Unioni di fatto, la Cdl non sente

Non hanno voluto nemmeno ascoltare. «Cosa c’entrano le coppie di fatto con i problemi delle famiglie?», hanno protestato. Per questo i deputati dell’opposizione facenti parte della commissione Affari sociali della Camera e persino la stessa vicepresidente, Luisa Santolini dell’Udc, si sono alzati e hanno abbandonato l’aula proprio mentre venivano fatte entrare alcune associazioni convocate per un’audizione. I parlamentari non hanno voluto accettare la presenza, tra le altre, della Lega italiana famiglie di fatto (Liff). Ma la questione ha posto anche un problema interno all’Unione, viste le proteste sollevate dall’altra vicepresidente, Dorina Bianchi, della Margherita, e dal suo collega di partito Donato Mosella, che pur rimanendo in aula hanno espresso al presidente Mimmo Lucà (Ds) tutto il loro dissenso. Non sapevano ancora, gli onorevoli, che, secondo il rapporto Eures pubblicato ieri, nel nostro paese si rompe un matrimonio ogni 4 minuti e le uniche unioni che proliferano sono quelle di fatto. E evidentemente ignoravano, volutamente o meno, che sempre ieri in Spagna la Camera ha approvato la nuova legge sull’identità sessuale. Forse erano distratti dall’ardita proposta della Cgil di istituire a Montecitorio dei bagni unisex per risolvere alla radice i problemi di pudore di Elisabetta Gardini – tra le prime ieri ad abbandonare l’audizione – nei confronti della deputata del Prc, Vladimir Luxuria. «Si è violata la Costituzione, oltre che i regolamenti», ha affermato Luisa Santolini che ritiene si sarebbero dovuti ascoltare solo «coloro che hanno rilevanza dal punto di vista del diritto e della rappresentatività». «Illegittima», la presenza della Liff, anche per il Forum delle associazioni dei familiari – cattoliche – che ha riferito la critica durante l’audizione. Ferma la risposta del presidente Lucà che ha ritenuto il giudizio irrispettoso e fuoriluogo. Udite anche l’Associazione nazionale famiglie numerose e il Coordinamento genitori democratici. L’indagine conoscitiva sulla condizione dei nuclei familiari italiani è stata avviata dalla Commissione Affari sociali della Camera poco prima dell’estate. «Il nostro scopo – racconta Katia Zanotti (Ds) – è di dare maggiore efficacia alle politiche dell’Unione sulle famiglie». «Quello che è successo è invece un fatto gravissimo, da Medioevo – aggiunge Zanotti – Il nostro dovere è quello di ascoltare tutti gli interlocutori istituzionali e le associazioni che sono stati convocati. Il centrodestra invece, in modo sprezzante, ha negato la disponibilità all’ascolto seguendo solo logiche discriminatorie che negano una realtà di fatto». Chi invece è rimasto ha potuto ascoltare Adele Parrillo, compagna e vedova di Stefano Rolla, uno dei carabinieri morti a Nassiriya nell’attentato terroristico del 2003. L’autrice del libro «Nemmeno il dolore», da ieri in libreria per Mondadori, ha raccontato come ci si senta, dopo sei anni di convivenza more uxorio, a essere considerata «un fantasma, peggio che morta, mai esistita». E con lei, anche il presidente della Liff, Aurelio Mancuso, che ha ricordato il caso di Hina Salem, la ragazza uccisa dal padre pakistano, sulla cui salma chi ha meno diritti è proprio il suo convivente. Mancuso, la cui associazione mette in rete circa 10 mila coppie, per la stragrande maggioranza eterosessuali, ha ricordato che, secondo una sottostima dell’Istat risalente al 2001 in Italia ci sono 555 mila famiglie di fatto. Un’istituzione, quella familiare, che va coniugata al plurale, secondo Mancuso, perché negli ultimi 30 anni la società italiana ha subito profondi mutamenti. Per questo la Liff è molto precisa sulle richieste: riconoscimento pubblico delle coppie di fatto, reversibilità della pensione, diritti del convivente sull’eredità, sui figli, sull’alloggio, sulla salute e la cura del partner e sulle decisioni post mortem. «Ci sono persone che non possono nemmeno portare un fiore sulla tomba dei loro conviventi perché per legge i parenti possono vietarlo», racconta Mancuso che conclude: «L’estensione dei diritti e dei doveri non toglie niente a nessuno, ma aiuta tutti ad avanzare di più. Non si può affrontare questi argomenti con una posizione ideologica. Che le coppie di fatto possano accedere a un mutuo, per esempio, aiuta i giovani che ancora non vogliono sposarsi a emanciparsi e a lasciare la famiglia d’origine prima dei 40 anni, come avviene in Italia, a differenza del resto d’Europa e del mondo».

