Dopo la partecipazione alla processione di San Luca e le affermazioni rilasciate in quell’occasione (cfr. Ultimissima del 31 maggio), il sindaco di Bologna Virginio Merola (PD) ha suscitato nuove polemiche, esprimendosi a proposito delle coppie di fatto. Il primo cittadino, recentemente eletto, ha dichiarato a una tv locale che, nelle graduatorie comunali, andranno “più punti alle famiglie sposate”. Merola, scrive Repubblica, sostiene di essere favorevole ai matrimoni gay e disposto a considerare coppie sposate anche quelle dello stesso sesso, ma solo se ci sarà una legge nazionale sulla materia.
Immediato il plauso dell’UDC (all’opposizione) e le critiche di IDV e SEL (nella maggioranza di governo). Richiesto di ulteriori spiegazioni (in Regione la linea del PD è diversa), Merola ribadisce: “Il matrimonio implica un grado di responsabilità diverso rispetto ad altre scelte di convivenza. E credo che questo vada riconosciuto”.
Luciano Vanciu
Qualcuno aveva dei dubbi su Merola? 🙁
pensa se fosse stato eletto bernardini!!!
Non so quanto possa essere possibile, ma si può fare un contratto ad hoc per le coppie omosessuali emanato dal comune e simile al matrimonio?…
quindi immagino che non avrebbe problemi a dare un punteggio più alto anche alle coppie gay sposate, un domani… vero?
ho come il sospetto che invece nel caso tirerà fuori dal cilindro qualche altra carta.
Capita che chi non si sposa lo faccia per eludere le tariffe comunali. La convivenza di fatto (e quando mai i Comuni verificano?) ma con due residenze autocertificate anagraficamente diverse porta ad essere considerati famiglie monoparentali con sgravi significativi per le rette dei figli frequentanti servizi comunali. In questo modo solo chi si sposa paga quanto dovuto.
In questo senso Merola ha ragione anche se sarebbe sufficiente cumulare l’ISEE dei genitori che riconoscono i figli per eliminare il problema coppie sposate/non sposate.
Ma, appunto, come scrive Kaworu, il sospetto è che Merola sia l’ennesimo clericale più o meno mascherato.
Quoto! Infatti basterebbe un semplice controllo degli ISEE allegati alle richieste di servizi, per ovviare al problema ‘disparità degli sgravi’. Comunque la cosa più assurda, secondo me, è che leggendo la stampa, sembra che esistano ormai solo due fronti: le coppie sposate da una parte e le coppie dello stesso sesso dall’altra (che comunque hanno diritto ad un’equiparazione, questo è chiaro, soprattutto a livello nazionale). Il fatto che il panorama “famiglia” sia ben più variegato, non viene proprio preso in considerazione, cosa grave se si considerano tutte le coppie eterosessuali non sposate con figli o senza. Sembra quasi che le coppie omosessuali siano ‘usate’ come scusa rispetto all’opinione pubblica per accattivarsi da una parte l’elettorato cattolico e per non affrontare un discorso serio sulla ‘famiglia’ in senso più ampio e attuale dall’altra. E quale sarebbe il fantomatico ‘diverso grado di responsabilità’ di un matrimonio rispetto ad altre scelte di convivenza?!? Questo, il “progressista” Merola dovrebbe spiegarlo. Ora mi spiego perché i voti hanno superato di poco la soglia del 50%: i bolognesi sapevano con chi avevano a che fare.
Se hai la stessa residenza l’Isee è unico e non hanno alcun valore le autocertificazioni anagraficamente diverse, se abiti sotto lo stesso tetto la residenza è la stessa che tu sia sposato o no. Per “imbrogliare” sulle tariffe comunali devi avere due residenze distinte, ma questo significa anche doppi costi per le utenze della casa senza, il non piccolo inconveniente, di non convivere con il/la proprio/a compagno/a.
mica detto: uno dei due può mantenere la residenza a casa dei genitori, e poi vivere tranquillamente col partner.
Nel qual caso nella dichiarazione Isee rientra il reddito dei genitori ed eventuali fratelli/sorelle. Mica furbo per chi dovrebbe chiedere delle agevolazioni per il mantenimento di un bambino…
@Soqquadro
Ci sono diverse soluzioni. Conosco personalmente queste due:
1. il proprio appartamento è affittato in nero;
2. il proprio appartamento è lasciato vuoto.
“Il matrimonio implica un grado di responsabilità diverso rispetto ad altre scelte di convivenza. E credo che questo vada riconosciuto”.
Gli ho datte san luca durante la processione. 😆
“Glielo ha detto”
Giustissimo,solo quelle sono sane,meglio ancora se solo cattoliche.
questa è un’iperbole, ale ipocrita?
@aletroll
Date le tue posizioni cambierei quel “cattoliche” con “lefebvriane”. Così: per coerenza.
Poi, oh: libero di non farlo, non saresti il primo e seza dubbio l’ultimo fanatico ipocrita…
NON l’ho votato. Da uno come lui non ci si poteva che aspettare certe boiate.
