Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.
La clericalata della settimana è delle università e del Ministero dell’Istruzione che
hanno collaborato e partecipato al ‘Giubileo dei docenti universitari e dei centri di ricerca e di alta formazione’
A seguire gli altri episodi raccolti questa settimana.
Il Comune di Casto (BS) ha organizzato un incontro dal titolo Teoria gender famiglia nel mirino con il noto integralista anti-gay Gianfranco Amato, presso il salone dell’asilo.
È partito il numero verde anti-gender, istituito dalla Regione Lombardia e appaltato con 30 mila euro di finanziamento alla cattolica Age (Associazione italiana genitori). L’assessore alle Culture, Cristina Cappellini, ha scritto al direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale affinché dirigenti scolastici, famiglie e studenti siano messi a conoscenza del nuovo servizio.
Il tribunale di Larino ha assolto un prete dall’accusa di violenza sessuale su minore per una relazione con ragazza di 14 anni. Rimaste orfana, la ragazza aveva trovato nel parroco una figura di riferimento e aveva avuto con lui una relazione, sviluppando problemi psichici e fisici. Ma secondo la corte lei era “innamorata” e “consenziente”. Sarà comunque aperto un altro procedimento per riscontrare eventuali reati nel periodo prima dai 13 ai 14 anni.
Un vigile di Milano è stato multato per aver scritto in un rapporto una bestemmia. In qualità di addetto alla videosorveglianza di un comando, esasperato perché le telecamere di sicurezza della zona da controllare erano spesso fuori servizio nonostante i reiterati solleciti, nel brogliaccio di servizio aveva scritto un rapporto contente l’espressione giudicata blasfema. Il vigile ha fatto causa al Comune, che si è costituito in giudizio.
La redazione
L’università dovrebbe diffondere la conoscenza, basata sui fatti, non avallare le superstizioni religiose.
La squallida vicenda del prete assolto per la parte riguardante i rapporti sessuali avuti dopo il compimento del 14° anno della ragazza, secondo me, più che a un’idea di servilismo clericale, è ascrivibile alla solita e ad oggi non superata/tramontata mentalità maschilista, che purtroppo caratterizza ancora troppi uomini – a volte in modi meno eclatanti, più subdoli, ma ugualmente inaccettabili – giudici compresi….
Temo che questo giudice avrebbe trattato alla stessa maniera la cosa, indipendentemente dall’attività “lavorativa” dello stupratore.
Al contrario, questo giudice sembra aver ignorato l’attività lavorativa e il codice penale, che alza l’età del consenso a 16 anni se lo stupratore ha una qualche funzione educativa o di cura. Quindi avrebbe potuto emettere la sentenza in questione se si fosse trattato del fruttivendolo, per dire. Ma sicuramente non di un insegnante o di un prete.
«… Qui, dopo aver consumato, le impartisce finanche la benedizione… »
Dev’essere questo che ha convinto il giudice della buona fede del prete.
Speriamo nell’ultima udienza… va’.
Spero che la sentenza venga ribaltata, un ruolo educativo ce lo aveva, era una sua parrocchiana e faceva parte del coro della chiesa.
” …Fortunatamente, la ventenne non è sola. Già da tempo, il suo caso è stato preso in carico dall’associazione nazionale Rete l’Abuso onlus, che, dal 2009, opera come osservatorio permanente sui crimini sessuali commessi in Italia dalle confessioni religiose, garantendo protezione e aiuto alle vittime dei preti pedofili. Il presidente Francesco Zanardi, che segue la vicenda personalmente, ha espresso tutto il suo disappunto per una sentenza ingiusta e di cattivo esempio. «Al di là del caso Vitale, che parla da sé – specifica Zanardi -, tale verdetto mortifica tutte le vittime di abusi e violenze sessuali. È una sentenza che legittima chiunque a sfogare le proprie pulsioni sessuali, qualora l’abusato non può o non ha il coraggio di ribellarsi.». Poi conclude: «Questa sentenza crea un precedente aberrante, ma noi non permetteremo che l’intera vicenda passi inosservata, e di certo non lasceremo mettere la parole “fine”».
