Da tempo contestiamo il sostegno pubblico alle scuole private, mettendo in evidenza come il risparmio per le casse dello Stato sia presunto e opinabile, e come foraggiare questo tipo di istruzione abbia conseguenze negative per la qualità della formazione e per la tendenza alla ghettizzazione. Per questo l’Uaar ha sostenuto, specie in un periodo di crisi e tagli, la necessità di una scuola pubblica davvero di tutti. Per esempio appoggiando il referendum consultivo che il Comitato Articolo 33 ha promosso a Bologna. Anche in altri paesi la questione è sentita ed emergono criticità quando gli stati finanziano o favoriscono gli istituti privati, specie quelli di schietta impronta religiosa.
In Lousiana la controriforma dell’istruzione caldeggiata da governatore Bobby Jindal, che prevede l’erogazione da parte dello Stato di buoni scuola da spendere nelle scuole private, sta purtroppo dando i suoi frutti. Il progetto permetteva alle famiglie di scegliere istituti privati se quelli pubblici non avevano standard ritenuti sufficienti, e lo scorso anno sono stati messi a disposizione 30 milioni di dollari. La Corte suprema dello stato ha sancito però che è incostituzionale dirottare soldi dalle scuole pubbliche a quelle private: la Lousiana dovrà quindi riallocare i 30 milioni usati per i voucher e prenderli da un altro capitolo di spesa. In seguito ci si è anche accorti che gli studenti delle scuole private foraggiate, soprattutto religiose e diverse delle quali con programmi incentrati sul creazionismo, danno risultati peggiori nei test rispetto a quelli che frequentano gli istituti pubblici.
Una ricerca del professor Stephen Gorard dell’università di Durham ha invece messo in evidenza come in Gran Bretagna il sostegno del governo alle scuole private religiose acuisca la divisione tra gli studenti di famiglie ricche e quelli meno agiati. Nelle faith schools, come in quelle private riconosciute dal ministero dell’Istruzione, c’è minore presenza di alunni che hanno diritto a pasti gratuiti e molte di queste “tendono a essere associate ad alti livelli di segregazione“.
A conti fatti, le scuole private religiose funzionano bene soltanto come ghetto identitario, soddisfacendo l’esigenza dei genitori di tenere i propri figli sotto una campana di vetro, indispensabile per proteggerli da un’umanità ritenuta diversa dalla loro e da influenze esterne considerate dannose e immorali. Non a caso, negli Usa, gli acerrimi rivali della scuola pubblica assumono posizioni ancora più nette, scegliendo l’homeschooling. Desideri legittimi, ma che non si vede proprio quale interesse generale possano soddisfare. Ed è per questo motivo che ogni sostegno pubblico all’istruzione privata di stampo ideologico deve venire meno.
La redazione
Mha…
Secondo me non dovrebbe proprio esistere l’homeschooling, e si deve pretendere dalle scuole private standard uguali o migliori alle scuole pubbliche.
non si deve poter giocare con la formazione dei bambini.
Mah… in se non ci sarebbe niente di male. L’importante è che anche quello risponda a livelli qualitativi accettabili, da valutare con gli esami di stato.
Esami di stato fatti seriamente, in cui tutti gli studenti hanno gli stessi criteri di valutazione.
@gmd85:
vade retro, saNtana ! Lei mi è liberista ! Ohibò ! Lei è uno di quelli che punisce il male sul serio ed a posteriori, invece che a chiacchiere ed a priori ! Lei magari prevederebbe un bando d’ appalto in base al quale lo stato valuterebbe le scuole da ammettere a gara, e poi un continuativo controllo sulle scuole assegnatarie, perchè che lo stato compri (lo sapevate ? Lo stato non finanzia le scuole: ne compra i servizi, magari strapagandoli: sapevatelo) servizi scolastici od uniformi per l’ esercito non cambia nulla. Eretico, eretico, eretico ! Finirà ghigliottinato a piazza del Popolo. Io, invece, che ho qualche annetto più di lei, vecchio stile: al rogo, ma con fascine equo-solidali.
@Reiuky
Ovviamente.
