Presso la Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano si è aperto stamane l’Executive Summit on Ethics for the Business World, convegno che ha per tema il rapporto tra etica e imprenditoria, promosso dall’istituto internazionale Fidelis legato ai Legionari di Cristo. Il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, ha aperto l’evento invitando a “tenere in considerazione la dottrina sociale della Chiesa”, perché “c’è urgente bisogno di imprenditori che non abbiano come mero scopo il profitto”. Nell’economia globalizzata “non può essere lo Stato o il pubblico da solo ad occuparsi dei beni comuni” come acqua e fonti di energia, ha inoltre sostenuto.
Interpellato sull’Istituto per le Opere di Religione, banca del Vaticano, il prelato ha espresso “piena fiducia” nello IOR “nonostante le vicende nelle quali è stato trascinato”, come riporta L’Osservatore Romano. “E non solo la mia, ma quella di tutta la segreteria di Stato”, ha aggiunto, precisando di “non essere un banchiere” ma “soltanto il presidente del comitato cardinalizio di vigilanza”. “A volte però la fiducia viene meno”, ha ammesso, “perché alcune indicazioni che danno certi dirigenti di istituti finanziari, di banche, si rivelano ingannevoli”, a causa di “comportamenti di persone disoneste”.
Valentino Salvatore
si vabbè ma è sempre roba loro… è piuttosto ovvio che “si fidino”.
vedo che comunque allungano sempre gli artigli su qualsiasi cosa, altro che rapaci.
Ottimo messaggioCardinal bertone,sei tutti noi.
ma anche no 😆
“tutti noi” un accidente!
@aletroll
Cos’è quel “noi”? Un Pluralia Humilitatis? 😀
dev’essere uno slogan da papaboy in fregola
Chiaro che è tutti voi. Non è un punto in discussione.
Tutti chi ?
Ha detto che c’è bisogno di altri Sindona, Calvi, etc…
E’ proprio “tutti voi”…
credo che volesse dire “hai tutti noi”…. hihi
Poveri agnellini: è lo IOR che è ‘trascinato’ in loschi affari…
Guarda caso lo IOR è già spuntato anche nello scandalo che coinvolgerebbe Letta!
AHHAHAHAHAHAHAHAHAH non se ne puo’ piu’: legionari di cristo, istituto fidelis, rapporto tra etica ed imprenditoria, IOR
temo di essere folkloristiko perche’ non riesco a non ridere quando certe entita’ e concetti vengono accostati in una stessa frase che dovrebbe essere seria.
“c’è urgente bisogno di imprenditori che non abbiano come mero scopo il profitto”
mi sembra più onesto avere come scopo il profitto che l’evangelizzazione
meglio imprenditori che crociati
la cosa peggiore sono gli imprenditori cattociellini
“prenditori”
Chissà perchè la prima cosa che ho pensato è stata proprio questa !
”che non abbiano come mero scopo il profitto”
Detto da uno che fa parte della gerarchia di uno stato canag|ia…
cmq nel vangelo c’è una critica a tutto ciò che rende merce l’uomo, c’è la più grande critica al profitto alla società ed a qst mondo capitalistico…non per nulla i primi cristiani avevano tutto in comune: ma forse Tarcisio parla di ciò che pensa personalmente…e detto da un cardinale che va allo stadio cosa ci si può aspettare?
Sempre meglio leggere il vangelo cmq che esser imprenditori: le crociate da chi pensi siano state finanziate, dai chierichetti? Il problema è che son gli interessi stessi di denaro che portano alla guerra, qualunque essa sia. Se la storia non ci insegna qst non serve a nulla additare alla chiesa tutte le colpe: cresciamo un pò per favore (gne gne..)
http://it.wikipedia.org/wiki/Istituto_per_le_Opere_di_Religione
Bertone, come i suoi colleghi, non fa altro che ribaltare decine di frittate ad ogni discorso!
Va preso tutto al contrario!
E’ normalissimo poi che un imprenditore abbia come scopo il profitto! Sono le regole esterne che devono impedire monopoli, mafie, ecc. L’impresa etica puzza di sussidiarietà, di cielle, insomma: che opera in regime di monopolio, contro la libera concorrenza e il diritto del cittadino. Occhio che questi ci stanno preparando un dopo berlusconi coi fiocchi.
Anche il “prima” aveva i suoi fiocchietti… IOR, mafia, Calvi, P2, Marcinkus…
… e ci cadiamo sempre …
L’ignoranza è la causa di tutti i mali e il rifiuto della scienza e della ricerca interiore rappresenta l’ignoranza peggiore. Per aiutare i grandi della chiesa invio queste poche pagine:
I.
LE LEGGI DELLA VITA
IN 60 AFORISMI
Pp. 16
Francesco Colombera senior
INTRODUZIONE
Benché le leggi della fisica, della chimica e della matematica siano spesso difficili da comprendere, tanto che non vengono quasi mai considerate e praticate in prima persona, oggi fanno parte integrante della moderna cultura occidentale.
Al contrario le leggi della vita, scoperte dai nostri naturalisti, botanici e biologi negli ultimi trecento anni, benché siano facili da comprendere razionalmente, risultano spesso così sgradevoli e dure da accettare, così contrarie ai nostri più inveterati dogmi esistenziali, primo fra tutti la preminenza dell’uomo sugli altri viventi, per cui ci sentiamo al di fuori e al di sopra delle leggi della natura. Non a caso sfruttiamo soltanto quelle scoperte biologiche che ci permettono di incrementare il business della produzione agricola, della medicina e del potere politico-economico, mentre volutamente ignoriamo le leggi della etologia, della ecologia e della evoluzione, che ci costringerebbero a rivedere i nostri dogmi culturali.
Ricordo però che, se ignoriamo le leggi dell’economia, per male che vada, facciamo bancarotta; se ignoriamo i comandamenti della nostra religione, forse andremo all’inferno; se trasgrediamo le leggi dello Stato, talvolta finiamo in galera. Ma se ignoriamo le leggi della vita, descritte dalla biologia moderna, i nostri desideri, le nostre necessità esistenziali e perfino le nostre strategie di vita, ci spingono verso l’estinzione.
Pertanto questo libriccino ha la funzione di evidenziare e colmare questa intollerabile lacuna culturale, divulgando le leggi della vita e indicando come valutare in prima persona e in termini adattativi, esistenziali ed evolutivi, tutti gli aspetti della nostra civiltà, dalle religioni alla scienza, dalla giurisprudenza all’etica e dall’economia alla politica.
Mi rivolgo soprattutto colori i quali intuiscono che oggi c’è qualcosa che non va nel rapporto uomo-ambiente e si danno da fare per cambiare le cose in meglio. Qui trovate le indispensabili conoscenze biologiche (che di certo vi mancano, in quanto non appartengono ancora alla cultura occidentale), che vi permetteranno di affrontare le vostre problematiche in termini scientifici.
Ai ricchi e ai potenti della Terra, che sono quelli che hanno più da perdere se l’attuale degrado ambientale continua, avverto che la ricchezza, come la intendiamo oggi, è una funzione che tende a zero, quando l’inquinamento supera certi limiti.
A tutti ricordo che, se i compiti prospettati in queste pagine vi sembrano immani, consolatevi, in quanto; I, abbiamo a disposizione tutte le conoscenze necessarie per affrontare gli attuali problemi che ci sovrastano; II, nella lotta per la sopravvivenza, anche vantaggi infinitesimi sono decisivi.
III, in particolare qui trovate una nuova disciplina interiore, lo yoga evolutivo, che vi permette di risolvere il problema che sta a monte di tutti gli altri: recuperare la razionalità e la piena funzionalità della mente.
IV, quanto potete fare a livello personale, nel vostro piccolo, è determinante per il futuro di tutti.
