Gli studi sociologici (e non solo quelli) si sono sinora concentrati quasi esclusivamente sulla religione. All’incredulità è stata riservata solo un’attenzione residuale, priva di profondità. Ma qualcosa sta cambiando: sta cambiando la società, sempre più secolarizzata, ma sta cambiando anche l’approccio accademico, che comincia a fare i conti con una massa crescente di atei e agnostici. Le ricerche sul fenomeno della non credenza si moltiplicano, tanto che cominciano anche i confronti a tutto campo sul modo di intenderla.
Il numero invernale della rivista Sociology of religion ha ospitato un confronto tra l’inglese Stephen LeDrew e lo statunitense Jesse M. Smith sulle prospettive di tali studi, soffermandosi in particolare sulla costruzione di un’identità atea e sulle modalità che portano a diventare atei o attivisti atei. Secondo LeDrew anche gli atei devono essere considerati “credenti”. Ed è ritornato sull’argomento in un articolo pubblicato sul sito di Nonreligion and Secularity, la principale risorsa accademica online dedicata a questi temi.
Il sociologo contesta l’opinione, condivisa anche da Smith, che l’ateismo sia l’assenza o la negazione di una credenza, e non è quindi proficuo soffermarsi solo su questo aspetto (che comunque si basa a sua volta su delle ragioni). Secondo LeDrew, gli atei hanno anch’essi sistema di pensiero “positivi”, e i due più significativi sono a suo modo di vedere quello “scientifico” e quello “umanista”. Tali concezioni del mondo sarebbero dunque basate su “credenze”: la convinzione che la scienza è la più autorevole fonte di conoscenza e che il progresso scientifico guida quello sociale, e la convinzione che bisogna lottare per una dignitosa eguaglianza tra gli uomini, che si accompagna alla percezione che la religione impedisca la giustizia sociale.
Ma come può un non credente essere nel contempo un credente? L’errore di LeDrew, a nostro avviso, è che “credente” è termine dalle molteplici accezioni, in italiano come in inglese. Poiché quella prevalente, in entrambi i casi, è “avere una fede religiosa”, dovrebbe essere evidente che usarlo anche per i non credenti è un errore metodologico: i non credenti nutrono semmai “convinzioni”, che possono ovviamente essere anche molto forti. L’ateismo consapevole non è certo una fede. Ma ha una sua dignità, passione e complessità che non hanno nulla da invidiare alle credenze religiose.
È infatti importante comprendere che l’ateismo non è un fenomeno univoco: ciò che unisce tutti gli atei e tutti gli agnostici è in fondo una cosa sola, il non affermare l’esistenza di dio. Ma funziona poi così diversamente la fede? I credenti sono tutti uguali? A ben vedere l’unica cosa che unisce i credenti è l’affermare l’esistenza di (almeno un) dio. Per il resto, entrambi i gruppi sono estremamente diversificati al loro interno, e gli appartenenti a entrambi i gruppi hanno la loro pars construens e la loro pars destruens, più o meno sviluppata: ci sono feroci anticlericali come feroci negatori della libertà di scelta.
Resta il fatto che sono due gruppi difficilmente comparabili. Le opinioni prevalenti tra i credenti sono assai diverse da quelle prevalenti tra i non credenti. I primi si riferiscono a testi considerati sacri, i secondi prediligono i dati empirici. I primi seguono dogmi e precetti, i secondi scelgono la libertà di scelta. I primi dispongono di gerarchie di sacerdoti, i secondi preferiscono l’autonomia individuale. E ciononostante i ruoli talvolta si invertono. Bisogna essere consapevoli, come ha scritto Danièle Sallenave, che “ciò che abbiamo in comune è di essere, ognuno, differente da tutti gli altri”. Circostanza che ci potrebbe spingere a essere più rispettosi di tutti coloro che non la pensano come noi. Atteggiamento che è più facile trovare tra i non credenti che tra i credenti. Ma non definitelo una credenza.
