Il Vaticano chiede a Israele di cancellare la sfilata dei gay prevista a Gerusalemme per dopodomani. In attesa che la Corte Suprema si pronunci sui ricorsi dell’ultimo minuto presentati da più parti, la Santa Sede, attraverso il nunzio in Israele, e con una nota ufficiale, ha fatto domanda al ministro degli Esteri, Tsipi Livni, di adoperarsi affinché venga impedita la manifestazione nella Città santa per ebrei, cristiani e musulmani. La nota ribadisce la posizione della Chiesa sulle persone omosessuali, espressa nel Catechismo della chiesa cattolica. “La Santa Sede esprime la sua viva disapprovazione per tale iniziativa perché essa costituisce un grave affronto ai sentimenti di milioni di credenti ebrei, musulmani e cristiani, i quali riconoscono il particolare carattere sacro della città e chiedono che la loro convinzione sia rispettata”. […] La Parade, organizzata dall’associazione Open House, si svolgerà nella zona dei ministeri lontano dai quartieri abitati dagli ultra-ortodossi in centro. Gli attesi 2-3.000 manifestanti saranno protetti da almeno 12.000 poliziotti. Si prevede che migliaia di zeloti cercheranno di opporsi al suo svolgimento. Il Rabbinato capo di Israele ha invitato a una protesta pacifica e a “riunioni di preghiera contro questa abominevole marcia”. Da giovedì mattina sedute di preghiera contro la Gay Pride si svolgeranno in particolare al Muro del Pianto. “E’ scandaloso che, come avvenne a Roma nel 2000, anche in occasione del secondo World Pride, che si terrà tra pochi giorni a Gerusalemme, il Vaticano prema sulle istituzioni statali per un divieto”. E’ quanto afferma il presidente di Arcigay, Sergio lo Giudice. “Il Vaticano – prosegue – conferma di essere la più grande organizzazione internazionale omofoba del pianeta. Preferiremmo che l’ accordo fra le tre grandi religioni monoteiste si trovasse sul tema della pace nel mondo e non – conclude Lo Giudice – sulla lotta ai diritti umani delle persone omosessuali”.
Gerusalemme, Vaticano contro gay pride: “il governo israeliano impedisca la manifestazione”
52 commenti
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La repressione culturale e sessuale allo stato puro
che schifo
Evidentemente B16 non ha problemi ad offendere i sentimenti dei gay, e non ritiene di dover rispettare le loro convinzioni.
Strano che la Chiesa Cattolica si preoccupi tanto di presunti affronti agli ebrei, dopo averli per tanto tempo definiti “perfidi giudei”.
e vero non se ne puo piu del vaticano e di questa chiesa cattolica che ormai fa solo politica repressiva e fatta di divieti non solo per i cattolici moderati ma anche x noi atei agnostici che siamo cittadini liberi da qualsiasi oppressione religiosa.
le persone con un minimo di civilta dovrebbero prenderne le opportune distanze,lo vogliono capire che viviamo nel 21 secolo e che la dittatura dello stato pontificio e finita e che i cittadini sono tutti uguali. giuseppegalizia berlino
Detesto gli omofobi in tutte le loro forme, specialmente se istituzionalizzate…
Tra parentesi, belle le proteste “pacifiche” e gli incontri di preghiera “contro questa abominevole marcia”…. istigatori d’odio….
Ragazzi, quand’è che organizziamo a Roma una marcia contro il Vaticano?
Cit.: “Preferiremmo che l’ accordo fra le tre grandi religioni monoteiste si trovasse sul tema della pace nel mondo e non (…) sulla lotta ai diritti umani delle persone omosessuali”.”
Infatti, quantomeno per cristianesimo e islam, l’accordo c’è quando si tratta di dare contro a terzi (ossia quelli che la pensano diversamente da entrambi)!
Scusate una considerazione, ma fino ad ora a difendere i tanto perseguitati gay non ci sono stati altro che i diretti interessati, i radicali, gli atei razionalisti. Mi chiedo come mai la cosiddetta società civile, sempre pronta a scendere in piazza per i diritti dei lavoratori o contro la censura, non se ne frega per nulla dei soprusi nei confronti dei gay da parte della Chiesa. Non posso credere che il senso religioso arrivi a far accettare qualunque assurdità venga detta dal Pontefice. Insomma, perché non si organizzano girotondi o cortei, non di gay, ma di gente stufa di tante ingiustizie e prevaricazioni. Sembra che dei gay effettivamente a nessuno freghi niente. Ad esempio questa sinistra sempre pronta a parlare di diritti umani e poi fare ben poco, perché non organizza niente? La fede non può essere cieca, quel che non appare giusto va contestato.
Io sono schifato non per il comportamento del Vaticano che ormai non sorprende più, ma per la totale indifferenza della società civile.
Ad esempio, dov’è l’Italia dei Valori? Di quali valori intende occuparsi? Dei valori bollati o dei valori morali? Sono 4 gatti, ma perché non fanno e non dicono niente?
