Stuprata dal suocero, ripudiata dal marito e infine promessa sposa del suo violentatore. È questa la tragica vicenda accaduta a una giovane donna indiana, nella città di Chatarwal, nel nord del Paese. Stupro e ripudio. Circa due settimane fa, la donna di 28 anni, islamica e madre di cinque bambini, era sola in casa e ha ricevuto la visita del suocero. L’uomo, quasi sessantenne, l’ha aggredita e violentata. La ragazza, scioccata dall’accaduto, non ha però denunciato subito l’episodio e ha preferito aspettare il ritorno del coniuge, nella certezza che sarebbe stato lui a punire il padre. Tuttavia, suo marito, un musulmano di 32 anni, informato della violenza, non solo non ha difeso la moglie, ma l’ha addirittura ripudiata. Un gesto consentito dalla legge musulmana del triplo talaq, secondo cui un uomo può divorziare unilateralmente dalla moglie pronunciando in sua presenza tre volte la parola “talaq”, senza che la donna possa in alcun modo opporsi. Una sentenza aberrante. Pochi giorni dopo, i capi del villaggio e alcuni leader religiosi musulmani sono stati messi al corrente della vicenda. Questi, non solo hanno considerato legittimo il ripudio, ma hanno emesso nei confronti della donna una sentenza ancora più terribile. A seguito della violenza sessuale, secondo i “saggi” della comunità, la relazione tra la giovane e il suocero è cambiata: non si tratta più, infatti, di un rapporto simile a quello tra padre e figlia, essendoci stata un’unione carnale. La ragazza, hanno deciso, dovrà quindi sposare suo suocero, ma non subito. […]
Fonte: Repubblica.it