Caro “Avvenire”, l’Uaar non è potente come la dipingi

Il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire ha pubblicato oggi un articolo dedicato alla vicenda l’Unità-Uaar. Breve riassunto delle puntate precedenti: sabato 12 ottobre l’ultima pagina del settimanale Left, in vendita allegato all’Unità, riproduceva la nostra campagna Viviamo bene senza D. L’indomani l’Unità pubblicava una lettera del deputato Pd Ernesto Preziosi che criticava “la propaganda ateistica o antiteistica”. Il direttore dell’Unità Claudio Sardo gli dava ragione, lamentando il “pregiudizio anti-religioso” dell’associazione: entrambi convenivano sull’incompatibilità della pubblicità Uaar con l’Unità. La replica Uaar è stata pubblicata su Left il sabato successivo: nel frattempo, però, il direttore è stato sostituito.

Il cambio di guardia non è stato accolto favorevolmente da Europa. Il quotidiano ufficiale del Pd (ex Margherita) ha scritto che l’esito delle polemiche tra Left e il quotidiano semi-ufficiale del Pd (ex Ds), quella sulla figura di Giorgio Napolitano e quella sulla campagna Uaar, “è che Claudio Sardo non è più il direttore dell’Unità“. Europa ha anche lamentato l’immediato “spostamento del timone su una linea più radicale e antagonista. Non quella del Partito democratico, insomma, che rimane però formalmente il punto di riferimento politico e anche finanziario del giornale”.

La polemica di Europa contro i cugini dell’Unità è stata fatta propria da Avvenire. Il quotidiano Cei ha pubblicato oggi un articolo di Lucia Bellaspiga dal titolo «l’Unità» Il direttore polemizza con gli atei: epurato. L’espressione elegante usata da Europa non c’è più, e anche la polemica su Napolitano viene brillantemente censurata: la “colpa” è solo degli epurator atei. Sardo è dipinto quasi come un martire: “E pensare che c’è chi dice che i discriminati sono gli atei… a difendere il diritto dei credenti a volte ci si fa male”. Aggiungendo che “già in aprile Claudio Sardo era entrato nel mirino iconoclasta dell’Uaar: aveva scritto che il messaggio cristiano «non può lasciare indifferente chi dà alla fraternità una prospettiva solo umana». Per di più era il giorno di Pasqua”. Il riferimento è a un nostro post pubblicato dieci giorni dopo. Da notare che, come in un crescendo rossiniano, nel pomeriggio anche il sito del periodico integralista Tempi ha ripreso la ripresa di Avvenire.

Avvenire

Il tutto è condito da supposizioni sul ruolo che avrebbe svolto nella vicenda lo psichiatra Massimo Fagioli, il cui figlio è socio nella casa editrice L’asino d’oro dell’editore di riferimento dell’Unità, Matteo Fago. Proprio le parole di Fago, tuttavia, forniscono una chiarissima smentita alle illazioni di Europa, Avvenire e Tempi. Il 29 settembre – prima cioè della pubblicazione dell’immagine della campagna Uaar su Left – Fago fu intervistato dal Fatto Quotidiano. E confermò che il cambio di direttore sarebbe stato imminente.

Già allora si parlava di un periodo di transizione con Luca Landò alla guida: guarda caso, proprio colui che ha preso il posto di Sardo. Il cambio di direttore appariva – già allora – “inevitabile”, perché l’indebitamento del giornale è cresciuto e perché, sotto la direzione governista e ben poco laica di Sardo, le copie vendute sono drammaticamente scese da 40mila a 23mila. Dati alla mano, è dunque più plausibile, molto più plausibile, che il giornalista cattolico Sardo, per giustificare la propria imminente sostituzione e mettere la sordina ai pessimi risultati della sua direzione, abbia voluto precostituire una giustificazione in grado di assicurargli un radioso futuro. Il brand “cattolico discriminato” paga molto bene, di questi tempi.

Noi non abbiamo mai avuto l’occasione di conoscere Fagioli e Fago. Noi non siamo potenti come ci vogliono dipingere i vescovi. Anzi, non siamo proprio potenti, tanto che in Italia ci si diverte a censurarci (Genova, Rovigo, Verona…) su semplice richiesta dei bravi credenti. Non siamo affatto potenti: ma se ad Avvenire vogliono crederlo, li lasciamo credere senza problemi. A credere sono senz’altro più bravi di noi.

AGGIORNAMENTO DEL 25 OTTOBRE
. Fabrizio Meli, presidente e amministratore delegato di Nuova Iniziativa Editoriale, editore de l’Unità, è intervenuto a sua volta per smentire le tesi di Avvenire, accusando tra l’altro la giornalista “di superficialità e arroganza”.

