Una nuova recensione è stata pubblicata nella sezione Libri del sito UAAR. Il libro è Le persecuzioni contro i cristiani nell’impero romano. Approccio critico di Raúl González Salinero.
Recensione di Raffaele Carcano.
Nuova recensione sul sito: “Le persecuzioni contro i cristiani nell’impero romano. Approccio critico” di Raúl González Salinero
34 commenti
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Tremila vittime? Nella sua grande opera, “Storia della decadenza e caduta dell’impero romano”, Edward Gibbon arriva a qualche centinaio (250 – 300).
Comunque le fonti sono scarse, poco attendibili. Resta il fatto che quello che hanno fatto dopo i cristiani ai non cristiani nei 17 secoli seguenti è un crimine – ben documentato – di proporzioni inaudite che grida vendetta al cospetto di Dio.
“Resta il fatto che quello che hanno fatto dopo i cristiani ai non cristiani nei 17 secoli seguenti è un crimine – ben documentato – di proporzioni inaudite che grida vendetta al cospetto di Dio.”
ma anche solo nei primissimi anni dopo la presa del potere dei cristiani, senza dover arrivare a coprire secoli: in pochi anni i cristiani hanno fatto una strage di pagani ed un numero di danni (tra distruzione di libri e uccisione di sapienti pagani) come neanche attila avrebbe saputo farne. per ogni martire cristiano, sbandierato in ogni modo e messo sul calendario, ci sono 1000 ipazie fatte scomparire nel silenzio degli omertosi….
…e nei secoli successivi il cristianesimo non è migliorato, anzi, finchè ha avuto potere non ha fatto altro che peggiorare. sembra che l’unica cura alla malvagità del cristianesimo sia l’eliminazione di ogni suo potere: quando succede, si vede quanto in fretta si trasforma da lupo ad agnello (ma sempre e comunque un agnello con le zanne, pronto a dare un morso agli altri montoni ogni volgta che il pastore si gira e lamentandosi delle “aggressioni da parte degli altri montoni” quando il pastore lo guarda)
Paradossalmente le famose radici culturali dell’Europa (filosofia antica) ammesso che sia corretto chiamarle così, sono giunte fino a noi soltanto grazie alla cultura araba. Curiosi i corsi e ricorsi storici!
@ faber
Perdonami, faber, se mi permetto una piccola annotazione a quanto hai scritto. Temo che anche tu, come moltissimi altri, cada nel grosso equivoco di considerare quella islamica una cultura “altra” da quella ebraica e cristiana. In realtà, ebraismo, cristianesimo ed islamismo sono soltanto forme storiche variamente differenziate della medesima tradizione culturale e religiosa, che possiamo denotare con il termine di SEMITISMO. La domanda, che dovremmo tutti porci, è se questa cultura semitica sia stata benefica o nociva alla nostra comune cultura europea. Per me è stata semplicemente nefasta.
Se ho frainteso il senso delle tue parole, ti chiedo nuovamente scusa.
Concordo sulle radici comuni delle culture semite ma è innegabile che, dal sorgere dell’impero romano in poi, si siano differenziate e abbiano acquisito delle specificità dovute a fattori storici e ambientali. Vedila un po’ come delle specie diverse evolutesi da un progenitore comune 😉
Un libro quantomai utile a sfatare leggende come quella che attribuisce agli “atti dei martiri” un qualche valore storiografico. I cristiani vennero perseguitati come tanti altri gruppi come “nemici dell’ordinamento romano”, non certo per le loro idee religiose. I romani accettevano di buon grado le divinità nel loro Pantheon, ma non sopportavano certo che qualcuno si rifiutasse di fare sacrifici all’Imperator
L’opportunismo di non rispettare le leggi dello stato, o considerarsi al di sopra di esse,
non l’hanno ancora perso.
Gli imperatori filo-cristiani, ancorché assassini, li facevano invece santi. Agli altri riservavano la damnatio memoriae
Ottimo Stefano. I Romani non perseguitavano i cristiani per la loro cristianità o per la loro religione. Li perseguitavano semmai, per via della minaccia che esercitavano sull’Impero.
nella marea di libri ripetitivi e inutili finalmente, anche se il tema non è certo nuovo, un gran bel lavoro, di chiara ed esauriente lettura, con note puntuali, scientificamente e metodologicamente corretto. Anche gli altri lavori dell’A. sono di grande dignità e in questo l’unica pecca, nella pur ben fatta bibliografia, è il vezzo, tutto accademico e che per fortuna sta scomparendo, di non indicare le case editrici.