@E.n.g.y
Forse. Ma Sandra ha ragione. Se l’età del consenso coincide, più o meno, con la capacità di capire le interazioni sessuali, non è detto che ciò sia sempre vero. Soprattutto quando c’è una figura che può esercitare ascendente, come quella di un prete. Non so che perizie siamo state eseguite ma non escluderei che la figura del prete possa aver influenzato la decisione, magari in aggiunta all’atteggiamento di cui scrivi.
non lo escludo
ma ho detto cosi’ perche’ il maschilismo dei giudici – per non parlare della polizia – ancora troppo spesso dipingono la vittima come consenziente quando non come provocatrice ….
Se non ché per legge nel caso di adulto con una minore di 14 anni, o con una minore di 16 anni in una relazione di dipendenza, non ha senso parlare di consenziente o provocatrice!
Sicuramente è maschilista la legge che fissa il consenso a 14 anni, e siamo penso l’unico paese in Europa, persino la Spagna l’ha portato a 16, per cui certo può far comodo al 50enne dire e dirsi che una 15enne ci stava.
Ma qui il 50enne era un educatore, per cui c’è abuso di potere o di autorità: ho letto che la madre della ragazza percepiva uno stipendio di 400 euro come donna delle pulizie “grazie” all’interessamento del vescovo, e quindi una famiglia in cui la Chiesa aveva un certo peso.
La giustificazione che il giudice dà alla sentenza è che il prete non era psicologo, quindi non era in grado di capire la fragilità psicologica della ragazzina. Come dire che se i preti educatori sono psicopatici, non è colpa loro, e non ne devono rispondere: ma a questo punto non è la Chiesa cattolica che dovrebbe rispondere del fatto di affidare minorenni a personale incapace e pericoloso? Se il singolo sacerdote non ha responsabilità, è la Curia come datore di lavoro che deve rispondere. O dovrebbe, diciamo.
Sandra
E qui, sulla scorta della tua considerazione, viene fuori il senso della clericalata: difendere & proteggere a d ogni costo, con i mezzi anche i più assurdi, l’uomo di chiesa & evitare lo scandalo alla medesima. In questo senso, è una delle clericalate più atroci da un po’ di tempo a questa parte.
@Sandra
La legge sull’età del consenso non è formulata male. Si presume che le/i quattordicenni non vadano in giro a sollazzarsi e che le famiglie vigilino. Ma sono i giudici come quello in causa che la applicano ad c.azzium. La motivazione addotta in questo caso specifico, poi, è tanto assurda quanto disgustosa, visto che la legge non prevede certo che se uno non è in grado di accertarsi dei traumi della vittima sia assolvibile.
Che ci sia un certo maschilismo che prevale, in questi casi, sono d’accordo. Sono rimasto disgustato, per esempio, dal caso di una sedicenne vittima del branco. Calunniata e definita consenziente da tutti, anche dal resto del paese.
P.S. non siamo gli unici che fissano il consenso a 14 anni.
https://en.wikipedia.org/wiki/Ages_of_consent_in_Europe
In casi di violenza sessuale purtroppo il gruppo di riferimento, quando c’è e grande o piccolo che sia, fa sempre quadrato intorno al (presunto …..) colpevole e il comportamento omertoso diviene la regola.
E il discorso generale che facevo sugli orchi rimasti impuniti a causa anche di una mentalità maschilista rimane per me valido, pertanto continuo a non vedere uno specifico riferimento clericale in questa tristissima e purtroppo non nuova vicenda: troppo spesso infatti anche le mura familiari sono impenetrabili al diritto e certi orchi (ad esempio i padri ma senza dimenticare gli amici, i parenti stretti, gli insegnanti, gli allenatori, gli educatori-attori, ecc) riescono ugualmente a farla franca o a cavarsela con poco.
P.S. e mi torna in mente un vecchio articolo di non so chi che proponeva – molto opportunamente – di eliminare dal lessico l’espressione “abuso (sessuale)” che sottintenderebbe un corrispondente e accettabile concetto di “uso”. In realtà quando si parla di bambini, bambine, ma anche di donne, anche il termine “uso”, tragica realtà ancora oggi, è inammissibile.