In particolare sono lieto di presentare una nuova disciplina interiore, dedotta dalle leggi della biologia moderna, che è di gran lunga la più semplice ed efficace tra tutte quelle che conosco (vedi hatha, tantra, karma, bhakti e raja yoga, meditazione Vipassana, induismo, taoismo, cristianesimo, sciamanesimo messicano).
Benché basato su leggi scientifiche, non prendete questo libriccino come fosse una Bibbia, primo, perché potevo scriverlo solo in modo che fosse comprensibile per me e non per l’eventuale lettore.
Secondo, perché le soluzioni più adatte per recuperare una evoluzione adattativa, vanno inventate di volta in volta e non possono che variare da habitat ad habitat.
Terzo, perché non mancano errori e omissioni dovuti alla mia ignoranza, ai miei condizionamenti culturali e carenze intellettuali.
PARTE PRIMA
Le caratteristiche fondamentali dei viventi.
I aforisma. Definisco come vivente un’entità la cui struttura chimica è basata sul carbonio ed è capace di produrre lavoro (metabolismo basale, riproduzione, reazione agli stimoli e alimentazione), di avere memoria e, forse soltanto nei più evoluti, sentimenti, raziocinio e perfino autocoscienza.
Comunque trovate una discussione sulla definizione di vivente in qualsiasi trattato di biologia e comunque, qualunque sia la conclusione, che può non essere sempre facile e unanime (vedi virus, globuli rossi, PPLO, ecc..), non tocca i temi di questo libriccino.
Per alcune culture, questa definizione limitata alla chimica del carbonio, non esaurisce tutte le possibilità di esistenza di entità capaci di autocoscienza e sentimenti.
Può sembrare strano, ma gli atomi e le molecole costituenti il corpo dei viventi vengono rinnovati di continuo, per cui le funzioni e non i costituenti materiali del vivente hanno una continuità nel tempo. Prima verità inaspettata
II aforisma. Per gli esseri viventi esiste solo l’attimo presente.
Il vivente è una macchina che non può mai fermarsi, è una macchina che muore se si arresta e che muta in modo irreversibile ad ogni istante. Tale affermazione non è valida soltanto per cellule surgelate improvvisamente a bassissime temperature.
Pertanto, non ciò che abbiamo, non ciò che siamo, ma come agiamo ad ogni istante, è quello che conta per le nostre vite.
Nel caso dell’uomo, è necessario mantenere la più elevata concentrazione in ogni istante presente, altrimenti non controlliamo al meglio le nostre nicchie e i nostri comportamenti vengono dominati da livelli mentali inferiori, con conseguente grave pericolo di involuzione ed estinzione (vedi aforismi su evoluzione adattativa).
III aforisma. Ciò che è bene a un livello di organizzazione del vivente (p.e. fisico), è positivo a tutti i suoi livelli (mentale, emozionale, percettivo, sociale, ecc.).
Questo assioma ha un valore determinante per la sopravvivenza dell’uomo moderno, in quanto esso ci permette di verificare con i soli mezzi della razionalità e del buon senso se una filosofia, una economia, una religione e una cultura sono valide in termini evolutivi ed esistenziali.
Questo assioma rende inoltre possibile per tutti verificare in prima persona e con metodo scientifico il valore adattativo ed esistenziale dei propri e altrui comportamenti. (Seconda verità inaspettata).
IV aforisma. Tutti gli esseri viventi sono felici per loro natura. (Terza verità inaspettata)
A priori ciò è verosimile, perché la felicità è uno stato emotivo che ottimizza tutti i nostri comportamenti. A posteriori ciò si nota negli animali e pure nell’uomo, quando non viva in una società degradata.
Pertanto coltiva sentimenti ed emozioni positive e considera come suicide quelle culture che provocano infelicità esistenziale.
Ricordo che i viventi, quando diventano incapaci di esprimere le loro potenzialità più elevate, sono condannati all’estinzione (vedi evoluzione biologica).
V aforisma. Il dolore è indispensabile per sopravvivere, in quanto ci segnala la presenza di un qualche problema fisico o psichico.
Pertanto è deleterio eliminare il dolore sempre e comunque, eccetto casi particolari. Di norma non siamo abituati ad aggredire le sue cause e non si tiene conto del suo ammonimento: riposati e curati.
Avanzo inoltre l’ipotesi di lavoro, che sia un grave errore prevenire quelle continue piccole infezioni, dovute a lesioni, abrasioni, tagli epidermici, malattie infettive a bassa mortalità eccetera, che erano inconvenienti comuni in Europa sino a qualche tempo fa e che certamente rafforzavano il nostro sistema immunitario.
D’altra parte, quando il sistema immunitario è sottoposto a stress eccessivi, (come avviene per le foche del mare del nord, che vivendo in acque altamente inquinate, sono colpite da una forma di AIDS,), il sistema immunitario cessa di essere una difesa.
Depressione, irrazionalità, irrequietezza, angoscia, ansia, ecc., sono gli stati d’animo che indicano la presenza di gravi malesseri psichici. Nel caso dell’uomo moderno le cause prime di tali guai sono dovute a carenze culturali, ecologiche e sociali.
Ricordo infine che le capacità di percepire, di sopportare e di reagire alla percezione del dolore dipendono molto dal tipo di vita che si conduce.
VI aforisma. Tutti i viventi sono delle realtà dinamiche irreversibili che possiedono soltanto due opzioni: o evolvono o regrediscono. Pertanto la lotta per l’esistenza non può mai cessare, pena il regresso fisiologico prima e genetico poi. (Quarta verità inaspettata)
Noi abbiamo la sensazione di essere delle realtà stabili, persino immortali e rifiutiamo ogni evidenza contraria. Ma lo studio dell’evoluzione ci dimostra che, in mancanza di un’adeguata pressione selettiva ambientale (troppo scarsa o troppo elevata), qualsiasi individuo di qualsiasi specie tende e degenerare ed estinguersi. Ciò è ovvio a priori ed è dimostrato a posteriori sia per l’evoluzione ontogenetica (quella che va dal concepimento alla morte) che per quella filogenetica (iniziata con l’origine della vita).
VII aforisma. L’evoluzione adattativa è resa possibile dalla selezione delle inevitabili mutazioni casuali subite dai genomi, tramite la competizione infra- e interspecifica. Tale evoluzione, assumendo via via tutte le forme possibili, produce sia un aumento delle capacità percettive e operative di ogni essere vivente, che una loro maggiore indipendenza dall’ambiente.
Se il codice genetico non fosse così imperfetto e difettoso, ma perfetto e stabile, come desideriamo siano le nostre macchine, non ci potrebbe essere alcuna evoluzione adattativa. L’evoluzione adattativa in tempi lunghi necessita il mantenimento di un grande numero di opzioni e possibilità future di sviluppo, non l’adattamento perfetto, che si impone sul primo, ma ha valore soltanto in tempi brevi.
La diversificazione delle specie è frutto dell’evoluzione adattativa, che continuamente produce nuove forme di competizione in continuo rinnovamento.
Ciò però non toglie che una competizione evolva pure verso forme di collaborazione (trovo in tutti i maggiori phyla animali la comparsa di società, talvolta interspecifiche, che sono spesso più evolute della nostra).
Poiché la competizione è necessaria per la nostra stessa sopravvivenza, è errato coltivare il mito di un mondo senza conflitti. La lotta dei singoli e delle specie non può mai cessare, pena l’accumulo di geni recessivi dannosi, ed è pertanto errato considerare l’antagonista come il “Male”, da eliminare quanto prima e quindi sperare nella battaglia definitiva.
Ecco giustificata in termini evolutivi la presenza del Male e dei Demoni sulla Terra. Per quanto ne so, soltanto nelle tradizione hindù si trova il concetto che la vita è sostenuta dal conflitto equilibrato tra “Demoni (gli altri) e Dei (noi)”(Quinta verità inaspettata).