Sergio. Le fonti ci sono, da entrambe le parti; basta saperle leggere in modo corretto. Quanto a Gibbon resta grande ma è indubbio che, per impostazione e strumenti, sia stato “leggermente” di parte…
@ hexengut. Non so se è un bel lavoro, perchè non l’ho letto. Comunque sostanzialmente d’accordo. L’autore ha il pregio ( o maledetto “pomposo” vizio ) di citare, citare, citare. E’un citaiolo come qualcuno che conosco, forse perchè così è per ogni discorso che voglia essere serio in campo umanistico- storico. Copmunque bisogna vedere con che occhio sono visti i fatti, e come sono riscostruiti, sae c’è una tendenziosità che non sfugge a chi se ne intende. ieri, leggendo un importante testo su Hitler ( R. Rosenbaum “Il mistero Hitler” )ne ho rilevato la tendenziosità riduttiva a proposito della mistica stigmatizzata Therese Neumann, su cui ho letto molto. Riduttivismo di chi non sa nulla dell’argomento “mistica”, trattato anche da studiosi atei come Leuba. Che si “informasse” ( congiuntivo alla pugliese ) meglio prima di sparacchiare a casaccio. Per il resto complimenti a Hexengut ( collega di filosofia ? ) e impegno di studio ulteriore per me. Rimane il fatto che Costantino o no il Cristianesimo era allora col vento in poppa. Evidentemente era un cocktail che allora riusciva meglio di tanti altri. Anchwe questo va spiegato.
PS Va spiegato anche come una grande personalità come Agostino, considerato grandemente anche da filosofi contemporanei come Hanna Arendt, inizialmente estraneo e schifiltoso nei confronti del cristianesimo sia poi diventato il più grande pensatore cristiano, insieme a Tommaso d’Aquino, e comunque un pilastro della storia della cultura. Certo non aveva dietro il pungolo degli imperatori.
‘Sta storia che uno è grande perché lo sostiene qualcun altro non porta molto lontano.
E anche la coppia Agostino-Tommaso ormai sa soltanto di mantra. Ma d’altronde, per quelli secondo cui la tradizione è tutto tutto tutto…
Concordo fab. Non sono mai riuscito a capire la presunta grandezza di Agostino. Tra i vari pensatori cattolici è quello che mi risulta più insulso e indigeribile. Sarà che non sono un filosofo 🙂
Buon per te! 🙂
come no,a dogmatizzato il dogma del peccato originale,tradito chi lo aveva allevato spiritualmente,(i manichei),non sapeva un cacchio di aramaico ed ebraico,usava traduzioni dal latino,per l suoi commenti,certo come modello di cattolico moderno e esemplare,concubino.ripudiatore di donne a gettone.
poi lasciamo perdere il fango gettato su PELAGIO,che e molto piu chiaro e trasparente e cristallino di lui,e lo fece conndanare,solo perche piu famoso e potente,pure HANS KUNG,al di fuori della sua cattedra lo ha rivalutato e n piu perdonato per lo scandaloso verso con cui contribuisce a fare del sesso il filtro del peccato originale,se non ci fosse staro un cicerone e un collo per alitare oratoria ad ambrogio,di s agostino ce ne sarebbere stati tanti
@ Florenskij
Il processo di conversione dal manicheismo al cristianesimo da parte di Agostino è cominciato all’incirca nel 384. Due anni prima l’imperatore cristiano Teodosio aveva promulgato un editto che istituiva la pena di morte per i manichei. Coincidenze, ovvio.
@ Florenskij
Caro Flo’, non essendo uno storico, non ho l’autorevolezza per valutare il testo di Raul Gonzalez Salinero. Inoltre, secondo il mio modestissimo parere, stare lì a chiedersi se il numero dei martyres dei primi secoli cristiani sia stato grande o piccolo, è solo un modo come un altro per buttare via il proprio tempo.