Secondo me non c’entra nulla il maschilismo, l’età del consenso fissata a 14 anni vale sia per maschi che per femmine.
Qui è questione di clericalismo, visto che l’età è innalzata a 16 anni se l’adulto coinvolto è una figura educativa o di vigilanza, e un prete nei confronti di una parrocchiana che frequentava il coro e con cui aveva contatti diretti lo è. Se fosse stato l’allenatore della palestra o simile, sarebbe stato condannato.
@Francesco s
Sono d’accordo. Ma si parla di maschilismo in generale nell’affrontare il tema degli abusi sessuali subiti dalle minorenni. Il rischio che si giudichino i casi facendosi influenzare da certa cultura maschilista c’è. Che poi il ruolo del prete, in questo caso, sia stato preponderante è quasi ovvio.
Gmd
Se maschilismo c’è, è in chi applica la legge, ma di per se essa non fa distinzioni di sesso. Non so come il giudice in questione avrebbe giudicato il prete se la vittima fosse stato un ragazzino, ma mi pare irrilevante nel tema di discussione, come mi pare irrilevante la questione se 14 anni siano troppo pochi o meno. E’ il contesto che conta. La legge tiene conto del contesto, è in linea con lo standard europeo.
@Franscesco s
Infatti mi riferisco all’interpretare e al giudicare. Se rileggi i miei commenti ti accorgerai che stiamo dicendo le stesse cose 😉
Gmd, Hai ragione. 🙂
@E.n.g.y
Semmai, è difficile che gli abusi vengano fuori. Non so che dati hai tu, ma quando si accerta l’avvenuto abuso la legge si applica. Il problema è che si possono trovare attenuanti e condizioni particolari. E per quanto possa essere brutto, così funziona la legge. L’interpretazione della legge, concetto cardine della giurisprudenza, può avere risvolti negativi se applicata male, come nel caso di questa news.
Io dico che certa impostazione maschilista e volontà di non aggravare la situazione del prete in quanto tale hanno concorso alla formulazione della sentenza.
Comunque, la cultura maschilista la applicano anche le donne. L’anno scorso ho assistito a un’udienza per aggressione in cui erano coinvolte due ragazzine. All’accusata era imputata l’aggressione. Lei si difendeva dicendo che era corsa in soccorso di una ragazzina più piccola e inerme.
Bene, il procuratore – se non erro, era quello il ruolo – dopo gli ovvi riferimenti alle percosse – graffi e tirate di capelli, più che altro – ha concluso dicendo che la ragazzina non avrebbe dovuto comportarsi così proprio in quanto femmina. -_-
gmd,
sono d’accordo con quanto hai detto ed è veramente difficile che gli abusi emergano: non che io abbia chissà quali dati, ma proprio l’altro ieri, a Prima Pagina di radio3, interveniva un medico proprio per parlare di queste questioni e per ribadire quanto le statistiche siano ancora lontane dai numeri veri.
E sull’episodio che racconti che dire? Sconfortante, come minimo.
per parlare di queste questioni citando fonti e studi precisi che ora non ricordo …..
@E.n.g.t
E il tutto è alimentato da una educazione sessuale che fa pietà.
P.S. penso si fosse capito, ma per amor di precisione, il procuratore era una donna.
Comune di Casto: già il nome è un programma. Gianfranco Amato, integralista antigay. Non so se nessuno finora gli ha fatto notare la famosa faccenda dell’esagerata omofobia come espressione di omosessualità repressa, ma al netto di questo, continuo a non capire cosa gliene venga, a questi tristi & loschi figuri, di tutto questo accanimento contro la riconoscenza di diritti altrui, dal punto di vista dell’onestà intellettuale. Dal punto di vista disonesto, lo so (sappiamo) benissimo…
Spero che i rettori di tutto il mondo, al giubileo della università, in blocco non ci siano andati.
