È da più di tre mesi che il giudice di Camerino Tosti Luigi si rifiuta di tenere le udienze perché il Ministro Castelli non provvede a rimuovere i crocifissi dalle aule giudiziarie o, in via alternativa, non lo autorizza ad esporre la menorà ebraica a fianco dei crocifissi. “Questa mia iniziativa” -puntualizza il magistrato- “è una reazione legittima contro atti di discriminazione religiosa: se è vero che la Costituzione sancisce l’eguaglianza di tutti i cittadini, senza distinzione di fede religiosa, non si giustifica che solo i cattolici possano godere dell’anacronistico privilegio di ostentare e venerare i loro simboli nelle aule”.
Per farlo recedere dal suo “sciopero” l’Amministrazione Giudiziaria ha ora pensato di allestire all’interno del Tribunale di Camerino un’apposita aula, dove non sarà collocato il crocifisso, da destinare al magistrato che simpatizza per l’ebraismo, invitandolo poi “a riprendere immediatamente il normale corso delle udienze”.
Questa proposta è stata immediatamente respinta da Luigi Tosti, che l’ha bollata come un’intollerabile “ghettizzazione” ai danni di un dipendente che non si identifica nel crocifisso dei Cattolici. “Non intendo affatto essere confinato nell’aula-ghetto che lo Stato italiano ha appositamente allestito per finalità di segregazione religiosa: è ignobile che lo Stato Italiano -che ha anche l’impudenza di professarsi ‘laico’- riservi ai soli giudici Cattolici l’uso esclusivo delle aule ‘istituzionali’, nelle quali è imposta l’esposizione del loro simbolo, e confini invece i ‘diversi’ in aule-ghetto, nelle quali è inibita qualsiasi ostentazione di simboli religiosi. È stata la Romana Chiesa Cattolica ad inventare per prima nella storia, già nel 1215 d.C., i ghetti nei quali rinchiudere e segregare gli ebrei: la proposta che mi viene ora fatta dimostra, ancora una volta, che i Cattolici sono adusi a predicare bene ma a razzolare malissimo. Peraltro l’Amministrazione non tiene nemmeno conto del fatto che molte attività giurisdizionali vengono espletate in forma collegiale: in questi casi -mi chiedo- quale dovrebbe essere l’aula nella quale si riuniscono i giudici di fedi diverse? L’aula dei Cattolici, oppure … il ghetto ebraico?”