Il Corriere della Sera ha pubblicato oggi un intervento di Ayaan Hirsi Ali sul rapporto tra donne e religione islamica.
In tutte le società in cui le questioni familiari sono regolate dalla Sharia o dalla legge islamica, le donne sono discriminate. In nome dell’Islam sono esposte a matrimoni forzati, carcere o pena di morte in caso di stupro e a trattamenti palesemente ingiusti in materia di matrimonio, divorzio ed eredità. Le donne musulmane si trovano in tutto il mondo ad affrontare un dilemma di difficile soluzione. Aspirano a vivere seguendo i dettami della propria fede, ma proprio questa fede le priva di ogni diritto. Alcune donne hanno trovato una via d’uscita nel principio della separazione tra religione e diritti civili e combattono un’ardua battaglia per ottenere e mantenere i propri diritti fondamentali. Il caso dell’Iraq mostra quanto una simile lotta possa essere difficile. Le donne irachene come Naghem Khadim, che hanno manifestato nelle strade di Najaf, stanno lottando per bloccare un articolo della bozza della costituzione irachena, la cui presentazione è stata fissata per la settimana prossima. L’articolo in questione impedirebbe al legislatore di varare norme in contraddizione con i precetti della Sharia. […] Secondo la Sharia, una ragazza può essere chiesta in sposa dal momento della prima mestruazione. Nei paesi in cui vige la legge islamica, le spose bambine sono una realtà diffusa. Chi ha redatto la bozza di costituzione si rende conto delle implicazioni di questa realtà per il curriculum scolastico delle ragazze, o dei rischi che comporta in termini di aborto, mortalità della madre e mortalità infantile? La bozza di costituzione irachena favorisce gli uomini anche sotto altri profili, ad esempio con il diritto di sposare fino a quattro donne e il diritto di ottenere facilmente il divorzio senza l’intervento di un tribunale, semplicemente ripetendo «divorzio da te» in presenza di due testimoni maschi. Alla moglie divorziata spetta un’indennità per un periodo variabile da tre mesi a un anno, poi più nulla. Viceversa, se a voler divorziare è la moglie, la donna deve recarsi in tribunale e dimostrare che il marito non provvede alle sue esigenze materiali, che non è fertile e che è impotente. Una volta sancito il divorzio, la custodia dei bambini viene assegnata automaticamente al padre (per i figli maschi di almeno 7 anni e per le figlie femmine già mestruate). […]
Ayaan Hirsi Ali, parlamentare olandese, ha scritto la sceneggiatura del documentario «Submission», diretto dal regista Theo Van Gogh, assassinato da un estremista islamico. Minacciata di morte dai terroristi, vive sotto scorta. Si è dichiarata non più credente.