@DI MICHELE
Non sono sicuro di aver capito. Mi riferivo, nello specifico, all’homeschooling. Però, pur non essendo un fan di Friedman, dell’appalto, delle scuole charter e via dicendo, dico solo che chi vuole un finanziamento deve garantire livelli di apprendimento ottimali e, soprattutto, non di parte. Inoltre, il finanziamento deve avere un tetto e coprire solo il minimo indispensabile al processo d’insegnamento (che deve essere uguale per tutti). Il resto, se lo paghi il privato. Se queste condizioni non si possono attuare, si abolisca del tutto il finanziamento.
prima di tutto: abrogazione della legge Berlinguer-D’Alema che fa entrare le paritarie private nel “sistema pubblico d’istruzione” 🙁
scuole private SENZA ONERI PER LO STATO! ma i nostri zuavi non sentono da quest’orecchio, ciò che clero comanda loro…eseguono
promemoria Piero Calamandrei, sempre attuale: http://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/2002_3_art1.html
Mi hai anticipato. Purtroppo è la pura verità.
ma se scrivono le leggi sul testamento biologico, quelle sull’ici, secondo voi non scrivono pure quelle che regolano l’istruzione?
Una volta che è assodato che l’intervento clericale nell’attività legislativa è diretto e quasi del tutto privo di mediazione politica, non vedo perchè tale intervento si debba limitare ad alcuni settori, e non ad altri.
E’ inutile che diciamo aboliamo questo, aboliamo quell’altro, facciamo come in America, Svezia o Australia.
Il problema qui è a monte, è sistemico, e purtroppo non risolvibile, almeno nei tempi medi. Certo, facciamo bene a denunciare, perchè è giusto denunciare e proporre, ma prepariamoci al peggio, perchè temo che al peggio non ci siamo ancora arrivati
buongiorno e ben svegliati, eh
Come UAAR dovremo cominciare a riflettere se ‘scuola pubblica’ deve necessariamente corrispondere a ‘scuola statale’ e lottare per superare il dupolio (Stato e CCAR) che da sempre ha in mano l’educazione e l’istruzione. Se non sia il caso di distinguere tra ‘erogazione del servizio’ e ‘orientamento, monitoraggio, valutazione’ del medesimo: la prima da liberalizzare (e aprire a nuovi soggetti imprenditoriali invece di finanziare a riaso i preti), la seconda da mantenere – e qualificare – in mano pubblica. Tutto ciò per aprirsi al moderno e ai cambiamenti restando rigorosi sui principi (scuola antidogmatica, seria, inclusiva, ispirata alla scienza, non legata allo stato etico), senza appiattirsi sull’ideologia nostalgica e tardogramsciana degli insegnanti. Mi sembra la sfida non semplice che abbiamo davanti.
Il sostegno finanziario alle scuole private è un degenerazione. I privati si organizzino con mezzi propri. La scuola per tutti è la statale e per tutte le tasche.
E perchè la scuola sì e: gasolio, medicine, elettricità, computers, posacenere, barattoli di vinavil (sto guardando quello che ho sulla scrivania), calendari, … NO ?
Eh?
Alessio c’è differenza tra beni di consumo e istruzione.
Poi perché lo stato deve comprare qualcosa che sa fare. Chi vuol andare alla scuola privata è libero di farlo, ma perché lo stato deve finanziare ciò che già produce. E’ come se la Fiat finanziasse la Mercedes.
Soprattutto prima si cambi la costituzione perché i costituenti sono stati chiari.
Qui si va fuori dal punto secondo me. Il problema non è se in se la scuola privata vada messa alla stregua di quella pubblica col sistema dei voucher o dell’appalto o di qualche altro artificio legislativo. Qui il problema è che la scuola confessionale potrebbe in prospettiva diventare l’unica scuola decente, se lo Stato continuerà a disinvestire nella scuola pubblica.
Perchè non pensiamo che, in un futuro più o meno lontano, potrebbe sussistere per le medie e le superiori la situazione che oggi sussiste per i nido e le scuole dell’infanzia?
Perchè ci dividiamo su problemi del tutto acontestuali e astratti come quali sia il miglior modello scolastico, quale posto debba avere la concorrenza, se il servizio scolastico sia o meno un servizio come gli altri, e invece non ci concentriamo sul fatto che l’attuale duopolio stato/chiesa potrebbe un dopodomani divenire una quasi monopolio chiesa e basta?
Premesso che, come avevo già detto, un discorso del tutto a parte io lo faccio per gli asili nido e le scuole dell’infanzia – per un problema, a quanto si legge, di offerta pubblica molto minore rispetto alla domanda e solo per questo – dalle elementari in su dico un convinto no al finanziamento statale alle scuole private.
