I cattolici dell’Ulivo attaccano Rodotà

Come volevasi dimostrare, l’intervento “laico” sulla bioetica, svolto da Stefano Rodotà al seminario di Frascati, ha sollevato malumori all’interno dell’Ulivo. Non è dunque bastato, come era facile prevedere, affiancargli un intervento del cattolico Elia. L’ala cattolica dell’Ulivo ha infatti scritto una lettera ai capigruppo Finocchiaro e Franceschini con la quale ha espresso “il disagio per come il professor Rodotà ha presentato il punto di vista laico sulla bioetica”. Sarebbe interessante sapere dai firmatari (tutti rutelliani della Margherita: Baio, Binetti, Bobba, Carra) cosa avrebbe dovuto fare Rodotà: presentare un punto di vista cattolico spacciandolo per laico?

Sulla vicenda, un articolo di Goffredo De Marchis è stato pubblicato su Repubblica ed è disponibile sul sito della Camera

3 commenti

Micky

Sull’accaduto, proverò a dare una mia lettura tutta politica. A mio parere la vicenda è da far rientrare nell’attivismo politico della CEI, la quale non si accontenta più di avere un solo partito di riferimento (come la ex DC), ma vuole dominare tutto lo scenario politico, indipendentemente dal colore politico. Nel Centro-Destra la cosa è fatta (o almeno questa è la mia visione). L’UDC si ispira direttamente ai valori cristiani e fa parte, assieme a Forza Italia, del Partito Popolare Europeo, AN sta facendo di tutto per entrarci e la Lega Nord si atteggia a paladina della cristianità contro l’invasore islamico. I laici del Centro-Destra, che pure ci sono, sono messi in condizione di non nuocere. Nel Centro-Sinistra, invece, le cose sono un po’ più complesse per cui il legame con la Santa Sede, che pure esiste, non è certo così totalizzante come nello schieramento opposto. Nel Centro-Sinistra, però, sta per nascere una nuova creatura, una specie di superpartito chiamato Partito Democratico. E’ questo il giocattolo sul quale la CEI vorrebbe mettere le mani. Ora, le frange cattoliche che perseguono questa operazione stanno adottando due strategie: quella dell’estremismo alla Binetti ma anche quella dell’apparente moderatismo di molti altri leader, i quali, non intervenendo fermamente a difesa delle tesi laiche, di fatto lasciano spazio a quelle vaticaniste. In questo momento la CEI si trova sicuramente in vantaggio, ma… non è mai detta l’ultima parola. La speranza è che nel Partito-Democratico i laici, che comunque sono tanti, riescano a trovare uno spazio così forte da bloccare sul nascere il tentativo della CEI. L’asso nella manica, a mio, parere, è la società civile che con i suoi gruppi organizzati, come l’UAAR, movimenti GLBT, e quant’altro sta facendo breccia nell’opinione pubblica (e quindi anche nei partiti) sui temi della laicità. Io, ammetto, ho una fede: la crescita civile della società intera è inevitabile, anche se a volte segue percorsi tortuosi.

Emilio Gargiulo

… in poche parole, sarebbe bene impegnarsi affinché il Partito Democratico non diventi una filiale della CEI…

Micky

Non solo. E’ importante impegnarsi affinchè il partito democratico non diventi una filiale della CEI, come momento di inversione della tendenza della chiesa a dominare la scena politica. Ma è altrettanto importante infondere il “vaccino” della laicità anche in quelle formazioni politiche oggi affette dal “mal vaticano”.

Commenti chiusi.