Welby, oggi l’autopsia. Le reazioni di Fini, Bondi, Bindi

Oggi l’autopsia sul corpo di Piergiorgio Welby, 61 anni malato di distrofia muscolare da quando ne aveva 20, è morto ieri lasciandosi alle spalle una scia di polemiche. Dal mondo cattolico le accuse al medico Mario Riccio, che lo ha prima sedato e poi ha spento il macchinario che lo teneva artificialmente in vita. Riccio e Marco Cappato dell’associazione Coscioni, sono stati ascoltati dalla Digos come persone informate sui fatti. Il Presidente Giorgio Napolitano ha espresso il proprio cordoglio, mentre il ministro della Salute Livia Turco si impegna perchè nessun malato venga mai lasciato solo al suo destino.

Solo un intervento legislativo del Parlamento “avrebbe potuto dettare delle regole universali” applicabili anche al caso Welby. Questo il commento del coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi. “Non credo che in un Paese civile -ha spiegato Bondi – questioni così delicate si possano risolvere in questo modo. Sono molto impressionato sia per la morte di Welby sia per le modalità in cui è avvenuta. Un così drammatico caso umano avrebbe richiesto serietà e pietà umana. Invece la sorte di Welby è stata fin dal principio enfatizzata mediaticamente e poi utilizzata politicamente. Tutto ciò è avvenuto dopo che era stato richiesta una decisione della magistratura e delle autorità sanitarie.

“La prima spontanea riflessione è: lasciatelo riposare in pace. Nei confronti di Piergiorgio Welby è forte, soprattutto in questo momento, un sincero sentimento di umana pietà”. Lo ha dichiarato il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini. “Purtroppo-ha aggiunto Fini- la sua commovente e tragica vicenda è stata sin troppo strumentalizzata per meschine ragioni politiche da chi ha dimostrato di non avere alcuna remora di tipo morale. Si è giunti alla bassezza di rivendicare come meritorio un atto che ha posto fine a una vita più che a una sofferenza. Chi lo ha fatto non potrà non rispondere alla giustizia”.

“Provo grande pietàe rispetto per la vicenda umana di Pergiorgio Welby. Nessuna legge avrebbe potuto nè potrà in futuro legittimare questo caso di eutanasia. Non possiamo nascondere questa verità. E’ sconcertante la spregiudicatezza politica con cui i radicali affrontano in modo ambiguo e inquietante le questioni della vita e della dignità ella persona”. E’ il commento del ministro per le Politiche della famiglia, Rosy Bindi, alla scomparsa di Piergiorgio Welby. “Alle domande angoscianti della sofferenza, del vivere e del morire di tanti malati non si risponde con le forzature o le scorciatoie dei fatti compiuti. C’è bisogno di una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti. La politica non può fare tutto, ma certo -ha sottolineato il ministro- non può limitarsi a salvaguardare la libertà individuale. Ma deve sostenere una rete di solidarietà pubblica che sappia prendersi cura integralmente della persona e della sua famiglia, perchè nessuno si senta abbandonato”.

Fonte: RaiNews24