La redazione
A novembre 2001, al quarto congresso UAAR a Firenze, Martino Rizzotti fece un lucido intervento proprio su questo tema, dichiarando di rifiutare la definizione di ‘non credente’ e rivendicando il suo stato di credente in un sacco di cose. E insieme rivendicando di essere ateo. Il discrimine tra credente e non credente è l’acriticità e il dogmatismo con cui di esprime l’adesione o credenza. Il credente in Dio è una particolare fattispecie del credente dogmatico e acritico (un’altra ad esempio è il credente in dottrine totalitaristiche). Ma noi dovremmo invece rivendicare la pratica umana del credere ragionando e dubitando. Insomma non dobbiamo lasciare a ‘loro’ il diritto ad esercitare l’attività umana del credere. Nel caso, rovesciando loro addosso il problema, sarebbe meglio definirli, come amava ripetere Giorgio Villella, ‘creduloni’.
“Il credente in Dio è una particolare fattispecie del credente dogmatico e acritico”
Credenza tua del tutto errata, ci sono innumerevoli controesempi.
@ parolaio
La credenza rimarrà fino al momento in cui tu o altri credenti specificherete quali sono i criteri che vi fanno rigettare le vostre credenze.
Al momento non è dato sapere, nonostante vi siano stati richiesti più volte. Fino a quel momento la credenza non è errata in quanto riflette la realtà.
parolaio, non è una credenza, è un’applicazione del principio di non contraddizione.
Perché voi pensate che credere significhi ritenere esistente un essere con determinate proprietà.
Da questa errata concezione del concetto di ‘fede’ nascono tutti i vostri sbilenchi giudizi.
@ parolaio
Grazie della conferma, sapevamo trattarsi si amico immaginario con proprietà immaginarie.
Resta tuttavia inevasa la richiesta:
La credenza rimarrà fino al momento in cui tu o altri credenti specificherete quali sono i criteri che vi fanno rigettare le vostre credenze.
E vale per qualsiasi cosa tu ritenga sia la tua fede.
Riprova con una risposta meno sbilenca.
OK; se credere non significa quello, che cosa significa?
Ma davvero pensate che sia possibile (sempre che lo si voglia) spiegare se stessi e la crescita di una vita nelle righe di un blog ostile?
Se vi fa piacere pensare che si sia tutti scemi pensatelo pure.
Io spero solo che fra voi ci sia qualcuno con un po’ di curiosità e spirito di ricerca, magari gli viene voglia di capire cosa c’è che non sa.
@ parolaio
La tua crescita non c’entra niente. Ti si sta chiedendo conto delle tue credenze, che dipendano – o meno – da crescite o da qualsiasi cosa tu voglia. E ti si sta chiedendo come fai a sapere se – crescita o non crescita – stai prendendo un granchio. Non tergiversare. La domanda è chiarissima. Come è chiarissimo che la risposta non c’è.
Rimane assolutamente valida l’affermazione iniziale.
E assolutamente pretestuosa e infantile la tua protesta.
Non puoi pensare di nasconderti dietro un dito senza che nessuno se ne accorga.
Imbarazzante, un’altra pagina del libro sul niente….
ci sono innumerevoli controesempi parolaio (sic)
@ parolaio
No parolaio qui non si sta trattando di spirito di ricerca ma di ricerca di spirito e come si faccia a capire quando si sbaglia nel credere di sapere cose che non si sanno. Che è esattamente ciò che tu non sai.
Cerca di crescere….
parolaio, non potevi scegliere un nickname migliore.
Non sai spiegare perché usi il termine “credente” in un modo tuo semplicemente perché non puoi. “Credente” ha un significato ben chiaro; se tu sei altro, trovati un altro termine. Ma non giriamoci intorno: il punto è che non sai nemmeno tu in che cosa credi, fine della storia; ah, mi raccomando, comincia anche tu a lamentarti che ti stiamo imponendo in che cosa credere, come fanno in tanti, così la figuraccia è completa.