La domanda giusta da porsi è un’altra: che effetti ha avuto l’incontro dell’Europa con il mondo semitico, prima giudaico poi cristiano ed infine islamico? Lei (accidenti all’uso di questo lei) tira in ballo Agostino di Ippona, la figura più equivoca di tutto il pensiero occidentale, quel signore che andò a raccogliere i cascami della peggiore filosofia greca (il platonismo) e, dopo averli bagnati nelle acque assai torbide del Giordano, ovvero dopo averli rielaborati maldestramente alla luce della tradizione culturale biblica, ne fece il paradigma di tutto il pensiero cristiano da imporre alla nostra povera Europa.
Perdoni il tono antipatico ed insolente delle mie parole, ma in questo contesto vi sono in un certo senso costretto: ha mai provato a leggere un solo esametro di Lucrezio? ed ha provato a confrontarlo con quanto è scritto nelle varie letterine, bigliettini di saluti ed e-mails di quel signore passato nella memoria dei posteri con il nome di Paolo di Tarso? ha notato la differenza?
Con i miei saluti più cordiali.
Florenskij.
In questo caso non si tratta di citazioni ma di note bibliografiche che servono alla scientificità di un lavoro, ovvero per dimostrare che quel che si dice è storicamente fondato e richiamando il fondamento per dare la possibilità di ricerche autonome a chi si approccia ad un testo di storia.
Non è la stessa cosa che citare la frase di un altro in una conversazione quale è un blog.
Esempio, lei per dire che l’assenza di dio produce instabilità emotiva cita Monod ‘l’uomo zingaro dell’universo’. Appunto quella è una citazione che, se è un modo iperusato diventa un vezzo più che un’utilità, e che comunque non è mai garanzie di verità delle sue affermazioni ma è solo un a fortiori; se io, chessò, dico che il 10 giugno 1806 in Auatria sotto l’arciduca Carlo era stata istituita la Landwehr composta di ex soldati e volontari, devo citare la fonte per mostrare che non me lo sono inventato (Lefebvre, Napoleone, Laterza pag.333).
Questa la differenza tra una citazione (non intrinsecamente necessaria per il valore di un’affermazione) e la nota bibliografica (intrinsecamente necessaria in caso di fatti poco noti per mostrare che non me la sono inventata e per consentire al lettore di fare ricerche autonome).
Per Signor Florenskij.
“Evidentemente era un cocktail che allora riusciva meglio di tanti altri.”
Signor Florenskij glielo spiego io. Si vede che allora, rispetto alle altre religioni emergenti, pensavano piu’ a delinquere che a portare avanti il loro credo, come ora del resto.
Mi raccomando legga il libro e ci dica cosa ne pensa, cosi’ se le piace evito di spendere soldi inutilmente.
La ringrazio gia’ da adesso, Signor Florenskij.
fascistello,
la differenza tra l’autore del libro ed uno che conosco e’ che il primo le citazioni non le fa a vanvera e non le sbaglia neanche.
differenza non da poco, direi
Leggo nella recensione che, secondo il Salinero, i persecutori non volevano fare martiri ma apostati … Che scoperta! Tutti i persecutori ideologici hanno sempre preferito l’abiura al martirio del perseguitato. Il fatto e’ che non si dovrebbe considerare legittimo mettere qualcuno di fronte alla scelta fra ripudiare le proprie idee o subire persecuzione. Altrimenti non si vede quale torto sarebbe stato fatto, per esempio, a Giordano Bruno.
Ma, si legge sempre nella recensione, ai tempi degli antichi Romani i diritti dell’uomo e la libertà di associazione erano concetti che dovevano ancora essere concepiti.
Figuratevi se come studioso di storia non concordo!
Ma perche’, allora, questa ineccepibile contestualizzazione non si applica anche alla storia del Cristianesimo? Perche’ si dovrebbe giustificare la macelleria di Diocleziano e non quella dell‘ Inquisizione? Anche nel Medio Evo i diritti dell’uomo e la libertà di associazione erano concetti che dovevano ancora essere concepiti.
Saluti.
