L’amore ai tempi della fecondazione assistita e dei matrimoni gay. L’amore che fa male e quello che realizza i sogni, anche per una sola notte. Il secondo capitolo del Manuale d’amore di Giovanni Veronesi (nelle sale dal 19) è un pezzo di storia contemporanea, un mosaico di figure tormentate, gente che grida, piange, si arrabbia. Gente innamorata, che naturalmente fa ridere. Ma non solo, perchè il tono del racconto, rispetto al primo film campione d’incassi, è più riflessivo, perfino un poco malinconico. Claudio Bisio, conduttore di una trasmissione radiofonica dedicata alle pene del cuore, lega con la sua voce suadente i quattro episodi. Si parte con L’eros e la fisioterapista Monica Bellucci con il paziente Riccardo Scamarcio travolti da un’irresistibile passione fisica. La scena di sesso, già cult prima di arrivare sugli schermi, si svolge sulla sedia a rotelle di Scamarcio, lui seduto, lei sulle sue ginocchia, l’abito nero che scivola da tutte le parti. L’incantesimo dura fino alla mattina seguente, quando ogni cosa torna normale, il malato lascia l’ospedale in compagnia della fidanzata, la fisioterapista tra una settimana si sposa.
L’episodio zapaterista lancia la nuova coppia Sergio Rubini-Antonio Albanese, gay del profondo Sud costretti a emigrare in Spagna per realizzare nel matrimonio il loro ideale di vita a due. Nell’Amore estremo Carlo Verdone, marito di una moglie sciatta e padre di una figlia «molto, ma molto coatta», perde la testa per la ventenne Elsa Pataki. A furia di viagra e notti folli in discoteca, rischia di rimetterci le penne, tanto da ripiegare, alla fine, nella quiete opaca di un matrimonio consunto, illuminato solo dalla luce di quei favolosi giorni di passione. Ma la sorpresa più bella riguarda l’episodio numero due, quello in cui si racconta l’odissea di una coppia che non può avere figli. Lui è Fabio Volo, giocherellone, irresponsabile, possessore di spermatozoi lenti e distratti. Lei è Barbara Bobulova, che si sottopone alle cure più invasive pur di avere un bambino.
Ma soprattutto, durante la lavorazione, Bobulova è stata depositaria di un importantissimo segreto: «Mentre giravo ero incinta di tre mesi […] I pensieri però erano tanti: «Ho avuto la fortuna di restare incinta subito, ma so bene che spesso ci si mette molto tempo. Ho riflettuto sulle coppie che non possono avere figli, su quanto dev’essere pesante intraprendere la strada della fecondazione assistita, mi sono sentita davvero fortunata». Non solo: «Penso che affrontare questi temi in chiave ironica, possa fornire un piccolo aiuto a chi deve affrontare sul serio un percorso tanto complesso». […]
Cinema: l’amore ai tempi della provetta
17 commenti
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Il cinema e in genere il mondo dello spettacolo, della cultura, dell’arte, arrivano spesso dove la politica non arriva.
Spesso si imparano più cose da un film, da una canzone, da una poesia, che da un talk show coi soliti politici di basso livello.
Gli artisti hanno una marcia in più, sono più attenti e sensibili alla realtà che ci circonda. Riescono spesso con poche parole o immagini a farci riflettere su questioni anche molto complesse.
Ma dalla trama mi sembra invece che Veronesi, al solito, non faccia che sfruttare stereotipi e luoghi comuni consolidati. Nuovi luoghi comuni, basati sul viagra e sulla fecondazione assistita (sarei curiosa di vedere in che modo possano convivere le tecniche invasive subite dalla Bobulova con la medievale legge sulla fecondazione assistita tutt’ora vigente in Italia…) ma sempre luoghi comuni.
Ovvero mogli sciatte, tradimenti fugaci che si consumano senza lasciare traccia, fisioterapiste patinate e amanti ventenni. Mobbasta veramente però.
Sarà una ciofeca come tutti i film di Veronesi, regista per il quale è stato inventato l’aggettivo “inutile”.
Se preferisci un film di Ken Loach o di Lars von Trier, vallo a vedere. Questo è un film commedia, probabilmente migliore di altri dello stesso settore. Si possono trovare idee interessanti anche nei film per così dire “di cassetta”, io per principio non escludo a priori nulla.
“Se preferisci un film di Ken Loach o di Lars von Trier, vallo a vedere. Questo è un film commedia, probabilmente migliore di altri dello stesso settore. Si possono trovare idee interessanti anche nei film per così dire “di cassetta”, io per principio non escludo a priori nulla.”
