In totale sono 11 i cardinali elettori provenienti da due Paesi europei di grande tradizione cattolica: Francia (5 elettori) e Spagna (6 elettori). Tradizione che oggi stenta a trovare la posizione che la storia in passato le aveva assegnato. Nei due Paesi, infatti, è in corso una profonda crisi di fede. Evidente, in Francia, un po’ meno in Spagna. In entrambi i Paesi si sta verificando quello che, in altri Paesi europei più influenzati dalla presenza protestante (Germania e Inghilterra, ad esempio) si è già verificato da parecchio tempo. Una generalizzata carenza di vocazioni religiose e un progressivo svuotamento delle Chiese. La fede, infatti, viene sempre più vista come esperienza intimistica slegata dall’appartenenza a una comunità religiosa concreta. In Spagna, in particolare, le avvisaglie di una debacle già in atto, si sono avute soprattutto durante la recente crisi intercorsa fra il governo iberico di Josè Luis Zapatero e la conferenza episcopale spagnola su temi come i matrimoni tra gay, le unioni di fatto, la ricerca scientifica sugli embrioni, l’insegnamento della religione nelle scuole. La Chiesa era su posizioni lontane da quelle del governo e, pare, di una parte considerevole dell’opinione pubblica, segno di una frattura in atto. La Francia, a differenza della Spagna, vive i suoi problemi maggiori a causa soprattutto della forte presenza musulmana nel Paese. I cattolici sono spaventati dall’avanzare dell’islam che ormai raggruppa lo stesso numero di fedeli cattolici e anch’essi, forse più degli spagnoli, tendono a ritirarsi «nelle case», a nascondersi, pur di non dover entrare in conflitto con chi non vive lo stesso credo. I musulmani sono più uniti, riescono a essere più un popolo rispetto ai cattolici francesi e, in ogni città, le moschee si moltiplicano e fioriscono. […]
Fonte: il Tempo