Ah, ciò che esiste non dipende dalla tua personalissima e privatissima “crescita”, che ci auguriamo resti privatissima e personalissima. Stiamo ai fatti, non alle impressioni sui sentimenti. La curiosità su ciò che non sappiamo della tua vita in effetti ci manca completamente.
@ parolaio
Scusa, fammi capire: per quale motivo una risposta scema dovrebbe essere considerata intelligente?
Siete sempre fermi ai blocchi di partenza del ‘ragionamentino logico’
La vita delle persone (almeno la mia) va ben al di la di una o più deduzioni logiche e la fede coinvolge la vita delle persone in tutti i suoi aspetti, non solo la sfera logico-intellettuale.
E’ chiaro che non ho una risposta in 2 righe, e nemmeno voglio spiegare me stesso a delle persone che, dalle loro risposte, sembrano essere più interessati all’insulto che all’indagine.
Qualcuno parla di figuracce, mi sembra di essere in uno spogliatoio di adolescenti che fanno a chi ce l’ha più lungo.
@ parolaio
Parolaio, – mai nick fu più appropriato – ci vuoi spiegare – sempre che tu non ritenga la domanda troppo “ostile” – come mai la tua graziosa “crescita personale” ti porta a far affermazioni che sono in contrasto con quelle di chi “cresce” in altro modo?
Che la “crescita” per quelle credenze sia tanto essenziale quanto la bicicletta per i pesci?
Che la “crescita” non abbia alcun elemento in grado di informare se si sta prendendo un granchio?
Che la “crescita” sia garanzia di nient’altro che (e neanche) di sé stessa?
Scusa se si tratta di domande troppo logiche per chi ha protestato all’affermazione:
“Il credente in Dio è una particolare fattispecie del credente dogmatico e acritico
rispondendo:
Bene?
Ora ti svelo un segreto: ammesso ci fossero in giro persone ostili e insultanti, tu avessi la risposta la potresti comunque dare. La bontà di una argomento non ha niente a che vedere con ostilità, insulti, spogliatoi, infanti o organi riproduttivi. Queste sono scuse da bambini…
Attendiamo con pazienza…
Nel frattempo, tu te ne fossi dimenticato, la richiesta era:
La credenza rimarrà fino al momento in cui tu o altri credenti specificherete quali sono i criteri che vi fanno rigettare le vostre credenze.
Per ora stai battendo i piedini in terra dicendo che gli altri sono infantili…
@ parolaio
A proposito, sia
La vita delle persone (almeno la mia) va ben al di la di una o più deduzioni logiche e la fede coinvolge la vita delle persone in tutti i suoi aspetti, non solo la sfera logico-intellettuale.
la “credenza parolaio”.
Se il contenuto – peraltro da te descritto – non dovesse ancora andarti bene affinalo quanto vuoi, la domanda è e rimane:
come fa parolaio a sapere se con la “credenza parolaio” sta prendendo un granchio? Quando ha torto nel credere nella “credenza parolaio”?
Scusa l’ostilità e l’insulto, casomai dillo alla signora maestra…
@ parolaio
Vanno bene anche tre o quattro.
Per ora sei a: “non ho una risposta”.
un po’…come dire…dogmatica e acritica la tua posizione?
Insomma, siamo fermi a “perché si”, a proposito di infantilismo.
Come risultato di una “crescita” lascia a desiderare….
Parolaio
Visto che lei è cattolico, casualmente la vera unica religione riconosciuta in Italia dove di fatto continua ad essere considerata religione di stato, per quale motivo non è credente verso altre religioni, verso il dio e le regole dei valdesi, dei luterani e degli altri protestanti, degli ebrei, di allah, dell’induismo, del buddhismo, ecc. ?
Per fare un esempio valdesi e protestanti in genere non credono nei santi e nella madonna, non hanno il culto dei miracoli e delle reliquie, non hanno e non adorano un papa e un crocifisso e lasciano spazio ai fedeli nella lettura dei testi sacri, tutte cose escluse dalle regole della chiesa cattolica che discrimina chi non è allineato ….
