Qualcuno, all’arcidiocesi di Genova, guidata dal presidente della Conferenza Episcopale, il card. Angelo Bagnasco, e prima ancora dall’attuale numero due del Vaticano, il card. Tarcisio Bertone, sapeva da otto anni che don Riccardo Seppia era sieropositivo. Il sacerdote era infatti in cura per l’Hiv presso l’ospedale Galliera, di cui l’arcivescovo è presidente. Ciononostante, scrive Il Secolo XIX, il prete ha continuato a ricoprire il suo incarico nella parrocchia di Santo Spirito, a Sestri.
Luciano Vanciu
In questi anni di sieropositività ha violentato bimbi?
se si fosse limitato a continuare a ricoprire il suo incarico, nulla quaestio (visto che questo non prevede contatti con i fedeli tali da esporli al contagio). la cosa fondamentale da portare alla luce con sicurezza è se i suoi superiori conoscessero la sua pericolosità sociale
Embe’? Perche’, un sieropositivo non puo’ fare il prete?
Non vorremo mica fare anche noi l’associazione “sieropositivo, quindi gay, quindi pedofilo”, vero?
Alb
finalmente qualcuno che mi evita di ripetere le solite considerazioni
va che tu ne fai altre, di solito.
@kaworu
ma tu mi fai la posta?
Apprezzo il tuo interesse.
Teologo (che fai la posta alle notizie che parlano di omosessuali, poi se gli omosessuali questo lo apprezzano non lo so, ma non credo)
E’ vero che come tutti i cattolici non brilli d’intelligenza e ripeti sempre le stesse cose, se la chiesa permette ad un sieropositivo di poter continuare a fare il prete questo io non lo so se non lo permettesse sarebbe una delle tante discriminazione che compie, ma se qualcuno sapeva all’interno della chiesa, considerando l’incarico che don seppia ricopriva, aveva il dovere di indagare come era diventato sieropositivo e scoperte le malefatte di questa persona doveva sospenderlo e denunciarlo alle autorita’.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8772014
magari interessa, può essere un’idea per spiegare certi morbosi interessi.
E allora ? Se erano a conoscenza della sua pedofilia, la cosa é gravissima. Ma cosa c’entra la sieropositività ? Condivido in pieno il commento di Alb. E’ assolutamente ridicolo, fuori luogo, pretestuoso e banale, evocare la sieropositività pur di attaccare la chiesa.
E se gli avesse trasmesso l’AIDS? 😐
Pronto!…
*E se avesse trasmesso ai bambini abusati l’AIDS? 😐 *
Non mi sono espresso bene…
premesso che nessuno dev’essere discriminato (tantomeno sul lavoro) per la sua sieropositività il punto è: quantomeno avrebbero dovuto capire a cosa fosse dovuto (trasfusione, rapporti sessuali, altro) e magari tenerlo un po’ d’occhio.
Quel che emerge sempre di più è che la curia, che al solito cade dalle nuvole quando queste violenze diventano pubbliche, sapeva da anni e anni chi era don Seppia e cosa faceva.
Bisognerà pur capire come mai nella chiesa ci sono tantissimi delinquenti che stuprano e molestano bambini, pedofili che hanno abusato di minori per anni e anni e del tutto indisturbati. O no?
Scusate, qualcuno me la spiega?
non riesco a vedere il senso di questa notizia (ma probabilmente è dovuto al fatto che sto dormendo in piedi… spero)
il solito: sapevano da anni ma si son ben guardati dal parlare o fare qualcosa.
@ Kaworu quoto pienamente. Con l’aggravante questa volta che erano a conoscenza di un prete pedofilo con l’HIV.
Il problema con Don Seppia era la sua condotta, non il fatto che fosse sieropositivo.
Il solo fatto di essere sieropositivo non lo rendeva certo inidoneo ad essere un sacerdote.
E poi comunque anche se l’arcivescovo era presidente dell’ospedale non significa che fosse informato delle condizioni mediche di tutti i pazienti curati nell’ospedale.
