«Blasfema». «Geniale». «Fuori posto». «Da denuncia alla magistratura». La copertina di Diario sulla fecondazione eterologa divide il mondo politico. Per promuovere la campagna per il sì al referendum, infatti, il settimanale diretto da Enrico Deaglio ha scelto come «testimonial» la Madonna, aggiungendo la scritta: «Fecondazione eterologa? Maria disse sì». Una decisione che ha suscitato polemiche sia nel centrodestra sia nel centrosinistra. Il più duro è Luca Volontè, capogruppo udc alla Camera: «Questa copertina rasenta la blasfemia. La magistratura intervenga». Posizione simile per il ministro udc Carlo Giovanardi: «Un’immagine blasfema, segno del grande degrado della politica italiana». Toni aspri per Pedrizzi e Bonatesta di An: «È la prova che la campagna per il sì è condotta volgarmente». Per il cattolico Maurizio Lupi (FI) «operazioni così radicalizzano lo scontro tra laici e cattolici». […] Toni difensivi, invece, per il tesoriere dei comitati referendari, il senatore ds Lanfranco Turci: «Quella di Diario è una provocazione per far riflettere. Un modo per scuotere i cittadini». Sulla stessa linea anche la coordinatrice donne ds Barbara Pollastrini: «Lo scandalo non è Diario ma l’oscuramento dell’informazione televisiva sui referendum. Deaglio ha scelto un modo choccante per scuotere le coscienze ed alimentare la discussione». In difesa del settimanale anche il segretario dei Radicali Daniele Capezzone: «Una copertina molto bella». «Una polemica così non me l’aspettavo – ha commentato stupito Deaglio -. La nostra copertina è stata solo un’amorevole provocazione. C’è ammirazione per quella famiglia così straordinaria. Abbiamo solo applicato a un caso concreto, avvenuto nel passato, parole attuali. Perché il concepimento di Gesù è il primo episodio di fecondazione eterologa». Il senso del suo ragionamento è questo: «Se andava bene per Giuseppe e Maria, perché la stessa cosa non può succedere in una famiglia moderna? Dove è la blasfemia? Basta leggere il nostro numero per capire che l’operazione vuole solo spingere tutti a riflettere».
Fonte: il Corriere della Sera