Gulalai è libera (davvero?). In difesa del diritto di non credere

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Gulalai Ismail è una persona veramente ammirevole. È la fondatrice di Aware Girls, un’organizzazione pakistana impegnata in favore delle ragazze, delle giovani e delle donne. Le aiuta nella loro istruzione e agisce affinché siano consapevoli dei loro diritti. Anche il premio Nobel Malala Yousafzai aveva seguito uno dei suoi programmi, prima che iniziasse il suo precoce impegno e prima quindi che le sparassero. Le due sono amiche e si sentono spesso.

Gulalai ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua attività. Tra i più importanti, il Commonwealth Youth Award e l’Anna Politkovskaya Award. Aware Girls ha a sua volta ottenuto il Foundation Chirac Peace Prize. Gulalai ha inoltre vinto l’International Humanist of the Year Award. Perché Gulalai è un’umanista, impegnata anche su questo versante. Fa infatti parte del consiglio direttivo dell’International Humanist and Ethical Union (Iheu), in cui l’Uaar rappresenta l’Italia.

Nei giorni scorsi Gulalai è rientrata in Pakistan dopo aver partecipato a una riunione londinese dell’Iheu. Ma è stata arrestata all’aeroporto di Islamabad. Poi è stata liberata su cauzione, ma il suo passaporto è stato ritirato ed è stata inserita nell’exit control list: non può dunque lasciare il paese. Non è libera di viaggiare, a differenza nostra. Anche se non ha fatto niente. O meglio: si è data molto da fare per i diritti umani, la pace e i diritti delle donne. Certe attività danno evidentemente fastidio. Per usare le sue stesse parole, “questo non è un attacco a Gulalai Ismail, questo è un attacco alla nostra libertà civica e alla nostra possibilità di esprimerci. È un attacco alla libertà di parola”.

Gli attacchi sono purtroppo frequenti, nel suo paese. Il Pakistan nacque nel 1947 in seguito al rifiuto di far parte dell’Unione Indiana: i fondatori volevano uno stato autonomo in cui i musulmani fossero l’ampia maggioranza. Ma erano dei moderati a confronto dei loro successori: già nel 1956 il Pakistan diventò, anche nel nome ufficiale dello stato, una repubblica islamica. Nel 1977 un colpo di stato portò al potere il generale Muhammad Zia-ul-Haq, legatissimo alla setta fondamentalista Deobandi: vale a dire ai “cattivi maestri” dei talebani afghani — che a loro volta furono copiosamente finanziati dallo stato pakistano, soprattutto in ambito militare.

Non sorprendentemente, il codice penale pakistano contiene una norma che punisce ogni critica o insinuazione sul “sacro nome del sacro profeta Maometto (‘la pace sia su di Lui’)”. Le pene previste vanno dall’ammenda fino alla condanna capitale. E non ci sono molte speranze di un cambiamento, nel breve periodo. Il nuovo primo ministro, Imran Khan, ha un passato di cricketista di livello internazionale e non è zelante come molti suoi predecessori. Ma anche lui paga pegno alla religione di stato e anche lui ha promesso di difendere la legge anti-blasfemia.

Anzi, è andato persino oltre. Paragonando le critiche alla religione alla negazione della shoah, ha invitato tutti i paesi a maggioranza islamica a chiedere l’intervento del consiglio Onu sui diritti umani al fine di difendere ovunque “il sentimento religioso dei musulmani”. Quando pensiamo che sono soltanto problemi loro, alleniamoci a pensare che potrebbero essere anche problemi nostri…

In Pakistan, però, non sono soltanto problemi degli umanisti. Il cristiano Salman Taseer, governatore del Punjab, si era espresso contro la legge anti-blasfemia. Nel 2011 è stato ucciso da un fondamentalista islamico. Ai funerali dell’assassino ha partecipato una grande folla, la stessa folla che si reca in pellegrinaggio alla sua tomba. O forse dovremmo chiamarlo “santuario”? Perché una persona oggetto di una tale devozione è inevitabilmente un santo, per chi gli è devoto.

Ancor più noto è il caso di Asia Bibi, cristiana anch’essa. Condannata a morte per blasfemia, è in carcere (in isolamento) da ben nove anni: in questi giorni la Corte suprema sta decidendo sulla sua sorte. Nel frattempo gli estremisti musulmani già scaldano la piazza chiedendone a gran voce la testa.