Sottoscrivo.
Semplicemente, mi piace il cinema e so riconoscere i film belli da quelli brutti, indipendentemente dal fatto che siano di cassetta oppure no.
Francesca, ma lo sai che sei meno scema di quanto la gente crede? 🙂 🙂 🙂
@razionalmente
Forse tu ti pensi molto simpatico e spiritoso, ma ti chiedo gentilmente di prenderti, almeno con me, meno confidenza.
Stai cominciando a stancarmi.
RITIRO IMMEDIATAMENTE QUANTO HO DETTO!!!
Contenta ora? 🙂
Voglio comunque ricordare a te e agli altri utenti del blog, che fin dall’inizio e senza alcun motivo mi hai dato del qualunquista e mi hai offeso in ogni modo possibile. Sei poi intervenuta in difesa di lik (tuo probabile alter ego) che mi ha dato del razzista nei confronti dei gay.
Gli utenti di questo blog mi conoscono bene e mi conoscono molto bene anche i gestori dell’UAAR. Tutti sanno benissimo di quanto io mi batta per la laicità dello Stato, per i diritti dei gay e per ogni conquista di civiltà contro l’oscurantismo della Chiesa. Ho da anni un sito che combatte in modo inequivocabile contro i pregiudizi. Sito peraltro molto apprezzato per i suoi contenuti e ormai conosciuto dalle principali associazioni atee razionaliste.
Ora se tu e lik siete contro di me, indipendentemente dall’immagine che in un certo qual modo cercate di dare di voi stessi, evidentemente non condividete le mie lotte. Evidentemente siete in malafede.
Quindi suggerirei a te e al tuo alter ego lik di smetterla con questi giochetti. Potrei farli anche io, cosa credi? Ma non ho tanto tempo da perdere così stupidamente. Non lo trovo nemmeno divertente.
Su questo blog ho amici di destra e di sinistra, tutte persone splendide con le quali discutere è un piacere. E non ci sono litigi tra noi.
Posso capire essere attaccato da qualche troll o da qualche credente, ma fingersi non credenti ed attaccarmi mi sembra un po’ strano, si nota qualcosa che non quadra. Insomma da che parte state?
Non ho visto il film, neanche il precedente a dir la verità, ma pensiamo al livello medio dello spettatore, alle reazioni in maggioranza favorevoli allo sceneggiato con Banfi dove, in maniera goffa e mielosa, si dava finalmente una visione diversa e “umana” di una coppia lesbica. Possiamo storcere il naso e disquisire sulla qualità artistica , ma penso sia comunque un qualcosa di positivo.
Se vengono affrontati , seppure in termini di commedia, dei temi importanti ben venga.
Dici bene, approvo. Una cosa che invece mi dà piuttosto fastidio è lo scimmiottamento dei gay basato sui soliti stereotipi. Come facevano ieri Cochi e Renato (che peraltro apprezzo molto).
mi permetto di dissentire… dubito che anche Vito Russo sarebbe d’accordo. ci sono modi e modi di portare sullo schermo certe tematiche, delicate ed importanti, su cui i luoghi comuni si sprecano. e girare un film in cui certi luoghi comuni vengono ribaditi e convalidati dubito giovi alla causa della civiltà, a prescindere dal valore artistico dell’opera.
Per esempio trovo difficile che si possa mettere in dubbio il valore artistico di Ultimo Tango a Parigi, ma dal punto di vista della sessualità femminile propaganda solo una serie infinite di cazzate.
ripeto, non conosco i film di veronesi.
Voglio dire che se si trattano situazioni non in maniera stereotipata (i gay alla vizietto, le donne tutte mignotte ecc) ma comunque in forma leggera, con la commedia appunto, non mi sembra negativo.
Il mio pensiero va ad Almodovar, ma forse volo troppo alto?
mmmmmh… da quel poco che conosco Veronesi, non è minimamente paragonabile ad Almodovar, soprattutto se guardiamo il coraggio artistico e la capacità di descrivere situazioni paradossali.
Indubbiamente Almodovar è su ben altro livello. Idem Ferzan Ozpetek. Tuttavia stiamo parlando di film commedia all’italiana. Certamente ci sono molti luoghi comuni, ma forse questo è un tantino meno brutto di altri. A me la serie del Vizietto è piaciuta moltissimo, ho tutti e tre i DVD. Tognazzi e Michel Serrault erano impareggiabili!!!
I soliti film comunisti con attori incapaci raccomandati.