Il pacchetto del buon cattolico richiede la credenza in tutte queste cose, non quello protestante che lascia maggiore libertà …. Nel pacchetto del buon cattolico non è prevista la possibilità di scegliere ed interpretare, ma solo di credere ed obbedire ….
@ Claudio Tombari
Esiste ed è disponibile una documentazione dell’intervento di Martino Rizzotti del novembre 2001 al quale ti riferisci?
Grazie
in parole povere, l’ateo si libera con il concetto di dio di una sovrastruttura concettuale alienante e completamente inventata e dannosa, in nome della quale crimini orribili si sono consumati e si consumano anche nella nostra epoca, l’ateo è libero dai condizionamenti delle sette religiose pertanto ragiona solo con la propria testa, è l’uomo (si spera) del futuro libero finalmente dalle catene del soprannaturale che raggiungerà grazie alla scienza e alla tecnica un livello di vita (si spera) degno di essere vissuto, riducendo al minimo le distanze sociali in ogni parte del mondo.
Ho la (discutibile) fortuna di conoscere ambedue le condizioni, quella di ateo quale sono adesso e quella di fervente e fanatico cattolico qual’ ero fin quasi ai venti, più di mezzo secolo fa.
Ebbene, posso dire con cognizione di causa che non esiste paragone fra l’ essere attanagliato dal senso di colpa e dal terrore di commettere il “peccato”, ed il senso di pace, soprattutto con me stesso che provo adesso.
Tutta la mia commiserazione per i tanti che ancora danno credito alle favole delle religioni.
@Aristarco
Non ti eri mai chiesto perche’,notoriamente,i piu’ accaniti critici della religione sono proprio quelli che l’hanno praticata e poi abiurata ?
Come ha scritto Danièle Sallenave, che “ciò che abbiamo in comune è di essere, ognuno, differente da tutti gli altri”
Papa: Quindi le sorelles Kessler non puoder essere entrambes atees?
Segretario: Credo che anche per lui si stia avvicinando il momento per andare in pensione.
Poiché associo in maniera quasi automatica la parola “credente” al termine “credulone”, mi disturba assai il sentirla usare con riferimento agli atei, soprattutto a quelli – e sono la maggioranza – che ritengono il concetto di dio del tutto privo di qualsiasi valenza immanente.
Sull’argomento, segnalo questo contributo:
Oddio, pensavo d’esser solo ateo e invece …
Io invece vorrei lanciare un paradosso.
Personalmente non credo nell’esistenza di questo dio…
Ma con sguardo oggettivo dico che SE questo dio è lo stesso dio descritto dalla bibbia e dal corano dovesse esistere…allora deve essere proprio un entità misera, meschina e triste…
Mi definite un ateo non credente ma credente per ipotesi assurda in un dio malvagio ?
Attendo risposta di pensatori, filosofi ed altri dotti frequentatori del forum.
DucaLamberti74
Ognuno si definisce da sè, e non sono gli altri a doverlo definire (*). Tu come ti definisci?
(*) infatti, una delle cose che respingo con più forza è proprio quando un non-ateo vuole definire un ateo.
Allora continuo a definirmi come sempre…
Un sincero devoto dell’agnosticismo mosconiano 🙂
DucaLamberti74
Non è solo il credere a una divinità, o a un creatore, o un motore primo che dir si voglia, questo sarei anche disposta a dubitarne. Sono le qualità che le religioni appiccicano a questo Dio, modellandolo a seconda delle proprie esigenze, che trovo non credibili. Non è solo credere in un dio, ma in un Dio buono e giusto, che tutto vede e tutto sa, che interviene qua e là, e che distribuisce premi o punizioni finali, che è assurdo, per me.
