Le secolarizzazione è un fenomeno talmente vasto da essere ormai ammesso persino dalle gerarchie ecclesiastiche. Se tanto ci dà tanto, dovrebbe comportare una riduzione significativa del numero delle chiese. All’estero accade in maniera diffusa, soprattutto nei paesi del Nord Europa. E accade anche in Italia. Ma nel nostro Belpaese le modalità con cui “accade” sono bizzarre. Meno insolito, anzi banale, è la conseguenza ultima di quanto accade: maggiori costi pubblici e maggiori introiti per il proprietario degli edifici. Che è anche il più grande proprietario immobiliare d’Italia.
Da anni anche nel nostro paese si assiste a un calo della partecipazione religiosa, tanto che almeno il 20% della popolazione ormai non si reca mai in chiesa, secondo una ricerca di Franco Garelli. Una diminuzione emersa anche da una ricerca commissionata dai vescovi in aree storicamente roccaforte del cattolicesimo, come la Sicilia centrale. Nonostante ciò, le istituzioni sono sempre prodighe nel concedere alla Chiesa fondi più cospicui per la costruzione di altre chiese, destinando quote degli oneri di urbanizzazione secondaria e finanziamenti ad hoc sia locali sia nazionali come documentato dalla nostra inchiesta sui costi della Chiesa. Iniziative prese di concerto con i vescovi, come l’edificazione di una cinquantina di chiese nelle periferie di Roma promossa dal sindaco Gianni Alemanno. In un paese costellato da campanili, ma che spesso manca di infrastrutture e servizi davvero utili a tutta la cittadinanza.
La Conferenza episcopale ha destinato l’anno scorso 190 milioni di euro (stessa cosa nel 2011) dell’Otto per Mille per l’edilizia di culto, di cui 125 per la costruzione di nuove chiese. Cifra non stratosferica, se paragonata ai quasi 100 milioni circa l’anno in contributi comunali per oneri di urbanizzazione secondaria. Intanto in diverse zone, complice anche il calo generale dei sacerdoti e la crescita della loro età media, le parrocchie ormai scoperte e inutilizzate — specie quelle in zone scarsamente abitate e difficili da raggiungere — vengono vendute. Anche i cambi di destinazione d’uso delle chiese gravano sulle casse pubbliche, come scriveva anche Curzio Maltese ne La questua, per una media annua di circa 150 milioni di euro.
Va chiarito che sotto la dicitura “edilizia di culto”, su cui cui piovono finanziamenti pubblici sottratti da capitoli di spesa quali l’edilizia scolastica, ricadono anche le cosiddette “pertinenze”. Cioè gli appartamenti e le abitazioni di vario tipo per religiosi (dai palazzi vescovili alle canoniche, tutti esentati dall’Imu), gli oratori con relativi bar, ma anche campi sportivi e sale ricreative sovente affittate a chi pratica sport, e persino per riunioni di condominio. Si genera così una spirale sussidiarista, per cui lo Stato e gli enti locali svendono o lasciano andare in malora (per poi svendere) il proprio patrimonio immobiliare, mentre i finanziamenti pubblici al patrimonio immobiliare della Chiesa non accennano a fermarsi. I Comuni, per garantire i servizi, sono quindi di fatto costretti a pagare affitti proprio alla Chiesa che fornisce strutture e che poi detta le condizioni, arrivando a sfrattare scuole pubbliche. Come accaduto a Castiglione dei Pepoli, in provincia di Bologna, dove la curia che prima affittava al comune i locali per la scuola media locale a 11mila euro l’anno ha raddoppiato l’affitto, nonostante i prezzi di mercato fossero più bassi. Il Comune aveva proposto di pagarne 13mila, ma la diocesi non ha accettato il compromesso e ha intimato lo sfratto, che sarà esecutivo da luglio.