A RazionalMENTE: sottoscrivo in pieno le tue parole.
E’ vero: delle “rivendicazioni” dei gay non importa granchè, per quanto ne dicano i soloni che vedono lobby di omo a guidare il paese a mò di carboneria, sono (siamo) solo i diretti interessati (e nemmeno tutti, quanti conformisti reazionari omo ci sono…) si fanno sentire, naturalmente poi qualcuno si associa ma, per quanto sono certo che qualcuno lo faccia con sincera convinzione, moltissimi subiscono la presa di posizione perchè fa parte di un pacchetto ideologico-politico, basta vedere infatti come nemmeno a sinistra sia poi così facile trovare considerazione: è ricorrente il refreain “ma non possiamo identificarci con le battaglie dei gay, questo ci fa perdere consenso, la gente non capisce” ecc ecc.
In tutta onestà sono molto disincantato, però c’è un aspetto che fa davvero rabbia: persino nell’America dei pazzi evangelizzatori la destra politica non si azzarderebbe mai, al di là di opinioni su temi quali matrimoni ecc., a dire e becerare le cose che dice la destra anche più moderata in Italia rispetto alla questione dell’omosessualità, è questo l’incredibile, come si spacci per moderazione un estremismo estraneo persino ai conservatori dell’occidente.
Come sempre l’intervento di razionalMente brilla per lucidità di analisi.
Dal mio punto di vista, ex tesserato , militante e dirigente di un partito della cosidetta sinistra radicale (rifondazione), non posso che convenire sul fatto che è in atto una deriva culturale nella sinistra italiana ed europea, fatta di opportunismi e attegiamenti , direi, di stampo aziendalistico, volti a privilegiare l’aspetto quantitativo delle “tessere” , con relativo crollo della qualità critica nel dibattito politico e nelle proposte.
E’ tangibile il timore di “offendere” il sentire di quella che si ritiene essere la maggioranza delle persone. In forza di questo timore si adottano strategie e “linguaggi” che trasudano un ipocrita rispetto, ma, che di fatto, stanno conducendo tutta l’area della sinistra ad un sostanziale disimpegno su tutti quei temi che riguardano i diritti umani fondamentali degli omosessuali, delle donne, degli atei e di chiunque sia , in qualche modo, al di fuori del modello di “normalità” che la società, consumistica e globalizzata, ci impone con le sue tentacolari ed oppressive diramazioni.
Infatti non solo la chiesa cattolica ha ormai come attività principale quello di agenzia mondiale di attivismo anti-gay, vorrebbe pure promuovere una politica di blocchi contrapposti tra paesi ormai conquistati… dalla tolleranza e paesi dove regna ancora una… sana omofobia. E in effetti sarebbe un controsenso se gli ebrei, che hanno subito per secoli i pregiudizi della chiesa, e che ad Auschwitz erano insieme agli omosessuali, adesso si schierassero con il papa
La manifestazione dell’Orgoglio Gay a Gerusalemme è controversa anche per gli stessi attivisti del mondo omosessuale.
Israele è un paese in guerra, ma è l’unico paese del Medio Oriente a garantire diritti ai cittadini omosessuali.
In una situazione caldissima per il paese, a mio parere, questa manifestazione rischia di avere conseguenze molto gravi. Il corteo sarà protetto da 12mila agenti, che dovranno sguarnire zone a rischio, senza contare i controlli che dovranno essere effettuati su tutti gli ingressi nel paese.
Non mi sembra inverosimile che Hamas approfitti della situazione per organizzare un attentato.
Inoltre, le misure di sicurezza che si dovranno prendere, possono avere conseguenze spiacevoli su quella zona grigia di omosessuali palestinesi che cercano rifugio in Israele per non essere uccisi dai propri padri e fratelli (l’islam radicale prevede che un peccato contro Allah sia lavato con il sangue del peccatore e l’obbligo ricade sul congiunto più stretto), i quali si troveranno a rischio di espulsione se la polizia intensificherà i controlli nel paese. Vi ricordo che, ad eccezione di Israele, in tutto il medio oriente l’omosessualità è punita con la morte.
A mio parere, gli omosessuali, soprattutto quelli italiani che manifestano con la kefiah intorno al collo urlando: “Palestina libera”, dovrebbero rendersi conto che non esistono solo loro.
“…un grave affronto ai sentimenti di milioni di credenti ebrei, musulmani e cristiani, i quali .. chiedono che la loro convinzione sia rispettata”.
Sorry. No.
Una marcia contro il Vaticano a Roma?
Quando?
Vengo anch’io e porto i bambini
Una marcia per la laicità dello Stato Italiano con quei pochi politici che senza ma e senza distinguo riescono a dire un no forte e chiaro al Vaticano
Francesca ha ragione.
In un Paese già pieno di problemi, dove ogni giorno può morire qualcuno, si rischia solo di fare ancora più casino.
Fatti salvi tutti i diritti dei gay, e una battaglia che condivido pienamente, credo che non si debba per forza fare quella manifestazione solo perchè si ha il diritto di farla.