Pertanto ritengo che le vittorie militari degli USA contro gli indiani del Nord America e l’isola di Grenada, alla lunga e in termini evolutivi abbiano il valore di una sconfitta.
Ricordo a questo punto che non esistono specie nocive in termini assoluti, ma soltanto relativi. Le zanzare sono una maledizione per l’uomo ma una benedizione per le rondini.
Nel caso di una specie sociale come l’uomo, è importante che la collaborazione prevalga sulla competizione, incominciando per lo meno dalla famiglia, per arrivare alle comunità più estese, Stati e Associazioni di Stati. In caso contrario la stessa struttura sociale diventa controproducente.
VIII aforisma. Per sopravvivere in tempi lunghi, tutti i viventi debbono evolvere realizzando una maggiore indipendenza dal loro ambiente. (Sesta verità inaspettata)
Tale imperativo rappresenta una condizione necessaria per la sopravvivenza della vita sulla Terra. Evolvere verso un maggior numero di nicchie è una condizione sempre necessaria e spesso sufficiente per la sopravvivenza in tempi lunghi di qualsiasi specie.
Poiché tale processo si riferisce alle nicchie e non agli habitat, ciò è vero anche per l’evoluzione verso forme di parassitismo o di estrema specializzazione.
Poiché tale evoluzione implica sia una riduzione quantitativa dei consumi pro capite, che un aumento delle capacità di sfruttare qualsiasi risorsa ambientale, ne segue che l’ambiente diventa capace di nutrire un maggior numero di individui e di specie. Ripeto, in tempi lunghi tale evoluzione non è favorita da una qualche “perfezione funzionale”, ma dal mantenimento di un elevato numero di opzioni evolutive.
L’uomo, sembra essere l’unica specie capace di comprendere le leggi della vita e quindi di adeguare le sue leggi, economie, filosofie e religioni all’unico imperativo categorico per la sua sopravvivenza: lottare per la sola libertà che conta: quella che ci permette di superare i nostri limiti e condizionamenti.
IX aforisma. L’evoluzione verso una maggiore libertà dai parametri che descrivono il nostro ambiente (spazio, tempo, energia, ecc..) esige un continuo miglioramento delle nostre capacità fisiche, sensoriali e mentali.
Nel caso dell’uomo, ricordo le varie discipline educative, le pratiche yoga, le varie forme di concentrazione e di meditazione, che ci assicurano sia il progressivo sviluppo di tutte le nostre potenziali capacità percettive, che la massima indipendenza da tutti gli ambienti possibili. In particolare è necessario conoscere il proprio habitat, costi quello che costi e l’alta mortalità infantile lo dimostra per molte specie.
Nel caso dell’uomo attuale, la conoscenza dell’ambiente è ridotta a causa delle inadeguatezze del linguaggio, della bassa pressione selettiva, della specializzazione delle nostre nicchie e dell’incapacità di forgiare ciò che usiamo e di produrre il cibo che mangiamo.
Se la società tende a opprimere le nostre più elevate potenzialità fisiche e mentali, uniformando e banalizzando la nostra realtà e degradando i nostri habitat, vuol dire che viviamo in una società suicida, che ci spinge verso una evoluzione regressiva e quindi verso l’estinzione.
X aforisma. Poiché l’evoluzione ontogenetica ricapitola, soprattutto durante le fasi embrionali, e sempre indirizza (dalla nascita alla morte) quella filogenetica (che si realizza passando da una generazione all’altra), ogni nostro comportamento deve essere finalizzato a raggiungere una maggiore libertà dalle nicchie nelle quali viviamo. (Settima verità inaspettata)
In altre parole, scegliendo un certo comportamento, scegliamo pure una nicchia all’interno dei nostri habitat e pertanto optiamo per un tipo particolare di pressione selettiva sui nostri genomi, che fatalmente porterà a un determinato indirizzo evolutivo filogenetico.
A questo punto propongo ai nostri genetisti di verificare sperimentalmente le due seguenti ipotesi di lavoro,: “è più probabile perdere un gene inattivo che uno attivo. Un gene super attivo ha una maggiore probabilità di duplicarsi.” Se esistesse un meccanismo cellulare di questo tipo, il lamarckismo sarebbe compatibile col darwinismo e anzi ne spiegherebbe alcune ipotetiche carenze temporali.
XI aforisma. I perdenti nella lotta per l’esistenza che non soccombono, per sopravvivere si sono adeguati a vivere in un maggiore numero di nicchie. (Ottava verità inaspettata)
Per esempio, devono adattarsi a mangiare cibi prima rifiutati, sopportare temperature prima evitate, confrontarsi con una maggior numero di predatori, ecc…
Lo studio dell’evoluzione condanna il mito banale ma erroneo, che la vittoria rappresenti sempre un vantaggio. Infatti sono proprio i perdenti (costretti a vivere in nicchie più selettive e meno produttive e quindi in un numero maggiore) quelli che riescono a portare avanti una evoluzione adattativa “generalizzata” (meglio saper fare tutto, anche se non nel migliore dei modi, piuttosto che una cosa sola in modo ottimale) e quindi vincente in tempi lunghi. L’uomo è un ottimo esempio di specie di grande successo, che nel passato si è adattata al maggior numero di nicchie possibili, pur riuscendo meno efficiente delle specie più specializzate. Nuotiamo peggio dei pesci e dei mammiferi acquatici, corriamo meno dei cavalli, dei leoni e delle gazzelle, saltiamo meno bene di molti corridori, ci arrampichiamo peggio delle scimmie, ecc., però abbiamo colonizzato tutti gli habitat della Terra.
Oggi però la nostra specie mostra una chiara tendenza evolutiva verso la specializzazione, la degradazione e il parassitismo, com’è dimostrato dal fatto che non sappiamo più produrre quello che mangiamo e usiamo, ricerchiamo nicchie ottimali e invece di “vivere”, ci accontentiamo di gratificazioni virtuali o sostitutive.
XII aforisma. Tale evoluzione, estesa ad un maggior numero di nicchie, si rivela sempre vincente in tempi lunghi.
E’ chiaro che in tempi brevi tale percorso evolutivo è più rischioso di quello dei vincenti.
Ne segue che la strategia evolutiva corretta, essendo la meno gradita, non viene mai scelta dagli animali, di qualsiasi specie siano, ma viene imposta dalle necessità contingenti che di volta in volta ci capitano. In altre parole, siamo al paradosso che, potendo, tutti i viventi tenderebbero ad attuare comportamenti suicidi.
L’uomo è forse l’unica specie che ha sviluppato culture, scienze e “religioni” che insegnano come reagire ai propri istinti e praticare strategie esistenziali in armonia con un’evoluzione vincente.
Pertanto non perdiamo questa occasione, già tardiva per quanto riguarda il percorso dell’evoluzione adattativa.
XIII aforisma. I vincenti nella lotta per l’esistenza specializzandosi, diventano perdenti nella “gara evolutiva” a lungo termine.
Un adattamento a nicchie meno competitive e di minor durata e la realizzazione di strutture evolutive meno flessibili comportano maggiori pericoli di estinzione in tempi lunghi.
La perfezione non è una condizione vincente nell’evoluzione adattativa.(Nona verità inaspettata).
XIV aforisma. Sia errori che vantaggi infinitesimali sono determinanti per la nostra evoluzione adattativa verso una maggiore libertà.(Decima verità inaspettata).
Per questo motivo e per la correlazione tra attenzione cosciente e blocco dell’attività inconscia della mente, sarebbe necessario controllare il valore adattativo di tutti i nostri comportamenti e pensieri, ad ogni istante, tramite un autocoscienza continua.
XV aforisma. Una specie incapace di evolvere (di adattarsi geneticamente ai cambiamenti dell’ambiente, tramite la selezione delle inevitabili casuali mutazioni geniche che caratterizzano qualsiasi genoma) non può sopravvivere a lungo.
