Il numero doppio, d’agosto, della “Civiltà Cattolica“, la rivista dei gesuiti di Roma stampata col controllo riga per riga delle autorità vaticane, apre con un editoriale anonimo intitolato “Tolleranza e intolleranza”. L’intolleranza presa di mira è quella laicista. Ma sul finire, l’editoriale sterza in casa propria e dà una lavata di capo a quel “cattolicesimo che si autodefinisce adulto” ma in realtà si piega al laicismo dominante e “praticamente dissolve” la morale cristiana. Ecco le righe dell’intemerata: “Laicismo e intolleranza non sono mali che affliggono la Chiesa soltanto dall’esterno. C’è, per così dire, un ‘laicismo’ interno ad essa, ed è la propaggine dell’osmosi esistente tra una certa parte del mondo cattolico e il laicismo della cultura dominante. Questo laicismo interno, che ha le sue manifestazioni di intolleranza ed è per sua natura più insidioso di quello che attacca la Chiesa dall’esterno, agisce sommessamente con l’esasperata demitizzazione dei testi fondanti della fede cristiana, con la pratica dissoluzione della morale cristiana in nome di un cattolicesimo che si autodefinisce adulto, con l’intellettualizzazione di stampo ‘illuministico’ della fede”. Il pensiero va obbligatoriamente a Romano Prodi che nel marzo del 2005, in costrasto con l’appello del cardinale Camillo Ruini per l’astensione nel referendum sugli embrioni, pronunciò la frase divenuta celebre: “Io sono un cattolico adulto e vado a votare”.
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