Infatti personalmente non giustifico, ma condanno come condanno qualsiasi azione violenta atta a sopprimere la libertà di coscienza. Quindi constato che la mancanza di diritti oggi basilari non giustifica l’azione violenta perpetrata verso chi non si adegua al potere costituito e che se questo vale per le persecuzioni contro i cristiani, tanto più conta per i secoli di repressioni contro ebrei, pagani, eretici, “streghe”, ecc., tanto più se da parte di una organizzazione che si è sempre presentata come protettrice della morale. Mi crea dunque un certo fastidio sentirmi dire, come accade spesso, che non si può criticare l’opera della Chiesa nè sottolineare quanti crimini siano stati compiuti in nome della religione perché (parole testuali rivoltemi da un utente qualche tempo fa) “i roghi certo non li ha inventati l’inquisizione!”.
Chapeau! 😉
@ Cesare b
La macelleria di Diocleziano e quella di Torquemada sono assimilabili.
Diocleziano non faceva pubblicità ingannevole.
Sono sempre a tua disposizione per spiegarti le ovvietà.
@Stefano.
“Diocleziano non faceva pubblicità ingannevole”.
Diocleziano credeva e pretendeva che si credesse che il culto pagano procurasse un aiuto soprannaturale all’ Impero e che il suo abbandono lo danneggiasse.
Pubblicita’ progresso?
Saluti.
@ Cesare b
“Nel 303, dopo vent’anni di regno, Diocleziano lanciò la terza e ultima persecuzione. Le ragioni che lo spinsero a farlo rimangono oscure”
A chi? A tutti meno che a Cesare b….
Quello della razionalità vera.
Cesareb,
per quanto possa sembrare aberrante, la persecuzione di Diocleziano era legittima
in quanto era l’imperatore. I cristiani erano solo dei sovversivi.
Non così quella dell’inquisizione, illegittima sotto tutti i punti di vista. La chiesa
basava il suo potere secolare su un falso. Non parliamo poi dell’aspetto religioso.
le persecuzioni sono tutte assimilabili, però ciò che fece Diocleziano può essere paragonato solo nominalmente ai massacri perpetrati dalle inquisizioni cristiane, dalle crociate, e ai massacri degli eretici.
chi ammazza 1000 persone è un assassino, chi ne uccide milioni è un genocida, c’è una bella differenza.
C’è anche un’altra grossa differenza.
La chiesa cattolica ha grazie alla violenza, alle persecuzioni, al terrore convertito e sottomesso i popoli e così oggi ottiene un’adesione, privilegi e potere costruiti in questo modo, che non avrebbe se avesse agito in modo differente, mentre non esistono più i discendenti degli imperatori romani e del loro potere (e dell’aristocrazia in genere). Quindi ciò che ha fatto la chiesa in passato ha effetto sul suo presente e loro ne sono i discendenti e rappresentanti di questo “glorioso passato” che non rinnegano e giustificano, richiamandosi ad una dottrina che hanno conservato nei secoli. Basta pensare all’enorme patrimonio immobiliare accumulato, alla presenza capillare sul territorio che ne permette il controllo e la propaganda, a tutti i privilegi che hanno e che sono stati conquistati in quel modo: non basta condannare quei comportamenti (e quelle poche volte che lo fanno, lo fanno con una tale fatica e con tanti distinguo e giustificazioni), perchè loro beneficiano oggi di quei comportamenti e per un’associazione che si pone come ente superiore e moralizzatore nella storia è una bella assurdità.
Papa: Che infamen, diren che il numeren dei perseguitaten cristianen essere esiguen ma se venghen perseguitaten anche oggien, soprattutten nei paesen mussulmanen, anzi mi dovere ricordaren di prepararen un incontren con Iman di Romen.
Segretario personale: Per trovare una soluzione e far cessare le persecuzioni.
Papa: Ma che ti passen per la testen, per trovare politichen di comunen accorden per combatteren l’ateismen.
Segretario personale: E’ vero, mi perdoni.
Raffaele Carcano risponde:
giovedì 8 marzo 2012 alle 9:41
@ Florenskij
Il processo di conversione dal manicheismo al cristianesimo da parte di Agostino è cominciato all’incirca nel 384. Due anni prima l’imperatore cristiano Teodosio aveva promulgato un editto che istituiva la pena di morte per i manichei. Coincidenze, ovvio.
Prima di dire corbellerie su sant’Agostino dovrebbe leggerlo. Dopo secoli di studi e conclusioni certe aspettavamo lei per leggere ipotesi assurde.
Ti rendi conto che non stai smentendo i due fatti riportati, vero:-)?