È facile dimostrare come una specie incapace di evolvere non possa sopravvivere a lungo.
Per quanto riguarda i così detti fossili viventi, nessuno creda che essi siano sopravvissuti immutati sino ad oggi. Nei casi in cui l’architettura generale di una specie animale non possa più evolvere, si è visto che l’evoluzione procede a livello cellulare e molecolare.
XVI aforisma. Quando l’ambiente cambia in tempi troppo veloci per le capacità di adattamento dei genomi, si ha una evoluzione catastrofica.
Ciò può avvenire per una guerra, per una catastrofe naturale ( terremoti, eruzioni vulcaniche, improvvisi cambi climatici) ma pure per l’accumulo di cataboliti e di sostanze inquinanti nell’ambiente, per l’eccessivo consumo delle risorse rinnovabili, ecc.. Anche le iterazioni tra habitat diversi (vedi guerre, economia globale, commerci, ecc.), producono evoluzioni di tipo catastrofico.
Le catastrofi, alla fine, sono sempre caratterizzate da una casuale ma consistente riduzione del numero di individui e perdita di informazione genetica per tutte le specie che ne sono colpite.
XVII aforisma. Le conseguenze indirette di ogni catastrofe sono un accumulo di geni recessivi nei sopravvissuti e conseguente loro degenerazione.
Poiché una catastrofe può portare all’estinzione di intere specie, le popolazioni sopravvissute si possono trovare in condizioni di ridotta pressione selettiva e quindi possono sopportare l’accumulo di geni recessivi, con conseguente riduzione delle loro funzionalità e potenzialità evolutive.
XVIII aforisma. Le specie tra loro antagoniste (ogni specie è antagonista per qualche altra) da vecchia data, sono necessarie l’una per l’altra, per quanto riguarda la loro evoluzione corale verso una maggiore libertà. (Undicesima verità inaspettata)
Comprendendo come la lotta sia necessaria per l’evoluzione di tutti i viventi verso una maggior libertà, conoscenza e coscienza, è tempo di distinguere tra il disagio individuale che porta ad una catastrofe, quindi negativo in termini evolutivi e quello, benefico per la vita, che assicura una sana pressione selettiva.
Il male in assoluto è l’inquinamento, la selezione contro la naturale variabilità individuale, la vita facile, il degrado ambientale e alimentare, la riduzione a nicchie semplificate e ottimali, le guerre moderne, la condanna all’estinzione di intere culture per effetto della competizione economica globale, in quanto producono una evoluzione ontogenetica degenerativa.
I guai positivi sono quelli dovuti una competizione equilibrata che evolve nel tempo, favorendo l’incremento d’indipendenza dall’ambiente di tutti i competitori.
XIX aforisma. tramite la riproduzione, tutte le specie esprimono un’economia capitalistica (vedi aumento del numero di individui ad ogni generazione), la quale ha due significati: mantenere alta la pressione selettiva su tutte le specie e fornire cibo ai propri predatori.
(Dodicesima verità inaspettata)
Si è visto più volte nella storia naturale, come l’assenza improvvisa dei predatori naturali renda inevitabile l’aumento esponenziale del numero degli individui delle specie non più predate e ciò porta fatalmente alla distruzione dell’ecosistema, con catastrofe finale delle specie in questione.
Soltanto tramite un controllo delle nascite e dei consumi si potrebbe eliminare tale pericolo per la specie pomposamente autodefinitasi come Homo sapiens sapiens, mentre per il momento è meglio che si accontenti di essere un Pan nudus insanus.
XX aforisma. La morte degli individui e l’estinzione delle specie sono fenomeni rispettivamente necessari e conseguenti ad ogni evoluzione adattativa.
Oggi viviamo in una cultura che non accetta più l’invecchiamento e la morte come fatti naturali, necessari per la sopravvivenza della nostra specie. Pertanto è tempo di considerare l’invecchiamento come il passaggio a nicchie meno competitive e la morte individuale come un evento positivo a tutti i livelli (vedi III aforisma).
XXI aforisma. Quando malattie e malesseri esistenziali sono diffusi, questi sono gli effetti di degrado culturale e morale, oppure dipendono da fenomeni catastrofici, come ad esempio un’invasione di specie aliene, inquinamento ambientale, guerre, ecc..
Poiché non è possibile essere competitivi se non si è felici, è tempo di affrontare la cause della infelicità esistenziale che si ritrova così diffusa nei paesi più industrializzati.
PARTE SECONDA
Le Religioni come Scienze Vitali
XXII aforisma. Le cause delle nostre attuali infelici ma normali condizioni mentali sono dovute al fatto che, in assenza di una elevata pressione selettiva, che ci è venuta a mancare sin dai tempi delle civiltà più antiche, la mente normale diventa succube del proprio subconscio (vedi i nostri normali condizionamenti, abitudini, egocentrismi e irrazionalità) e quindi diviene incapace di affrontare al meglio il proprio presente.
Basta un minimo di introspezione per verificare la validità delle due famose affermazioni indù, vecchie di migliaia di anni: la mente normale è come quella di una scimmia, matta e morsa da una tarantola e il corpo è un amico che tradisce. Per aggiornare tale definizione, a tanto dobbiamo aggiungere: oggi l’uomo normale è pure un malato cronico, in quanto affetto da inquinamento fisico e culturale.
Se ci troviamo in queste condizioni, quale speranza abbiamo di poter praticare una fede valida, sviluppare una scienza che non sia controproducente, proporsi dei fini sociali e culturali, in modo che abbiano un valore evolutivo?
La validità di tale dubbio è confermata a posteriori sia dalla storia antica che da quella più recente.
Se vogliamo realizzare le nostre finalità più elevate, prima dobbiamo sviluppare una disciplina con la quale poter controllare la nostra mente e le nostre emozioni.
XXIII aforisma. Tutti i testi sacri delle religioni più evolute (Cristianesimo, Islamismo, Induismo, Buddismo, Taoismo, ecc..) insegnano (in modi diversi, per farsi capire da persone di diversa cultura) come prevenire quei comportamenti, errati in termini esistenziali, evolutivi ed ecologici, che diventano usuali in condizioni di ridotta pressione selettiva (vedi comparsa della vita stanziale, sviluppo di un’organizzazione politica e crescita della tecnologia), tramite sofisticate discipline fisiche e mentali.
Pertanto (Vedi IIII aforisma), non c’è da meravigliarsi se troviamo nei più antichi testi sacri insegnamenti con un’alta validità igienica ed ecologica, che sono da millenni in perfetto accordo con quelle leggi della vita, che sono state scoperte in tempi relativamente recenti dai biologi moderni.
È interessante notare come, qualsiasi sia la religione e la cultura di partenza, coloro i quali praticano con intensità e per anni una ricerca interiore, arrivino sempre alle stesse esperienze trascendentali, alle stesse conoscenze e agli stessi poteri.
XXIV aforisma. È stato sperimentato per millenni che, tramite la totale soppressione di ogni attività mentale inconscia (vedi discipline dell’attenzione cosciente e della meditazione), l’uomo può eliminare sia i propri difetti caratteriali che mentali, che allargare la propria coscienza individuale, sino a congiungerla con quella universale.
Considerate pure tale assioma come un’ipotesi di lavoro da sperimentare in prima persona, con il conforto che, da migliaia di anni e nelle culture più diverse, i mistici più avanzati hanno provato la validità di quest’esperienza.
In questo modo l’uomo può diventare cosciente delle proprie “infinite”potenzialità percettive e creative.
Poiché anche l’attenzione e la concentrazione che conosciamo, fermano l’attività della mente inconscia, l’uomo occidentale pratica senza saperlo numerosi comportamenti che sopprimono l’attività delle mente inconscia. Purtroppo, nelle civiltà moderne, queste discipline non hanno quasi mai lo scopo, la durata e l’intensità necessaria per realizzare la libertà dai propri condizionamenti.