E non mi interessano neanche gli standard di preparazione sia degli insegnanti sia degli studenti.
Quelle poche persone che conosco io e che hanno frequentato scuole private ad esempio hanno avuto una preparazione ottima, forse superiore alla media.
Ma questo significa poco e invece é una questione di principio.
Certo, nel mio caso, è un principio a diesel ……
Spesso si sente dire che la distinzione destra / sinistra è roba del passato. L’alternativa scuola pubblica / privata è invece quanto mai attuale. Per la sinistra (di una volta) la scuola deve fare in modo che chi è meno fortunato (per natura o per cultura o per censo) sia aiutato a raggiungere un livello culturale più elevato possibile: e questo non per bontà d’animo, ma perché la società se ne giova. Si chiama collaborazione. La sinistra attraverso lo Stato dovrebbe perseguire questo obbiettivo. Per la destra la scuola deve selezionare i più capaci, e questa selezione non guarda tanto per il sottile: se uno diventa “capace” perché papà ha tanti soldi e gli fa dare tante ripetizioni, non importa, sempre più capace è. Si chiama competizione (magari un po’ sleale). La destra, attraverso la scuola privata persegue quest’altro obbiettivo. Con tante conseguenze per la composizione della società.
Il problema @faidate, è che la destra ha sempre fatto il suo dovere, la sinistra no.
non per polemica, ma… tipo?
cioè, parli dell’italia?
Eh sì, dell’Italia, non mi addentro in giudizi su altre realtà che non conosco altrettanto bene.
Ad esempio, sui temi del lavoro e del precariato che uno come l’ottimo Andrea Fumagalli racchiude, in tante sue riflessioni, sotto la terminologia “declino dei diritti di cittadinanza”.
p.s. non voglio fare il fenomeno, Andrea Fumagalli l’ho conosciuto casualmente – conosciuto tramite Internet – una decina di anni fa, in un momento in cui, spinta da motivazioni personali, stavo approfondendo il discorso del precariato. E ne ho scoperte delle “belle”, cose sulle quali ero molto ignorante o anche – diciamolo pure – disinteressata. Finchè la cosa ha riguardato persone a me vicine ….. E qui il discorso potrebbe estendersi 🙂
Una constatazione o un tuo pio desiderio?
@faidate,
hai fatto da te un po’ a casaccio mi sa ….
La destra ha fatto il suo dovere… tipo, negli ultimi anni stare in c.ulo a silvietto? O quello di importare, a scoppio ritardato, il friedmanesimo, appaltando qua, privatizzando la (seguita da quella frangia di sinistra che di sinistra non ha una mazza) O, prima, seguire le direttive di Andreotti & co. Si, si, ha proprio fatto il suo dovere.
Che poi si stia parlando di scuola e non di cosa un’ala ha fatto o non ha fatto in passato è irrilevante, vero? Maledette mutatio controversiae.
il suo dovere di DESTRA perdìo!
la destra ha fatto la destra, dunque ha fatto il suo dovere, la sinistra ha fatto la destra, dunque l’opposto del suo dovere.
Chiaro adesso o devo scandire ancora meglio?
Certo che ci deve essere qualcosa di particolarmente eccitante nella provocazione più bassa e stupida, perchè chi la fa non è che, alla lunga, faccia sto gran figurone!
@Engy
Bello! E’ dai tempi di Flo che non si commentava un nickname! Da un’engy, poi! Quando mancano le riposte, si cambia discorso.
Fumagalli sarebbe di destra?
E, soprattutto, perché dalla scuola si passa al precariato?
a tutti quelli che fingono di non capire e provocano nella maniera più ridicola, probabilmente per scaricare le proprie tensioni represse e le proprie frustrazioni, chiedendo ad esempio se Andrea Fumagalli sia di destra, vada il mio più cordiale vangulo.
@Engy
Non credo proprio che PDL e Forza Italia prima siano un partito di destra in senso europeo, rappresentano quella parte di società italiana arraffona, che crede che si possa fare impresa solo pescando nel torbido, il tutto condito da un po’ di sano populismo. Forse si avvicinava di più alla destra europea il movimento di Oscar Giannino, che infatti è andato malissimo alle elezioni.
Io credo anche che uno Stato che rinunci a propagare i valori che gli sono propri – nel nostro caso quelli costituzionali – affidando l’istruzione a terzi senza quantomeno vigilare che quei valori siano effettivamente e proficuamente tramandati, sia uno Stato destinato al fallimento.