Sono vicende che dovrebbero far riflettere i cristiani di casa nostra. Eh sì, perché il vilipendio fa tuttora parte anche del nostro codice penale (peraltro risalente al fascismo, ma nessuno vuol mettervi mano). Certo, non è prevista la pena di morte. Ma sarebbe tempo che Avvenire, che si dà molto da fare per le sorti di Asia Bibi, si impegni anche per i tanti che ancora cadono sotto la scure della legge italiana. Perché le leggi che criminalizzano la “blasfemia” possono colpire chiunque: in Pakistan, persino il movimento musulmano Ahmadiyya, ritenuto “eretico”.

Tali leggi, con la scusa di proteggere “il sentimento religioso”, finiscono in realtà per inibire ogni critica alle religioni (e ovviamente ai loro leader). Creano autocensura, creano società uniformi — e quindi società stantie, perché la libertà di critica è il seme del progresso. Ma lo stesso occidente non si può certo dire illuminista, oggi, e nemmeno illuminato. Preferisce chiudere gli occhi su quanto accade adducendo motivazioni geopolitiche (il Pakistan è suo alleato), ma non si avvede di quanto miope sia la sua strategia. La storia dei rapporti con i talebani (dapprima armati in funzione antirussa, poi combattuti in quanto antioccidentali) non ha insegnato proprio nulla.

È per questo motivo che l’Iheu diffonde ogni anno un rapporto mondiale sulla repressione nel mondo della libertà di pensiero e ha lanciato la campagna Protect Humanists at Risk. Le due iniziative saranno presentate il prossimo 7 novembre dall’Uaar nell’ambito della Giornata in difesa del diritto di non credere, a cui si accompagna un’attività di sensibilizzazione delle istituzioni italiane. Siamo vicini a Gulalai come siamo e dobbiamo essere vicini a tutti coloro che patiscono a causa delle loro opinioni sulla religione. E non potrebbe essere diversamente.

Raffaele Carcano

Articolo pubblicato sul blog di MicroMega il 16 ottobre 2018

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20 commenti

Franco Ajmar

Eugenio Scalfari ha scritto ripetutamente (l’ultima volta su Repubblica del 14/10) che Papa Francesco “predica l’esistenza di un Dio unico”. Tuttavia le diverse religioni monoteiste, compresa quella di cui parliamo qui, si differenziano per le proprietà che caratterizzano il Dio di ciascuna di esse: forse alcune proprietà (eterno, onnipotente etc.) sono universali, ma altre, che riguardano i comportamenti (vedi sopra) che ciascun Dio richiede ai propri fedeli, possono essere molto diverse. Possiamo conoscere quali saranno i criteri proposti da Papa Francesco per tendere al Dio unico?

bardh

Eugenio Scalfari ha scritto ripetutamente che Papa Francesco “predica l’esistenza di un Dio unico”! Non so perche ma io sento ancora la grande risata di Ahmad Muhammad Al-Tayyib il Grande Imam di Al-Azhar e di tutti leader musulmani che si divertono vedere gli utili idioti occidentali che si danno da fare a creare ponti, a nutrire il non esistente “islam moderato europeo” ect, ect. La storia ha ampiamente dimostrato che i ponti con l’islam sono a senso unico e servono solo alla sua diffusione.

Diocleziano

Questo succede quando si danno alte cariche di responsabilità a vecchi bacucchi: si pensa che gli anziani siano più saggi, invece sono solo più lenti, e in ogni caso non vedranno mai gli effetti delle loro scelte sciagurate.

bardh

Bel articolo esaustivo di Carcano anche se penso che nelle conclusioni è stato molto cauto.
“Quando pensiamo che sono soltanto problemi loro, alleniamoci a pensare che potrebbero essere anche problemi nostri” – in un mondo globalizzato, con un numero crescente di immigrati musulmani, con un nr. crescente di politici “musulmani moderati”, con l’autocensura già in atto per non apparire “islamofobici” e non urtare la sensibilità dei fedeli, per non parlare del terrore islamico oramai una costante della vita quotidiana che non fa più nemmeno notizia, penso che la fase del “sono anche problemi nostri” è stata già superata abbondantemente e che oramai siamo passati nella fase successiva del dhimmi e del correttamente hallal.