XXXV aforisma. Per iniziare una valida disciplina interiore non ti serve un maestro perfetto. Come discepolo non sei perfetto per definizione. Pertanto accontentati di apprendere dal tuo maestro, persona o libro, quel poco che comprendi e ti convince. Inoltre, se oggi incontri un vero maestro, non sei di certo capace di riconoscerlo. Abbandonalo quando non ti serve più e prima o poi rassegnati a diventare il maestro di te stesso. In altre parole non rinunciare mai alla tua libertà di giudizio e mai accontentarti a priori dell’autorità di chi parla. Umiltà vuol dire affrontare con deferenza le difficoltà della ricerca interiore, non rinunciare alla propria facoltà di giudizio.
XXVI aforisma. Tutte le religioni sono didatticamente vere, quando suggeriscono i mezzi per arrivare alla verità ultima. Poiché mai possono regalarti tale Verità, questa deve pertanto essere considerata come un’ipotesi di lavoro, da ricercare in prima persona.
Tutte le religioni possono essere vissute come false, quando gli insegnamenti dei testi sacri vengono distorti da falsi profeti.
Poiché le verità religiose appartengono ad una realtà della quale l’uomo comune non ha esperienza alcuna, sino a quando rimane in condizioni “normali”, l’uomo tende a confondere l’assoluto col relativo e diventa settario, intollerante e superstizioso.
L’affermazione “la mia religione è vera e la tua è falsa o meno valida della mia”, è un’ opinione soggettiva ed errata, che può essere fatta soltanto da una persona ignorante.
Ricordo infine che la ricerca interiore è: primo, la più difficile delle discipline e benché tutti ne possano beneficiare, soltanto pochi eletti riescono accedere alla “conoscenza ultima”. Questa dura verità è forse superata dalle attuali conoscenze biologiche (vedi XXXVIII aforisma), ma manca ancora una verifica sperimentale su grandi numeri.
Secondo, è la più necessaria delle discipline anche in termini esistenziali in quanto :“Nessuno ti può fare tanto male quanto tu stesso”.
XXVII aforisma. Poiché tutte le religioni vanno incontro ad involuzioni ed evoluzioni, il confronto tra religioni diverse e tra scienze e religioni è necessario per correggere eventuali errori interpretativi dei testi sacri.
Nulla aiuta scoprire gli errori insiti nella propria cultura e nella propria religione meglio del confronto con altre esperienze e tradizioni. Pertanto nulla danneggia la corretta comprensione di una religione più della indifferenza culturale verso le scienze e le altre confessioni. Ne segue che il vero ricercatore della verità, quando si trova in difficoltà per dubbi o incomprensioni, ricorre alle conoscenze ottenute tramite le scienze e altre trafile religiose, perché possono essere fonte di comprensione e illuminazione. Sono falsi profeti, quelli che temono la scienza e le ricerche interiori che appartengono ad altre trafile culturali.
XXVIII aforisma. Le religioni più elevate, possono essere considerate come scienze essenziali e più importanti, a livello esistenziale, di quelle accademiche (tredicesima verità inaspettata) in quanto:
I, ci insegnano ad evolvere, fino a realizzare la percezione diretta di una realtà allargata, che prima o poi trascende i limiti della razionalità.
II, curano la pazzia e l’irrazionalità della mente “normale” del praticante nel modo più efficiente.
III, recuperano la felicità insita nella natura umana e ci costringono a vivere in armonia con la natura.
IV, esprimono la più alta moralità e salute interiore.
A differenze delle scienze accademiche, si basano su una ricerca gestita in prima persona e inoltre sono alla portata di tutti e a costo nullo.
XXIX aforisma. A livello subatomico e a livello psichico, la realtà è fatta da proposizioni contrastanti (quattordicesima verità inaspettata).
A posteriori si è verificato sperimentalmente che a certi livelli (vedi: natura della luce, delle particelle subatomiche, delle esperienze trascendentali) la realtà non può essere più descritta con i nostri usuali paradigmi mentali. Pertanto gli Dei non possono essere compresi in termini razionali e tanto meno descritti con un linguaggio.
Con ciò non si suggerisce di trascurare la propria razionalità nella vita di ogni giorno, ma di essere pronti a rivedere i propri paradigmi mentali, quando si percepisca una realtà allargata a livelli percettivi inusuali o si indaghi la realtà a livelli subatomici.
XXX aforisma. Tramite l’attenzione, la concentrazione e la meditazione, praticate in prima persona, l’uomo può fermare l’attività inconscia della propria mente, raggiungere una più ampia libertà dall’ambiente e percepire quella realtà, dove i miracoli sono ovvi.
Migliaia di anni di esperienze religiose nei più diversi paesi ha dimostrato la validità di tale asserzione.
Osservo infine che qualsiasi esperienza, quando risulti incomprensibile in un certo contesto culturale, viene considerata come un miracolo e pertanto il miracolo è una misura dell’ignoranza soggettiva di chi giudica, piuttosto che un fatto alieno alle leggi della natura.
XXXI aforisma. Il miracolo di per se non dà alcuna garanzia di essere frutto di una disciplina interiore, perché può derivare da una particolare e rara condizione genica, può essere ottenuto per via chimica, con i mantra o l’auto suggestione e può essere il risultato di una truffa.
Inoltre il miracolo non può essere mai utilizzato per garantire l’infallibilità di un profeta o la validità di una religione, in quanto la capacità di far miracoli, anche se ottenuta tramite una ferrea disciplina interiore, si realizza ben prima di aver superato del tutto i propri condizionamenti mentali (quindicesima verità inaspettata).
Qualsiasi serio e maturo praticante di una disciplina interiore può confermare questa affermazione.
Concludo questo capitolo osservando che la ricerca interiore presenta due pericoli da evitare.
Primo, inorgoglirsi per i risultati raggiunti e sentirsi superiori agli altri. In questo caso non si raggiungerà mai il fine ultimo della ricerca interiore:superare la propria egoicità.
Secondo, dare un eccessivo valore alle esperienze”miracolose”e alle esperienze e gioie eccezionali che la ricerca interiore può procurare, invece di mantenersi sobri, obiettivi e sereni, controllando gli effetti di tali esperienze a più livelli: fisico, esistenziale e mentale. La comprensione e l’evoluzione interiore hanno bisogno di sobrietà e non di emotività.
Poiché la ricerca interiore è sempre stata una faccenda di grande difficoltà e di lunga durata, quindi per pochi, mentre oggi abbiamo la necessità di poter disporre di una disciplina alla portata di tutti, di rapido realizzo e senza la necessità di dipendere da guru e profeti, propongo una nuova disciplina interiore, basata sulle conoscenze della biologia moderna, quindi laica e propria della nostra cultura, che possieda i requisiti di cui sopra (Vedi XXXVIII aforisma).
Trovi la descrizione dettagliata di questa disciplina in “UNA DISCIPLINA EVOLUTIVA DEDOTTA DALLA BIOLOGIA MODERNA”.
PARTE TERZA
I fondamenti biologici per una vita mondana felice e vincente.
XXXII aforisma. Assicurarsi una socialità positiva tramite un’etica che sia valida in termini biologici .
Per ora noto che in Occidente l’etica è un’erba che non cresce nei partiti politici e nei consigli di amministrazione delle multinazionali. Peggio ancora, ci manca perfino il concetto di un’etica basata sulle leggi della vita, in quanto il termine bioetica è usato in modo improprio.
In generale, una vera bioetica dovrebbe essere basata su:
la conoscenza delle leggi della vita, una prassi scientifica con la quale gestire le proprie vite e l’utilizzo dell’assioma della correlazione dei caratteri (vedi III aforisma).