Gli sta cadendo il mondo addosso ed essi urlano mentre affondano nella melma dell’odio da loro stessi creata.
Se i politici, o meglio gli idioti, di “sinistra” non hanno capito ancora che i laici sono la maggioranza nel Paese e che, se non si danno una mossa con i diritti civili, sono spacciati, non lo capiranno mai più.
Il momento non mai stato così favorevole. I laici, atei, agnostici, relativisti ecc. devono fondare un movimento per la promozione di questi diritti e devono farlo subito, altrimenti questi abusi non finiranno mai.
“La Santa Sede esprime la sua viva disapprovazione per tale iniziativa perché essa costituisce un grave affronto ai sentimenti di milioni di credenti ebrei, musulmani e cristiani, i quali riconoscono il particolare carattere sacro della città e chiedono che la loro convinzione sia rispettata”
Allora… Io sottoscritto, Daniele primo, autoproclamatomi seduta stante sommo sacerdote della “Chiesa degli Atei” (e chi è contrario, cazzi suoi: è scomunicato latae sententiae)
DICHIARO:
tutto il territorio della Repubblica Italiana SACRO ALLA CHIESA DEGLI ATEI
PERTANTO:
diffido i sacerdoti di ogni altra Chiesa dal manifestare le loro convinzioni sul suolo da me testè consacrato, per non offendere me e i miei adepti (che per la cronaca siamo molto permalosi)
Dico questo ex cathedra, e chi non è d’accordo è soggetto a scomunica e decapitazione con sentenza immediatamente esecutiva.
Così è deciso.
L’udienza è tolta.
Pubblicità.
(Ma vaffan…clero!)
e daiiii. Un po di buon senso. Cosa vuol dire fare una pascolata per la città menando il culo?
E comunque l’omosessualità è una malattia/devianza.
Puoi manifestare fin che ti pare, finocchio sei e finocchio resti.
Se le ragioni di sicurezza valgono per il gay-pride in Israele non dovrebbero valere anche per il viaggio di B16 in Turchia?
La Turchia non è in guerra e non si presenta come un territorio molto piccolo circondato da nemici che lo vedono come un paese da “cancellare dalla faccia della Terra”, ha subito la democratizzazione dall’alto da parte di Kemal Ataturk che ancora oggi gode di grande rispetto.
Questo ne fa un paese “democratico”, a petto delle teocrazie islamiche, nel quale si registra una recrudescenza di fondamentalismo uguale a quella che avviene, purtroppo, nel resto del mondo, soprattutto quello islamico.
Sicuramente saranno attuate misure di sicurezza per proteggere B16, ma capirai che un numero molto piccolo di persone è più facile da proteggere che un corteo che coinvolge un’intera città.
Per l’ennesima volta, e più che altro per amor del vero, l’omossessualità non è una malattia, l’organizzazione mondiale della sanità lo ha scritto a caratteri cubitali, l’astinenza del clero è una devianza, altro che…
A volte mi chiedo, e vi chiedo, cosa ne pensate di come attualmente vengono fatti i gaypride? Indubbiamente la partecipazione è molto eterogenea, c’è chi veste in modo sobrio e chi in modo assai particolare. Il punto è che il gaypride non è percepito dalla comunità GLBT solo come una manifestazione per i diritti, ma anche come una manifestazione di libertà nella quale esprimendo per un giorno la propria gioia di vivere e mettendo da parte le difficoltà del quotidiano ci si mostra non tanto come si è nella quotidianità ma come si è o si vorrebbe essere interiormente. Questo secondo modo di intendere il gaypride secondo me può avere anche effetti negativi su gente lontana da questi temi e dare la sensazione effettivamente di qualcosa di poco serio o carnevalesco. Non sarebbe il caso allora – e mi rivolgo alla comunità GLBT – di dividere il gaypride in due manifestazioni separate, una per i diritti, nella quale ci si veste come ci si vestirebbe in qualsiasi altro giorno, e un’altra invece di festa pura e semplice dove si dà sfogo ai propri sogni o al proprio modo di essere più vero e autentico?
Altrimenti continueremo per millenni a leggere cazzate come quelle di cui il signor Paolo ha voluto darci uno dei più classici esempi e forse non si farà molta strada sul piano dei diritti. Cosa ne pensate?
P.s. poveri pellicani…
personalmente, razionalmente, non sono mai riuscita ad andare, per un motivo o per l’altro, ai vari pride italiani…
però spesso penso anche io che si dovrebbe fare qualcosa di diverso…
intendiamoci, il pride così com’è ora ha sicuramente più visibilità di quella che avrebbe una marcia silenziosa di gente vestita da ufficio ma anche in jeans e maglietta (gente che per il resto va già al pride classico).
e forse è proprio per questo che si continua a farlo così.
ma forse le istituzioni manco se ne accorgerebbero, se la manifestazione fosse più “sobria e pacata” (anche se comunque ora come ora non è certo il carnevale di rio o il mardi gras, per dire)
@razionalmente
Sono assolutamente d’accordo.