“E poi comunque anche se l’arcivescovo era presidente dell’ospedale non significa che fosse informato delle condizioni mediche di tutti i pazienti curati nell’ospedale.”
me lo auguro. Non solo su certe malattie, ma su tutte, dovrebbe esserci un obbligo di riservatezza da parte del dottore curante
x Tutti
Non solo era noto in arcidiocesi che il parroco fosse sieropositivo, ma anche che avesse brutti vizi, in quanto era per questi vizi orrendi che era stato allontanato dalla parrocchia precedente.
Sarebbe stato il minimo metterlo in una situazione di non nuocere, non credete?
Ciao a tutti
Certamente Andrea,
ma questo a prescindere dalla sieropositività. Dovevano metterlo in condizione di non nuocere subito, appena saputo di cosa ha fatto nella parrocchia precedente. La sieropositività non c’entra nulla: al limite puo’ essere un’aggravante per il suo comportamento, se ha messo a rischio le sue vittime.
Alb
Beh io il senso ce lo vedo eccome…scusate eh…ma sieropositivi mica lo si diventa per grazia divina (anche se alcuni pensano che si tratti proprio di castigo del loro sigonre). Se sapevano che era sieropositivo avranno anche saputo come lo è diventato, e quindi avranno anche potuto fare 2 + 2 e immaginare che, se hai fatto una vita dissoluta fino a ieri forse la farai ancora, o comunque sarai molto tentato!!!!
Ok. Quindi tu fai *davvero* l’associazione “sieropositivo, quindi gay, quindi pedofilo”.
Che tristezza.
Alb
@Alb
leggendo Marco non mi pare di vedere nessuna associazione Hiv-omosessualità-pedofilia: pareva brutto tenerlo un po’ sotto controlo quel delinquente?
“Il sacerdote era infatti in cura per l’Hiv presso l’ospedale Galliera”
Direi che la cura non ha funzionato: un caso di malasanità?
@andrea tirelli
Marco sostiene che un sieropositivo ha per forza alle spalle una “vita dissoluta”: questo è un preconcetto che sta bene in testa ai benpensanti ipocriti che abbondano tra i cattolici; mi dispiace vederlo espresso qui. Guarda anche il commento di Hysteron Proteron per capire il perche’.
Inoltre: cosa mai vuol dire “vita dissoluta”? E perche’, se non stiamo parlando di pedofilia, la cosa dovrebbe avere rilevanza?
Alb
@ andrea tirelli:
No, un caso di applicazione delle direttive contenute nlle direttive “Crimen Sollicitationis” e “De Delictis Gravioribus”; l’ OMERTA’ !!!
Ma dove l’hai letta sta cosa detta da me?
L’AIDS è una malattia venerea…è così strano sospettare di una persona che ha fatto voto di castità che risulta malato di una malattia venerea???
@Marco:
“Ma dove l’hai letta sta cosa detta da me?”
L’ho letta nel tuo commento: “…sieropositivi mica lo si diventa per grazia divina…”, “…se hai fatto una vita dissoluta fino a ieri…” eccetera.
Sieropositivi si diventa per tanti motivi, non solo per “una vita dissoluta”. Per quello che ne sai tu, quel prete potrebbe essere diventato sieropositivo accidentalmente mentre assisteva con abnegazione tossicodipendenti sieropositivi.
Ti sembra improbabile? Sono d’accordo. Ma il punto è proprio questo: non ha senso attaccare Bagnasco o la CCAR perche’ sapevano della sieropositività di Seppia. Ci sono già tantissimi altri validi e sensati motivi per mettere a nudo la loro ipocrisia e il loro spregio delle leggi e dell’etica, cerchiamo di non fare i bigotti anche noi. Aveva dei precedenti in un’altra parrocchia, leggo: ecco, sarebbe dovuto bastare questo, se non per cacciarlo (Dio non voglia, lo scandalo…) almeno per metterlo sotto tutela e strettissima supervisione. L’HIV non c’entra nulla.
Alb
Alb
Marco conosce questa legge?
http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1992-02-25;210
Guardi l’anno, è indicativo… È pensata anche per indennizzare i sieropositivi.
“Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati.”
E secondo te il tuo correligionario don Seppia rientra in questi casi?
andrea tirelli scripsit:
Ho forse scritto nulla di simile? Cercavo di far riflettere un tuo correligionario sulle possibili cause di una sieropositività, come un altro tuo correligionario, Alb, ha compreso.