Infine, il prete: anzi, il giudice, perché se era convinto della buona fede del pinguino in questione, in ogni caso e a maggior ragione avrebbe dovuto tener conto che, per voto, ha egli stesso scelto di rinunciare al sesso, oltre al fatto che essendo un prete è una figura di cui ci si dovrebbe fidare, e bla bla bla con tutti i soliti argomenti riferentisi ai casi di preti stupratori/pedofili.
potrei sbagliarmi, ma non mi risulta il voto di castità dei preti, forse solo quelli che appartengono ai vari ordini (francescani ad esempio).
ma la questione di voti è l’ultimo dei problemi secondo me …….
Guarda, engy, non so che cippa di voto fanno, ma di sicuro si impegnano (sulla carta) al celibato, che poi questo significhi niente matrimonio ma via libera al sesso, è anche coerente da un punto di vista logico ma sarei pronto a scommettere che non è così che sarebbe inteso in origine, non credi? Anche perché sappiamo cosa se ne fanno della logica, quelli là: ma in ogni caso, poteva sfogarsi con una della sua età, invece che una minorenne, no?
Sui pregiudizi maschilisti di forze dell’ordine & rappresentanti della legge, tenderei a concordare: sono effettivamente meccanismi visti, rivisti & stravisti all’azione più volte (conosco una barzelletta orribile sul tema…) e per giunta si sa che sono anche duri a morire.
Ancora: sì, penso di essere d’accordo anch’io che quello del voto è l’ultimo problema, da un punto di vista, ma è invece molto più importante da un altro, e soprattutto nel senso strategico del processo: era un mio modo di far notare una delle troppe incongruenze alla base del verdetto; comunque, sempre sulla carta, i superiori del personaggio non dovrebbero, per tradizione, visto che la tradizione gli piace tanto, essere troppo contenti della sua condotta sessuale, che in teoria non dovrebbe esserci, salvo poi, magari, tirarsi i colpetti di gomito strizzandosi l’occhiolino tra di loro…
eh caro dissection, certo che poteva sfogarsi con una sua coetanea, ma gli orchi non sarebbero orchi se sapessero vivere in maniera sana la propria sessualità.
Quanto agli occhiolini strizzati di superiori o semplici colleghi, hai voglia!
engy,
l’essere preti esclude l’avere rapporti sessuali, non so se questo sia voto o no, ma rientra negli obblighi, come stabilisce il Codice di diritto canonico, in “Obblighi e diritti dei chierici”:
Can. 277 – §1. I chierici sono tenuti all’obbligo di osservare la continenza perfetta e perpetua per il regno dei cieli, perciò sono vincolati al celibato, che è un dono particolare di Dio mediante il quale i ministri sacri possono aderire più facilmente a Cristo con cuore indiviso e sono messi in grado di dedicarsi più liberamente al servizio di Dio e degli uomini.
§2. I chierici si comportino con la dovuta prudenza nei rapporti con persone la cui familiarità può mettere in pericolo l’obbligo della continenza oppure suscitare lo scandalo dei fedeli.
Il giudice ha scagionato il prete in quanto ignorante in psicologia, ma ha sorvolato su quanto previsto sempre nel CdC alla voce “Sanzioni” – “Delitti contro obblighi speciali”:
Can. 1395 – §1. Il chierico concubinario, oltre il caso di cui nel can. 1394, e il chierico che permanga scandalosamente in un altro peccato esterno contro il sesto precetto del Decalogo, siano puniti con la sospensione, alla quale si possono aggiungere gradualmente altre pene, se persista il delitto dopo l’ammonizione, fino alla dimissione dallo stato clericale.
§2. Il chierico che abbia commesso altri delitti contro il sesto precetto del Decalogo, se invero il delitto sia stato compiuto con violenza, o minacce, o pubblicamente, O CON UN MINORE AL DI SOTTO DEI 16 ANNI, sia punito con giuste pene, non esclusa la dimissione dallo stato clericale, se il caso lo comporti.
Quindi l’ignoranza in psicologia come alibi all’abuso perpetrato per anni non tiene.