Senza contare che una manifestazione per i diritti civili potrebbe coinvolgere tutte quelle persone che sono onestamente interessate alla non discriminazione di una fascia molto ampia di persone, ma non considerano gli omosessuali qualcosa di diverso da cittadini solo per il fatto di preferire un gusto ad un altro, cosa che, a mio parere, non è cosa di per sè così importante da generare orgoglio o sulla quale basare tutta la tua esistenza.
@francesca
beh ma è ovvio che una persona omosessuale non basa la sua vita SOLO sull’essere omosessuale…
però guarda, ti posso assicurare che il fatto di “preferire vaniglia o cioccolato” non rimane solo un fatto privato, perchè bene o male la tua vita (intendo vita di chi è omosessuale) viene comunque influenzata da questo. tanto per fare un esempio idiota, il lavoro. certo, al tuo datore di lavoro non dovrebbe fregare una mazza di chi ti porti a letto. però se sei omosessuale e il tuo datore di lavoro lo viene a sapere, in linea di massima sono cazzi acidi.
ti posso consigliare un libro? si chiama “comprendere l’omosessualità”, di marina castaneda.
è fatto molto bene, e ha molto colpito anche me… se ti può anche vagamente interessare l’argomento, dacci un’occhiata 🙂
@kaworu
Io credo che molto spesso le persone vengano discriminate sul posto di lavoro perchè non sono sufficientemente a conoscenza del diritto del lavoro e dell’impegno dei sindacati ad aiutare chi venga discriminato. Il nostro diritto del lavoro prevede che una persona non possa essere discriminata per via del sesso o dell’orientamento sessuale. Vedi sul sito della CGIL in proposito.
Sono molto poche le persone disposte a rispettare i diritti altrui se tu per primo non ne pretendi il rispetto, anche se si tratta di diritti già acquisiti.
In una società come quella italiana addirittura le donne sono fortemente condizionate dal fatto di non avere un paio di testicoli, quindi immagino cosa voglia dire averli e non essere interessato a vuotarli dentro ad una vagina.
Ma penso che ciascuno di noi non sia prima di tutto un utero o un sacco scrotale. Dobbiamo tendere a creare una società in cui il valore di una persona sia determinato dai suoi pensieri e dalle sue azioni.
Io non mi sento donna prima di ogni altra cosa, e quello che faccio in camera da letto e con chi sono affari miei. Io non mi chiedo, appena incontro qualcuno, cosa gli piace fare a letto, non voglio che gli altri se lo chiedano quando conoscono me.
Il femminismo ha imboccato una strada sbagliata da quando ha considerato primario per una donna la sua sessualità (fino ai deliri della tecnorapina di Tavella & C) sul suo essere cittadina.
Gli omosessuali vengono dopo nel cammino dei diritti, nel senso che loro stanno ancora lottando per avere quello che le donne in linea di massima hanno ottenuto, e credo sia importante per loro imparare dagli errori del femminismo. Invece mi sembra che stiano facendo gli stessi sbagli.
Grazie per il titolo, vedrò di leggerlo non appena avrò smaltito un pò di arretrato.
Francesca, non hai idea di quanto sia fondante (pragmaticamente, nel modo in cui viviamo) per la propria esistenza la condizione di essere omosessuale, giustamente dici che è un aspetto della propria vita ma proprio ogni giorno, salvo essere il frutto religioso che vive nell’ipocrisia e nei sensi di colpa, questo aspetto “marginale” te lo ritrovi a condizionare il rapporto con gli altri, il lavoro, le opportunità e così via.
Qualcuno, ne sono certo, dirà che per lui non è così, ma se per tanti ciò è vero gli diamo un calcio nel culo perchè sono dei viziati paranoici?
Le considerazioni circa la situazione in Israele in gran parte le condivido, ma mettervi nei panni di tanti gay che pensano di vivere in uno stato tutto sommato laico e “occidentale” scoprendo che non è vero vi è di tanta fatica?
Poi la polemica i-n-f-i-n-i-t-a sulla “carnevalosità” dei pride è ormai pallosissima; va bene, ci sono tanti kitch e bizzarri che fanno strabuzzare gli occhi, sarà allora che tutti questi “normalizzati” in prima linea non ci vanno e sarà che bla bla bla.
Probabilmente si vuole imitare l’atmosfera di una San Francisco o di una Rio senza poterselo permettere, ma sorridete amichevolmente almeno per l’ingenuo impegno.
Forse una certa forma di pride ha fatto il suo tempo…forse forse forse….forse anche un banchetto di manifestanti atei può dare l’impressione di un ridicolo manipolo di persone fuori dal mondo: ma non è così vero?
