Nell’ultimo numero di “Civiltà cattolica” (pubblicato con l’imprimatur del papa), un articolo di padre Mucci attacca coloro «che professano ancora una granitica fedeltà ai fini e alle strategie volteriane: eroi del sistema chiuso della ragione», e nel contempo apprezza gli esponenti del «neolaicismo tenero» – Rutelli, Amato e Pera, espressamente citati – che «non sono pregiudizialmente chiusi nel dogma laicista».
Un articolo di Marco Politi è stato pubblicato su Repubblica ed è scaricabile dal sito della Camera
Più che laici teneri mi sembrano nei confronti del vaticano dei leccaculi clamorosi, per dirla alla Fantozzi.
Micidiale la descrizione che Sartori fa di Pera, nell’intervista di Sabelli Fioretti:
“Io conosco Pera da quando era assistente di Francesco Barone a Pisa. Pera non era molto bravo. Ha avuto perfino difficoltà a vincere i concorsi quando tutti li vincevano facilmente. Non ha mai avuto molto prestigio. La sua materia dovrebbe essere peralogia. Lui era cultore dell’anarchia del metodo. Ma se c’è metodo non ci può essere anarchia, anche un professore di peralogia dovrebbe arrivarci».
È presidente del Senato.
«Di forza propria non ne ha. Deve vivere di buoni servizi resi a chi lo ha nominato».
Visto così, Pera lo si capisce molto meglio…
Visto da vicino, lo si capisce ancora meglio. Il Lombroso aveva ragione.