Come scrive Il Corriere della Sera, il fenomeno delle chiese sconsacrate adibite ad altri usi va lentamente affermandosi anche in Italia, sebbene non ai livelli di altri paesi occidentali. Secondo la Cei, circa 65-70mila chiese sono di proprietà ecclesiastica. Il fotografo Andrea Di Martino, che per la sua mostra “La messa è finita” ha girato l’Italia per fotografare queste ex-chiese ora destinate ad altri usi, cita stime che parlano di almeno 700 chiese sconsacrate.
Sono i singoli vescovi a decidere quando dismetterle, mentre il Vaticano interviene solo nei rari casi in cui il valore dell’immobile supera il milione di euro. Per edifici di valore storico, culturale o artistico si affaccia lo Stato tramite la Sovrintendenza ai beni architettonici, con diritto di prelazione nel caso la diocesi optasse per la vendita. A volte la chiesa non viene sconsacrata e viene concessa occasionalmente a terzi per attività quali concerti o esposizioni, tramite contributo alla diocesi. Altre volte, come accade un po’ in tutta Italia, diventa un centro culturale o un locale.
Secondo il sociologo Marco Marzano, autore di Quel che resta dei cattolici, il fenomeno delle chiese sconsacrate non sarebbe comunque in aumento. “Anche con un crollo verticale dei praticanti, le parrocchie non chiudono, perché le gerarchie ecclesiastiche non vogliono evidenziarlo”, spiega, “in Italia anche i non credenti difendono le chiese, perché fanno parte del patrimonio artistico”. Ma non certo tutte.
L’edilizia di culto ha dunque costi pubblici prima, durante e dopo. In poche parole: sempre. Già è grave che la pratica religiosa sia finanziata dall’amministrazione pubblica. È però ancora più grave che i contribuenti finanzino anche le fantasiose speculazioni immobiliari della Chiesa cattolica. La sudditanza psicologica dei politici italiani nei confronti di vescovi e cardinali, giustificata da un’aprioristica predisposizione favorevole al fenomeno religioso, non è ormai soltanto una questione di laicità. È ormai anche, e talvolta soprattutto, una questione di buona e onesta amministrazione.
La redazione
Architetto: E questo è il progetto della sua nuova chiesa.
Sacerdote: Ma a me sembra una discoteca.
Architetto: Così quando verrà sconsacrata non sarà necessario fare modifiche.
Così Papa Francesco ci andrà di nascosto con l’amica, a ballarci il tango. 🙂
@Grassino
Del resto una serata di tango è stata già dedicata al nuovo papa in occasione del natale di Roma il 20 aprile sera a piazza del Popolo dal nostro inimitabile sindaco Alemanno
Sacerdote: Ma perchè c’è questo mixer nell’altare?
Architetto: Ehm… Per ora le servirà per la transustanziazione… poi…
Sacerdote: E perchè lo scrigno per ostie, calice e vino è una lunga e alta credenza di cristallo?
Architetto: Ehm… Ci potrà tenere riserve che dureranno fino alla sconsacrazione… poi…
Sacerdote: Uhm… E perchè i sedili dei banchi sono comodi divanetti imbottiti?
Architetto: Ehm… Per ora favoriranno lo scambio del segno di pace… poi…
http://www.youtube.com/watch?v=C2zByof-9PI&feature=player_detailpage 🙂 🙂 🙂
Non c’è più quel sano rispetto per i luoghi sacri. 😆
😆
Sacerdote: Ehi, …ma c’è un w.c., invece del sedile, dentro ogni confessionale!!!…
Architetto: Beh, il w.c. potrà servire a lei durante le confessioni (non mi dica che – sentendo le confessioni – non le sarebbe già servito diverse volte in passato) poi i confessionali verranno piastrellati all’interno e saranno le toilette della discoteca.
Ora arriverà il solito Nobel per l’economia a spiegarci che così l’edilizia evita la crisi.
Se tanto ci dà tanto, dovrebbe comportare una riduzione significativa del numero delle chiese. All’estero accade in maniera diffusa, soprattutto nei paesi del Nord Europa.