L’associazione

46 commenti

John

Sono indubbiamente d’accordo con questo, salvo su un punto solo che poi dirò. Mi sembra che il link al Fatto Quotidiano del 29 settembre sia da solo sufficiente a smontare in blocco le deboli argomentazioni di Avvenire e di chi gli ruota intorno. Peraltro è molto arguta la scelta della foto che, di fronte a chi argomenta la potenza dell’Uaar, fa risuonare nella mente il quesito «…e la redazione de “L’Ateo”?». Quindi fin qui, avete la più assoluta ragione. Il vostro percorso logico si indebolisce però quando asserite: «è dunque più plausibile, molto più plausibile, che il giornalista cattolico Sardo, per giustificare la propria imminente sostituzione e mettere la sordina ai pessimi risultati della sua direzione, abbia voluto precostituire una giustificazione in grado di assicurargli un radioso futuro». Questa è una pura supposizione che si può sì formulare, ma nella leggerezza di una conversazione tra amici al bar, non in un articolo di “A ragion veduta” che aveva appena terminato di biasimare (giustamente!) le artefatte supposizioni di “Avvenire”, e che non sarebbe dovuto cadere nel medesimo errore di lasciarsi andare a giudizi basati su supposizioni magari anche vere, ma assolutamente indimostrate.

maxalber

Caro John, forse ci sono casi in cui si può ricordare la frase di andreottiana memoria che “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”.
E Andreotti non era certo dei nostri!

John

Maxalber: si, appunto, infatti io stesso ho detto che potrebbe essere anche una supposizione vera. Ma ho anche osservato che la si può formualre nella leggerezza di una conversazione privata, non in un mezzo di comunicazione di un certo spessore culturale come è il blog “A ragion veduta”, che in genere si contraddistingue per il suo rigore logico e per la sua correttezza argomentativa.
Inoltre, io facevo presente il fatto che questo stesso articolo in tutta la sua prima metà è mirato ad opporsi al metodo dell’argomentare per supposizioni.

FSMosconi

@john

Se la conclusione è vera ammetterai però che può anche derivare da un ragionamento generalmente scorretto ma dai dati veri.
O meglio: se è vero, non c’è logica che possa negarlo.

Aggiungo di più: certe volte da ragionamenti scorretti (che prendono cioè dati irrilevanti) si può anche giungere a giusta conclusioni per il motivo cui sopra. Inoltre, siamo sicuri che un dato detto irrilevante sia davvero irrilevante?

Non per forza una conclusione cattiva è sbagliata…

John

FSMosconi:
giuste obiezioni; ti do le mie considerazioni in merito.

«Se la conclusione è vera ammetterai però che può anche derivare da un ragionamento generalmente scorretto ma dai dati veri»
Certamente sì, però, che tale conclusione è vera lo si deve scoprire attraverso altri percorsi, indipendenti dal primo, che ci conducano ad affermare a posteriori che ciò che avevamo concluso sulla base di un ragionamento scorretto era comunque vero.

«O meglio: se è vero, non c’è logica che possa negarlo»
Certamente sì, però la logica che non lo nega deve essere esplicitata, altrimenti si può dichiarare vera qualunque affermazione al modo di Fermat: “Questa conclusione ha una sua base logica che la rende sicuramente vera, ma non ho spazio in questo thread per dimostrarlo”.

«certe volte da ragionamenti scorretti (che prendono cioè dati irrilevanti) si può anche giungere a giusta conclusioni per il motivo cui sopra».
Assolutamente sì, ma purtroppo ciò conta poco, se non si dimostra che vi è ancheil ragionamento corretto. Se uno dice “2×2=4”, e lo spiega dicendo “La moltiplicazione è sempre uguale all’addizione”, noi sappiamo che la sua conclusione è corretta sulla base di un ragionamento sbagliato, ma possiamo dire che la sua conclusione è corretta perché conosciamo bene il vero ragionamento che si sarebbe dovuto fare per arrivare a “2×2=4”.

«Inoltre, siamo sicuri che un dato detto irrilevante sia davvero irrilevante?»
Assolutamente no, non ne siamo sicuri. Ma dobbiamo fare attenzione anche a non cadere nell’errore opposto: nel considerare rilevante ciò che non lo è. Si tratta di un equilibrio difficile da perseguire, lo so.

«Non per forza una conclusione cattiva è sbagliata…»
Beh, qui hai ragione, ci mancherebbe altro!