Fonte: ilManifesto.it

8 commenti

SASI

PERCHE’ NON SCENDERE IN PIAZZA, O FARE IN MODO DI FAR SENTIRE LA PROPRIA VOCE DI CHI PREFERIREBBE UN STATO LAICO E AL FIANCO DI TUTTI I CITTADINI SENZA DISCRIMINAZIONI? I TASSINARI ED I PROFESSIONISTI, SONO SCESI IN PIAZZA INCAZZATI NERI QUANDO HANNO VISTO TOCCARE I PROPRI DIRITTI DAL DECRETO BERSANI, AI CONVIVENTI INVECE, I DIRITTI LI NEGANO.
I PACS NON SONO NEL PROGRAMMA DELL’UNIONE, QUESTA E’ LA SCUSANTE CHE TIRANO FUORI OGNI VOLTA SI ACCENNI L’ARGOMENTO, SE NON ERRO ANCHE L’INDULTO NON ERA PREVISTO MA E’ STATO APPROVATO IN TEMPI MOLTO RAPIDI, E NON CREDO CHE LA MAGGIOR PARTE DEL POPOLO ITALIANO ABBIA GRADITO, EPPURE L’HANNO FATTO, CON IL BENESTARE DEL VATICANO, IO GRIDEREI IN QUESTO CASO “SCANDALO”.
PER OTTENERE UN PO’ DI CONSENSI FAREBBERO BENE AD ASCOLTARE LE RICHIESTE DEL POPOLO SOVRANO, TANTO ACCLAMATO QUANDO GLI FA COMODO, E NON LE RICHIESTE DEL POPOLO CLERICALE, CHE GLI FA SEMPRE COMODO!!!
SALUTI

Franco Siccardi

«Cosa c’entrano le coppie di fatto con i problemi delle famiglie?»

Perche’ forse i loro figli non mangiano, non vanno a scuola, non sono insidiati dagli spacciatori di droga, non devono scegliere se avvalersi o no dell’insegnamento dei ciarlatani (la cosiddetta ora di religione)??

Io sono felicemente sposato da 35 anni. Mio cognato, in Francia, non ha avuto la stessa mia fortuna. Dopo qualche anno, il suo matrimonio e’ fallito, e, nonostante cola’ le procedure per il divorzio siano molto piu’ semplici che in Italia, ha dovuto tribolare decenni per liberarsi della moglie paranoica, con gran sollazzo dei loro avvocati. Chi ha la sfrontatezza di bollare il comportamento dei loro tre figli, tutti felicemente conviventi con prole??

Ma proprio avvocati sono la gran maggioranza dei politici CDL… Sai quanti soldi perdono ogni volta che si disfa una unione di fatto, che non ha bisogno di passare sotto le loro grinfie…

IPOCRITI.

ivan

concordo con Franco! Il matrimonio sembra un’istituzione creata da avvocati e notai! Ci ricavano loro, oltre ai preti, e basta.
A noi ci va solo il fatto di avere qualcosa scritto su carta che sto insieme a una persona. E questo serve alla burocrazia. Ma una cosa più leggera come il PACS non sarebbe più semplice? Niente notai, niente avvocati niente preti. Nessuno che ti rompe i maroni!

ivan

un’altra cosa. Chi è a capo della CDL? Berlusconi? Beh piccola notizia…è divorziato e sta insieme a una ex pornostar…ha avuto (e forse ha…) connivenze mafiose….tanto per ridere di cosa possano intendere loro per famiglia…tutto fuorché quello che intende una persona normale…AHahaHAAH

Wilde

Ivan, anche il servo del Santo Padre, Pierferdinando Casini è divorziato e convive. Ma a loro della coerenza non importa nulla. Finché nessuno fa problemi a loro, se ne sbattono altamente.

MARJA

La CDL rappresenta un tipo di destra preistorica che non ha pari in Europa!

cartman666

Tra l’altro il divorziato Casini, e’ stato indicato da Ruini, come perfetto esempio di politico cattolico, nonostante fosse,appunto divorziato. Tempo addietro penso vi ricordate della notizia del paese in subbuglio perche’ a un povero camionista divorziato,fu negato il funerale in chiesa. Se sei ricco e potente qualunque cosa tu abbia fatto la chiesa ti perdona, se invece sei un povero diavolo….

Umberto

La lista potrebbe proseguir eall’infinito, per esempio Fini è sposato con un divorziata, la Gardini a me risulta che sia separata dal primo marito e che attualmente conviva, ma si sa, sono tutti difensori della fede (magari a corrente alternata).

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