Una Repubblica ha il diritto di promuovere valori repubblicani nei cittadini
Hai ragione, ma non si tratta di rinuncia da parte dello stato, è proprio un deliberato progetto di politicanti cıaItroni. E questo succede perché da sempre il governo è svincolato dal volere dei cittadini.
La destra italiana è familista e aristocratica, non meritocratiuca; tant’è che la meritocrazia è diventato un valore di sinistra in Italia
Bisognerebbe prima di tutto capire se il problema è legato alle scuole private o alle private religiose, come io temo. Lo Stato non deve aver paura del privato e la concorrenza tra le due realtà aiuta a tenere il primo efficiente e contrastare le derive lassiste che si solito lo infestano. Il problema, semmai, è vietare non solo il finanziamento ma qualsiasi scuola ,pubblica o privata, in cui si preveda un orientamento ideologico (religioso o politico) tra le sue prerogative; visto che è evidentemente che tutto questo sia fuori dal fine educativo della scuola ed e anche discriminatorio e lesivo dei miei diritti: perché io devo poter andare nell’istituto che voglio senza dover accettare una clausola implicita di un indottrinamento ideologico.
Appunto, concorrenza. Perché deve finanziare il concorrente?
concordo pienamente con te.
Perché, ad esempio, il concorrente può essere infinitamente più efficiente dello stato. Perchè il privato EVENTUALMENTE inefficiente può essere chiuso dallo Stato funzionante, mentre lo Stato QUASI CERTAMENTE inefficiente te lo sciroppi for ever. Perché tutta l’ Italia é affascinata dal conflitto di interessi del Banana, mentre nessuno rileva che lo Stato produce, fa le norme, fa i prestiti, eroga, compra, giudica e punisce tutto da solo: cioè prima faccio e poi mi dico “Oh, come Ho stato bravo” [applausi]. Vabbeh, poi nei test PISA in matematica siamo peggio dei portoghesi e molto peggio dei turchi, se l’ ultimo Nobel scientifico italiano
è di esattamente 50 anni fa: noi siamo egualitari, che ce frega.
Riguardo alla Costituzione: beh ce ne sono scritte tante, di favolette: ad esempio che l’ iniziativa privata è libera, nel rispetto del bene pubblico, blah, blah; é così libera che chi vuole andare a studiare dal privato deve comunque pagare le tasse corrispondenti alla scuola pubblica di cui non usufruisce; quindi il privato perde clienti, ma la sua iniziativa è libera, di fallire. Comunque, se vogliamo cambiare la Costituzione a questo riguardo, io sono il primo a firmare e ad aiutare i banchetti delle firme.
a me non preoccupa affatto la carenza di nobel italiani, quanto piuttosto l’analfabetismo e la carenza di senso civico degli italiani.
credo che la scuola pubblica abbia assolto in maniera soddisfacente alla sua funzione di garantire una decente istruzione ai propri giovani cittadini, fino a tempo fa. la soluzione al declino culturale del paese non è creare scuole d’èlite, ma migliorare le condizioni del pubblico. ed avrei piacere che i fondi pubblici, raccolti anche dalle mie tasse, restassero in ambito pubblico. il privato si finanzi pure con sponsor, seguendo il beneamato modello d’oltreoceano.
La carenza di Nobel è un fatto prettamente economico, investiamo meno in ricerca e sviluppo (privati inclusi), per fare scoperte servono i denari. Ben venga il privato a far concorrenza sui contenuti non sui finanziamenti. Se le scuole private non sono in grado di mantenersi da sole con le rette, non hanno ragione d’esistere.
Le scuole private sono fuori mercato se si vogliono buttarsi sull’istruzione di massa, perché l’istruzione di massa è un investimento a perdere, il cui scopo non è il ritorno economico ma l’utilità sociale. Il giusto posto dei privati è l’istruzione elitaria. Lo stato è l’unico che può dare il massimo della qualità con il minimo prezzo per l’utente, poiché non deve fare profitto.
Semplice matematica Prezzo = Costo + Utile, il privato vorrà tenere l’utile più alto possibile allora agirà sul costo, ma il costo è inversamente proporzionale alla qualità.
Errata
… se vogliono buttarsi …
Dialogo della foto (in lingua originale ovviamente):
Ragazzo a destra in fondo: Mi ebbesi visto er firmme “Elephant”, che ne dite se domani venemo armati e famo na strage?