@razionalmente: la penso anch’io allo stesso modo. Sono molto critico riguardo a questi gay pride per come vengono concepiti. Mi sembra un errore tattico da parte degli organizzatori. Farebbe molto piu clamore un corteo silenzioso di persone che manifestano per i diritti civili negati, piuttosto che darne ogni volta un’immagine orgiastica. Alla fine le telecamere riprendono sempre i personaggi piu’ trasgressivi – e la gente, che gia non capisce, si rinforza nei pregiudizi.
Dunque, Kaworu, sinceramente io non ci sono mai stato, però ho visto un mucchio di foto su Internet. Quindi mi sono fatto un’idea non solo attraverso i TG che come sappiamo cercano di mostrare solo il lato “folcloristico” della manifestazione, ma anche attraverso le immagini fornite dalla stessa comunità GLBT. A me personalmente piace il gaypride com’è ora, però il dubbio rimane. Sai benissimo che ci sono persone mezze nude o nude completamente, conciate in un modo ben diverso da quando invece nella vita di tutti i giorni si recano a lavorare in banca, giusto per fare un esempio. Con questo non intendo assolutamente dire che le trans dovrebbero vestirsi in giacca e cravatta, ci mancherebbe. Ognuno è giusto che si vesta secondo la propria identità sessuale. Si avrebbe in definitiva una manifestazione per niente silenziosa o sommessa, chi lo dice? Ma una manifestazione come tantissime altre, con striscioni, con bandiere ecc. Si eviterebbe solo il famoso “scandalo” che viene strumentalizzato dalla Chiesa e dalla destra più estrema per poter dire che i gay sono dei depravati. Capisci? Anche gli etero in certe circostanze sono nudi o vestiti in modo particolare. Una donna che ama il ruolo della dominatrice con frustino e stivali e il suo compagno ammanettato e con museruola se vogliono manifestare per il rinnovo del contratto dei giornalisti, si vestono in modo sobrio. Allo stesso modo chi chiede diritti tipo PACS o matrimonio gay o adozione gay forse otterrebbe di più mostrandosi come nella quotidianità.
Ci sono ad esempio i leathers vestiti appunto di pelle nera lucida, con il classico jockstrap e pantaloni che lasciano scoperto il sedere, cinghie di pelle incrociate sul petto, borchie, catene, ecc. Chi vuoi che dia credito, per i PACS ad esempio, a gente vestita così? Allora i casi sono due: se manifesti per i PACS ti vesti con jeans e maglietta, se invece vai ad una festa mettiti pure jockstrap e catene. Non ti pare?
Per questo dico che sarebbe il caso di fare due manifestazioni completamente separate. O per meglio dire una manifestazione per i diritti e una festa eventualmente subito dopo e in un luogo idoneo.
L’avversione nei confronti degli omosessuali è triste ed avvilente
Tuttavia è doveroso specificare una cosa: l’odio per i gay nasce fra tutte quelle persone che, aldilà del proprio sfondo culturale, li vedono istintivamente come un insulto a qualcosa che li accomuna ancor prima della parrocchia o del partito, vale a dire il proprio orientamento sessuale
l’omofobia è un atteggiamento puramente Eterosessuale
Ed ogni omofobo tende a nobilitare questo suo sentimento inserendolo nell’ambito di ciò che contraddistingue la propria cultura, sia essa religiosa o politica
Mi duole dirlo, ma, anche se assai rari, ci sono omofobi anche fra noi Atei
Io penso che questo sia un punto di fondamentale importanza perché mi sa tanto che a farne le spese sono quei gay che sono lì per i diritti più che per la legittima manifestazione della propria identità.
Vorrei anche ricordare che forse proprio uno dei primi o il primo in assoluto gaypride che fu fatto dopo gli episodi di violenza allo Stonewall fu condotto nel modo più sobrio possibile proprio su indicazione degli organizzatori.
@Rudy
La nostra società, l’occidente dei Diritti dell’Uomo, è troppo giovane per aver sviluppato pienamente la coscienza di se e si batte contro nemici che hanno alle spalle tradizioni millenarie di discriminazione ed abusi, e che, consapevolmente o meno, hanno plasmato il nostro modo ci vedere il mondo.
Porto ancora le donne ad esempio: sentirsi rifiutato un contratto a tempo indeterminato perchè si è in età fertile e “prima o poi si rimane incinte” e vedersi preferire un maschio che vale meno della metà di quanto vali tu è un’esperienza umiliante, come è umiliante il fatto che, tra moglie e marito, chi deve restare a casa per accudire i figli o i suoceri o i genitori è sempre la donna. Ma fino a che le donne considereranno l’intuito femminile, la sensibilità, l’empatia come le sole cose che veramente contano in una persona e ne faranno bandiera per una loro supposta superiorità, avranno perso.
Perchè è proprio la considerazione che hanno di se stesse che le pone nelle condizioni di essere le crocerossine di chiunque. Il maschio, considerato come un bimbo incapace di prendersi cura d’altri che di se stesso, è sollevato dalle sue responsabilità e libero di realizzarsi.