Questo lo dite voi ma non corisponde alla realtà. Nei paesi del Nord Europa succede esattamente il contrario ( Belgio, Lussemburgo, Olanda o Germania, tanto per fare qualche esempio). Le chiese “sconsacrate” in quei paesi rappresentano un numero esiguo rispetto a tutti gli edifici di culto esistenti, a cui si aggiunge continuamente la costruzione di nuove moschee.Con il sistema che vige in quei paesi, a parte le diverse sfumature giuridiche da un paese all’altro, lo stato spende molto di più dell’Italia. Senza contare che in Italia un numero enorme di chiese sono opere d’arte che attirano milioni di turisti ogni anno, con un guadagno per la collettività. Questa non é laicità, ma incapacità, dovuta a faziosità, nel fare quattro semplici conti.
Le moschee all’ estero vengono edificate in rispetto dell’ormai accettato multiculturalismo, in modo da garantire alla minoranza musulmana luoghi, altrimenti mancanti, dove svolgere le loro funzioni religiose. Cosa che in Italia trova parecchie resistenze, specie dai gruppi politici più conservatori. Differente è il caso del cristianesimo, a cui si obietta l’uso di ingenti somme di denaro per la costruzione di nuove chiese in un paese in cui le vocazioni sono in calo e sempre meno gente è praticante. Verrebbe da pensare che le chiese che ci sono già siano sufficienti. Quindi teniamoci gli edifici di culto già presenti e le opere d’arte. Ma non vedo l’utilità di destinare il 66% del denaro destinato all’ edilizia di culto per la costruzione di nuove chiese. E poi non ci sono soldi per conservare adeguatamente le sopracitate opere d’arte.
“Ma non vedo l’utilità di destinare il 66% del denaro destinato all’ edilizia di culto per la costruzione di nuove chiese.”
Tu no ma gli amici di Giuseppe si. La speculazione edilizia guidata da Comunione e Liberazione sai quanti bei soldini (nostri) si mette in tasca?
Il premio Nobel imperversa senza quartiere. Ora si scopre che chi guadagna dal turismo è la collettività e non gli operatori turistici.
@giuseppe
Tu non puoi parlare di faziosità. Te ne rendi conto?
Giuseppe fa una osservazione giusta: la maggior parte delle chiese sono vere opere d’arte.
Tralasciamo il fatto che la maggior parte di queste opere d’arte siano state fatte distruggendo o depredando opere d’arte precedenti (vedi il panteon a Roma, più che una chiesa un insulto).
Sono opere d’arte e, come tutte le opere d’arte in italia, vengono lasciate a se stesse. Certo, le chiese sono gestite dalla comunità religiosa che un minimo di restauro lo fa (a differenza di tantissimi tesori artistici che l’italia ha e che sono, invece e a causa della chiesa, lasciati in rovina).
Non sarebbe meglio spendere denaro per tutelare questi (e tutti gli altri) patrimoni artistici italiani invece che sprecarlo per chiese di cui non se ne sente l’utilità?
gli oratori con relativi bar, ma anche campi sportivi e sale ricreative sovente affittate a chi pratica sport.
Queste sono strutture di grande utilità pubblica, che si reggono anche grazie al volontariato cattolico ( che non costa nulla). Se non ci fossero, il disagio sociale, specie nel mondo giovanile, aumenterebbe spaventosamente. Con costi e tensioni che lo stato non sarebbe in grado di gestire.
Il premio Nobel ha colpito ancora.
Continua pure a fare dell’ironia. I fatti restano tali.
Quali fatti? Quelli che t’inventi e che continui a riproporre pedissequamente?
giuseppe, i fatti sono che la tua “analisi” fa pena. Nel senso che è proprio sciocca.
Il volontariato non costa nulla? E chi lo sovvenziona, lo spirito santo?
