[…] Dispiace che i sostenitori della legge non riconoscano questa fisiologia democratica. Dispiace anche che non avvertano una contraddizione nell’opporsi all’intesa parlamentare, in nome dell’intangibilità della legge, e contestualmente nel sottrarsi al confronto referendario, con l’adozione di quella che essi stessi hanno chiamato la «tattica» dell’astensione. Non c’è nulla di illegittimo nell’astenersi o anche nel proporre l’astensione al referendum. Ma senza far credere che l’astensione sia un non pronunciamento. Proprio perché è richiesto un quorum, l’astensione determina la stessa conseguenza di un No, pur senza esserlo. Chi deciderà di non pronunciarsi lo può fare, invece, in un modo più limpido e corretto: votando scheda bianca, che consente di astenersi da un Sì o da un No, senza far mancare il numero legale. In ogni caso noi riconfermiamo il nostro impegno a perfezionare l’esito referendario, se prevarranno i Sì, con un’intesa parlamentare che ci dia finalmente una buona legge. Un’intesa che andrà ricercata anche a fronte di un esito nullo per mancato quorum che non potrebbe in nessun caso considerarsi giuridicamente oltre che politicamente equivalente ad una vittoria del No: la revisione della legge non potrà essere evitata invocando un pronunciamento popolare che non c’è stato. Ci rivolgiamo a tutti gli elettori e le elettrici e chiedere un Sì per la vita, un Sì per la donna, un Sì per la famiglia, un Sì per la scienza, un Sì perché ognuno possa vivere più felice con figli più felici. «Un atto d’amore in più»: a questo servono i 4 Sì che proponiamo agli italiani.
Piero Fassino sul Corriere della Sera