L’esperienza dimostra come sia molto difficile per l’uomo mantenere un alto livello etico (vedi la funzione delle discipline “religiose” e della ricerca interiore) se la pressione selettiva si abbassa, indipendentemente da quelle che possono esserne le cause. E se i comportamenti etici degenerano, la stessa struttura sociale diventa controproducente (vedi la storia europea dal medioevo ad oggi).
Poiché l’evoluzione culturale risulta molto più lenta rispetto a quella tecnologica e malgrado le difficoltà intrinseche che l’uomo comune incontra nell’affrontare una disciplina interiore, si dovrebbe comunque tentare di realizzare quanto prima una coscienza bioetica collettiva, divulgando le leggi della vita a tutti i livelli.
XXXIII. aforisma. Il primo, irrinunciabile comportamento bioetico è quello di difendere l’evoluzione adattativa (sempre corale) di tutti i viventi e quindi proteggere l’integrità dei loro habitat.
Per difendere la sopravvivenza della vita, non bisogna sorpassare i livelli di inquinamento e di degrado ambientale che danneggiano la sopravvivenza di qualsiasi specie, compresi gli unicellulari, gli appartenenti alla fauna edafica e marina, gli insetti e persino quelle specie che sono considerate dall’uomo come intrusi da eliminare.
È vana ipocrisia preoccuparsi per la salvezza delle singole specie, se così facendo non si protegge l’integrità dei loro habitat.
È pazzia pura preoccuparsi della sopravvivenza delle varie specie, vedi l’istituzione di quei parchi nazionali, dove gli habitat sono del tutto integri, senza mai includervi l’uomo. E’ sciocca disonestà chiamare parchi nazionali quei territori dove l’uomo è ammesso, ma l’evoluzione adattativa no.
XXXIV aforisma. Una legge eguale per tutti è errata in termini biologici.
Per l’altissima variabilità e instabilità mentale ed emotiva che si ritrova anche tra individui della stessa comunità, è del tutto insensato pretendere di comminare punizioni basate su di una valutazione “etica” di “colpe oggettive”.
Sarebbe molto più ragionevole e facile, accontentarsi di far pagare ai “delinquenti” i danni che hanno causato.
Inoltre, sarebbe ora di verificare se i delinquenti che affollano le nostre prigioni non siano altro che i minus varianti e, o le vittime di una società ipocrita e degradata.
XXXV aforisma. La legge che impone castighi, non ha alcun valore adattativo.
I castighi non fanno altro che aumentare il danno che un comportamento criminale ha prodotto: le pene detentive obbligano criminali e secondini a vivere in habitat degradanti; la pena di morte duplica i danni che una popolazione ha subito per causa di un assassinio.
XXXVI aforisma. Pratica una igiene che sia capace di ridurre il pericolo di ammalarsi, senza per questo degradare l’ambiente.
L’igiene deve rispettare le leggi della competizione adattativa e della integrità ambientale, mirando ad aumentare le difese dell’organismo piuttosto che eliminando agenti patogeni e unicellulari in genere. Sterminare, o tentare di sterminare, “erbacce”, insetti e parassiti tramite la chimica, è un macroscopico errore ecologico.
XXXVII aforisma. Non eliminare le malattie con valore igienico.
Le malattie infettive hanno tutte un valore igienico e talvolta curativo (vedi cure del cancro basate su infezioni controllate) e pertanto è importante rispettare il decorso normale della malattia, perché in questo modo si rinforza il sistema immunitario.
Ricordo che le abituali malattie che si riscontrano in un certo contesto geografico, altro non sono che un aspetto di quella naturale e inevitabile competizione interspecifica tra preda e predato, che è sempre necessaria per realizzare un’evoluzione adattativa.
XXXVIII aforisma. Evitare le nicchie a bassa pressioni selettiva (vita comoda), perché in tali condizioni il corpo diventa un amico infido e la mente impazzisce.
In tutte le civiltà troviamo discipline laiche e religiose con significati igienici più o meno evoluti, mirati a risolvere i problemi dovuti al calo della naturale pressione selettiva.
Nel caso non siate devoti, poco male. Se rispettate la vostra razionalità, vivete da artisti, perseguire un’economia valida in termini esistenziali ed ecologici e soprattutto se praticate la seguente igiene mentale, essere atei o credenti non fa alcuna differenza per quanto riguarda la vostra evoluzione interiore.
Nella biologia moderna (evoluzione ed etologia) ho individuato per caso, e sperimentato con successo, un disciplina ottimale e “laica”, più adeguata di tutte quelle “religiose” che conosco, per realizzare una avanzata evoluzione ontogenetica. Si articola in tre esercizi:
I. Attento a quello che fai nell’istante presente. Percepirai frazioni di tempo infinitesime.
II, quando uno stimolo ti spinge a cambiare attività, fermati per sette respiri e riconsidera tale motivazione. Diventerai il padrone e lo stratega della tua vita.
III, muoviti con armonia, rilassando i muscoli antagonisti e mantenendo, quando possibile, un respiro piacevole ma più profondo e lento. Faciliterai di molto il primo esercizio e ringiovanirai.
Questa disciplina è di particolare interesse perché:
I, è l’unica che conosco che nasca nella nostra cultura scientifica.
II, ottimizza qualsiasi situazione, azione e scopo.
III, non richiede (quasi) tempi extra. Quindi è ottimale per gli indaffarati occidentali.
IV, è alla portata di tutti, credenti e atei, ricchi e poveri, giovani e anziani, mentre è risaputo, che il fine ultimo di tutte le tradizionali religioni e discipline interiori rimane inaccessibile ai più.
V, offre risultati esistenziali immediati e quelli evolutivi richiedono settimane, o mesi, non anni di impegno.
VI, è scientifica nella prassi ed è, in parte, sostenuta da antichissime discipline tantriche e karmiche.
XXXIX aforisma. Popolazioni umane di centinaia di migliaia di individui, o peggio, e di habitat troppo densamente popolati, sono da evitare, perché l’uomo è una specie adattata a vivere in piccoli gruppi, più o meno isolati tra di loro in termini “economici, culturali ed esistenziali”, ma non genetici.
È risaputo che le condizioni di sovraffollamento che si verificano nelle grandi città esprimono un grave regresso ambientale e sociale, favoriscono l’insorgere di criminalità ed epidemie, causano degrado fisico e mentale e per di più inquinano l’ambiente e distruggono gli habitat vicini.
Se potete fare una scelta di vita più sana, andate a vivere in campagna o in un piccolo villaggio.
Una società che spinge i contadini ad abbandonare le campagne per trasferirsi nelle città non ha alcun valore adattativo.
XL aforisma. Il galateo ha la funzione di proteggere e migliorare i rapporti sociali e pertanto ha un alto valore etico ed evolutivo.
Un comportamento “educato” è più evoluto di uno “maleducato”, in quanto comporta un notevole risparmio energetico, una riduzione dei rischi personali, una migliore qualità di vita e una più efficiente socialità.
Tale raccomandazione è tanto più valida se viviamo in società ossessionate dalla competizione.
XLI aforisma. La funzione originaria del pudore è stata quella di ridurre i pericoli che corriamo nelle situazioni in cui siamo più indifesi.
In termini adattativi, il pudore consiglia di occultarsi quando siamo meno attenti verso i pericoli esterni, in particolare durante il sonno, i pasti e il coito, ecc.. Tale comportamento viene fortemente influenzato dalla cultura e dagli habitat in cui si vive e non è sempre certo che mantenga un valore positivo.
XLII aforisma. Le scienze hanno la funzione di evidenziare i nostri errori sensoriali e culturali, migliorando e aumentando la nostra conoscenza dell’ambiente.
I nostri scienziati ci insegnano come correggere i nostri errori percettivi (il Sole che gira attorno alla Terra), psichici (la scarsa razionalità della mente normale), e culturali (inadeguatezze del nostro linguaggio, dei nostri dogmi e dei nostri miti).