Lo Stato gestirebbe costi e tensioni adeguatamente se i fondi non fossero dirottati per far piacere a qualcuno.
O non hai capito ( cosa molto facile ) o fai finta di non capire. Nei due casi fai piangere !
@giuseppe
Qui l’unico che non capisce, al solito, sei tu. Oppure sai benissimo di stare scrivendo delle boiate, il ché è ancora più disgustoso. Nei due casi, fai piangere
Adesso motivami la tua affermazione sull’assenza di costi del volontariato. Pensi davvero che sia a costo zero? Credi che si attui con uno schioccare di dita?
Ti risulta chiaro che se lo Stato smettesse di deviare fondi su attività inutili gestirebbe tranquillamente gli ambiti che ora non riesce a gestire? Eppure, è facile da capire. Non che da te mi aspetti molto.
@giuseppe
Ah, se tu sei limitato e scrivi le solite boiate senza argomentarle non è colpa mia, fai tutto tu. Quindi, non hai motivo di risentirti. Fai una più bella figura ad astenerti.
la situazione italia-chiesa vista da voi è una cosa così:
“Voi (noi italiani) senza il nostro aiuto non riuscireste a gestire xxx cose per questo siamo utili”
quello che capisce la da gente logica (sempre noi italiani) è:
“Voi, se non ci fossimo noi che vi rubiamo i soldi, non riuscireste a gestire xxx cose perchè non avreste i fondi per farlo, noi invece sì perchè li otteniamo da voi. Quindi. se non ci fossimo noi che lavoriamo con i vostri soldi, non avreste i fondi per fare le cose che facciamo noi con i soldi che attualmente ci date.”
Sembra un controsenso, ma sembra proprio che funzioni così
Quando si dice che la Chiesa cattolica è il più grande proprietario immobiliare d’Italia saltano fuori tutti i leccaostie sfidando i non credenti di fare una stima del valore economico del Duomo di Milano o di Firenze ad esempio. Risulta evidente che sono opere artistiche/architettoniche di incalcolabile valore (e di dubbio gusto, ma questo è un aspetto soggettivo e personale) ma se teniamo conto dei castelli ad uso privato che esistono in Italia allora si potrebbe obbiettare la stessa cosa, eppure hanno non solo un valore catastale ma anche dovuti oneri per il comune che lo ospitano e i proprietari pagano non indifferenti somme per le tasse (IMU principalmente). La differenza?: il castello viene penalizzato perchè non è dedicato al culto religioso. Siamo al medioevo. Poi ci lamentiamo che i nostri vicini europei ci vedano come dei cialtroni.
whichgood ma lo sai che nelle chiese si prega anche per la tua anima? E tu vuoi pure far pagare l’IMU a questi benefattori dell’umanità?
Quello che è giusto è giusto, va riconosciuto il loro merito. Vorrei soltanto far notare che per un servizio che avrà ripercussione nell’aldilà non dovrebbe essere ricompensato nell’aldiquà, altrimenti anchio potrei chiedere la somma che spetta all’anima di mia nonna morta.
E anche il metodo non è molto corretto se permetti. E’ come un venditore di pentole che s’introduce in casa tua, ti riempie la cucina di pentole e dopo ti passa la fattura.
il castello viene penalizzato perchè non è dedicato al culto religioso. Siamo al medioevo. Poi ci lamentiamo che i nostri vicini europei ci vedano come dei cialtroni.
Ma cosa vuoi fare credere ? I castelli che hanno un oggettivo valore sono curati e visitati; certo non tutti perché non tutti di grande rilievo, almeno per il turismo. Che ci possiamo fare se i turisti preferiscono le grandi e numerose chiese italiane ? Il fatto é che la religione produce bellezza, una bellezza che trascende tutto e resta in eterno. Dire poi che il duomo di Milano e quello di Firenze sono di dubbio gusto é il colmo. E’ vero che si tratta di un aspetto soggettivo e personale, come dici, ma se questi sono i tuoi criteri meglio astenerti da certe valutazioni.