In conclusione, spero di essere stato chiaro sul fatto che io non penso che sia falsa la vostra supposizione sul ragionamento di Sardo. Assolutamente. Anzi, dirò di più, penso che sia vera. Però appartiene comunque al domìnio dei “se, ma, forse” cioé delle mere supposizioni indimostrabili (volgarmente, del “processo all’intenzione”), che nella sede di un dibattito fra parti avverse come questo penso vada lasciato da parte. Anche quando sappiamo di aver ragione.

FSMosconi

@John

In conclusione, spero di essere stato chiaro sul fatto che io non penso che sia falsa la vostra supposizione sul ragionamento di Sardo. Assolutamente. Anzi, dirò di più, penso che sia vera. Però appartiene comunque al domìnio dei “se, ma, forse” cioé delle mere supposizioni indimostrabili (volgarmente, del “processo all’intenzione”), che nella sede di un dibattito fra parti avverse come questo penso vada lasciato da parte. Anche quando sappiamo di aver ragione.

D’altronde ammetterai anche che è una buona ragione per spiegare quanto accaduto. E ciò non è irrilevante.
O meglio: la sua probabilità relazionata alla sua rilevanza punterebbe maggiormente verso l’accettazione nella discussione.
D’altronde, altro fatto apparentemente irrilevante: se l’interesse non ci fosse stato, perché tale dispiegamento di forse?
Continuo a ribadire: è vero è un punto cieco, ma non così cieco da poter essere ignorato. O da poterne avere conferma a breve.

Roberto Grendene

capisco il ragionamento ma il parallelo regge poco

un conto è asserire ad esempio “Il direttore polemizza con gli atei: epurato” (anzi, gridarlo nel titolo), quando ci sono da tempo dichiarazioni che vedono pianificato il cambio di direzione (una direzione pure fallimentare dal punto di vista delle vendite)

un altro è ritenere più plausibile un fatto invece di un altro (e in risposta a illazioni)

John

Roberto Grendene,
Scusami, non avevo risposto ma ho letto la tua legittima obiezione.
Non era mia intenzione negare l’asimmetria sia dei rapporti di forza che nella risonanza espressiva delle due parti: stiamo parlando del titolo di un quotidiano miliardario contro un passaggio di un articolo di un blog culturale di nicchia.
Penso solo che quel l’ultima affermazione su Sardo indebolisca l’articolo di “A ragion veduta” anziché rafforzarlo.

FSMosconi

@John

Il punto forte dell’abduzione in campo argomentativa [o meglio eco-cognitivo] è che può far giungere (pur essendo impiegata il più delle volte in modo scorretto) a conclusioni giuste o quanto meno plausibili considerando in partenza dati apparentemente irrilevanti.

Che significa: se è giusta la prima conclusione la seconda diventa probabile.
Difatti a che pro dare la colpa all’UAAR se il giornale avrebbe dovuto cambiare direttore indipendentemente?
Dato irrilevante nella polemica sull’UAAR: il direttore non si è dimostrato, diciamo così, all’altezza e il rendiconto del suo operato ne da prova.
Abduzione: potrebbe essere che la polemica contro l’UAAR sia stata un bel modo di trovare un capro espiatorio.
Rigiriamo il punto di vista: la polemica sul manifesto “ateo” non meritava in effetti uno scambio così sentito, e il direttore non avrebbe dovuto avere in circostanze comuni ragioni per coinvolgersi. Perché allora mettersi in mezzo?

whichgood

Il vittimismo cattolico è vecchio di 2000 anni e nasce con un ebreo new age che dice lui stesso di essere vittima di non si sa cosa (sulla carta stampata secoli dopo la sua presunta morte ed esistenza).
Il problema è che il vittimismo non attira più, risulta noioso alle nuove generazioni.

diego

non erano gli altri a essere vittime?? Comunque vero, scommetto che pure i martirii al colosseo erano inventati, o perlomeno ci sono finiti per gravi colpe

parolaio

Carta stampata? Non sapevo che il NT fosse stato scritto nel XVI secolo!

