccezione, svolge abbastanza bene il proprio compito
– È tuttora un insostituibile elemento positivo della nostra società
– Tende a inculcare la morale cattolica
– Non so / altro
Si è nel frattempo concluso il precedente sondaggio. Il quesito era il seguente: “Perché, secondo te, le donne sono più credenti degli uomini?”
Questi i risultati (1262 voti):
38,5% Perché l’ateismo prospera dove ci sono cultura, libertà di parola e benessere, e le donne ne dispongono di meno
18,5% Perché le società patriarcali hanno tradizionalmente riservato agli uomini la possibilità di trasgredire
14,0% Perché le confessioni religiose fanno più pressioni sulle donne che sugli uomini
8,0% Perché sono più sensibili alla ‘tradizione’
6,0% Perché, geneticamente, sono più predisposte a farlo
5,5% Perché sono più sensibili degli uomini
9,5% Non so / altro
La redazione
sono contrario alla posizione del premier sulla scuola pubblica: crea conflitto sociale e non aiuta al miglioramento della scuola per tutti
“crea conflitto sociale e non aiuta al miglioramento della scuola per tutti”
Che poi è esattamente quello che vuole: in una situazione di conflitto sociale argomentare perde di efficacia, mentre diventano più efficaci gli slogan e gli urli (cosa in cui i suoi sono bravi). Inoltre, ricordati che una scuola (pubblica) che funziona, oltre a “rubare” clienti alle private, crea cittadini, mentre una scuola che non funziona contribuisce a creare sudditi…
– A parte qualche eccezione, svolge abbastanza bene il proprio compito!
[Ed aggiungerei nonostante tagli, basso stipendio e alcune scuole fatiscenti]
La scuola pubblica, per come l’ho vissuta io non tende ad inculcare un bel niente.
Tende ad insegnare e farti ragionare.
Io ho avuto insegnanti di destra, di sinistra e anche qualche comunista. A volte a scuola si parlava di politica. Ma nessun prof. ha mai provato a “inculcare” la sua cultura/ideologia politica.
Comunque il nano mafioso ha detto:
“Poter educare i figli liberamente, e liberamente vuol dire di non esser costretto a mandarli a scuola in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli.”
Ma insegnare a pensare invece di inculcare?
P.s.
Sul giornale un pazzoide ha scritto:
“Che cosa sono i gulag? Un «errore di valutazione». E le foibe? Mai esistite. Chi era Lenin? Un sincero democratico. Le Br? Fascisti inconsapevoli. E comunque bisogna capirli: volevano la giustizia sociale. Mica come Berlusconi che è «un delinquente che porta l’Italia nel caos». Einaudi e De Gasperi? Due traditori della Repubblica. Le forze della sinistra? La sola garanzia del rispetto della Costituzione. E Stalin «appariva rassicurante nella sua immensa autorità, un’autorità dura ma giusta». Sicuro: dura ma giusta. Scusate ci siamo sbagliati: non erano purghe. Al massimo una dolce euchessina.
Basta sfogliare i manuali su cui studiano abitualmente i nostri ragazzi per capire come la scuola a volte rischi di diventareun vero e proprio corso di indottrinamento.” […]
Qualcuno a scuola ha mai avuto libri del genere? Mica siamo nella Corea del Nord 🙂
io avevo un libro marcatamente di sinistra che trattava di foibe, gulag, e tutto il resto, in maniera molto critica e dettagliata, e ospitava anche pagine di commenti di gente di destra.
molto equilibrato, invitava a riflettere guardando le cose da una prospettiva neutra prima di farsi un’idea chiara di cosa fosse successo, il tutto senza inventare certo le fonti.
aveva un unico difetto: poverissimo di immagini e grafici.
Tende a inculcare la morale cattolica. – comunque, la scuola va riformata ma non in modo
Berlusconiano: quello è un servile con i più forti e padrone con i più deboli. – Non è una novità.
La polemica di B. si fonda su delle eccezioni, sempre presenti, ed è strumentale: finalizzata a screditarla per favorire la scuola privata.
Ma non sono d’accordo che la scuola pubblica attuale svolga “abbastanza bene il proprio compito”: va migliorata e molto, pur restando di tutti.
Poi ognuno deve restare libero di scegliere alternative private ma lo Stato si deve occupare di far funzionare solo quella pubblica.
