I cimiteri non possono essere allargati all’infinito, per evidenti ragioni di spazio e di consumo del territorio. In più, nel giro di qualche anno inizieranno a scadere le concessioni quarantennali dei loculi comunali con la conseguenza che le salme dovranno essere tolte dai colombari per la verifica della loro riduzione. E se questa non sarà possibile, come accade nella maggior parte dei casi, sarà necessaria una seconda sepoltura a terra, nel campo comune. La situazione rischia di diventare emergenza. E il Comune si muove per creare l’alternativa e addirittura arriva ad offrire incentivi alle famiglie perché scelgano una nuova via di sepoltura. Il 30 giugno scade il termine per la presentazione delle offerte di un project financing per la realizzazione del primo forno crematorio di Ancona, al cimitero di Tavernelle, affiancato dal cinerario e dalla sala per le cerimonie laiche. […] Una soluzione alcuni mesi fa sollecitata all’amministrazione con una lettera firmata da un gruppo di prof: Ercole Sori, Gianni Ciuffo, Maria Luisa Sgariglia. “A Milano – scrivono -, nel 2004 si è registrato lo storico superamento del numero di cremazioni rispetto a quello delle inumazioni. È nostra intenzione aprire ad Ancona una discussione sui luoghi laici ove dare l’estremo saluto ad amici, parenti e familiari defunti sulla possibilità di disporre di un servizio di cremazione”. “Questo non significa che abbandoneremo i cimiteri tradizionali”, sottolinea l’assessore. Alcuni ampliamenti sono già decisi. Inoltre, potrebbe essere riabilitato in tutto e per tutto il campo santo di Posatora, dopo la frana del 1982. “Stiamo effettuando uno studio per consolidare il vecchio colombario e per riuscire ad utilizzare quelli a suo tempo realizzati e poi mai utilizzati”, spiega Turchetti.
Fonte: Corriere Adriatico