Se tu non capisci il valore artistico di un castello, faresti meglio ad astenerti. Altrimenti mi spiegherai perché non si può dire che questo o quel duomo siano di dubbio gusto.Evidentemente, non ti sei mai trovato ad assistere alle iniziative del FAI.
Non so te poi, ma io di turisti nelle chiese ne vedo sempre di meno e quelli che vedo sono a seguito delle guide, non ci vanno di loro iniziativa.
Quanto alla religione che produce bellezza, poi, faresti bene a guardare meglio cosa c’è in giro. Sempre che i tuoi canoni di bellezza non abbiano valori minimi.
La religione produce bellezza, come testimoniano S. Giovanni Rotondo, le chiese in stile democristiano degli anni ’70 e tutti gli ex-voto del mondo.
E i castelli di valore sono tutti curati, come testimonia S. Giovanni d’Acri. (Ma sono sicuro che basta chiedere a “Italia nostra” o al FAI per scoprire innumerevoli esempi di immotivato abbandono. Senza contare che in Campania si toglie denaro a Pompei per darlo all’edilizia di culto.)
Per tua informazione ci sono castelli bellissimi trascurati e malandati, chiedi al FAI.
E comunque ci sono altri luoghi di cui si vergognano anche i turisti per come vengono gestiti. PIccolo esempio?: il Colosseo, nientemeno.
E che dire di tutte quelle chiese trascurate per “mancanza di fondi” (che poi i fondi destinati agli edifici di culto dell’8×1000 per la Chiesa cattolica non si capisce che fine fanno) mentre vengono costruite sempre di nuove ?. Scusa ma se tu hai una bella casa che necessita di un tetto nuovo perchè piove dentro, invece di investire in questo tetto vai e costruisci una casa nuova, lasciando la tua abbandonata ?.
Se ho capito bene, secondo giuseppe, alcuni castelli sono opere d’arte e altri no, mentre le chiese sono tutte opere d’arte.
Da dove comincio a smontare questa assurdità?
gmd85 risponde:
mercoledì 1 maggio 2013 alle 13:49
Se tu non capisci il valore artistico di un castello, faresti meglio ad astenerti. Altrimenti mi spiegherai perché non si può dire che questo o quel duomo siano di dubbio gusto.Evidentemente, non ti sei mai trovato ad assistere alle iniziative del FAI.
Non so te poi, ma io di turisti nelle chiese ne vedo sempre di meno e quelli che vedo sono a seguito delle guide, non ci vanno di loro iniziativa.
Quanto alla religione che produce bellezza, poi, faresti bene a guardare meglio cosa c’è in giro. Sempre che i tuoi canoni di bellezza non abbiano valori minimi.
Oltre che essere arrogante sei molto ignorante.
@giuseppe
Complimenti. Davvero. Sono atterrito dalla tua capacità di controbattere… No, non è vero.
Adesso, se ce la fai, controbatti a questi punti. Te li divido così magari ti viene più facile:
1) Perché il valore artistico di un castello, simbolo di storia – ti piaccia o meno – sarebbe meno rilevante di quello di una chiesa. Chiesa che può piacere o no, indipendentemente dai gusti universalistici di giuseppe;
2) Ti piaccia o meno, i turisti nelle chiese sono a seguito delle guide. Quelli che ci vanno di propria sponte, sono pochi. Io vedo molti asiatici, sempre pronti con le fotocamere, ma lo fanno dappertutto, quindi non fanno testo. Poi fatti un giro per chiese e renditene conto
3) La religione produce bellezza. Forse, una volta, gli stili architettonici comuni a molte strutture, non solo religiose, producevano bellezza. Oggi, direi proprio di no.