Io “sorrido amichevolmente per l’ingenuo impegno” in posti come Amsterdam o la California, dove i diritti degli omosessuali sono già consolidati. In Italia, questo approccio non fa che confermare l’immagine che la maggior parte delle persone ha degli omosessuali, ovvero gente che gira en travesti sculettando per la casa. Gli omosessuali sono troppi e troppo eterogenei per essere considerati soltanto così.
Ma imitare modelli che fanno parte di culture ben più democratiche della nostra fa di loro i migliori campioni dei propri nemici.
@razionalmente
quel che volevo dire è che anche io sarei per qualcosa di più “sobrio”, diciamo così, però purchè sia un minimo considerato.
e anche in quel “sobrio” purtoppo però ci sarà chi andrà con la telecamera a cercare il gay in maglietta rosa (per fare un esempio cretino) o la lesbica coi capelli corti e non in minigonna (per fare un altro esempio cretino).
secondo me più che col pride una volta l’anno, si dovrebbe lavorare costantemente con cose più “piccole” (e poi fare anche il pride, magari).
mi spiego… in molte scuole parlare di omosessualità è tabu, e se in qualche scuola lungimirante qualcuno non organizzasse dibattiti, non se ne parlerebbe per nulla.
allora perchè non organizzare cose più “capillari” per far capire che l’omosessualità non sono lustrini e paillettes, per creare una coscienza nella gente?
spero che si sia capito quel che ho scritto… chiedo scusa ma ho l’influenza e sono un po’ sul rimbambito andante ora come ora…
io sono gay, ma sono contrrio alle pagliacciate dei gay tonti….
paolo, tu sei un troll probabilmente con una dopia personalità, altrimenti non avresti mai scritto questo:
paolo scrive:
9 Novembre 2006 alle 12:22
e daiiii. Un po di buon senso. Cosa vuol dire fare una pascolata per la città menando il culo?
E comunque l’omosessualità è una malattia/devianza.
Puoi manifestare fin che ti pare, finocchio sei e finocchio resti.
razzola altrove…
Kaworu, i troll vanno ignorati in modo totale. Riprendendo il nostro discorso concordo sul fatto che bisognerebbe parlare molto di più di omosessualità. Ad esempio sulla RAI che è un servizio pubblico i gay non sono rappresentati e non mi sta bene che di tanto in tanto se ne parli come di un fenomeno particolare. Devono essere gli stessi gay ad avere una trasmissione tutta per loro dove poter dire quel che vogliono. Oppure, se non vogliamo ghettizzare i gay, allora debbono avere spazio in altre trasmissioni così come si dà spazio agli altri. Insomma occorre parlare di omosessualità sotto tutti gli aspetti possibili e immaginabili perché la gente spesso non sa neppure cosa siano.
Tempo fa su Canal Jimmy se non erro c’era una interessante trasmissione intitolata Good As You (il motto che nacque allo Stonewall durante gli scontri e che contiene nelle iniziali la parola GAY). Era una trasmissione nella quale si parlava di omosessualità ed ho imparato sull’argomento molte cose importanti. Poi non so per quale motivo la trasmissione è andata scemando, si è ridotta come tempo e come argomenti fino a scomparire.
Attualmente su gay.tv c’è una trasmissione condotta da Cecchi Paone (potete vederla alle 19 e alle 23 il sabato e la domenica, ma credo che la facciano anche verso mezzanotte tutti gli altri giorni). Debbo dire però che è una vera delusione. Insomma molte chiacchiere e poche cose utili o interessanti.
Sinceramente io vorrei un talk show serio sull’omosessualità sulla RAI. Ma con questi chiari di luna…
Per quanto riguarda il gaypride io non sto parlando di magliette rosa, trucco, capelli ossigenati, ma di sederi maschili scoperti ed anche nudità totale maschile e femminile, c’è una bella differenza. In questo modo viene dato alla Chiesa il pretesto per bollare i gay come deviati e allo Stato il pretesto per non riconoscerne i diritti.
Faccio notare una cosa. La parola omosessuale contiene il concetto di sesso, giusto? Accade purtroppo che l’omosessuale non viene visto come persona che ha *anche* una sessualità, ma come oggetto sessuale, cioè come individuo il cui unico pensiero è il sesso (come il Papa insomma). Occorre allora eliminare questa pericolosa, inutile e dannosa associazione di idee. Già la parola gay è utile perché non contiene il concetto di sesso. Ma non è sufficiente. Occorre anche nelle manifestazioni non concentrare l’attenzione sul sesso. I gay sono persone con un mondo interiore che non si può ridurre solo all’aspetto sessuale. Bisogna insomma evitare di darsi la zappa sui piedi.
Her Ratziger è solo geloso perché per mancanza di spazio il gay pride non si potrà mai svolgere nello stato Vaticano.
Naaa, secondo me è invidioso perché vorrebbe andarci pure lui 🙂
Vorrà dire che gli invierò le foto a casa… ehm… a chiesa 🙂
Boh, mi pare che tutti questi problemi non ce li si pone per la sovraesposizione di messaggi e rappresentazioni appartenenti ad un immaginario sessuale etero, per non dire maschilista. E cosi’ si dovrebbe assecondare la mentalita’ comune che ripugna l’ostentazione di una sessualita’ diversa da quella dominante (e sfacciatamente esibita ogni dove), pur di non turbare le anime belle (cioe’ i vecchi e i preti).