L’attore Stephen Fry (V for vendetta) in un programma di intrattenimento su BBC ha fatto una riflessione, proprio sulla benevolenza di questo Dio. E tra l’altro, quando mai in Italia qualcuno potrà permettersi di esprimere tanto tranquillamente la propria opinione a riguardo? E in più, tra le risate del pubblico…
https://w w w.you tube.com/watch?v=FshWG8Kmm-Y
L’estratto è su scarafaggi e vespa smeraldo (minuto 1 + o -): la vespa inietta una sostanza paralizzante per condurre lo scarafaggio dove deporrà l’uovo: la larva si nutrirà dello scarafaggio pezzo a pezzo, in un ordine specifico per tenerlo in vita il più a lungo possibile: viene quindi divorato vivo! E questo è il commento finale di Fry:
“Se mi chiedete se c’è un dio benevolo che guarda il creato che ama tutto, come diavolo ha potuto escogitare qualcosa di tanto crudele, così sgradevole e vile… solo l’evoluzione poteva provocare questo tipo di orribile ciclo vitale (degli scarafaggi).”
In una parola, Panglossismo.
Mi piacciono certe parole, che riassumono molto sinteticamente le credenze soprannaturali assurde. Adesso ne inizio una raccolta… ne ho gia’ due:
Panglossismo
Pareidolia
@–>Sandra
Ti segnalo, sulla stessa linea d’onda del contenuto del tuo intervento, questo pezzo:
“Per compiacere dio”
commiserazioni reciproche (nel migliore dei casi), manicheismo e trionfalismo da parte di entrambe la fazioni, atei e credenti: non si riesce evidentemente a uscire da queste logiche molto tristi che oltretutto dimostrano, secondo me, un malcelato disprezzo verso il genere umano.
Ed ecco che ogni tanto qui si legge degli atei che sarebbero più intelligenti, su uccr si legge che i credenti godono di migliore salute, e via dicendo con amenità simili …
Dare e chiedere (chiedere e dare) semplicemetne rispetto – vero – reciproco no ?
Senza smanie di volersi presentare come esseri umani migliori ??
@ Engy
Non lo vuoi capire. O non ci arrivi.
Se tu, per esempio, hai paura dei vampiri io non ho alcun problema.
Se la tua paura dei vampiri implica che tutti debbano comprare aglio in quantità e magari con soldi pubblici allora il rispetto non c’entra niente.
Non credo ci vogliano anni per capirlo, che dici?
Senza contare il fatto che la credenza nei vampiri non ha basi nella realtà, quindi non è, di per sé, credenza rispettabile. Nonostante chi creda nei vampiri pensi il contrario.
Purtroppo il criterio per valutare la bontà di credenze esiste….
Non fate caso ad Engy, ha un’età mentale di una quattordicenne, ed ogni suo intervento è mirato esclusivamente nel, purtroppo per lei, vano tentativo di riuscire a mostrarsi una spanna sopra a tutti.
Ogni occasione ed ogni discorso è buono per cercare di autoaffermarsi come mente eccelsa dotata di una visione ampia di ogni cosa. In base a questo presupposto non ha importanza se sembra che i suoi interventi non siano attinenti fino in fondo a quanto si sta discutendo: infatti non lo sembrano solo a menti poco sviluppate non in grado di comprendere la sua visione olistica dell’universo 😉
@ DanieleN
Insomma, come ha detto Sagan, un caso prototipico di
la mente va tenuta ben aperta, ma non così tanto che il cervello ne cada fuori
😉
Esattamente 😉
Quali, quelle dei credenti o quelle dei non credenti? O tutt’e due?
Una mente libera all’ateismo ci arriva in modo del tutto naturale. Basta fare dei semplici ragionamenti,
Ad esempio, prendiamo il concetto di Paradiso. La cultura cattolica ci fa immaginare della gente che sta seduta sulle nuvole, come si vede negli affreschi di tante chiese.
Ma tra le nuvole ci passano di continuo gli aeroplani e nessuno ha mai trovato gente che ci sta seduta sopra o ci prende il caffè.
Ergo, pensare che tra le nuvole ci stia il paradiso è una solenne scemenza.
E poi si potrebbe fare tanti altri ragionamenti similari che portano alla stessa conclusione. Dunque i ragionamenti logici portano sempre all’ateismo.