Prego. Altrimenti, è lecito pensare che l’unico ignorante (e frignone) sei tu.
gmd85, ma ti pare che uno incapace di capire quanto ha torto su giudizi di verità possa anche soltanto immaginare di non essere il depositario ultimo dei giudizi di valore? Questo è convinto che siccome a lui piacciono le vongole, le vongole sono oggettivamente buone.
@fab
Effettivamente, no.
whichgood risponde:
mercoledì 1 maggio 2013 alle 12:49
E anche il metodo non è molto corretto se permetti. E’ come un venditore di pentole che s’introduce in casa tua, ti riempie la cucina di pentole e dopo ti passa la fattura.
Certo che siete unici, nel senso peggiore del termine. Paragonare secoli di arte, cultura e storia alle pentole é cosa che solo un membro dell’uaar puo’ fare. Datevi una calmata cosi evitate di accumulare brutte figure.
Ma tu hai capito che whichgood si riferiva al metodo di gestione, si?
Certo che ho capito, ma il paragone é infelice, giusto per essere gentile.
Se davvero tu avessi capito avresti dovuto scrivere: paragonare il metodo di gestione a. Dai, hai sgarrato a leggere. Giusto per essere gentile.
Certo che non saper leggere è una brutta cosa.
Stavamo parlando dei ministri e altri “cultori” del culto, che bisogna sostenere con risorse pubbliche. Se ci sono religiosi che pregano per le anime degli altri (senza che gli altri ne abbiano bisogno o chiedano tale “servizio”) sono cavoli propri, non vedo perchè ci sia l’obbligo di sostenerli, a meno che non si formi parte della loro comunità. Io come cittadino italiano non formo parte della Chiesa cattolica; non vedo per quale motivo devo sostenerla.
Domani potrei decidere di fare gesti magici per proteggere la tua incolumità e poi ti passo la fattura. Ti rendi conto di quanto sia ridicolo ?.
giuseppe, non si sa se a corto di argomenti o di comprendonio, schiamazza sul dito invece che sulla luna e spera che noi facciamo altrettanto.
E sono stato benevolo. Ho comparato la preghiera a un set di pentole, qualcosa di estremamente utile e tangibile. Non capisco la tua obiezione.
@giuseppe
vediamo se c’arrivi:
Chiesa = simbolo di potenza (prestigio economico) presso il popolino
Potenti che commissionavano le chiese = persone che dovevano “vendere” la propria immagine presso il basso volgo per evitare guai o per ingraziarsi i superiori
Chiesa = “merce” di scambio a fine di propaganda
D’altronde non si capisce perché i dipinti e i film possono essere di propaganda mentre gli edifici, qualsiasi tipo di edificio (o le cerimonie), no.
Ma tutto può essere nel mondo parallelo di giuseppe…
Scusate ma vorrei fare un appunto. Il povero Giuseppe (il cui nome dovrebbe essere messo come patrono dei cornuti e coglionati ben bene) ha fatto fuorviare, come suo solito, la discussione; non capisco se per maestria (dubito) o perché la sua insipienza è per tutti noi contagiosa. Il punto è un altro: noi non dobbiamo parlare del passato ma del presente perché castelli e chiese del passato, sono una testimonianza storica che fa parte del nostro patrimonio e di quello dell’umanità.
Lo scandalo sta nel fatto che, come accade ultimamente a Roma, vengono costruite, “con il denaro pubblico” caro Giuseppe, nuove chiese nel momento in cui i fedeli che le frequentano sono sempre meno. Ora le cose sono due: o il tuo dio esiste e ha chiamato al cellulare il papa e alemanno, dicendogli che tra dieci anni tutti torneranno al gregge, oppure Alemanno è stato chiamato direttamente da “papi” che gli ha detto: “dai sciu chi mi sun accurdà col PD e sto a goernà ancora. Sotto ragasci con la speculazion ediliscia che el Furmigon e la su band di CL, l’è pront”.
