Beni temporali e tesori spirituali: economi diocesani a convegno

Si sta svolgendo in questi giorni l’ottavo convegno nazionale degli economi diocesani a Chianciano Terme (SI). Prendendo la parola mons. Giampietro Fasani, economo della Cei, ha detto che è necessaria una maggiore trasparenza nei bilanci diocesani mentre mons. Roberto Busti, vescovo di Mantova, ha sottolineato come “l’amministrazione dei beni temporali della Chiesa non è fine a se stessa, ma strumento per il raggiungimento dei suoi fini spirituali. La priorità va al tesoro nel cielo e quindi non è conforme alla natura della Chiesa una ricerca del denaro e dei mezzi materiali fine a se stessa”.

Stefano Marullo

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10 commenti

Ciccio

Ma come mai, ogni tanto, il denaro “non fine a sè stesso” viene sequestrato
per evasione fiscale e sospetto riciclaggio……tra lo “stupore” della Sala Stampa Vaticana e dei vertici dello IOR ?

🙂

Federico Tonizzo

“l’amministrazione dei beni temporali della Chiesa non è fine a se stessa, ma strumento per il raggiungimento dei suoi fini spirituali. La priorità va al tesoro nel cielo e quindi non è conforme alla natura della Chiesa una ricerca del denaro e dei mezzi materiali fine a se stessa”.

La verità: le illusioni spirituali dei fedeli non sono inseminate come fini a loro stesse, ma come strumento per l’ottenimento di beni materiali da parte della “Chiesa”! 👿

ser joe

…non è conforme alla natura della chiesa una ricerca del denaro….
Come dire: ” Noi non lo vogliamo…sono gli altri che ce lo danno purtroppo e ci tocca prenderlo, malvolentieri”.
…azz… è l’apoteosi dell’ipocrisia.

Silvio Manzati

Dubito che vengano redatti bilanci diocesani o, per lo meno pubblicati. Quando si svolge un sinodo diocesano, non si discute delle risorse economiche a disposizioine della diocesi. Le diocesi redigono un bilancino sulla utilizzazione dei soldi attribuiti loro dalla Cei in base all’8 per mille. Non ce nessuna democrazia o trasparenza economica all’interno della chiesa cattolica.

B'Rat

Noi nella nostra chiesa abbiamo in bella mostra il bilancio annuale e mensile, e so che anche le altre parrocchie della mia città hanno bilanci ben pubblici… mi tornerebbe strano che la diocesi invece tenga tutto segreto. Questo giusto per dire che prima di fare affermazioni perentorie bisognerebbe sapere se non ci siano forse fatti che le smentiscono…

giordanobruno

@ Stefano Marullo

Come ho già scritto varie volte, a differenza di te, io non sono uno storico; approfitto pertanto di questo thread per sottoporre alla tua cortese attenzione alcune mie riflessioni.

Non conosco la tua opinione in merito, ma accusare la CCAR di avidità di denaro, secondo l’abito di una ben nota polemica anticlericale, mi è sempre parso un po’ superficiale e liquidatorio. Ed ora spiego il perché di questa mia “personale” convinzione. Facciamo un piccolo salto nel Medioevo, e precisamente andiamo agli inizi del XIII secolo. Sulla cattedra del vescovo di Roma siede uno degli uomini a mio avviso più ripugnanti di tutta la storia occidentale: Lotario dei Conti di Segni, divenuto romano pontefice con il nome di INNOCENZO III. Narrano le cronache medioevali che costui, appena eletto papa, diede ordine ai suoi servi di vendere tutte le stoviglie d’oro usate abitualmente durante i banchetti papali ed elargirne il ricavato ai poveri. Gesto senza dubbio molto nobile. Peccato, però, che il nostro Lotario, durante i successivi 18 anni del suo pontificato, si rivelò IL PIU’ IMPLACABILE E FANATICO ASSERTORE SIA DELLA TEOCRAZIA SIA DELLA PLENITUDO POTESTATIS DEL ROMANO PONTEFICE: nelle sue innumerevoli epistole, rivolte ora a questo ora a quello tra i prìncipi cristiani, non si stancò mai di ricordare che il papa è rex regum et dominus dominantium, superiore quindi ad ogni altra autorità terrena. Non solo. In politica alle dichiarazioni dei princìpi devono sempre seguire i fatti – ecco allora che il nostro Lotario, tra le altre cose, provvide a dare un’organizzazione ferrea al tribunale dell’inquisizione, vero e proprio strumento di repressione ideologica e politica nelle mani del clero cattolico, e scatenò la prima operazione di “pulizia etnica” conosciuta dall’Occidente: mi riferisco alla Crociata contro gli Albigesi, che condusse all’estinzione della civiltà provenzale.

Contemporaneo di Innocenzo III è un santo immensamente amato dal popolo cattolico, che io al contrario ho sempre considerato una delle figure più equivoche della storia: Francesco d’Assisi. Ritenendo che il denaro fosse lo sterco del diavolo, costui si ribellò al padre, rinunciò ad ogni forma di ricchezza terrena, quindi si ritirò a fare l’eremita, coperto solo da una tonaca cenciosa e dal tanfo che doveva emanare dal suo corpo tutt’altro che pulito. Fin qui nulla di grave: il mondo è sempre stato pieno di gente stravagante. Tuttavia bisogna ricordare che il nostro Francesco, proprio lui che si era ribellato al padre in modo tanto teatrale, insieme ad alcuni suoi compagni, anch’essi con il cervello ingrippato come il suo, pensò bene di correre a Roma a prostrarsi ai piedi di Innocenzo III, ovvero della PIU’ ALTA ESPRESSIONE DEL POTERE RELIGIOSO E POLITICO del tempo, e che da questo “omaggio” reso alla suprema autorità papale nacque un ordine religioso, quello dei FRATI MINORATI, il quale nei secoli successivi si sarebbe distinto sempre come uno dei cardini della repressione clericale sul popolo cristiano, anche se, ad onore della verità storica, bisogna ricordare che al suo interno non sono mancati fenomeni di ribellione più o meno esplicita (qui penso soprattutto al cosiddetto movimento degli spirituali).