Sia chiaro che tutte le scienze sono condizionate dalla cultura in cui nascono e pertanto potete valutare il degrado di una società dallo presenza o meno di tecnologie nefaste per l’uomo e per l’ambiente.
XLIII aforisma. Le scienze vanno impiegate anche per affrontare i propri problemi esistenziali.
È tempo di insegnare a tutti come praticare un atteggiamento scientifico in prima persona, in modo da poter ridurre i propri errori esistenziali, riconoscere gli inganni dei falsi profeti e del linguaggio e valutare la validità dei propri comportamenti in termini strategici.
Anzitutto suggerisco di praticare la ricerca interiore riportata nell’aforisma XXXVIII, in quanto ci consente di eliminare le cause dei nostri errori comportamentali nel più rapido e facile dei modi.
Poi ricordo l’antica scienza cinese della fisiognomica, in quanto vi permette di giudicare a vista la personalità di una persona di una certa età. Potrete così evitare di votare politici corrotti e ignoranti, di seguire preti scellerati e tollerare falsi maestri. D’altra parte, anche praticando una qualsiasi meditazione, acquisite la capacità di percepire sia la vostra vera personalità che quella del prossimo.
Ricordo inoltre che, per il principio che: “quanto è valido ad un livello di esistenza è valido a tutti i livelli”, la ragione ci permette di valutare in prima persona se una legge, una scienza, una religione, una economia vengono praticate in modo corretto. Per esempio, se scopriamo che c’è un rapporto inverso tra ricchezza (PIL) di un Paese e la felicità dei suoi abitanti, perché tollerare che politici e operatori economici insistano su strategie basate sull’aumento di ricchezza, quando è provato che questa comporta miseria esistenziale e degrado ecologico.
Concludo con una osservazione sulla didattica delle discipline interiori. In Oriente, conoscere una disciplina interiore, tanto da poterla insegnare, vuol dire averla praticata sino ad ottenere i benefici e l’evoluzione che questa promette, altrimenti si è dei falsi profeti. In Occidente, per insegnare una disciplina interiore, non occorre averla praticarla, sino ad aver realizzato una qualche evoluzione interiore, basta conoscerne la descrizione pratica e le finalità. In questo caso la trasmissione del sapere è impossibile, in quanto, ad un certo punto, questa didattica richiede il superamento della comunicazione verbale.
XLIV aforisma. Le arti ci offrono una grande gratificazione emotiva e inoltre, tramite le scienze possiamo apprezzare la bellezza come espressione di alta funzionalità.
Non si vive di solo pane e praticare un’arte con disciplina, vuol dire avvicinarsi alla perfezione interiore.
Inoltre, tramite l’amore per il bello, possiamo arrivare alla comprensione emotiva delle radici della vita. Che “bello” significhi “funzionale” è vero sia per i nostri manufatti e comportamenti, che per le forme degli esseri viventi. È vero che certi animali non ci sembrano belli per niente, ma in questi casi si tratta di specie parassite, che pertanto hanno scelto un’evoluzione adattativa poco promettente in tempi lunghi.
Concludo osservando come nella specie umana la donna sia molto più bella del maschio, in quanto esprime sia un maggior numero di funzioni (vedi maternità e allattamento) e una più avanzata evoluzione filogenetica (vedi l’ipotesi della evoluzione pedogenetica nella specie umana).
XLV aforisma. Per avere successo nella vita mondana, è necessario: primo, coltivare la propria capacità di amare, perché colui che non ama, non può esprimere il coraggio necessario per affrontare la vita. Secondo, evitare la schiavitù delle abitudini, per poter reagire in modo ottimale ad ogni novità. Terzo liberarsi dal proprio egocentrismo, così bene interpretato dalla nostra importanza personale.
La capacità di amare un altro essere umano ci dà la più grande forza interiore. Se non sapete amare il prossimo, incominciate a far pratica con un fiore, una pianta, un animale.
Le abitudini vanno evitate, perché vi suggeriscono strategie superate, che forse hanno funzionato in un contesto passato, ma il presente rappresenta sempre novità che vanno affrontate con fantasia e la necessaria fluidità per cogliere al volo le occasioni favorevoli.
L’importanza personale è da evitare, per due motivi: primo, perché ci rende difficile valutare la realtà in termini obiettivi. Secondo perché è la nostra principale fonte di perdita di energia vitale e di disagio esistenziale.
XLVI aforisma. E’ necessario imparare ad affrontare le cause e non soltanto gli effetti dei propri malesseri.
Purtroppo siamo più propensi a curare gli effetti di un comportamento errato che ad eliminarne le cause. Per esempio, ci imbellettiamo quando siamo pallidi, ci illudiamo di poter eliminare gli scarti inquinanti, invece di tentare di produrne di meno, tentiamo di combattere il cancro ma non di prevenirlo.
XLVII aforisma. I lavori che degradano l’ambiente vanno eliminati.
Non impegnatevi in lavori che inquinano e non producete ricchezze che aumentano il degrado degli ambienti naturali. Non dimentichiamo mai che la più grande e reale ricchezza che possediamo, che possiamo spendere in gioia di vivere, guadagnando salute fisica e mentale, è quella rappresentata da una natura incontaminata.
Pensare che la natura sia “res nullius”, oggi è un atto criminale, perché per la prima volta nella storia dell’uomo, siamo nelle condizioni di poter spegnere la vita sulla Terra, a causa della nostra involuzione etica, della tecnologia e industria moderna e della nostra deliberata ignoranza delle leggi della vita.
XLVIII aforisma. I lavori che degradano l’uomo vanno evitati.
Lavori che qualsiasi invertebrato potrebbe fare, che debilitano la mente e il corpo, perché troppo faticosi o troppo banali, vanno evitati.
Ricordo che nessuna specie può sopravvivere a lungo senza far un ricorso continuo alle sue potenzialità più evolute.
XLIX aforisma. Il lavoro e le culture che non permettono all’uomo di evolvere vanno evitati.
Non si vive per lavorare, ma si lavora per poter vivere pienamente.
Certo che non mancano discipline (Tantra, Raja e Karma yoga, per citare soltanto alcune di quelle che conosco), che insegnano come evolvere anche nelle peggiori condizioni ambientali, ma già in condizioni ottimali è difficile superare la propria limitata visione del mondo.
L aforisma. Soltanto praticando una disciplina interiore, volta a ridurre progressivamente la preponderanza dell’inconscio, i tuoi bisogni inutili e limitazioni culturali, potrai cambiare il tuo mondo in meglio.
È assurdo sperare di risolvere i propri presunti problemi esistenziali, se prima non si hanno eliminato i propri difetti mentali e caratteriali. Infatti, soltanto così facendo, migliorerai il tuo comportamento e quindi le nicchie di coloro i quali vengono in contatto con te.
È stato dimostrato che, fissare la propria attenzione sui difetti degli altri, ti fa regredire, in quanto prima o poi ti adegui a pensare come loro. Questa è una legge universale, ben provata a posteriori, che vale sia per laici che per religiosi.
LI aforisma. Il piacere dei sensi è come nettare all’inizio ma, quando crea dipendenza, diventa come veleno alla fine.
È difficile godere del piacere dei sensi senza farsi condizionare da essi. Comunque le abitudini sono sempre negative, perché creano fissazioni che rendono difficile affrontare al meglio la propria vita, in quanto l’evoluzione è sempre irripetibile e imprevedibile.
LII aforisma. Il piacere della meditazione è sempre come veleno all’inizio e come nettare alla fine.
La più dolorosa e difficile impresa che l’uomo può realizzare è quella di liberarsi dalle proprie abitudini e condizionamenti. Non c’è impresa più difficile e più lodevole di quella di domare la propria mente.
LIII aforisma. Il progresso verso la libertà interiore è un processo segnato da alti e bassi.