Oppure il Papa ha chiamato Napolitano al telefono e gli ha detto:
“Querido Napo, es hora que formes un nuevo Gobierno caritativo, con gente capaz y bondadosa, no te olvides que CL es el ejemplo moral que debe gobernar para el bien de la Iglesia, ejem ,disculpa, para el bien de Italia… Las iglesias sono tan pequeñas que no hay màs lugar para los millones de fieles. La instrucciòn pùblica es cosa del pasado, hace falta educaciòn de calidad, orientada a Dios y las iglesias deben ser la escuela y la universidad del futuro “.
@ whichgood
Mirabile l’analogia del tuo discorso con il talebanesimo….
Giuseppe sei talmente accecato dai pregiudizi che non ti riesce di scrivere un intervento sensato e/o veritiero neanche a fare apposta.
Mi chiedo se tu sia plagiato e in buona fede… ma francamente ne dubito.
dubbio condiviso.
Visto che costui volta frittate da sempre e che si arrampica sui vetri insaponati da sempre, io sono CERTO che è in perfetta malafede.
Ed è per questo che non merita la minima risposta da parte di alcuno.
Proprio voi che siete ontologicamente maestri del pregiudizio non potete dare questi giudizi.
La tua unica forza argomentativa è la polemica e il giudizio negativo su chi non la pensa come te. Infatti ai post argomentati non rispondi quasi mai.
@giuseppe
Te li riporto un po’ di commenti tuoi del passato? Così vediamo chi è maestro dei pregiudizi.
Eddai, lasciatelo estinguersi…
Il povero peppiniello ha un cervellino da criceto e per giunta malfunzionante, tanto che ha dimo
strato di non capire un accidente e di essere totalmente incapace di un commento sensato.
La chiesa vuole marcare il territorio, come i cani che orinano dattorno, per cui non si edifica un
nuovo quartiere o soltanto un gruppo di case in periferia, senza che sia funestato da qualche
bruttissimo e funereo edificio che chiamano chiesa, anche se assomiglia più ad una stalla per
allevamento intensivo o capannone industriale che ad una chiesa tradiziionale.
La stalla razionale può starci, visto che dovrebbe servire ad allevare pecorelle; dico dovrebbe,
perchè le pecorelle la evitano. Nelle mie passeggiate domenicali, ho visitato tutti i nuovi rioni,
immancabilmente deturpati da qualche edificio squallido e funereo, quasi mai alliettati da verdi
giardinetti e spesso il mio passaggio ha coinciso con l’uscita dei fedeli, pochi e quasi tutti di età avanzata; i pochi giovani facevano da sostegno a qualche malfermo vecchietto.
La chiesa non molla la presa, continua ad edificare chiese, a spese altrui, come se fossero utili,
al posto degli indispensabili servizi e del verde pubblico e cominciano a notarsi preti e suorine
importati dall’Africa o dal Sudamerica, vista ormai la locale assenza di vocazioni.
Mi tormenta un dubbio, o meglio, una quasi certezza, vista la ben nota corruttibilità dei nostri
politicanti, che i finanziamenti alla chiesa siano favoriti da congrue mazzette, oltre che dalla
facile ricerca di popolarirà.
Priapus
”… i finanziamenti alla chiesa siano favoriti da congrue mazzette…”
Lo penso anch’io e l’ho ripetuto varie volte: è il modo più sicuro
di far sparire soldi senza paura di intercettazioni e controlli fiscali.
Calunnie, solo volgari calunnie, come é nel vostro stile. Dimostratelo.
Polemica, solo volgare polemica, come è nel tuo stile.
giuseppe, tu stai solo difendendo il tuo sordido piatto di broda.
Dimostralo tu che non è vero.
@giuseppe
Vieni da me e ti proto dall’ex vescovo della diocesi. Te lo faccio spiegare da lui.
Perchè non lo lasciate estinguersi?
