Un’insegnante di Manchester ha informato 250 liceali della prossima fine del mondo ad opera di una gigantesca cometa e li ha invitati a correre a casa per passare le ultime ore di vita coi familiari. “Volevo che imparassero a cogliere l’attimo”, ha detto.
UK, insegnante manda studenti a casa per la fine del mondo
21 commenti
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la gente è fulminata
Beh, cosi’ e’ un’altra cosa.. Credevo fosse il solito fanatico testimone di Genova..
Scommetto che questo, per aver raccontato una balla bel più terrificante, non verrà licenziato come la sua collega.
concordo con lottina
averne avuti di insegnanti così……………..magari prima di un’iterogazione
oggi leggo spesso “la gente è fulminata” e, cavolo, è proprio quello che penso leggendo ste notizie LOL
Ora per completare l’opera ci manca qualche teofanatico che dica che è tutto un complotto dell’invasore islamico che vuol incutere nei nostri giovani il terrore della stella cometa per boicottare il presepe… 🙂
… Z … 😎
secondo Nietzsche la follia è una cosa rara negli individui ma comune nella folla…
bah, qualche individuo un po’ toccato effettivamente c’è!
ai miei tempi si telefonava e si diceva: “C’e’ una bomba nella scuola”, si perdevano 2 o 3 ore di lezione e tutti gli studenti erano contenti. Oggi sono gli insegnanti che non vogliono fare lezione….non c’e’ piu’ religione
Secondo me l’insegnante voleva testare il livello di stronzaggine dei suoi alunni 🙂
Stiamo parlando di liceali, non di bambini di 5 anni!!!
E che cribbio, questi si bevono la prima panzana che gli si dice? Io li boccerei tutti e 250, anzi li rimanderei all’asilo infantile.
Sì, ma così dovremmo bocciare tutti quelli che si bevono la storia del morto risorto, della vergine madre assunta in cielo (e senza nemmeno metterla in regola con la legge sull’immigrazione degli extraparadisiaci, perché sennò avrebbero dovuto versarle i contributi per la pensione e la cassa malattia)…
😀
Poveri neuroni impazziti…
Ma per favore Razionalmente, hai mai visto dei liceali che vogliono fare lezione e non approfittano di ogni scusa per non fare nulla?
Sarebbe un vero “miracolo” riuscire a convincere dei liceali a fare + lezioni (senza minaccie di morte, bocciatura o sterminio della famiglia)
Chissà se prima di dare la notizia li ha fatti salire sui banchi facendosi chiamare “O capitano mio capitano”….
Allora ipotesi n.2: docente e alunni sono stati tutti furbissimi. L’insegnante ha potuto svignarsela da quella classe insopportabile e gli alunni non se la sono fatta dire due volte 🙂
La prossima volta suggerirei l’attacco alieno come quello di Orson Welles e H.G.Wells.
ma se lo dico qui in ufficio ci mandano a casa?
Prova 🙂
Oppure potresti dare la seguente notizia:
“Ragazzi, secondo voci di corridoio il Santo Padre è stato rapito dalle sue stesse guardie svizzere che lo hanno cosparso di marmellata di albicocche e cioccolato… tipo Sachertorte. Rischia di essere mangiato. Andiamocene tutti a casa a pregare per la sua salvezza!!”
Basta satira sulla Sacher!!!
Non accetto che l’immagine godereccia di quel capolavoro dell’arte pasticcera sia associato a un losco figuro che fa dell’edonismo un male e del masochismo un bene!
Cosa me la fai diventare? Una torta von Sacher-Masoch????
Un po’ di rispetto per noi edonisti!!!
Non si può mica fare satira su tutto!!!
HEHEHE!!! Hai perfettamente ragione, ma… ATTENZIONE!!! La vera unica inimitabile Sachertorte la si mangia solo all’Hotel Sacher di Vienna!!! Quindi tenetevi lontani da blasfeme imitazioni!!!
Caspita!
Non ci sono mai stato…
…farò lo scisma genovese fondando la “Chiesa della Sacher di Klainguti”
(A Genova, non ricordo se a inizio ‘900 o fine ‘800 arrivò dalla Svizzera per imbarcarsi per l’America la famiglia Klainguti. Non so per qual motivo, invece di partire, si stabilitono qui fondando l’omonima pasticceria di piazza Soziglia che fa la Sacher più buona di Genova.
Sono stati loro a portare a Genova bigné e cavolini con la crema, che poi sono stati copiati anche dalle vecchie pasticcerie genovesi come i Romanengo, Tagliafico, Panarello)
Devo provare l’originale…
Una botta di vita in un liceo ogni tanto ci vuole.