Diocleziano

”… sulla carta stampata SECOLI DOPO la sua presunta morte ed esistenza…”

TaK

Invece secondo te per cosa ci sono finiti ?? Perche’ erano troppo buoni ? :()

stefano

non capisco il bisogno di replicare a tale inutile diatriba dove tra l’altro il cattolicesimo risulterà sempre vittima perchè straricco e proprietario di due giornali a tiratura nazionale, una banca potentissima e una grande influenza su tutti i partiti politici.

whichgood

anche Berlusconi è sempre vittima però non se la beve più nessuno e la sua vera immagine è stata (giustamente) mascherata in tutto il mondo.

stefano

c’è una bella differenza fra l’unto del signore 😀 e il vaticano, il primo è stato condannato in via definitiva da un tribunale dello stato e sbottanato a livello planetario, il vaticano nonostante i crimini commessi nei secoli viaggia a braccetto con tutti potenti del pianeta e riscuote dal nostro preistorico paesello di pecore ben 8 miliardi di euro all’anno con l’8×1000, se ti sembra poco…

Stefano Grassino

Non condivido. Il vittimismo della chiesa è di una professionalità mai raggiunta da alcuno sulla faccia della terra……..e neanche in cielo.

Adriano

Se le dimissioni di Sardo non fossero state un pretesto per attaccare l’Uaar, io ne sarei lusingato. Evidentemente l’Uaar sta dando sempre più fastidio a certi ambienti e se la polemica sollevata fosse realmente capace di spostare gli equilibri interni di un giornale come l’Unità ci sarebbe da rallegrarsi.

Serlver

Insomma, nascondere le proprie incapacità dietro il megacomplotto giudaico-pluto-ateo-gaylebirco-massonico.

faidate

Un po’ fuori contesto: se non ricordo male, Repubblica ha dato notizia che Avvenire ha rifiutato la pubblicità del libro di Corrado Augias : Intervista su Maria. In altro contesto Repubblica ha pubblicato che la Cassa di risparmio di Genova (che oggi ha qualche problema di gestione trasparente) ha pagato €80.000 per gli abiti dei porporati.

Agnos

In questo periodo io penso che l’attività principale dell’UAAR debba essere di propaganda (ben studiata e ben fatta).
Per questo ogni anno destino il 5×1000 di alcune dichiarazioni dei redditi a voi; spero che prima o poi quei soldi arrivino (sono rimasto a quando non era ancora arrivato niente) e che siano destinati in prevalenza a propaganda e sostegno diritti atei.

Joab

“a difendere il diritto dei credenti a volte ci si fa male”.”

E Non c’è da meravigliarsi, quando dicono di credere nel misterioso inspiegabile, e per dimostrasi coerenti praticano settimanalmente la “teofagia”. Dicono di mangiarsi un dio per diventare bravi e potenti come lui. E Per dare forza alle loro stravaganze, hanno bisogno di vestirsi in modi strani, che spaziano dalle scarpette di Prada a cappellini che sono una via di mezzo tra il copricapo dello chef, e la bocca di pescecane. Tutto condito da una bella sgargiante sottana che definiscono “paramento” sacro” ma che fa molto rima con “paravento” sacro. – “A credere sono senz’altro più bravi di noi.”

lector

@–>Alla Redazione

Lasciate, lasciate che pensino che siamo potenti e temibili.
Come diceva il buon vecchio Machiavelli:
“Dal momento che l’amore e la paura possono difficilmente coesistere, se dobbiamo scegliere fra uno dei due, è molto più sicuro essere temuti che amati.”

Nightshade

L’uomo teme ciò che non conosce e distrugge ciò che teme. E i cristiani hanno già dimostrato nella storia quale sia il loro approccio verso ciò che temono con le streghe, gli eretici e gli infedeli

gmd85

Eccerto. L’UAAR, ora, è una lobby strapotente, capace di determinare le dimissioni di qualcuno. Però guai a pensare che qualche pretaccio sia stato spostato a destra e a manca per evitare scandali. Eh, la coerenza.

vico zanetti

L’avvenire mente sapendo di mentire. è noto achi è un filino addentro alle dinamiche del PD, che la decapitazione di Claudio Sardo, è, semplicemente, un effetto del cambio imminente di segreteria. Sardo era uomo di area bersaniana….

vico zanetti

a, ovviamente, vi rivelo uno scoop. Le dimissioni di Benedetto XVI sono un risultato delle pressioni dell’Uaar sul Vaticano… oltre alla lobby gay, in vaticano c’è pure quella atea…

Aristarco

Lobby atea in Valicano ?
Ma che razza di scoop, non è mica una novità.

ALESSIO DI MICHELE

No, è molto strano: sono 17 secoli che vivono alla grande facendosi pagare carissima l’ aria fritta; per me ha veramente del miracoloso. Proprio loro non possono essere atei.

Federix

WOW!!! 😀
Prendiamo tutta questa polemica apparsa su giornali nazionali a grande diffusione come PUBBLICITA’ all’UAAR!!! :mrgreen:

Federix

WOW!!! 😀
Prendiamo tutta questa polemica apparsa su giornali nazionali a grande diffusione come PUBBLICITA’ all’UAAR!!! :mrgreen:

Sandra

“Caro Avvenire, l’Uaar non è così potente come la dipingi”

…. e non ha nemmeno ricevuto un contributo per l’editoria di € 3.796.672,83 (2011).