Chi si ostina a credere ed andare contro logica è perchè vuole credere.
Oppure, se fosse vero quello che dice la Chiesa, se uno fa una trivellazione invece che il petrolio dovrebbero uscire i diavoli. 🙂
Stai attento che poi ti accusano di infantilismo religioso. Quando parli di queste cose devi saper: contestualizzare, de-contestualizzare, fare l’esegesi, saper leggere fra le righe etc… .
Se parli di paradiso ed inferno in maniera così sempliciotta rischi che i primi a riderti dietro siano proprio i cattolici o almeno quelli in qualche modo più acculturati.
Perchè vedi prima, diciamo fino ad una cinquantina di anni fa, parlare nei termini di paradiso ed inferno come hai fatto tu non suscitava ilarità anzi! Oggi però c’è chi,da questa visione, se ne discosta in maniera imbarazzata. Ma bada: non perchè non ci crede in toto ma perchè si vergogna ad ammettere di crederci in questi termini. Dunque costoro cercano delle analogie o dei concetti di inferno e paradiso che siano un pò meno infantili. Ed ecco che l’inferno dantesco non esiste più ma diventa,per esempio, un tormento dell’anima .
In reltà se metti un cattolico alle strette su questo argomento alla fine non sa bene cosa dirti e fra di loro e dentro di loro sono molto inclini a pensare comunque ai concetti di inferno e paradiso nella maniera classica.
Anche la recente sparata del papa contro i mafiosi che andranno all’inferno se non cambiano è un classico esempio di messaggio dicotomico: per il popolino il concetto dell’inferno di cui ha parlato il papa è quello sicuramente dantesco e questo di fatto è anche il messaggio che ha voluto far passare il papa.
Ma se qualcuno prova a ridere di questo con qualche palato fine stai sicuro che il concetto di inferno viene contestualizzato… provare per credere.
@–>Massimo
“se uno fa una trivellazione invece che il petrolio dovrebbero uscire i diavoli”
Questa è veramente simpatica.
Così il sequel de “Il petroliere” invece che a Daniel Day-Lewis lo faranno fare a Padre Amorth.
Le mie sono due affermazioni fatto per dimostrare quanto siano risibili le cose che stanno nell’immaginario dei religiosi.
Di cose da riderci sopra ce ne sarebbero tante.
Un ‘altro esempio: L’acqua benedetta : arriva il prete, fa una magia e….. abracadabra … l’acqua non è più acqua normale ……. è diventata ossido di idrogeno.
🙂 🙂 🙂
@ Massimo. Parecchie volte mi è capitato di vedere illustrazioni con l’Italia: era una gran bella donna alta, formosa, con un vestito di foggia classica a tre colori; sulla testa una corona turrita; spesso al suo posto una stella inserita in una ruota dentata. Con apparenza analoga ho visto le immagini della statua della Libertà all’ingresso del porto di New York. Purtroppo non mi è mai capitato di vedere fisicamente le due signore: vorrà dire che l’Italia e la Libertà non esistono?
Trivellando il sottosuolo non vengono fuori i diavoli; però, “trivellando” nel senso dello sfruculiare le particelle minime della materia è venuto fuori l’Inferno laicizzato, ovvero esplosione atomica ( provi a riguardarsi le foto dei superstiti di Hiroshima ).
E’ mai possibile che lei creda di essere un gran razionalista quando non è nemmeno capace di cogliere il concetto di rappresentazione simbolica e di allegoria? E’ ovvio che di questo si tratta quando si ritraggono i beati col camicione sulle nuvole ( ma senza bere il caffè: quella è una invenzione della pubblicità laicista, dimentica del precetto “Gioca coi fanti e lascia stare i santi” ).
