Benedetto XVI sarà accolto in Turchia dal presidente della Repubblica Ahmet Necdet Sezer, che lo riceverà al Palazzo presidenziale subito dopo l’arrivo all’aeroporto di Ankara – previsto per le ore 13 del 28 novembre – e la visita al mausoleo di Ataturk, simbolo della nazione. Ma la vera novità emersa oggi, con la pubblicazione del programma ufficiale del viaggio papale, è che insieme al capo dello Stato il Pontefice incontrerà anche uno dei tre vicepremier, in rappresentanza del governo (il primo ministro Recep Tayyp Erdogan come è noto sarà a Riga, in Lettonia, per un vertice della Nato). […] Il Papa si sposterà poi nella sede del dipartimento per gli Affari religiosi per incontrarne il presidente Alì Bardakoglu. In serata l’incontro con il Corpo Diplomatico nella Nunziatura. Mercoledì 29 il Papa si trasferirà a Efeso per celebrare una messa e in serata arriverà ad Istanbul dove incontrerà subito il patriarca ecumenico Bartolomeo I e pregherà con lui nella Chiesa di San Giorgio. Ma sarà il 30 novembre, festa di Sant’Andrea, il momento principale della visita al Patriarcato, perchè Bendetto XVI e Bartolomeo I firmeranno insieme una dichiarazione congiunta. […]
Ecco il programma del Papa in Turchia
11 commenti
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Non è che magari gli piace il clima e si ferma li per il breve resto della sua esistenza?
Ma a noi atei cosa importa di cosa fa il papa?
A me che sono cattolico interessa molto. Solo che non ho il tempo di leggere sempre “Avvenire”, l'”Osservatore romano” e di cercare nei giornali le notizie sul papa e sulle vicende della Chiesa. Menomale che c’è questo sito, che mi rende un ottimo servizio. Ringrazio sentitamente l’uaar,
A me che sono ateo interessa per gli stessi motivi citati da Luigi Ranetti e ringrazio l’UAAR per questo notiziario che trovo sempre estremamente interessante e ottimo spunto di riflessione.
Per piacere b16, resta un annetto ad Istambul così rompi le palle un poco ai turchi.
Per me essere ateo vuol dire prescindere dalle religioni e dalle credenze irrazionaii, e prescindere da chi crede in esse, o vuole propagandarle.
In pratica: L’ateismo non è la negazione della religione cristiana, né l’anticlericalismo.
Così finiamo ad essere noi schiavi dei preti e di ogni fregnaccia che vomita b16, o l’imam di Segrate.
Ognuno intende l’ateismo a proprio modo. Per alcuni essere atei significa disinteressarsi totalmente di tutto ciò che riguarda la religione. L’UAAR ovviamente non è questo e neppure io sono così, anzi, mi interesso di religione molto più degli stessi credenti.
L’UAAR dovrebbe essere sia il tuo modo di pensare, sia il mio. C’è chi è ossessionato da tutte le nefandezze che fanno i preti e i capi di tutte le religioni, e chi invece ignora le religioni e si occupa di diffondere il pensiero ateo, cioè la capacità di usare la testa per decidere cosa è bene e cosa e male, non la bibbia e/o il corano.
C’è stata una diatriba non banale all’interno dell’UAAR, relativa al fatto di essere una associazione che diffonde la cultura atea, o essere un “sindacato di atei”, cioè di occuparsi principalmente della difesa dei diritti degli atei di fronte alla legge.
Secondo me bisogna portare avanti entrambi gli aspetti con eguale impegno.
Potremmo disinteressarci della religione se i religiosi non limitassero i nostri diritti, finche’ cio’ continua ad accadere potrebbe essere pericoloso non teneli d’occhio.
Emi dice bene. La religione uccide, se la conosci la eviti. Per un razionalista non è possibile essere ateo senza occuparsi di religione. Io non credo che l’UAAR possa considerarsi un sindacato di atei, cioè di gente che cerca solo di difendere i diritti dei non credenti. Penso che le due cose siano inscindibili e se non ti occupi di fede non puoi occuparti realmente di ateismo. Penso che l’UAAR sia molto di più di un’associazione in difesa dei diritti dei non credenti. Il pensiero razionalista non può limitarsi a questo.
Bene occuparsi di religione. Ma non a scapito dell’occuparsi di ateismo.