Concludo. È vero che le gerarchie cattoliche hanno sempre mostrato, verso le ricchezze materiali di questo “basso” mondo, un atteggiamento alquanto ambiguo, se non sfacciatamente contraddittorio ed ipocrita; e poi, come si possono tacere i nomi di personaggi come Sindona, Calvi, Marcinkus? Ma questo non dovrebbe far dimenticare che il dio supremo, che i cattolici hanno sempre adorato tra nuvole infinite d’incenso ed austere melodie gregoriane, è il POTERE POLITICO e non il vil denaro. E tu che ne pensi?

Ti mando un caro saluto, e mi complimento con te per l’ottimo livello della tua competenza di storico fin qui dimostrata.

stefano marullo

Caro Giordano Bruno, devo dirti che stupisce la “soluzione di continuità” tra la corrente pauperistica della primitiva comunità cristiana, classico l’esempio degli Ebioniti che facevano voto di povertà e comunanza di beni, e l’opulenza della chiesa costantiniana (approvata da diversi padri della chiesa con qualche eccezione come Basilio o Giovanni Crisostomo) e secoli a venire. La ricchezza nel MedioEvo diventa finanche una benedizione di Dio (ciò si deve anche a certe storture del calvinismo). In fondo Francesco d’Assisi fu tollerato e Pietro Valdo condannato come eretico; la differenza? Il primo chiedeva predicava la povertà ma non metteva in discussione i beni temporali della Chiesa; il secondo, che visse e predicò anch’egli la povertà, pretendeva però che anche la Chiesa fosse povera.
Piccola nota a tergo: su Ultimissime i redattori non “danno” opinioni, ma segnalano notizie cercando di apparire il più possibile neutrali. Io ho riportato semplicemente quello che due eminenti personalità ecclesiastiche hanno detto

giordanobruno

@ Stefano Marullo

Ti ringrazio, innanzi tutto, della tua risposta. Tuttavia devo puntualizzare alcune cosette:

a) Guarda che non ti ho affatto accusato di aver espresso un’opinione nel riportare l’ultimissima di questo thread, ma al contrario ti ho sollecitato ad esprimerne una in ordine ad un problema “storico” che mi ha sempre suscitato un certo interesse.

b) Temo che tu non abbia colto fino in fondo il senso del mio commento (probabilmente per colpa di una insufficiente chiarezza espositiva da parte mia). Vedi, non c’è alcuna ombra di dubbio che la chiesa costantiniana abbia rinunciato a quegli ideali di povertà evangelica, che avevano caratterizzato gran parte del cristianesimo delle origini, e tu hai fatto benissimo a ricordarlo; ma da profano quale io sono, e non da storico, non posso fare a meno di notare che il vero “vitello d’oro”, idolatrato dalla Chiesa di Roma pressoché ininterrottamente nel corso dei secoli, non è stato e non è il denaro, ma il POTERE. A titolo di esempio, prova a considerare il caso, ancora recente, di Eluana Englaro. Perché le gerarchie cattoliche si oppongono con tanta ostinazione sia all’eutanasia sia al testamento biologico? Che cosa ci guadagnano, in termini strettamente pecuniari? Tu sei uno storico, e sai molto meglio di me che fu proprio Innocenzo III a dichiarare che la Chiesa di Roma può e deve impicciarsi di qualsiasi affare temporale “occasione et ratione peccati”, ovvero che la morale cattolica deve essere usata come un grimaldello per forzare qualsiasi regime politico e sottomettere qualsiasi popolo – pertanto, se si vuole che oggi tutta l’Italia, dal Brennero a Lampedusa, da Ventimiglia ad Otranto, sia soltanto un feudo della Santa Sede, bisogna che i bravi cattolici si diano da fare ed organizzino tante belle crociate e crociatine contro il testamento biologico, i diritti dei gay, la rimozione dei crocifissi dalle aule dei tribunali e dagli altri luoghi pubblici ecc.

c) Devo ribadire la mia antipatia viscerale per Francesco d’Assisi ed il movimento francescano da lui fondato. Lo ripeto ancora una volta, io non sono uno storico e non posso affrontare con autorevolezza certi problemi. Ma da profano, ho sempre considerato Francesco nient’altro che un utile idiota, il quale ingenuamente lasciò che il suo ideale di povertà, peraltro alquanto gretto e discutibile, venisse strumentalizzato dal potere ecclesiastico del suo tempo per fini che di autenticamente spirituale ed evangelico avevano ben poco: qui penso soprattutto alla lotta contro le eresie pauperistiche, che rappresentavano una minaccia molto seria per l’ordine politico e sociale del XIII secolo.

stefano marullo

Giordano Bruno, non so come si possa disgiungere potere da denaro laddove uno poggia sull’altro. Penso alle mafie: se gli togli il denaro con le confische hanno meno potere da esercitare.
Vero anche che la Chiesa Cattolica Romana avrebbe potuto puntare su un potere tutto spirituale (stile Gandhi) ma ormai dopo tanti secoli mi pare improbabile. Qualche ripensamento a livello ecclesiologico e qualche effervescenza c’è stata negli anni 60-70 ma se ne è parsa traccia

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