Dopo la delusione la fuga. Se ne andranno le coppie in cerca di un figlio, se ne andranno i ricercatori a cui è vietato indagare sulle cellule dell’embrione. L’Italia degli sconfitti si organizza: medici, pazienti, scienziati, oltre frontiera è tutto pronto, basta entrare in Rete, chiedere consiglio alle associazioni, e tentare altrove ciò che in Italia è proibito. “Altrove” significa anche vicino, vicinissimo, la Svizzera, la Slovenia, la Spagna, l’Inghilterra, i centri esteri offrono convenzioni, prezzi sempre migliori, tecnologia d’avanguardia. […] Sarà anche ” la scienza italiana a pagare un prezzo molto alto a cominciare dal ritardo che inevitabilmente accumuleremo nella ricerca sulle cellule staminali embrionali”. Lo afferma con amarezza Carlo Flamigni, il padre della procreazione assistita in Italia, sostenendo che non pochi “ricercatori potrebbero decidere di lasciare il nostro Paese per continuare i propri studi all’estero”. All’Italia toccherà “importare” le scoperte di paesi più liberali. “In presenza di risultati positivi delle ricerche sulle staminali embrionali, in qualunque paese ciò accada, questi verranno immediatamente resi noti, ma il grande paradosso sarà che l’Italia sarà allora costretta ad acquistare i brevetti di ciò che altri hanno scoperto, perché messi in grado di ricercare e lavorare in questa direzione. Chi, malato o parente di un malato, rinuncerebbe infatti ad una terapia salva-vita?”. […]
L’articolo di Maria Novella De Luca è su Repubblica