RobertoV

Incredibile!
Sull’Unità di oggi è stata riportata quasi correttamente e completa la notizia sul vescovo cattolico tedesco Tebartz van Elst e su quello che ha fatto.
La vecchia gestione avrebbe oscurato la notizia (Repubblica non l’ha riportata) come ha fatto su altre cose.
Capisco che Avvenire sia risentita: se incominciano a filtrare certe notizie ….

Gérard

Risultato della partenza di questo Sardo ??
Volevo, sempre in merito alla vicenda del ” Protz-Bischof ” di Limburg, segnalarti un articolo apparso su Bild Zeitung, il quale fa l’ elenco dei stipendi, alloggi , macchine , etc dei vescovi tedeschi . Ovviamente non parla dei doni di privati ( ma personalmente credo che questi siano meno diffusi nei paesi nordici, in confronto con l’ Italia… ) .
Un articolo di questo tipo mi piacerebbe leggere anche in merito agli monsignori italiani ma credo che questo sarebbe una cosa impossibile, anche per il semplice fatto che c’è tanta opacita da quelle parti…
Eine wunderschoene Nacht wuensche ich Dir….

fab

Ci sarà ben un motivo se “Europa” non se lo fila nessuno e campa soltanto con il denaro dei contributi pubblici.

FSMosconi

Be’, è più facile credere alle lobby altrui per chi non si vuol prendere le proprie responsabilità.
Non deve mettere in discussione niente.
Si può continuare ad auto-convincere.
Utilizza meno risorse cognitive nel credere rispetto a quante ne impiegherebbe nell’utilizzare un metodo empirico.

neverclean

Il solito vecchio adagio della CCAR italiana:
chiagni e fotti!
Mi piacerebbe sapere se queste levate di scudi contro l’UAAR da parte di ambienti cattolici italiani quasi certamente riconducibili a CEI e dintorni siano anche un tentativo di stoppare sul nascere – o comunque condizionare – aperture implicite nei nostri confronti che mi sembra siano venute direttamente dal Vaticano, ad es. con la lettera a Odifreddi di Benedetto 16simo.
Ho la sensazione che qualcosa si stia muovendo nel mondo cattolico italiano che fa capo alla CEI, e che questo qualcosa non sia concordato con il Vaticano e la nuova Segreteria di Stato.
Ma non conosco l’ambiente romano: sono completamente ignorante al riguardo.
Opinions, please!

Giuliano

Dividerei la cosa su due piani, uno editoriale e l’altro sociale.
Sul primo va detto che l’Unità è oramai l’ombra di ciò che è stata ed ora, priva di riferimenti, deve solo cercare di non scontentare nessuna delle lobbies politiche e finanziarie che ne garantiscono la sopravvivenza.
Sul secondo occorre tenere conto che ogni outing ateo è, per una società arretrata come la nostra, estremamente impattante.
Ad Avvenire e Tempi andrebbe ricordata una frase detta recentemente dal loro Principale punto di riferimento: “«Non vi ho dato ricette nuove. Non le ho, e non credete a chi dice di averle: non ci sono». Osservatore Romano 06.10.13

massi

Il Pd non è il mio partito. Né L’Unità è il mio giornale preferito. Ciò non toglie che all’interno di quel partito vi siano sensibilità anche molto diverse (secondo me troppo diverse). Così diverse che su certi argomenti, come ad esempio la laicità, preferiscono tavere per non offendersi a vicenda. Questo porta quel partito ad un correntismo ora palese ora sommerso, che lo fa somigliare più alla vecchia Dc che al vecchio Pc, e tuttavia lo paralizza nell’azione politica per le contraddizioni interne che produce, mentre la destra ricava da ciò spazi incontrastati di aggressività. Perché, se pur è vero che in politica l’assadio è reciproco, nel Pd “hanno accorciato i tempi” e l’assedio se lo fanno già fra loro. Tuttavia, per quel che ci riguarda, si deve pur distinguere quali forze e sensibilità ci sono più vicine. Con chi si può o non si può aprire un dialogo dalla nostra parte: che mi pare sia quella più distante e avversa all’invasività cattolica (“atei devoti” esclusi). Perciò, se pur è vero che in politica “qualsiasi gioco si faccia si fa sempre anche il gioco di qualcun altro” è pur vero che “l’importante è far bene il proprio gioco”.

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