Chi offende il cattolicesimo va punito con una pena non superiore a quella prevista per le altre religioni. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’articolo 403 del codice penale nella parte in cui stabilisce un trattamento sanzionatorio più severo per le offese alla religione cattolica rispetto alla diminuzione della pena disposta dall’articolo 406 per le offese contro altri culti “ammessi” nello Stato italiano. I giudici costituzionali erano stati chiamati in causa dal tribunale di Verona che avevano sospeso, in attesa del pronunciamento della Corte, un procedimento a carico di Adel Smith. Il presidente dell’Unione musulmani d’Italia era accusato di aver gravemente offeso, nel corso di una trasmissione televisiva, la Chiesa, il cardinale Giacomo Biffi e Papa Giovanni Paolo II. Con la sentenza di illegittimità depositata oggi in cancelleria (n.168, scritta dal vicepresidente Guido Neppi Modona), la Corte ha così cancellato una “inammissibile discriminazione” sanzionatoria tra religione cattolica e le altre confessioni religiose. L’incostituzionalità è limitata alla norma del codice penale (art.403, primo e secondo comma) che per le offese al cattolicesimo prevede la pena della reclusione fino a due anni se avviene mediante vilipendio di chi la professa, e da un anno a tre anni se la vittima è un ministro del culto. D’ora innanzi la pena dovrà essere diminuita, così come stabilito dal codice per le altre religioni. […]
Fonte: Repubblica.it