Si votasse domenica, i referendum di giugno sulla procreazione assistita verrebbero cestinati per mancato raggiungimento del quorum. Sono anni che si va avanti così. Praticamente da quando il partito degli antireferendari si è alleato a quello dei menefreghisti in un fronte del non voto quasi sempre maggioritario. Stavolta però c’è una novità spiazzante: nei sondaggi gli italiani si dichiarano desiderosi di esprimersi. Se pensano di non farlo è perché solo il 22% dichiara di averci capito qualcosa. Gli altri magari sanno che la Bellucci voterà a favore e la Bindi contro. Ma brancolano sul cosa, smarrendosi in un’insalata di embrioni coltivati e non impiantati, fecondazioni omologhe ed eterologhe. Scelte non riassumibili in uno slogan. In questi casi si dice sempre che la colpa è di giornali e tv. Stavolta no. È colpa solo della tv. I giornali ne stanno parlando fino allo stremo. Rai e Mediaset dedicano ampio spazio al presunto figlio illegittimo di Alberto di Monaco – tema di straordinaria rilevanza, soprattutto per Alberto di Monaco – ma ritengono loro preciso dovere non annoiare il popolo con discorsi che lo potrebbero spingere a decisioni precipitose, tipo pensare con la propria testa. Nel silenzio delle scimitarre satellitari, non rimane che continuare a combattere con i nostri stuzzicadenti di carta. Perché sempre più elettori si rendano conto che l’astensionismo sulle questioni etiche non è un’opzione ma una resa, e che questi referendum, comunque ci si schieri, servono innanzitutto a fecondare il cervello.
Massimo Gramellini sulla Stampa