Altri ragazzi in fondo: Si, si, che bello… dai!
Ragazza al centro: Ma quanto è bono sto ragazzo davanti a mè.
Altra Ragazza: Ma non lo vedi che è en segregato? Glie pagano e boni mensa… glie pagano, quando ce fanno e foto recordo ai tipi come a lui li sfocano sempre.
Ragazzo a sinistra: Mmmmmmm….. o me se rotto er telecomanno dell’antefurto o me hanno fottuto de novo er motorino. Che scola de merda!
Ad essere sinceri io non ho mai capito il motivo per cui debbano esistere delle scuole private, per giunta “orientate da qualche parte”: deve essere lo stato a decidere l’istruzione dei bambini, in quanto futuri cittadini. Se vogliamo dirla tutta i servizi sociali dovrebbero stare attenti anche a con quali valori i genitori educano i propri figlio e, nel caso, intervenire di conseguenza: si parla del futuro di un paese, mica bruscolini.
Per l’appunto. Ma se si rompono le p.alle con il diritto a voler educare i figli come si preferisce, la vedo dura.
Prima che qualcuno si faccia venire la bile, non dico che non si debba dare ai propri figli un orientamento, ma inficiare un livello d’istruzione che potrebbe essere qualitativamente buono per tutti, solo per seguire delle paturnie è un tantinello esecrabile.
trovo condivisibile quello che dice Antonio.
in effetti lo Stato già interviene nell’istruzione dei bambini, avendola resa obbligo di legge.
mi capita di parlare con persone che trovano obiezioni a quest’obbligo…
cosa dovrebbe fare lo Stato? assecondare la legittima opinione di genitori che ritengono la scuola una perdita di tempo?
la pubblica istruzione dovrebbe dare le basi di una cittadinanza consapevole, oltre a fornire istruzione. questo aspetto non è ideologicamente opinabile, secondo me, quali che siano le assurde credenze religiose, politiche o calcistiche della famiglia di origine.
capire la differenza tra diritto e privilegio, tra dovere e vessazione, non è affatto roba da indottrinamento “laicista”, o “comunista”: se qualcuno non riesce ad afferrare il concetto, semplicemente non ha compreso la ragion d’essere della democrazia.
se qualcuno parla di assurde credenze religiose e politiche (lasciamo stare il calcio) delle famiglie, come minimo non è laico.
@E.ng.y
Invece, si. Si tengano le proprie credenze religiose, ma non pretendano che tutto si adatti a esse.
Io sono libero di considerare assurde queste credenze. Soprattutto se diventano deleterie.
@Engy
come ti ha giustamente fatto notare gmd85, il fatto che io reputi assurde delle credenze , non inficia il mio concetto di laicità dello stato.
lo stato laico è equidistante dalle varie assurdità spacciate per verità religiose, come deve esserlo dall’ateismo e dall’agnosticismo.
per quel che riguarda le idee politiche, io sono per la totale libertà di opinione e di parola.
diverso è il caso di una istruzione infantile che non educhi alla democrazia, quali che siano i convincimenti della famiglia di origine del bambino: in tal caso reputo che i genitori non abbiano il diritto di inculcare, tramite scuole scelte con tale scopo, pseudo valori che in realtà sono contrari alla democrazia. i genitori avranno tutto l’agio di intortare i figli durante la vita familiare: che questi per lo meno possano sentire qualcosa di diverso a scuola, in modo, se ne avranno voglia e capacità, di avere l’occasione di formarsi una opinione propria.
Antonio,
stai scherzando vero? No perchè quello che dici è assolutamente aberrante!
Guarda, ti racconto una cosa: una mia nipote sta intraprendendo la strada dell’adozione e ha già superato la prima fase di colloqui con psicologi, sedute dal giudice,ecc.
Mia nipote e suo marito, diversi per carattere, hanno delle basi, delle convinzioni e dei valori in comune.
Mia nipote è assistente sociale.
Ma a parte questo, secondo te come avvengono i colloqui? E come dovrebbero invece avvenire? Stringi stringi, lo psicologo deve dichiarare INIDONEI quei genitori che si dichiarano a vario titolo credenti?
Lo stato deve imporre valori? Quali? Quelli che piacciono a te?