Screditere la scuola pubblica, così come la sanità pubblica, è una strategia politica già prevista dal piano B di Gelli e ben descritta da Calamandrei nel 1950, in un discorso ben argomentato tenuto al 3° congresso dell’Associazione per la Difesa della Scuola Nazionale, discorso facilmente reperibile sul Web e che dovrebbero leggersi coloro che hanno votato il primo punto del sondaggio.
la scuola non ha il compito di trasmettere (o inculcare) opinioni, convinzioni, ideologia.
La scuola ha il compito di fornire gli STRUMENTI mediante i quali il cittadino adulto sarà capace di formarsi DA SOLO le proprie convinzioni!
Questo è anche il motivo per cui materie come IRC dovrebbero essere abolite, ed è lo stesso motivo per il quale Berlusconi ha detto una fesseria (non una verità o una bugia, ma una cosa che proprio non ha senso).
A meno che insegnare alla gente a pensare con la propria testa sia “inculcare una ideologia”: in questo senso si capisce chiaramente che Berlusconi è nemico della cultura proprio perchè non vuole che la gente abbia delle opinioni diverse dalla sua.
Vivendo la scuola dall’interno è difficile farsene un quadro complessivo e fatalmente si è condizionati dalla propria esperienza. Per quanto mi riguarda, insegnado per lo più nei licei dove le motivazioni sono ovviamente diverse da quelle, ad esempio, di un istituto professionale, non posso che parlare complessivamente bene della scuola pubblica, dove l’equilibrio fra le varie posizioni politiche e ideologiche – con le solite eccezioni dovute insegnanti… non insegnanti – si compensano abbastanza bene. Ascoltando poi l’esperienza dei vari ragazzi che hannp passato il penultimo anno frequentando classi equivalenti all’estero e per converso avendo in classe in funzione dello scambio almeno un ragazzo proveniente da scuole estere… debbo spezzare ulteriormente una lancia in favore della scuola pubblica italiana. Di più: poichè giustamente si lamenta una carenza sopratutto nella formazione di mentalità scientifiche… sempre confrontando le due esperienze non è che altrove (USA soprattutto) stiano meglio, anzi!, e – per la felicità di Odifreddi – proprio in matematica.. Almeno per quel che riguarda la scuola pubblica.
Quindi, per la mia esperienza, sono portato… intanto a distinguere tra scuole di indirizzo diverso… e poi sarei propenso a scegliere le risposte 3 e 4.
Altra questione in qualche modo in tema col sondaggio. Si parla continuamente di riforma della scuola (per quel che ricordo io se ne è parlato ad ogni cambio di governo si può dire da sempre), ma mi pare che, o si sia riformato ‘gattopardescamente’, oppure si sia solo peggiorato, con punta massima in questo senso con l’attuale governo. Sia perchè, ormai sempre più esplicitamente e senza pudore si punta a distruggere la scuola pubblica in favore di quella privata, sia perchè (a mio modo di vedere, ma in questo caso azzardo un parere generalizzabile) ci si è sempre più allontanati dall riforma prioritaria rispetto a tutte le altre: ridurre il più possibile il numero di allievi per classe rendendo così possibile un insegnamento personalizzato, condizione per renderlo veramente efficae, delegando gli indispensabili momenti aggregativi a esperienze in questo senso parallele. E anche da questo punto di vista il picco negativo è raggiunto dal governo attuale che fa di tutto per declassare la scuola pubblica togliendo fondi e personale. Altro che dominuire gli alunni per classe, prendendo a pretesto la crisi economica (reale, ma dove la scuola dovrebbe essere l’ultima istituzione a farne le spese), si acccrpano sempre più le classi.
“È tuttora un insostituibile elemento positivo della nostra società”
Propendo per questa risposta non perchè non abbia moltissime critiche da fare alla scuola pubblica, ma perchè, in concreto, la privatizzazione dell’istruzione porterebbe soltanto alla concorrenza verso il basso, con ulteriore scadimento della cultura, nonchè ad un maggiore controllo, nel breve termine, da parte della chiesa e, in prospettiva, anche da parte degli altri poteri forti.
Purtroppo non sono in grado di rispondere perchè sono diversi decenni che non ho esperienze dirette di scuola pubblica.
In compenso posso parlare, malissimo e da tutti i punti di vista (esclusi due), delle scuole private.
Il Presidente del Consiglio sostiene che la funzione della scuola sia quella di rinforzare l’educazione ricevuta in famiglia: invece la scuola pubblica deve formare il cittadino sviluppando capacità critiche che gli permettano di pensare con la propria testa, perfino in modo diverso dai propri genitori. Uno dei rischi più forti per la nostra democrazia è la manipolazione, che può portare grandi consensi perfino a conclamati cialtroni, e trasformare, in modo contagioso, in cialtroni gli elettori che lo votano.