E chi vuole abolire l’espressione “abuso sessuale”, e perché? Abuso non vuol dire solo uso eccessivo, ma anche uso illegittimo.
mi pare di ricordare fosse una attivista dell’udi di non so quale città a voler abolire la espressione abuso sessuale, ora cerco di trovare un qualche link, perchè mi ricordo certe espressioni, parole chiave …..; io ci vedo invece molta logica in questa idea, ma era comunque un discorso fatto a margine e inserito come post scriptum …..
per il resto, evidentemente partiamo da due presupposti diversi, dunque tutto l’elenco di regole e canoni cui devono (dovrebbero) sottostare i preti, partendo dal mio presupposto, non costituiscono per me motivo principale di interesse.
A livello terra-terra sorge sempre spontanea la domanda: perché non è chiaro il nesso tra predicare e razzolare? Questo ha campato tutta la vita a rompere i maroni altrui sul ‘non fare questo… non fare quello…’ ecc.
Però non è psicologo.
Si aprono larghi spiragli per pedofili e abusatori: ‘Freud? mai sentito!’.
Diocleziano
e’ chiaro che un pensiero alla coerenza lo abbiamo fatto tutti.
Ma qui c’ e’ stata ripetuta violenza sessuale su una poco piiu’ che bambina, non una relazione con una adulta consenziente e in un rapporto paritario.
Per cui la coerenza e’ l’aspetto per me trascurabile mentre quello che conta e’ l’orrore di un abuso perpetrato per anni.
Di un marito che tradisce la moglie con una donna adulta si puo’ criticare l’ incoerenza rispetto agli impegni di fedelta’ presi a suo tempo.
Se pero’ quello stesst marito abusa delle figlie e’ chiaro che la sua incoerena e’ una questione che neanche si prende in considerazione.
Engy
La coerenza, in questo contesto, è questione di sostanza, non di forma.
Le questioni morali dovrebbero pesare per il 100% in tutti gli aspetti della vita di un prete: lavoro, relazioni, pensiero. Come fai ad avere orrore di un abuso se ritieni trascurabile la coerenza che dovrebbe esserne il pilastro portante?
A me ha fatto orrore la foto di quello sfigato mentre abbraccia la ragazzina; ma lui non si è visto nella sua miseria?
In questi giorni c’è stato il caso di un prete che, durante la messa, ha annunciato che lascia la tonaca perché ha una relazione con una donna: poteva fare lo stesso il miserabile di cui trattiamo? Lasciare la tonaca, vitto, alloggio e andare a vivere con la fidanzatina? O continuare così: casa, chiesa e casino 3 in 1…?
Credo comunque che più del maschilismo, in questo caso c’entri l’intervento di qualche gerontocrate in aiuto dello squallido.
L’atto del Ministero dell’istruzione è davvero inqualificabile. Mi dispiace che le altre confessioni religiose in Italia non chiedano la partecipazione delle università e delle scuole ai loro progetti: quello sarebbe un modo per far capire alla gente la necessità di mantenere l’istruzione rigorosamente laica.
Mafalda….
Scommettiamo che se altre confessioni religiose fossero ammesse nelle universita con i loro progetti, ci sarebbero i soliti ignoranti che lo chiamerebbero ” un esempio di laicita !… “( ??)
Gerard
Certamente troveresti gente che si arrampica sugli specchi per difendere le religioni, ma vorrei vedere se il ministero sarebbe disposto ad accontentare tutte le sette grandi e piccole, facendo perdere giornate di lavoro ai dirigenti e agli insegnanti. Spero che anche l’UAAR cominci a invitare dirigenti, intellettuali e politici di primo piano alle sue manifestazioni. Perché non iniziare con la sindaca romana?
Si, non ci sarebbe mica male….
” L’ esempio di laicita ” mi era tornato in testa, ricordandomi di una stupidaggine uscita dalla bocca di un sindaco di non mi ricordo piu che citta, il quale l’ aveva data come modello di laicita perchè su una delle sue piazze, si trovavano chiesa, sinagoga e moschea ….