Siete di coccio però!!! 🙂
Ho scritto SE, come ad indicare UNA possibilità e non L’UNICA possibilità!!!
E’ ovvio che serve un accertamento delle cause…ma se le cause risultano essere veneree ALLORA occorre prendere dei provvedimenti!!!
Mi rendo conto che per alcuni esista solo il Bianco e il nero…ma l’italiano (lingua magnifica) offre delle sfumature di grigio…sarebbe bello che la gente imparasse a notarle!!!
Per Protero mogol che ti brucia
Ratzinger: Non cambi mai, non cambi mai, non cambi mai
Marco si può diventare sieropositivi per vari motivi e non tutti prevedono una “vita dissoluta” . E come ho detto nel mio precedente commento (che è in attesa di appprovazione) il fatto che il vescovo fosse presidente dell’ospedale non significa che fosse informato delle condizioni mediche di ogni paziente .
La sola sieropositività non poteva certo essere una discriminante.
Se (come sembra) invece erano a conoscenza della sua condotta, a causa di quella avrebbero dovuto provvedere a metterlo in condizione di non nuocere.
Quoto Marco: bastava fare 2+2.
Certo, chi è malato (qualunque sia la malattia) non può essere discriminato.
Su questo siamo tutti d’accordo (ho qualche dubbio che lo condividano i cattolici che chiamavano inneggiavan all’Aids come punizione divina).
Ma il dubbio sulla condotta e poi la malattia avrebbero dovuto indurre la chiesa ad essere un po’ più prudente anziché disinteressarsene del tutto.
Che poi un cardinale non sappia se uno dei suoi preti ha l’aids malgrado sia curato nell’istituto in cui è presidente il cardinale stesso è davvero poco credibile…
E IL CARDINALE BAGNASCO DICEVA DI NON SAPERE NULLA DELLE ABITUDINI PEDOFILE DI SEPPIA!!!
http://apocalisselaica.net/focus/notizie-scelte/bagnasco-qdon-seppia-dolore-inatteso
@Federico tonizzo
cosa ti aspettavi da personaggi specializzati nel diffondere MENZOGNE da 2000 anni?
Il sign Angelo Bagnasco è un IMPOSTORE come tutto il resto dei suoi compagni di merenda, dal primo all’ultimo!
Certo, infatti da Bagnasco e dai suoi compagni di merende mi aspettavo esattamente quanto è accaduto.
“Crimen Sollicitationis” e “De Delictis Gravioribus” servono a questi “figuri” proprio a questo scopo.
E’ molto improbabile contrarre l’ AIDS attraverso comportamenti pedofili, tanto piu’ con chierichetti. In fondo tale malattia puo’, paradossalmente, costituire un indizio di vita peccaminosa (dal punto di vista della Chiesa), ma non illegale.
Comunque l’ Ospedale Galliera, non era affatto tenuto a (anzi: era strettamente tenuto a NON) rivelare a nessuno le patologie del Seppia, come di qualsiasi altro paziente.
Saluti.
Cesare b:
1) Seppia può dunque aver COSCIENTEMENTE trasmesso l’HIV a qualche ragazzo!!!
2) Figurarsi quale può essere la reale privacy intra-ecclesiastica di un prete sieropositivo (e pure MOLTO chiacchierato!) in un ospedale ecclesiastico!!! Ma l’hai letta, questa “Ultimissima”, o hai solo pensato a commentare distrattamente? 🙂
Se mi dicessero che un prete è sieropositivo, a me sorgerebbe qualche dubbio su come sia stato contagiato.
Nel caso di don Seppia, sarebbe bastato un dubbio per accorgersi dei suoi comportamenti (don Ricchiardo, le serate, i night…)
ma non sono mica i cattolici a sbraitare ogni due per tre che l’AIDS è un castigo divino, la peste dei gay, la malattia di chi fa sesso irresponsabilmente eccetera?
com’è che ora il primo pensiero di tutti questi simpatici cattolici va a trasfusioni, interventi dentistici e magari anche a un taglietto dal barbiere che sono i mezzi di contagio leggerissimamente più “rari”?
no perchè così me lo segno per la prossima sparata del papa sull’aids in africa…
per carità, magari non rientra nell’85% dei casi di trasmissione per via sessuale (quale che sia, etero, omo…), ma “via ematica” non implica solo la trasfusione ma anche lo scambio di siringhe. e il don non è che fosse così lontano dalle droghe.
come dire.. il pesce puzza parecchio, e la seppia pure.