L’acqua benedetta… Vado in banca, chiedo di avere il tesserino bancomat; l’impigato ne prende uno, che è solo un pezzo di plastica rettangolare, compie su di esso un’operazione “magica” ( detto laicamente: non consacrazione, bensì imprinting elettronico ) et voilà, inserendolo in determinate fessure e a determinate condizioni il tesserino previa composizione di formula magica numerica fa uscir fuori un bel po’ di banconote, al modo dell’asino delle favole che cacava monete d’oro.
Lei mi fa pensare a Eduardo De Filippo nella scena finale de “L’oro di Napoli” ( quella del pernacchio ): “La tua ingenuità mi commuove”.
@ Florenskij
OK. Sarà anche una allegoria.
Dunque lo stato italiano spende sei miliardi di euro l’anno per l’anno per una allegoria?
E dunque ci sono milioni di italiani che vanno a messa la domenica solo per una allegoria?
E ci sono donne che diventano suore di clausura solo per una allegoria.
Ah Florè…. ma fammi il piacere.
Quanto al discorso acqua benedetta – bancomat non c’entra proprio una beata mazza.
Forse non hai capito la battuta “l’acqua non è più acqua normale ……. è diventata ossido di idrogeno”.
Ma d’altronde un religioso come te che vuoi che sappia di chimica.
@ Florenskij
Florenskij col bancomat (e relative formule “magiche”) si ottengono (salvo guasti o conti in rosso) invariabilmente i soldi.
I soldi sono accettati come mezzo di scambio da tutti.
Il che fa una grossa differenza con, che so, le ostie transustanziate, gli inferni o i paradisi, siano tra le nuvole o no, come le teste che li pensano.
Queste mirabilie per poter essere ritenute reali (almeno quanto i bancomat) devono dar prova di essere diverse dalle versioni immaginarie di sé stesse . E lei, appunto, è colui che con molta immaginazione cerca di dimostrare che non sono immaginarie…
Non comprendendo, nel frattempo, quale sia la differenza tra bancomat e ostie transustanziate.
E allora, giochi con i santi e lasci stare i quanti, che la sua ingenuità ci commuove….
E’ di tutta evidenza che le affermazioni di Massimo erano paradossali e fatte per riderci su, ma quando ai cristicoli tocchi i loro feticci woodoo, s’inalberano subito.
Ce ne sarebbero di cose da riderci sopra. Basta leggere “Il Vangelo secondo Giobbe”, di Giobbe Covatta, per scompisciarsi letteralmente dalle risate.
@Florenskij
“( provi a riguardarsi le foto dei superstiti di Hiroshima ).”
Che hanno ben poco di diverso dalle vittime della miseria e
delle malattie che pullulano a milioni nel terzo mondo, e che pochi secoli fa pullulavano anche in Europa ,ricordate le carestie medievali,la peste nera ecc.?
E si trattava di eventi del tutto “naturali”,praticamente al di fuori di ogni possibile intervento dell”uomo di allora,che li attribuiva alla Divina Volonta.
Del resto un vescovo nostrano non considero’ lo tsunami “una manifestazione della benevolenza divina ” ?
Beato chi ha fede ( e si trova altrove durante certe manifestazioni).
Florenskij, la bomba atomica non è laica, semplicemente nel medioevo non l’avevano ancora invetata. 😆
Farò arrabbiare la redazione 🙂
Francamente citare autori vari per disquisire se l’ateo è o non è credente… diciamo che non mi sembra un notizia.
Del resto credo lo si illustra anche nel testo in cosa consista tutta la questione. Se per credente si intende credere nell’esistenza di un ente – trascendente o immanente che sia – i rapporti esperienziali (cognitivi o pragmatici) col quale sono possibili solo ‘avendo fede’ in lui… è chiaro che l’ateo è ‘non credente’.
Se invece per credere si intende credere in qualcosa di cui si può verificare… l’esistenza prima di tutto, e poi il modo di questa esistenza… sempre disponibili a modificare questa ‘credenza’ qualora la verifica – la quale non può che essere in ultima analisi razionale – porti a ‘ricredersi’… anche l’ateo può essere considerato un credente.