Quali valori? Pochi ma essenziali, tipo il rispetto della cosa pubblica, l’etica del lavoro e del sacrificio come mezzo per raggiungere i risultati e la valorizzazione della cittadinanza e della società civile. Nessuno vuole programmare i bambini, bisogna solo assicurarsi che da grandi non siano elementi nocivi per lo stato.
guarda, in quest’ottica una “revisione” di tutti i genitori wannabe, anche quelli a cui basta un colpo di lombi, non sarebbe male…
disgraziatamente
1) la sicurezza matematica non ce l’hai
e
2) geni e ambiente, e agiscono ben prima della scuola…
Ma pensa un po’ Antonio …..
E questi originalissimi valori che elenchi, sono per caso esclusivo appannaggio di una categoria in particolare?? Quale??
Magari rispondi anche tu alla mia domanda: chi vuole adottare un bambino, secondo te, deve avere requisiti “ideologici” precisi?
Altra domanda: come si fa ad “assicurarsi che da grandi non siano elementi nocivi per lo stato”?
Cioè ma qua siamo proprio al rudo!
Della categoria che è conscia che i risultati si ottengono con istruzione e regole civili e non con le paturnie.
No. Proprio i requisiti ideologici sono quelli che non ci devono essere e nessuno l’ha detto. Basterebbero seri test psicoattitudinali per accertarsi che la coppia sia in grado di far crescere i figli. Senza negarle i propri valori, ma anche senza dare modo che questi diventino negativi e deleteri.
Fornendo loro istruzione e mezzi di socializzazione per evitare che si alienino.
Engy, qui stiamo parlando di adozioni o di istruzione? No, perché sono due cose un tantinello diverse.
Lo stato può e deve garantire il miglior imprinting culturale ai suoi giovani cittadini. Se poi gli irresponsabili genitori di tali cittadini decidono di non avvalersi, sono loro che stanno danneggando i loro figli. Ma se è lo stato che, per primo, fa di tutto per declassare l’istrtuzione che passa ai giovani cittadini è lo stato che deve essere biasimato e, se possibile corretto.
Notare che non ho mai usato la parola “valori morali”.
Quelli che facciano crescere bene i/le figli/e. Perché se le paturnie cominciano a diventare nocive (e ce ne sono), allora non sei adatto/a a crescere altri individui. Può non piacerti, ma è così.
E, comunque, si parlava d’istruzione.
Le scuole private sono notoriamente di scarsa qualità.
Lo studio fatto dalla Fondazione Agnelli in merito alle Superiori: “nonostante la presenza di alcune realtà di chiara eccellenza, la performance della maggior parte delle scuole non statali è deludente rispetto a quelle statali.
http://www.fga.it/interventi-e-analisi/tutti-gli-interventi/dettaglio/article/valutare-la-qualita-delle-scuole-superiori-attraverso-i-risultati-dei-loro-diplomati-immatricolati-n-1.html#.UirG7MbOZ8E
giusto.
a tutti quelli de coccio e ai provocatori, ecco quale fu il mio primo “incontro” con Andrea Fumagalli (e che Dio lo benedica!!!)
http://www.coordinamentorsu.it/doc/altri2002/Fumagalli_brevestoria.htm
Non sono stato io a elogiare la destra prima e uscirmene con Fumagalli poi. Non sono io a mettere n mezzo precariato e altro quando non se ne parla. Quindi, fai il favore,e vita di proiettare i tuoi di disagi.
Cordialmente, sempre dopo di te. 😉
Ah, leggo ora il commento su destra e sinistra. La sparatina iniziale era inutile, visto che, dovere o non dovere, la destra non è certo da elogiare. Non so cosa ci sia nel prendere i commenti degli alti concentrarsi su una parte e spostare il discorso su altro. Comunque, alla lunga, non è che ci si faccia una gran bella figura, eh.
Poi, tesoro, capisco che non ci si debba perdere nell’infodumping, ma se fai commenti striminziti non ti arrabbiare se trasmetti l’idea sbagliata.
ho elogiato la DESTRA dicendo che la destra, che per vocazione deve affamare sempre più i più deboli, l’ha fatto e lo fa?
Ma lo stesso fa e ha fatto la sinistra, il cui DOVERE direi proprio che sarebbe la cosa opposta: risollevare le sorti dei più deboli.
Quindi è una questione di ruoli e di diversi doveri da perseguire; c’è chi il proprio dovere lo fa e chi no.
E tu dividi ancora destra da sinistra? E comunque, non è neanche il tema della news. Al solito.