All’estero il fenomeno della vendita di chiese è sicuramente maggiore e meglio documentato che in Italia tanto che le chiese nazionali hanno dovuto emanare delle regole sulla vendita ponendo delle limitazioni al tipo di trasformazione di cui può essere fatta oggetto una chiesa dopo la vendita (tipo trasformarla in una discoteca o in un centro commerciale). Ma la riduzione dei fedeli e della loro partecipazione alla messa, la riduzione delle vocazioni e del conseguente numero di preti e l’aumento dei costi di manutenzione (sono ormai lontani i tempi privilegiati del sistema clero-aristocrazia in cui la manodopera era a buon mercato e tutto costava poco per chi aveva i soldi) obbliga le chiese a ridurre il numero di parrocchie e a liberarsi delle costruzioni troppo onerose e talvolta in pessimo stato o a cederle ad altre confessioni (tipo agli ortodossi recentemente a Vienna, oggetto di una controversia vescovi-parrocchiani, cosa che evidenzia anche chi sia il vero proprietario).
Così in Germania a Berlino la chiesa cattolica ha venduto circa il 25% delle proprie chiese, mentre la chiesa evangelica luterana ha annunciato che nei prossimi anni venderà circa un migliaio di chiese (in un primo tempo era circolata la voce che ne avrebbe venduto addirittura la metà, cioè circa 10 mila).
In Germania il fenomeno della vendita di chiese è già in atto in modo apprezzabile da anni, di meno in Austria, e questo nella ricca Germania dove i fedeli delle due chiese principali comunque rappresentano ancora quasi il 59% dei tedeschi, circa 48 milioni di fedeli, cioè una cifra numericamente superiore a quella dei cattolici italiani.
La cosa curiosa da osservare è come in Germania vi siano complessivamente meno della metà delle chiese che vi sono in Italia eppure ne vendono diverse (ed il loro patrimonio immobiliare è stimato complessivamente in circa 500 miliardi di €, meno della metà di quello italiano). La ricca Germania ha un numero medio di chiese per parrocchia di circa 2 contro gli oltre 3.5 della “povera” Italia (95 mila chiese con 26 mila parrocchie). Insomma la “povera” Italia dopo aver affamato in passato il proprio popolo sperperando ricchezze per le manie di grandezza del suo sistema di potere clero-aristocrazia, si trova ancora oggi a dover “affamare” il proprio popolo per mantenere un patrimonio immobiliare esorbidante.
Perché se è vero che i pezzi pregiati portano turismo, come succede per i castelli, non tutti i pezzi sono pregiati. Se è vero il dato fornito da un fondamentalista cattolico che il 70% di questi è considerato bene culturale e storico (e temo che sia così vista l’abitudine italiana a considerare opera d’arte qualsiasi chiesa), siamo di fronte ad una palese truffa, così come nel caso delle pseudo-pensioni di invalidità. Cioè si è gonfiato il numero per spillare soldi allo stato ed ottenere agevolazioni (gli edifici storici godono di detassazioni) e sovvenzioni. Sicuramente una riduzione delle chiese di medio e basso livello sarebbe ininfluente ai fini del turismo, ma non lo sarebbe per le tasche degli italiani. Non è pensabile che se gli anni passati sono stati dissennati, dobbiamo pagare per questo passato anche oggi, in una situazione poi di calo dei fedeli e della pratica religiosa.
Come esempio per chi sa il tedesco ecco il sito della chiesa evangelica luterana tedesca per la vendita dei suoi immobili:
http://www.kirchengrundstuecke.de/
ed un articolo riguardo alle vendite di Berlino
http://www.welt.de/print-welt/article669540/Die-Kirchen-verkaufen-Gotteshaeuser.html
Molto interessante! Grazie!
Il guaio è che continuano a costruirne e che le nuove costruzioni siano tutte pugni negli occhi.
Io, che riconosco alle chiese solo un valore architettonico, mi rifiuto di contribuire alla costru
zione di sgorbi inguardabili che anche distruggono l’ultimo angolino di verde, molto più salu
tare di illusioni superstiziose.