La scuola italiana «è di tutti e per tutti». Replica così il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni, cattolico della Margherita, alle parole del Cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, secondo il quale «la scuola di Stato è superata» ed è «tempo che la gestione passi alla società civile, superando la connessione tra laicità, neutralità e unicità della scuola di Stato». Dichiarazioni, rilasciate in un´intervista al Corriere della Sera, che inevitabilmente agitano la polemica politica. Se, infatti, Fioroni taglia corto limitandosi a concedere diplomaticamente che «il Patriarca di Venezia tocca temi che meritano riflessione e approfondimento», il centrodestra si scatena contro la scuola pubblica. Da Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, che si scaglia contro «il retaggio anacronistico del risorgimento» in nome della« libertà di educazione, fino ai giovani di Forza Italia che chiedono «piena libertà di educazione» e «il superamento dei vincoli normativi». Stop al dibattito da tutto il centrosinistra. «Io la penso molto diversamente dall’arcivescovo di Venezia- afferma il presidente della Camera Fausto Bertinotti. «In una società che diventa sempre più meticcia – spiega la scuola ha il dovere di essere unitaria e cioè pubblica, per comprendere tutte le etnie, le religioni e i punti di vista in una costruzione unitaria che è quella della convivenza in cui ognuno rispetto l’altro ma si confronti con esso quotidianamente». Per Franco Monaco della Margherita, «una scuola di tutti e per tutti, che sia fucina di dialogo dentro la società multiculturale e multireligiosa, si avvantaggia della centralità della scuola pubblica.
Fonte: Unità.it