E “questo” puzzava anche da parecchi anni.
secondo me è discriminatorio questo: continuare a dare unicamente le colpe alle singole persone e non chiamare la chiesa a rispondere delle sue gravi responsabilità nell’aver permesso a quelle persone di commettere, indistiurbati, crimini per anni e anni.
Non è in dubbio la fede in dio ma la buona fede della chiesa ai suoi più alti gradi gerarchici: perchè così tanti pedofili nella chiesa cattolica? Perché mai una denuncia da parte delle gerarchie ecclesiastiche alle autorità competenti? Perché questo atteggiamento omertoso (non sanno, non sentono, non vedono mai nulla di nulla)?
Criminali non sono solo coloro che compiono crimini.
Ma anche i loro complici.
Anche chi ha la responsabilità e potrebbe fare qualcosa per fermarli ma non fa nulla per scelta o incapacità.
come amano dire i cattolici… la chiesa sono i fedeli e i preti 😉
al di là dell’ironia, hai ragione e infatti è quel che si dovrebbe fare. sullo stile USA vs ratzy ad esempio.
ovviamente è fantascienza.
Nelle leggi statali credo che viga la più stretta privacy per chi è in cura di HIV e, anche se il datore di lavoro venisse a saperlo, non può far nulla anche perchè verrebbe fuori la violazione di privacy.
E ciò, se non sbaglio a ricordare, per me è giusto.
Ma qua è altro discorso, si parla di una categoria ‘lavorativa’ particolare, il prete ed i suoi superiori nella Chiesa.
Se -come pare- si sapevano le ‘abitudini’ del Seppia egli andava allontanato, hiv o non hiv.
Il virus aggiunge un altro dato terribile; non so come funzioni la legge ecclesiastica sulla privacy ma non credo che se il vescovo vuole procedere ad allontanarlo, o, ancor meglio, a segnalarlo per le sue abitudini (hiv o non hiv) ed i suoi reati (anche quello di non prendere precauzioni mettendo al corrente del virus prima del rapporto quelli con cui aveva le sue relazioni ) egli non riesca a farlo.
A livello etico ed umano (e per le conseguenze dei potenziali infettati) è una storia raccapricciante.
Una breve considerazione.
L’arcivescovo di Genova è presidente dell’ospedale carica che penso derivi da disposizioni testamentarie, carica che non sò quali possibilità di gestione effettiva dia, comunque un medico è tenuto al segreto professionale e non credo possa/debba comunicare informazioni sulla sua attività a persone non appartenenti alla parte sanitaria dell’ospedale.
Credo che Enrico abbia ragione: non credo che il presidente di un ospedale possa essere informato dal medico sulle condizioni cliniche di un paziente.
Peraltro, conoscendo come funziona l’Italia, voci di corridoio possono essere girate -basta che qualcuno l’abbia visto ad aspettare la terapia ed abbia sparso la voce, un po’ come succede a molti utenti di sert o della chemio o di altri servizi ospedalieri che invece vorrebbero la più stretta privacy- e così spesso teoria e prassi non coincidono.
Credo che l’hiv, il quale umanamente aggiunge tragedia e alla tragedia, sia un’aggravante solo del Seppia, se, come sembra accertato, egli ha continuato le sue attività lasciando all’oscuro le vittime, due volte violate.
Ma per la condotta della CCAR è un aggravio, vista la situazione, molto minore: se si sapevano le abitudini del Seppia (indipendentemente dall’hiv) e non si è fatto nulla, la responsabilità dei superiori del Seppia a me pare già gravissima così.
che delinquente, spero solo che non abbia infettato qualche ragazzino.