Eppure e’ abbastanza chiaro che la carnevalesca sfilata che si tiene una volta ogni 365 giorni non intende recriminare il diritto a violare quotidianamente il decoro o il senso del pudore, ma solo a portare alla luce, al di fuori di ogni ipocrisia, l’esistenza di altre sessualita’ che fanno gia’ parte della vita quotidiana di tantissime persone, ma che per non offendere la morale comune devono essere taciute e nascoste. E’ abbastanza evidente l’ipocrisia di questo atteggiamento e mi sembra ancora piu’ evidente che finche’ si continuera’ a considerare scandalosa un’innocua sfilata di travestiti non si potra’ dire di aver ottenuto un pieno riconoscimento sociale della dignita’ della persona al di la’ della sua identita’ e delle sue tendenze sessuali.
@Razionalmente
“Accade purtroppo che l’omosessuale non viene visto come persona che ha *anche* una sessualità, ma come oggetto sessuale, cioè come individuo il cui unico pensiero è il sesso”
Tutti noi veniamo quotidianamente trattati dai media come individui il cui unico pensiero e’ il sesso e probabilmente, daje oggi daje domani, siamo diventati davvero dei sessuomani. E’ proprio questo che paradossalmente sta consentedo a persone che fino a ieri vivevano clandestinamente la propria sessualita’ di venire allo scoperto. Quello che deve essere recepito e’ che non c’e’ assolutamente nulla che distingue un eterosessuale da un alterosessuale, e che anzi questa distinzione e’ ormai una convenzione.
Di fatto gay, trans e travestiti sono ormai ospiti fissi delle trasmissioni tv, e dato che la TV e’ il principale mezzo d’informazione e di trasmissione della cultura in Italia (fa orrore dirlo ma e’ cosi’), questa ipersensibilita’ all’ostentazione gay sta sempre piu’ regredendo, e non grazie ad anonime marce in giacca e cravatta.
Certo, ospiti fissi come fenomeni da baraccone, insieme a nani e ballerine.
Si vede che vivi fuori dalla realtà. Se i gay vogliono darsi la zappa sui piedi facciano pure, gay avvisato mezzo salvato.
@Giuseppe
Penso che il Gay Pride non sia una sfilata di travestiti perchè il travestitismo non è che una minima parte del mondo omosessuale e riguarda anche eterosessuali.
Il problema che si deve affrontare con urgenza è il fatto che, a tutt’oggi, una persona omosessuale (ma anche il soggetto economicamente debole di una coppia di fatto etero),
che conviva con il suo compagno rischia, se costui viene a mancare, di vedersi sgretolare davanti agli occhi tutto quello che ha costruito.
E questo soltanto per colpa di un vuoto normativo che può benissimo essere colmato come ha già fatto la quasi totalità dei paesi europei.
Quello che accumuna tutti gli omosessuali in Italia (compresi quelli che Rudy definisce reazionari) è la mancanza di quella sicurezza che la legge deve offrire.
Non so come si possa, sinceramente, ridurre tutto questo ad una rivendicazione sessuale.
Ci sono delle priorità nei problemi che si devono affrontare.
Capisco la poca fiducia di kaworu sulla visibilità di una manifestazione che coinvolga tutte le persone che vivono un deficit di diritti, ne ebbe molto poca anche la manifestazione a difesa della 164. Ma ottenere visibilità solo perchè si va in giro travestiti mi sembra che serva soltanto a distogliere l’attenzione da quelli che sono i problemi più urgenti di molti nostri concittadini.
concordo con razionalmente…
purtroppo non ho il satellite per vedere altri canali che quelli “canonici” -.-
se non altro anche in italia qualche volta arriva qualche “sprazzo” gayo…
su la sette facevano the l word (che a me personalmente non piace per niente, mi sembra sex & the city in salsa lesbica), ma anche “i viaggi di nina” (ne ho visti solo un paio di episodi, ma dovrebbe essere tipo il “viaggio” per l’italia di una etero per conoscere le varie situazioni delle donne lesbiche).
in alcune serie tv (americane) si parla di omosessualità e coppie omosessuali tranquillamente (tipo in House MD, o in ER medici in prima linea, citando quel che guardo).
in italia il gay è ancora la macchietta però -_-
Ratzinger è sempre più incredibilmente intollerante, dispensatore di odio omofobico, e contradditorio dittatore.
W LA LIBERTA’!
Sui canali terrestri di cose gay se ne vedono poche. Tempo fa Rete 4 (by night) ha trasmesso vari film a tematica gay tra i quali Segunda Piel che mi è piaciuto molto.