E’ vero che secondo un ben radicato modo di dire ‘non credente’ è sinonimo di ateo (per esempio in certe definizioni delle parole crociate dove spesso l’espressione ‘non crede in niente’, o anche solo ‘non credente’, designa senz’altro l’ateo 🙂 )… ma una volta riportato il termine al suo vero significato (il che non credo richieda particolari studi), la questione mi sembra risolta.
Se mai…ma questo è un mio pallino… il termine ‘credente’ in senso proprio religioso, può essere a ‘pieno titolo’ (questo è il punto) riservato a qualsiasi forma di fideismo, non necessariamente con riferimento ad una qualche religione istituzionalizzata.
Esistono più persone che, da credenti sono diventate non credenti, che il contrario.
Questo è un effetto del ragionamento, e non solo…..
I have a dream.
Vorrei vivere un giorno in mondo dove quando mi domandano se credo in dio, io non gli dovrei rispondere: “No sono ateo” ma “Mica sono deficiente”. Perchè alla fine il problema è questo infatti, a furia di parlare di sto caxso di dio, anche tanti atei, pur non credendoci, pensano si tratti di un argomento serio. 😆
E’ quello che penso da tempo, ma non ho mai avuto occasione di esprimerlo.
Però in effetti potrebbe essere una buona riposta da adottare 😉 . Credo proprio che la adotterò alla prima occasione: sono curioso di vedere la faccia che farà l’interlocutore 😉
Per D.S. e AteoNonDevoto.
😉
OT. Notizia trasmessa poco fa dal tg3. La stampa del fascicolo contro l’omofobia da distribuire in tutte le scuole è stata interrotta e rimandata a data da destinarsi per l’intervento di un sottosegretario governativo che lo condannava in quanto attacco alla famiglia. A onor del vero il servizio del tg3, riferendosi alla polemica sollevata, prendeva nettamente posizione contro questa interferenza riportando tra l’altro vari punti del testo incriminato dove questo attacco alla famiglia non compariva proprio, concludendo poi il servizio in modo – visto la presa di posizione sulla vicenda – che mi è sembrato, non so quanto volontariamente, ironico, con queste parole: “A porre fine ad ogni polemica è poi intervenuto il cardinale Bagnasco, segretario delle CEI, definendo quel testo ideologico e orientato a distruggere la famiglia favorendo le unioni tra individui delle stesso sesso”.
Insomma, il solito gioco delle parti: Francesco papa (il poliziotto buono) ‘non giudica’, ‘apre’ alle nuove istanze e offre il paradiso a tutti, credenti e non credenti… Bagnasco (il poliziotto cattivo) ‘chiude’, tramite i suoi politici o direttamente, ad ogni accenno di modernità.
Bagnasco negli ultimi giorni ha imperversato sui media dicendo cosa dobbiamo fare per uscire dalla crisi (ma la chiesa non fa politica …), ha fatto analisi sulla società degne dei peggiori revisionisti, reazionari e clerico-fascisti e ha dato il dictat per impedire la diffusione di questi documenti informativi nelle scuole, ovviamente senza che qualcuno gli contestasse qualcosa e facesse notare l’incongruenza con le sviolinate per il nuovo papa “così aperto”, ma anzi recependo le sue richieste.
E poi chiedono perchè i non credenti ce l’hanno con la chiesa cattolica ……. e coi credenti che non si dissociano …..
io non ho mai visto Bagnasco nell’ultimo periodo imperversare nei media, premesso che ultimamente mi informo anche meno (per motivi di nausea).
Dove ha imperversato, così me lo vado a rivedere?
@ Engy
Bagnasco ha dato consigli a Renzi su come uscire dalla crisi…
E ne hanno parlato i media – in Italia – Engy.
Basta che tu scriva su Google “bagnasco crisi” e “qualcosa” trovi…
Anch’io ho avuto l’impressione che Nosferatu, Bertoncino e il Cacasenno cercassero di rimetter fuori la testolina… la riscossa delle vecchie turche? 😎
Credo di non credere…
Sono certo di non credere!… 🙂