Mi sembra che si debba fare un distinguo tra scuola dell’obbligo e altro, e anche all’interno del ciclo di studi obbligatori tra età di scuola materna/primaria e secondaria. Alle medie è difficile che si riesca a inculcare qualcosa (qualsiasi, sic), lo spirito critico è in pieno sviluppo. Se invece parliamo di bambini tra i 3 e i 10 anni, allora ha senso parlare di condizionamento, ed è senza dubbio di matrice cattolica. Ve la vedete la maestra d’asilo insegnare subdolamente i principi del marxismo? Non si puo’ inculcare niente di complesso ai bambini, e l’unico indottrinamento tradizionalmente riconosciuto nonché praticabile è quello cattolico. La faccenda del crocefisso in classe ne è il simbolo piu’ evidente. Se anche si concede che in certe realtà scolastiche alcuni temi sono evitati per sensibilità verso i credenti-non-cattolici, l’assenza di ora alternativa si traduce in ora di cattolicesimo obbligatorio, che questo sia o meno in linea con le convinzioni dei genitori.
Sono un insegnante nella scuola pubblica, e devo dire che non mi è mai neppure passato per l’anticamera del cervello di “inculcare” qualcosa nella testa dei ragazzini. A parte il fatto che viviamo in un’epoca in cui la permeabilità dei discenti nei confronti di quel che si prova ad insegnar loro è (mediamente) scoraggiante, il mio massimo sforzo va nella direzione di spingere gli studenti a non accettare il luogo comune e il conformismo, se non dopo averlo sottoposto ad attenta e personalissima valutazione critica — ed autocritica. Se ci si aspetta risultati nel breve periodo è una guerra persa in partenza — noi non si fa altro che interrare un seme, annacquarlo un po’, e sperare nel tempo che passa e (a volte) porta i suoi frutti.
P.S. Aspetto i soliti mattacchioni a darmi del razzista, perpetua del comunismo, nazista, ecc. Perché è con l’ostracismo verso chi non si conforma che si “inculca” un’ideologia nei più deboli, non certo a scuola. C’è chi, consapevolmente o no, ci prova anche qui.
“(…) viviamo in un’epoca in cui la permeabilità dei discenti nei confronti di quel che si prova ad insegnar loro è (mediamente) scoraggiante.”
Spero di non essere uno dei ‘mattacchioni’ di cui parli se ti chiedo – da insegnante a insegnante (io in pensione) – in base a cosa ricavi questa ‘impermeabilità epocale’ degli studenti’. Riferendoti alla tua esperienza di discente, ricavandola da testimonianze dirette o dalla letteratura in proposito? Perchè non vedo come lo si possa ricavare altrimenti trattandosi del passato.
Per quanto mi riguarda, non ho mai avuto questa impressione, fermo restando che sicuramente una differenza col passato c’è. Se mai – parlo per esperienza di scolaro anni quaranta/cinquanta – in passato, soprattutto per chi proveniva da ceti sociali poveri, il desiderio di emancipazione attrasverso il sapere era più vivo con conseguente impegno maggiore. Ma non per questo – a mio parere – rietengo la scuola del passato migliore dell’attuale, in quanto autoritaria e decisamente ‘di classe’. Rilievi di altra natura a parte.
Per il resto ho sempre cercato di rapportarmi agli allievi con gli stessi obiettivi di cui parli e credoi che qualche seme gettato abbia fruttato.
No, Bruno, fin’ora non hai ancora dato prova d’essere tra i “mattacchioni”, e te ne rendo merito.
Con la mia frase non intendevo fare un paragone col passato, ma riportare quello che osservo da ormai ben più che vent’anni: viviamo in un’epoca (quella nella quale mi son ritrovato a vivere, quel che so sulle altre lo so per “sentito dire”, e di solito mi fido poco delle dicerie) nella quale la permeabilità dei discenti è (mediamente) scoraggiante.
In merito al periodo in cui il discente ero io, mi astengo dall’esprimere giudizi, perché essendo parte in causa sarei ovviamente fazioso. Inoltre, non è che da giovanotti si abbia molta predisposizione a “prendere le misure” in modo attendibile. Dunque, nessuna ardita prospettiva storica, ma una semplice osservazione sul campo riferita a quello che sono il presente e il passato prossimo.
È tuttora un insostituibile elemento positivo della nostra società.