Posso citare qualche altro bel film che ho visto non ricordo dove. Uno è Cachorro, forse il primo e unico film bear. Mi ha colpito per l’estrema cordialità dei rapporti tra i protagonisti. Ed ho pensato che qui da noi col cavolo che ci si comporta con tanta gentilezza. Ho provato grande invidia. Questo credo si possa trovare col p2p in spagnolo, ma si capisce lo stesso. http://web.orsiitaliani.com:81/cachorro.html (il protagonista è troppo simpatico, quindi non ve lo perdete)
Poi c’è “The Sum Of Us” con un giovanissimo Russell Crowe versione gay. Film stupendo.
Segnalo anche un film americano vecchissimo. S’intitola “Quelle due” di William Wyler (1962) e parla del pregiudizio e delle sue disastrose conseguenze. Anche questo è un bellissimo film.
Buona visione e buona notte a tutti.
Perchè i “gay che sculettano” sono contrari alla ragione?
@Rudy
I “gay che sculettano” sono identici alle donne che sculettano e vestono in modo arrappante per attirare l’attenzione dell’altro sesso, non c’è differenza lo capisci?
Questo è un comportamento infantile, sono i bimbi che vedono se stessi come l’ombelico del mondo. Una donna o un ragazzo che cerchi l’attenzione delle altre persone offrendosi come un oggetto sessuale, penso che sia prima di tutto una persona insicura.
L’emancipazione non passa necessariamente attraverso un buco.
C’è bisogno di voi, a questo mondo, prima di tutto come persone che vivono una realtà diversa ma comunque dignitosa, consapevole ed informata riguardo a tutti quei problemi che impediscono ad una società di potersi definire civile e democratica.
Tanti anni fa seguivo la trasmissione Good As You su Canal Jimmy. C’erano due ragazzi gay, una ragazza lesbica ed una ragazza trans. Debbo onestamente ammettere che nei primi momenti mi sentivo un po’ a disagio nell’essere proiettato in un salotto frequentato dai cosiddetti “diversi”. Ma nel giro di pochissimo tempo non solo mi abituai, ma trovai quelle persone di una simpatia notevole. Mi resi conto insomma che a darci imbarazzo è ciò che non conosciamo, ciò cui non siamo abituati. I giapponesi, ad esempio, mangiano pesce crudo e non lo mangerebbero mai cotto perché la cottura ne uniforma troppo il sapore. Noi europei non siamo molto abituati al pesce crudo e ad alcuni può fare addirittura schifo. Riuscire a mettersi nei panni degli altri è segno d’intelligenza e chi proprio non ci riesce secondo me ha dei problemi seri. Io che non sono credente (ma lo sono stato) cerco sempre di mettermi nell’ottica del credente. Anche per questo spesso mi esprimo quasi come un credente. Cerco di capire gli altri, anche le persone molto diverse da me. Non dico di riuscirci sempre, ma spesso.
Oggi come oggi mi chiedo “Ma i diversi, in cosa sono diversi? Non sarò io ad essere diverso?”. E alla fine capisco che siamo tutti diversi e che la diversità è la più grande ricchezza umana. Che noia se fossimo tutti uguali.
Proprio giorni fa seguivo un documentario su History Chanel sui “vizi” dell’antica Roma. In realtà veri e propri vizi non ne avevano, avevano semplicemente una mentalità piuttosto diversa dalla nostra. L’uomo dell’antica Roma, ad esempio, era attratto dalla bellezza e sceglieva il proprio partner in base alla bellezza, senza preoccuparsi molto che fosse un uomo piuttosto che una donna. Di conseguenza veri e propri pregiudizi sull’omosessualità non ce n’erano. Certamente c’era chi criticava, ma la libertà nel sesso era la norma.
Io sono convinto che anche oggi molti uomini sono attratti sia da uomini che da donne. Molti non andrebbero a letto con un altro uomo, ma ne apprezzano ugualmente la bellezza, simpatia, prestanza fisica. Tra le donne il tabù dell’omosessualità è molto minore. Se l’uomo deve sempre mostrarsi vero maschio DOC per motivi socio-culturali, la donna può tranquillamente avere nei confronti di un’amica atteggiamenti di tenerezza e di affetto senza temere brutte figure. Pensate come sarebbe bello se tutti riuscissimo a liberarci dai condizionamenti che rendono il sesso qualcosa di così nevrotizzante.
Io dico che il vaticano compreso il suo capo invece di occuparsi di cose che non li riguardano, sarebbe meglio che esiliassero i pedofili che hanno in casa (e ne hanno parecchi).
Sarebbe ora che un stato laico si comportasse come tale e avesse le palle per mandare a cagare sia l’ossevatore romano che annullare l’8 per mille (chi ci crede paga!!), oltre alla banda dei bigotti come formigoni, casini,giovanardi,buttiglione.
Occorre fare distinzione tra religione e un cosa sporca come il clero.
Se fosse dipeso da loro ceccherini sarebbe andato al rogo, ribadisco meglio bestemmiare a squarciagola che dare fatidio ai miniori.
Paolo Rossi