A questo punto la Curia potrebbe anche darsi una mossa e spulciare bene i propri archivi, cercando trasferimenti repentini, promozioni sospette, facendo qualche telefonata, giusto per accertarsi che non ci siano altre denunce o segnalazioni in giro. Don Casassa sembra disposto a parlare, ci sarà pur un altro paio di preti che sa e vorrebbe parlare, o nemmeno quello? Cosa hanno aspettato a farlo con don Seppia? L’impressione è che loro stessi abbiano paura di indagare, il punto è che il ruolo di finti tonti non è davvero più sostenibile. Sembra un’impasse. Dalla loro hanno la pigrizia mentale degli italiani, che in qualche modo consente infinite repliche della stessa sceneggiata.
“il ruolo di finti tonti non è davvero più sostenibile”
Se costoro avessero un “minimo sindacale” di decenza umana, non sosterrebbero più il ruolo di finti tonti da tempo; ma tale minimo non ce l’hanno e temo proprio che continueranno così ancora, finchè non ci sarà un sollevamento popolare.
Dall’altro lato, mi fa però orrore anche il fatto che i genitori continuino a mandare i figli a catechismo, eccetera.
concordo. quindi non si parla di discriminare i malati o mettere in discussione il giusto diritto alla privacy, ma di tenere alta la vigilanza su un problema interno che è, evidentemente, radicato e virulento.
Qui stiamo parlando di una persona che aveva a che fare spesso con i ragazzi. Credo che per certe categorie un certificato sanitario di idoneità (e il casellario, tra l’altro) non sia un elemento secondario. Dipende dal tipo di attività, ma non credo si possa escludere che durante una partitella a pallone, o un bricolage con le forbici ci si possa ferire. Sono casi al limite, però visto che ci sono di mezzo dei bambini, sarebbe il caso di prendere tutte le precauzioni, considerando appunto che i bambini e i ragazzi più giovani sono piuttosto imprevedibili e irruenti nei movimenti.
per sbaglio ho inserito il post fuori contesto e quindi è poco chiaro, ma volevo dire che secondo me bisogna fare attenzione a non mescolare i diritti del malato – che vanno tutelati anche quando è una persona che definirei eufemisticamente assai sgradevole – con i suoi reati e con la responsabilità della struttura per la quale lavora, a maggior ragione se questa struttura si pone come guida spirituale.
poi, temo che dal punto di vista normativo, fiscale, sanitario ecc. i servizi della chiesa siano un mondo a parte, con vari vantaggi post concordato. ma forse sbaglio, o almeno lo spero!
Le cure non si negano neanche a un condannato a morte.
Quanto è vero ! ,,, detto da te .
@aletroll
Chi ha mai sostenuto il contrario?
@ Alecatt.:
A che pro segnalarci che hai un sito che poi non si apre?
Il mio sito non ve lo faccin vedere,lo vedono solo i miei familiari,il min parroco,il mio vescovo,(ln oltre),non argomentn delle :(ultimissime).
@aletroll
E allora perché c’hai scritto l’URL sulla barra del “sito web”?
Ale alcolico,
se era solo per quattro gatti, invece di un sito, potevi fare un disegnino su un Kleenex…
@ Alecatt.:
“Le cure non si negano neanche a un condannato a morte.”
Ok, certo!
Ma perchè fingi di non accorgerti che la notizia implicava che il Seppia può aver contaminato dei ragazzi (o anche non ragazzi) e che la curia non poteva non saperlo, ma ha taciuto?
Se saltasse fuori che qualche bambino stuprato da questo prete ha preso l’HIV, penso che ciò sarebbe sufficiente a incriminare bertone e le gerarchie ecclesiastiche. Che il sarebbe un’azione di pura giustizia.
E notizia di oggi che anche l’ex parroco di Giustenice (SV), (don. C. o don P., a seconda delle fonti), amico e confessore di don Seppia, morì di AIDS.
Fecero girare la voce che era morto di polmonite.
E i partner dell’ex parroco di Giustenice sapevano che aveva l’AIDS?
Polmonite da Pneumocystis carinii, forse? E’ frequente nel malati di AIDS…
per me, il prete ha detto (la verità?) di essere sieropositivo, solo perchè , in galera sia messo in cella particolare , per non essere a contatto con gli altri galeotti…..in galera , lo sapete cosa fanno hai pedofili ?????
Nulla, perchè in Italia i pedofili in galera ci stanno meno dei ladri di polli.