Una coppia di miei amici (in tutt’altro posto che Bologna, ma comunque in Italia), dopo anni di convivenza e quando il loro figlio stava andando all’asilo, si sono sposati (in comune) solo perchè così il figlio avrebbe avuto non so che agevolazioni… 🙁
Mi pare giusto. Capisco che si vogliano offrire ai gay gli stessi diritti, ma avere l’arroganza di farli passare davanti alle famiglie regolari e con bambini mi pare troppo. Non si p’uo volere la botte piena e la moglie ubriaca. Ecco un caso in cui l’annebbiamento ideologico diventa ridicolo.
quindi se una famiglia gay ha bambini (in italia si stima che questi bambini siano circa 100 mila) deve stare allo stesso livello di una famiglia eterosessuale con bambini?
e se una famiglia eterosessuale non ha bambini deve stare allo stesso livello di una omosessuale senza bambini?
giusto per capire chi/cosa è ridicolo.
Alle coppie monosesso,non devonoessere lasciati bambini,li rovinano.
direi proprio di no. e ci sono studi di medici e psicologi (e non certo quattro gatti) che lo confermano.
in compenso te non mi sembri uscito mica tanto bene, anche se suppongo che tu sia figlio di una coppia eterosessuale.
incattivito, pieno di livore e di odio e refrattario a imparare cose che non siano dogmi assurdi.
ma ovviamente tutti in autostrada vanno contromano e solo tu vai nella direzione giusta.
certo… come no.
@ Alecatt.:
E tu da chi sei stato allevato, per essere rovinato come sei?
@ giuseppe
Cosa intendi dire con “famiglie regolari”? Forse per te, le coppie non sposate che hanno figli non sono da considerarsi famiglie regolari?
“Il matrimonio implica un grado di responsabilità diverso rispetto ad altre scelte di convivenza. E credo che questo vada riconosciuto”.
è innegabile.
il problema è che è una paraculata perchè non esistono riconoscimenti di convivenza more uxorio e matrimoni per omosessuali. in quel caso, il grado di responsabilità sarebbe il medesimo rispetto al matrimonio.
perchè bologna non si dimostra più avanti e non inizia a considerare queste forme di convivenza o di coppia?
Impeccabile la posiizione del Sindaco, che è in linea con il dettato ccostituzionale, e precisamente con l’art. 29 della Costituzione, secondo cui “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”.
Dunque nessuno scandalo: le coppie sposate vengono prima delle coppie di fatto.
sarei d’accordo, se tutti quelli che volessero sposarsi potessero farlo. A me sta bene che chi *liberamente* sceglie di avere meno vincoli e meno doveri di una coppia sposata “venga dopo” rispetto a chi quei doveri e quei vincoli se li è accollati, il problema sono quelle coppie che vorrebbero formalizzare l’unione e non possono farlo: omosessuali in primis, ma anche etero che si tirano avanti una causa di divorzio da anni e anni. Si snelliscano le procedure di divorzio, allineandosi a tempi civili (e non tre anni, se va bene, dall’udienza di separazione), e si permetta agli omosessuali di sposarsi. Poi si può ragionare.
quotabile elena 🙂
Veramente non mi pare che l’articolo dica che sia giusto discriminare le famiglie non sposate…
questo ragionamento avrebbe un senso, forse, se le coppie di fatto fossero riconosciute. così è solo l’ennesima mazzata a persone che fanno scelte personali senza nuocere a nessuno. perché? in che modo il riconoscimento di una coppia non sposata (etero o gay) è un limite per una coppia sposata? non lo capisco.
ma quali sarebbero queste agevolazioni a nn sposarsi? visto che i figli possono stare su un solo stato di famiglia? configurandosi cosìnuclei familiari monoparentali.
le famiglie, monoparentali, quelle vere, cioè con un solo genitore, di solito madre
nn vengono mai comprese in nessuna classifica o diatriba.
Per la maggior parte dovute a irresponsabile abbondono del genitore padre, sul quale da sempre c’è un colpevole silenzio di curia e stato, entrambi affatto preoccupati di dire o fare qualcosa. Questi figli, che io definisco orfani di padre vivente, e queste famiglie sempre più numerose, attualmente anche per scelta, esistono e avrebbero quale collocazione?
E poi quali sgravi avrebbero? Io la scuola dell’ infanzia l’ ho pagata come tutti in base alle fasce isee e sullo stipendio mi applicano la bellezza di 50 € di deduzioni mensili.
Penso che la questione sia viziata nella forma. Con il solo criterio del reddito, al centro metterei solo i minori, di chiunque siano, che devono avere tutte le garanzie, abitative, d’ istruzione pubblica e laica, sanitarie. Quando nn ci sono figli, per le questioni abitative tutti uguali, anche i singoli, in base al reddito, pro capite ovvio.
Quoto, partire dalle esigenze reali delle persone e non dalle loro convinzioni in fatto di convivenza.