E per il legame con la religione e le scuole private cito Schopenhauer:
“La religione, come le lucciole, ha bisogno dell’ oscurità per risplendere.
Il suo massimo fulgore non lo ha forse avuto nei secoli bui del medioevo (che il filosofo chiama la superstizione personificata)?
Ecco perchè i chierici hanno sempre cercato di spegnere la luce, e molto spesso anche la vita di quelli che avevano il brutto vizio di pensare con al propria testa, come dimostra l’ Inquisizione: temono la cultura come i vampiri temono l’ alba.”
nel 1959 l’insegnante di religione (prevosto del paese) ci spiegava perchè non si doveva votare pci e psi, oppure non erano necessarie le letture dei quotidiani, ma , il vari giornaliradio o tg (era bernabei) erano più che sufficienti ad informarci. inoltre sosteneva di essere un cittadino a tutti i diritti, in quanto ache lui pagava le tasse.
ne è passata di acqua he? mo un nanerottolo qualunque incrementa a dismisura gli insegnanti di religione nonostante diminuiscano gli studenti e non solo, ma un suo tirapiedi con voce “stridula” pontifica sul giornale di famiglia di rischi di una scuola nordcoreana sparando una serie di stupidaggini che io non ha mai notato, anche se il “sessantotto” qualche guaio l’ha prodotto. comunque la p.i. salvo rarissimi casi, è sempre rimasta in mano a baciapile o similari
E’ un insostituibile elemento positivo della società. E’ evidente che la scuola pubblica non inculca nessuna ideologia, insegna solo gli strumenti critici necessari per formarsi idee proprie. Naturalmente ci possono essere insegnanti di diversa formazione, che consapevolmente o meno, lasciano passare certi contenuti nel loro insegnamento. Ma ciò, secondo me, non inficia il valore della scuola, anzi il sapere e la completezza del pensiero deve tenere conto della pluralità delle opinioni.
Certo il governo sta cercando di affondare in tutti i modi la scuola pubblica, in primis avendo scelto la Gelmini come ministro. Certe cose sono inimmaginabili in qualsiasi paese. Da un lato il governo taglia finanziamenti alla scuola, alla ricerca, alla sanità pubbliche, dall’altro dilapida la ricchezza sia facendo regalie alle istituzioni private (leggi cattoliche) sia non riscuotendo da esse la tassazione dovuta. Insomma il discorso del risanamento del bilancio non sta in piedi. Forse si vuole proprio tagliare alla base tutto quello che può creare un futuro a questo paese.
spesso tende ad inculcare la morale cattolica, ma spesso mancano i soldi per pagare elettricità e riscaldamento, e sempre più spesso la parola “resistenza” scompare dai libri delle elementari e delle medie e con essa la memoria storica, focolaio della libertà, senza la quale un giorno fra qualche anno potranno raccontare ai bambini di quanto fosse buono Hitler e di quanto cattivi fossero i partigiani 🙁 e che l’inquisizione non è mai esistita.
– È tuttora un insostituibile elemento positivo della nostra società
E dà fastidio a chi prospera con l’ignoranza, a chi vuole mantenere la società sotto il proprio controllo.
I tagli all’istruzione pubblica sono “piani d’accumulo” per il futuro di questi loschi figuri.
È tuttora un insostituibile elemento positivo della nostra società
Ci sarebbe da migliorarla in tante cose, ma abbatterla o ridurla al nulla per favorire la scuola privata è un progetto opposto a quello di migliorarla.
Le domande sono formulate male, avreste dovuto concordarle con credenti di professioni diverse.
@Semola
Trovami gentilmente un sito cattolico, islamico, induista o evangelico, che concorda le domande dei loro sondaggi con i non credenti o con gli Atei in generale…
……
….Appunto!
Risposta scontata! 😉
Io invece penso che il 90% dei sondaggi abbia domande e risposte formulate male.
Intanto, molte volte sono domande quasi retoriche, in un sito di atei (tant’è che quasi tutti i sondaggi si chiudono con maggioranza schiacciante), ma contengono sempre almeno un elemento di risposta marcatamente fideista e clericale (che qualcuno qui però sceglie).
PS: a me erano piaciute quelle sul burqa e in generale quelle su tematiche in cui si vede perfettamente come il pensiero ateo/agnostico non sia uniformato ma in pieno confronto.
– È tuttora un insostituibile elemento positivo della nostra società
– A parte qualche eccezione, svolge abbastanza bene il proprio compito
certo che se la piantassero di tagliare i fondi svolgerebbe senz’altro meglio la propria funzione….