Le tentazioni dei ciellini

[…] A molti è sembrato più il festival della Compagnia delle Opere che il meeting di un movimento ecclesiale, con molta più attenzione alle «imprese da portare avanti» che al richiamo ai valori dello spirito. Si tratta di un’impressione che ha accomunato osservatori sia vicini che lontani dal movimento. Non soltanto per Eugenio Scalfari i ciellini di oggi riflettono maggiormente lo stile organizzativo di don Bosco che quello contemplativo di San Francesco; ma anche all’interno del movimento di don Giussani vi è stato chi ha apostrofato il gruppo dirigente con un eloquente: «ridateci Cl». E poi le bordate di fischi che quest’anno sono tornate a rendere animoso (se non incattivito) un evento che nelle ultime edizioni era stato più tranquillo ed ecumenico. Fischi selettivi, ovviamente, soprattutto per i cattolici che – pur pensandola come i ciellini sulle questioni della famiglia e dei Pacs – hanno la colpa di militare in schieramenti politici diversi da quelli della Casa delle libertà; o i fischi compressi, come quelli che hanno aleggiato sull’intervento di Rutelli che pur ha prestato in questi anni particolare attenzione alle proposte dei vescovi e dei cattolici. Il colore politico dei fischi è emerso ancor di più con l’accoglienza travolgente riservata a Berlusconi, cui è stato concesso un singolare parterre per rientrare sulla scena pubblica dopo le ferie estive. […] La base di Cl, dunque, sembra far fatica ad assimilare le indicazioni dei vertici della Chiesa italiana (ribadite anche da papa Wojtyla e dal suo successore) sulla questione dell’unità politica dei cattolici: l’unità è oggi sui valori di fondo, da parte di credenti che non hanno un solo partito, ma sono chiamati a testimoniare la fede religiosa in formazioni politiche aperte al dialogo. Si incrina quindi l’idea che sia in atto un movimento di riappacificazione tra le molte anime che compongono il cattolicesimo italiano impegnato, obiettivo per cui la Cei (e in particolare mons. Betori) si è fortemente impegnata in questi anni anche in vista del prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Verona (sul «laicato cattolico»), previsto per la fine di ottobre 2006. […] Da ultimo, appare evidente che Cl soffre di essere orfana di don Giussani, suo fondatore e leader carismatico per molti anni. Se non è in atto una frattura tra la base del movimento e il suo attuale gruppo dirigente, si può almeno affermare che quest’ultimo appare un po’ incerto nelle sue scelte e nel cammino. A detta di alcuni, avendo perso il suo leader di sempre, la base ciellina non guidata rischia di tornare alle sue antiche tentazioni.
Il testo integrale dell’articolo del sociologo Franco Garelli è stato pubblicato sul sito della Stampa