A proposito del comportamento sessuale di questo prete :
I cambiamenti culturali non implicano ipso facto che l’attrazione viscerale verso le adolescenti sia scomparsa ! – Ci vuole infatti decine o addirittura centinaia di migliaia di anni per fare evolvere i nostri istinti, quando invece una legge o convenzione in questa branca puo’ cambiare in un giorno !
NB : -Non è perché certi istinti/pulsioni multimillenari, che sono ora proscritti e considerati inconvenienti, che in realtà svaniscono !
E questo è anche il motivo per cui l’industria del prêt-à-porter continua a mettere in rilievo delle giovanissime modelle…Pretendere inoltre che il desiderio sessuale risvegliato dalle adolescenti rientri nella sfera di disturbo mentale sfida sia il buon senso, l’esperienza comune e ricerca sperimentale.
Se l’attrazione verso una minorenne sessualmente « matura » (da non confondere con una bambina !) è inscritta nella natura umana, cedere a questo tipo di dipendenza non è meno criminale in termini di norme sociali, attualmente in vigore e che ritengo pienamente giustificate.
P.S.Il Vaticano dovrebbe eliminare il celibato imposto da secoli ai suoi componenti se non altro per un motivo salutare ! Ma questo implica un altro discorso…..
Pendesini: ok, può starci, ma il punto è che c’è un giudice che ha trovato praticamente una vile scusa per prosciogliere un prete che ha commesso queste nefandezze, solo in quanto prete.
“Pretendere inoltre che il desiderio sessuale risvegliato dalle adolescenti rientri nella sfera di disturbo mentale”
Infatti credo che il DSM si riferisca a desiderio per bambini. Non penso che chi ci faccia un pensierino quando passa una bella ragazza – magari 15enne – debba correre dallo psicologo. Comunque nei paesi dalla mentalità più avanzata l’età del consenso è 16 anni, e con limiti sulla differenza di età. Poi di pulsioni uno ne può avere di primitive finché vuoi, anche quella di gonfiare di botte un 50enne che circuisce una bambina e se la sbatte per anni…
Sandra: LOL! Va anche detto, oltretutto, e a dispetto del giudice, che le pulsioni primitive si possono anche controllare (quella che i preti chiamano “continenza”…), e che non occorre essere psicologi per farlo. Psicolabili, per non farlo, invece sì: ma potrebbero usarla come scusante…
A me pero quello che mi stupisce ( e non stupisce allo stesso tempo..! ) è che il Comune di Milano, con il problema da risolvere segnalato dal vigile, pensa per prima a fargli una multa per bestemmia !!!
Ma che siamo ancora al Medio-Evo ????
Sandra : l’Ebefilia patologica, cioé l’attrazione verso adolescenti da 12 a 14 anni in età pubescente, non esiste nel DSM-5. Ad opporsi all’inserzione sono stati diversi psichiatri e psicologi che non erano d’accordo di considerarla patologica. Dovremmo pero’ fare più attenzione a tutto cio’ che consideriamo « anormale » o « normale » e soprattutto i motivi evocati che portano alla qualifica ! Ritengo personalmente che non dovremmo generalizzare. Ogni caso dovrebbe essere analizzato separatamente con criteri razionali, sociali e etici senza perdere di vista che l’encefalo di un adolescente di 14 o 16 anni è raramente paragonabile a quello di un altro della stessa età ; inoltre la maturità e/o ragionamento razionale è raramente raggiunta a questa età ma, nella maggioranza dei casi, va ben oltre. Ed è proprio per questo che è necessario legiferare con speranza che il giudice sia il più « imparziale » possibile, non come in questo caso !
“… l’encefalo di un adolescente di 14 o 16 anni è raramente paragonabile a quello di un altro della stessa età ; inoltre la maturità e/o ragionamento razionale è raramente raggiunta a questa età ”
A conferma di quanto da Lei scritto, quanto segue lo conferma…
http://tempsreel.nouvelobs.com/societe/20160915.OBS8146/beaucoup-de-mineurs-sont-attires-par-l-ei-ca-ne-date-pas-d-aujourd-hui.html