Poiché il nostro subconscio si ribella quando pratichiamo una disciplina mentale, capita spesso che esso possa riprendere un certo sopravvento sui nostri pensieri. Tale regresso dura per tempi limitati, se siamo perseveranti. Pertanto, se cadi cento volte, per cento volte rialzati.
Soltanto quando si è raggiunta l’ultima conoscenza, non si decade più a livelli inferiori di coscienza.
LIV aforisma. L’ignoranza del significato esistenziale ed evolutivo della nostra economia, delle religioni e dell’etica, è la causa di tutti i nostri mali attuali.
Ignoriamo che tutti gli esseri viventi sono capitalisti e quindi non conosciamo il primo significato di questo capitalismo naturale: mantenere alta la pressione selettiva su tutti i viventi. I guadagni di tale capitalismo si misurano in millenni. Soltanto nel caso che vengano a mancare i competitori e i predatori naturali di una specie, questa riesce ad esprime un capitalismo a rapida crescita esponenziale, che però porta il suo habitat al tracollo e conseguente catastrofe.
Delle religioni spesso trascuriamo il loro significo igienico (sia fisico che mentale) ed evolutivo. Infatti, non abbiamo neppure il concetto di cosa, come e perché sia la ricerca interiore.
LV aforisma. L’umanità può sostituire la spietata selezione naturale con una selezione a misura d’uomo, tramite le scienze e la ricerca interiore.
Tale scienza è ancora tutta da sviluppare e il tempo a disposizione è poco. Comunque in questo testo trovate sia i principi che i criteri necessari per affrontare il risanamento della società e dell’ambiente.
LVI aforisma. Vivi nel mondo e per godertelo al massimo, coltiva l’arte, le scienze e la meditazione in prima persona.
Non trascurate le gioie della la vita mondana (vedi il “Kama Sutra 2000”), perché così facendo accumuli esperienze, evolvi e affini le tue capacità. Non il piacere ma la dipendenza dal piacere sono da evitare. Inoltre, sulla base delle mie esperienze personali, peraltro condivise, ritengo che si affina e si ritempra lo spirito molto meglio affrontando, con la dovuta disciplina, i problemi della vita mondana, che meditando nella serenità di un ashram.
Coltiva l’arte in prima persona e ridurrai i tuoi stress esistenziali e ricorda che c’è una correlazione diretta tra l’evoluzione verso una maggiore libertà e un incremento di bellezza. L’arte del Go ( Wei Qi) è particolarmente adatta, per formare una mentalità vincente, se viene praticata tenendo conto delle strategie che richiede.
Utilizza il metodo scientifico in prima persona ed eviterai molti errori, ad incominciare da quelli dovuti alle emozioni. In particolare è necessario operare con razionalità, onestà culturale e buon senso, perché qualsiasi insegnamento può essere travisato in buona o mala fede.
Dedicati poi ad una qualche meditazione (consiglio di incominciare con lo hatha yoga, se hai problemi fisici e lo yoga evolutivo se hai problemi esistenziali) per liberarti da vincoli e bisogni inutili e creare i presupposti per una vita felice e un’evoluzione adattativa vincente, sia ontogenetica che filogenetica.
Se la tua religione, la tua cultura e la tua scienza non ti aiutano ad evolvere, può darsi che: I, siano errate; II, vengano praticate male: III, siano vissute con impegno insufficiente: IV, non siano più adeguate ai tempi: V, siano finite sotto il controllo di falsi profeti.
LVII aforisma. Attento che la crescita di una qualsiasi ricchezza, non sia una funzione direttamente correlata col degrado ambientale, perché tale funzione tende a zero, quando il degrado ambientale supera certi limiti.
Quindi valuta gli effetti economici a lungo termine della globalizzazione economica, della crescita industriale, dell’inquinamento ambientale e della distruzione delle risorse naturali.
Non è un caso che l’infelicità esistenziale vada di pari passo con l’aumento del PIL.
LVIII aforisma. spendi il tuo denaro, in modo da favorire la tua evoluzione interiore e proteggere l’evoluzione adattativa di tutti i viventi.
Le cose che contano di più nella vita non costano, o non dovrebbero costare, nulla. Fai un esame di coscienza, cosa ti sono costate le tue esperienze più edificanti ed entusiasmanti, come l’amicizia, l’amore, un tramonto, un gioco, le bellezze della natura, un libro, e si potrebbe continuare all’infinito. Una bonsai colto in natura può dare più gioia di un quadro che costa milioni. Vivere al presente poi, che è il solo modo valido di esistere, non costa che un po’ di attenzione.
LIX aforisma. Non tollerare i disonesti e gli ignoranti nella politica ma ricorda che è inutile eliminarli se non distruggi pure la nicchia dove prosperano. Tale legge ha un valore universale e vale anche per profeti, scienziati, insegnanti, ecc..
Fa politica in prima persona e spiega al prossimo, che non si possono tollerare i disonesti, perché degradano la nostra socialità.
Non tollerare gli ignoranti, perché non sono in condizioni di individuare i problemi della società.
Ricorda poi che non basta eliminare una classe dirigente ignorante e corrotta, se non si mutano le nicchie che l’hanno prodotta, perché in tal caso si ottiene soltanto la comparsa di una classe dirigente più scadente di quella di prima.
La prassi corretta è:”Non cambiare niente, se vuoi cambiare tutto” e non viceversa, come si fa abitualmente. Faccio un solo esempio: i servizi segreti sono deviati? Bene, si cambia il nome al “servizio”, si punisce un pò un capro espiatorio e i responsabili rimangono ai loro posti.
LX aforisma. Per realizzare pienamente qualsiasi attività umana, dalla ricerca interiore alla vita mondana, è necessaria una conoscenza biologica praticata a tutti livelli.
Per creare una nuova cultura, che abbia il potere di risolvere le cause dei mali esistenziali ed ecologici che ci affliggono, è anzitutto necessario che le scienze biologiche vengano divulgate a tutti i livelli. Dopodiché sarà sufficiente rivedere e correggere gli aspetti evolutivi, adattativi ed esistenziali della propria cultura, cercando di ridurre le catastrofi ecologiche in corso, senza subire troppi traumi esistenziali, economici e genetici.
Sia chiaro che sarebbe catastrofico applicare le leggi della vita, tutte e subito, nelle moderne culture industriali. Nei paesi più avanzati si potrà tentare il recupero dell’evoluzione adattativa, soltanto tramite la programmazione di un regresso energetico, per altro ormai inevitabile, che sia compatibile con la sopravvivenza dell’economia.
….il commento più lungo del mondo…..
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Ok, suppongo siano molto interessanti, per cui ora li ho appena copiati su un foglio word sul desktop e non appena potrò sarò estremamente curioso di leggerli tutti. Grazie!!!
L’imprenditore che da fiducia alla banca di sua proprietà. Non potevano essere più autoreferenziali… 😆
“A volte però la fiducia viene meno perché alcune indicazioni che danno certi dirigenti di istituti finanziari, di banche, si rivelano ingannevoli a causa di comportamenti di persone disoneste”.
Tradotto: mica è colpa nostra se lo IOR è invischiato in malaffari e scandali.
Noi ci fidiamo, altro non sappiamo, né vediamo, né ascoltiamo…
Io unni sacciu nenti, nenti vidi e nenti sintii.
Baciamo le mani!
come le tre scimmiette…
“Piena fiducia nello Ior”
Almeno avessero la decenza di starsene zitti, neanche quello.
Ti pare gente http://imageshack.us/f/176/afp0574064tb9it8.jpg/ che possa sapere cos’è la “decenza”?
bertone, come bagnasco, ruini e tutti gli altri, sono solo dei business man, gente che fa affari in tonaca. Secondo me sono anche più atei degli iscritti all’UAAR.
Mi hai preceduto.
piena fiducia nell…dio.r