“Amarezza, profonda amarezza per le posizioni della Chiesa…”. Anche i laici più sensibili ai temi dell’etica e della famiglia, come Giuliano Amato e Massimo D’Alema, in questi giorni di dialettica aspra tra Stato e Chiesa non possono nascondere il loro rammarico. Da “cattolico adulto”, Romano Prodi si limita a ripetere che quella appena approvata dal governo è “una buona legge, che andava fatta e che rispetta i principi costituzionali sulla tutela della famiglia”.
Da laico non credente, eppure rispettoso dei valori religiosi e del ruolo della Chiesa, il vicepremier e ministro degli Esteri si spinge un passo più in là: “Sono stupito – dice – perché l’offensiva del Vaticano sul disegno di legge che istituisce i “Dico” è qualcosa di inedito, nella storia dei rapporti tra Stato e Chiesa”.
Inedito per la forma: da venerdì in poi, le gerarchie sono scese in campo a tutti i livelli. Da Papa Ratzinger alla Cei, dalla Sir all’Osservatore Romano, dai singoli cardinali ai parroci nelle omelie di ieri. Ma inedito anche per la sostanza: in nessun’altra occasione, nemmeno ai tempi del divorzio, gli interventi vaticani avevano sconfinato, sul terreno dei diritti civili e oltre il perimetro delle materie strettamente concordatarie.
Per questo D’Alema non è solo amareggiato, ma anche sorpreso: “In altri tempi – osserva – avremmo definito questa massiccia campagna come ‘clericale’. Oggi, giustamente, ci asteniamo dal farlo. Ma resta l’anomalia di un attacco così severo, allo Stato e alle sue leggi”. Un attacco che, a metà della settimana che si è appena conclusa, ha prestato il fianco alle interpretazioni più diverse. […]
“Diciamo la verità – aggiunge ancora D’Alema – questa legge che abbiamo presentato e sottoposto al vaglio del Parlamento non sfascia proprio un bel niente. Per essere sinceri, poteva essere anche più incisiva e brillante, sul piano della legittimazione e della difesa di certi diritti civili. Ma con tutti i suoi limiti, resta una buona legge, che rispetta e non minaccia in alcun modo la famiglia. E io la considero un punto di sintesi molto positiva, perché fuori, ma anche dentro la maggioranza, c’era chi questo disegno di legge non lo voleva affatto. Per questo essere riusciti ad approvarlo, con un consenso quasi unanime, è un grande risultato”.
Il disegno di legge sui Dico ha qualche difetto, che nasce proprio dall’obiettivo conclamato del governo di non irritare la sensibilità del mondo cattolico. Questo spiega, anche solo dal punto di vista puramente “estetico”, l’introduzione di procedure legali e un po’ curiali, come la dichiarazione “congiunta ma non contestuale” dei due contraenti davanti all’ufficiale dell’Anagrafe. Ma anche questi fastidiosi accorgimenti procedurali ruotano proprio attorno a un’esigenza di fondo: evitare che il rito dell’unione civile si possa configurare come un matrimonio, sia pure di “serie B” (secondo l’ultima definizione berlusconiana). […]
Oggi la crociata di Benedetto XVI e delle sue agguerrite “divisioni” deve destare qualche sorpresa anche nel ministro e di Beni culturali, che più di ogni altro si era speso nella strategia dell’attenzione verso le alte gerarchie.
Tra coloro che adesso non nascondono un forte dispiacere, misto a una certa meraviglia, c’è anche il ministro degli Interni. […]
Ma Amato, oggi, è un altro laico e non laicista che fa fatica a capire: “Vedo con amarezza presente e futura una Chiesa nel suo insieme arroccata nella paura e tanto timorosa del male da vederlo più grande di quanto non sia…”. Anche il Dottor Sottile, com’è evidente dalle sue parole, considera quindi sproporzionata la reazione suscitata Oltretevere dal disegno di legge sui Dico. Anche un politico equilibrato e un intellettuale attento al profilo universale del cattolicesimo come lui, in definitiva, si aspettava e si aspetta ancora un’apertura diversa, una visione più ecumenica, misericordiosa e caritatevole, da parte dell’istituzione ecclesiastica. “Perché queste posizioni di chiusura – riflette ancora Amato – sono foriere di minorità, proprio mentre escono libri che esaltano il ruolo potenziale del cristianesimo al tempo della globalizzazione”.
Questo dolente conflitto tra Stato laico e Chiesa cattolica, ad ogni modo, non può e non deve fermare l’azione del governo e la mediazione del Parlamento. Se anzi c’è una lezione politica da cogliere, in quello che è successo, sta proprio in quello che D’Alema chiama il “primato del governo”. “Chi cercava la prova ora è servito – dice il ministro degli Esteri – il governo c’è, governa ed è autosufficiente. Stiamo cambiando il Paese. La legge sulle unioni civili è la conferma che, se evitiamo le polemiche e le divisioni, possiamo fare le riforme. Anche quelle più impegnative e difficili. Sta solo a noi rendercene conto, rimboccarci le maniche, superare i personalismi e lavorare tutti insieme. Fino alla fine della legislatura… “. […]
Amato e D’Alema difendono i Dico
10 commenti
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avete letto che dice ruini?
aspetto che qui sulle news si pubblichi l’articolo per commentare direttamente su quello…
davanti a dichiarazioni simili non si può più sgusciare come anguille. può essere il momento x dare la spallata decisiva o per perdere tutto…. ansia….
A costo di diventare pedante e me ne scuso, sarebbe il caso che si finisse col dare una patente di laicità a tutti.
A dare del laico a tutti si finisce col fare il gioco della chiesa che mette al centro del mondo se stessa e fuori di essa i laici credenti e non per distinguerli dal clero.
Sono i pochi preti a doversi qualificare, i pochi al cospetto dei tantissimi non clericali.
Molti esponenti del governo e del centro-sinistra sono ipocriti nell’affermare i diritti delle coppie di fatto giacché essi ne sostengono alcuni diritti, tuttavia non li equiparano al matrimonio “tradizionale” e non permettono alle coppie omosessuali di adottare figli, il che è come dire:”voi omossessuali siete normali, ma in realtà non siete normali”
“Anche i laici più sensibili ai temi dell’etica e della famiglia…”
Ma che bravi questi laici sensibili!! Si sa che la famiglia è stata inventata dai Cattolici e i preti sono i maggiori esperti in materia!! Sono stanca di tutti questi famigliologi! Tutti che sanno cosa è meglio per gli altri e pretendono di imporlo. Tutti che parlano di etica senza sapere cosa dicono e dando per scontato che l’unica etica possibile sia quella religiosa.
Una seconda breccia di Porta Pia non si può fare?
Il problema è: Amato e D’Alema possono continuare a difendere Dico e 8xmille allo stesso tempo? Amato sa benissimo come funziona, e saprebbe anche spiegarlo molto bene ai contribuenti italiani a reti unificate. Se solo volesse…
E’ partita la macchina organizzativa per promuovere il Referendum popolare propositivo a favore dei pacs. I cittadini ed elettori su un tema così importante devono potere esprimere la loro posizione.
Bene, vedremo come Dalema e Amato manterranno quanto hanno detto.
“In altri tempi avremmo definito questa massiccia campagna come ‘clericale’. Oggi, giustamente, ci asteniamo dal farlo.”
mi piacerebbe capire perche…
Dichiarare guerra a chi trama contro il Parlamento Italiano.
Fuoco sul vaticano. Impicchiamoli tutti!