Dopo le anticipazioni pubblicate su Libero del nuovo libro di Gianluigi Nuzzi, che rivelano riservati documenti vaticani sul caso Boffo, emergono altre indiscrezioni. Che vanno ben oltre il semplice gossip, ma fanno ulteriore luce sui rapporti fin troppo stretti tra alte sfere istituzionali italiane e i vertici del Vaticano al fine di mantenere i privilegi di cui gode la Chiesa cattolica. I documenti, promette il giornalista, saranno nei prossimi giorni integralmente disponibili sul suo sito.
Si scopre ad esempio una cena riservata tra Benedetto XVI, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e sua moglie Clio, in Vaticano. E un appunto in cui si suggeriscono al papa i punti da trattare nella serata, di interesse schiettamente politico e legislativo. Particolare attenzione alla difesa della famiglia tradizionale, contro qualsiasi apertura per la tutela delle coppie di fatto.
Il documento manifesta preoccupazione per le dichiarazioni di “due esponenti del governo” Berlusconi e del Pdl, Renato Brunetta e Gianfranco Rotondi, che “hanno fatto annunci in tal senso”, quando promossero i Didore. La strategia del Vaticano, messa nero su bianco, stronca qualsiasi apertura sul tema: “si devono evitare equiparazioni legislative o amministrative fra le famiglie fondante sul matrimonio e altri tipi di unione”. “Potrebbe risultare utile”, suggerisce poi il testo, “un sistema di tassazione del reddito delle famiglie” che tenga conto di reddito e “numero dei componenti della famiglia”. A sostegno delle ‘vere’ famiglie cattoliche.
Col presidente si parla anche di fine-vita ed eutanasia. E il Vaticano, visto che è in ballo una possibile legge, “avverte anzitutto l’esigenza di una chiara riaffermazione del diritto alla vita” per “escludere qualsiasi forma di eutanasia, attiva e omissiva, diretta o indiretta, e ogni assolutizzazione del consenso”. Evitando “sia l’accanimento terapeutico, sia l’abbandono terapeutico”. Non è un caso che poi si arriverà al ddl Calabrò, che nega gli spazi di autonomia personali.
Non solo ostruzionismo per estendere i diritti verso le coppie di fatto, quelle gay e riforme laiche, ma anche attivismo per mantenere privilegi fiscali della Chiesa. In altri scritti Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, fa riferimento ad incontri con l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti per discutere “le soluzioni di un prossimo problema che potrebbe preoccuparci e riguarda i problemi fiscali”. Si parla anche di Ici per gli immobili ad uso commerciale della Chiesa. Infatti, “il laicismo potrebbe approfittarne per creare una seconda Questione romana di aggressione ai beni della Chiesa”, teme uno dei responsabili delle finanze vaticane, con “tasse, cessazione privilegi, esasperazione controlli ecc.”. Si, proprio “privilegi”.
Non mancano anche incontri tra l’attuale ministro Corrado Passera e il presidente Ior, per il pesante crac dell’ospedale San Raffaele. Dalla Santa Sede ancora nessun commento ufficiale per le carte fatte uscire dai ‘corvi’. Ma si vocifera ancora che questi nuovi vatileaks puntino a colpire il segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. Intanto la commissione d’inchiesta interna si muove per individuare le talpe che stanno incrinando pesantemente l’immagine serafica del Vaticano.
Vittorio Feltri, l’ex direttore de Il Giornale che fece scoppiare lo scandalo che ha travolto Dino Boffo, intervistato dà la sua versione sulla ‘velina’ che inguaiò il già direttore di Avvenire. Per Feltri non era una bufala. E sostiene di non aver avuto il documento da Gian Maria Vian, come sospetta Boffo. Ma da “un’alta personalità della gerarchia ecclesiastica”, che però non svela. E’ per questo che il suo giornale si sentì così sicuro nel pubblicare lo scoop.
Indiscrezioni anche sulla gestione del caso di Emanuela Orlandi, proprio quando monsignor Vergari, già rettore della basilica di Sant’Apollinare dove è stato sepolto Enrico De Pedis, risulta tra gli indagati per la scomparsa della giovane. Nonostante la trasparenza ostentata dal Vaticano, viene fuori dai documenti scovati da Nuzzi che al papa viene consigliato di tacere sulla vicenda. Giampiero Gloder, il religioso che collabora alla stesura dei suoi discorsi, scrive che il fratello della Orlandi “sostiene fortemente che ai vari livelli vaticani ci sia omertà”. E per questo “il fatto che il papa anche solo nomini il caso può dare un appoggio all’ipotesi”.