Gérard

Vorrei che una volta per tutte qualcuno venga a spiegarmi cosa intende per musulmano moderato . L’ esempio con queste due vignette che dovrebbero “spiegare “la differenza fra il musulmano radicale e il musulmano moderato è stupido e vagamente razzista . Il musulmano radicale è idem al cristiano integralista e il musulmano moderato è quello che non pratica la sua religione come ci sono questi cristiani che non vanno mai a messa e, pure considerandosi cristiani, sono favorevoli al divorzio, all’ aborto etc… Ci sono pure queste personne fra i musulmani . Nell’ associazione francese laica che lotta fra l’ altro all’ islamizzazione della societa e alla quale aderisco, ci sono non poche persone di origine musulmana .

Frank

A parte il fatto che era evidente che ero sarcastico. A parte il fatto che andarti a spiegare la vera differenza tra musulmano radicale e musulmano integralista sarebbe ot e non è di mia competenza, io posso solo dire che di tutti ‘questi islamici moderati di cui parli sarei curioso di sapere dove sono quando si tratta di condannare gli attentati fatti dai loro correligionari radicali. A parte il fatto che a me le religioni, anche in salsa moderata mi stanno sui… va be ci siamo capiti, perché anche così sono dannose (soprattutto per l’intelletto delle persone ma anche per le tasche di tutti).
Mi spiegheresti tu perché sarei razzista? Al massimo islamofobo appunto ma non razzista, sei convinto che gli islamici siano una razza? Perché se è così allora il razzista sei tu.

Gérard

“la vera differenza tra musulmano radicale e musulmano integralista … ”

Io ho parlato di musulmani integralisti e musulmani non praticanti . Radicale o integralisti ( o fondamentalisti ) sono parole diverse per parlare d’un fenomeno più o meno simile oppure se non vogliamo andare nei dettagli, la stessa cosa .
Dunque io parlo di due cose diverse …
Sono fin da bambino che ho a che fare piu o meno da vicino con il mondo musulmano e modestamente mi sento aver più esperienza per poter dare un opinione su come è vissuto l’ Islam, visto che 20 anni fa era pressochè sconosciuto dagli italiani ( Non hai la minima idea le cose che ho sentito in merito anche da parte di persone ” colte ” Ho perfino sentito in giro che gli musulmani non mangiavano il maiale perchè era il loro Dio !!! ) . I musulmani non praticanti non sono affatto felici quando succede un attentato e lo so pertinamente perchè a casa mia vengono ogni anno parentela e amici dal Marocco : sanno che questo accrescera l’ odio nei loro confronti da parte di chi non sa fare la distinzione e farà da un erba un fascio ( reazione tipica degli ignoranti di tutti paesi e tutte le religioni ) . Anche io nutrisco un vera avversione verso tutte le religioni ma da laico sincero rispetto anche chi crede senza farmelo pesare . Islamofobo lo sono anch’io nel fatto che sono ostile a questa religione .

bardh

@ Gérard
“Vorrei che una volta per tutte qualcuno venga a spiegarmi cosa intende per musulmano moderato.” stai cercando che ti spiegano cosa è lo yeti!
Secondo gli sognatori multiculturalisti occidentali, il musulmano moderato sarebbe un musulmano praticante che non vorrebbe l’applicazione dallo sharia, che ama la democrazia occidentale e lo considera il miglior modello della democrazia possibile immaginabile, che difende la critica della religione islamica, in base al principio della libertà d’espressione appoggia il diritto degli vignettisti a disegnare il profeta, ect, ect, praticamente secondo la mitologia occidentale il musulmano moderato è una chimera che appare musulmana ma che pensa e si comporta da liberale occidentale, p.e Sadiq Khan, Linda Sarsour ect, ect.
Pero ora mi piacerebbe che ci spieghi cosa c’entra il razzismo con la vignetta che spiega la differenza fra il musulmano radicale e il musulmano moderato?
Io non lo trovo per nulla stupido anzi, pure la grande Malala Yousafzai Premio Nobel per la pace, che come ricorda l’articolo aveva seguito dei programmi di Gulalai Ismail, nel 2015 aveva ammonito: “The more you speak about Islam and against all Muslims, the more terrorists we create.”
“So it’s important that whatever politicians say, whatever the media say, they should be really, really careful about it. If your intention is to stop terrorism, do not try to blame the whole population of Muslims for it because it cannot stop terrorism. It will radicalize more terrorists.”
Quella che si definisce ‘I’m a feminist and a Muslim’ la più moderata e pacifica fra tutti i musulmani, moderatamente e pacatamente ci ricorda che parlando di islam e contro tutti i musulmani i creiamo terroristi, cioè quello che mostra quella vignetta!
Gia che ci sei provi a chiedere ai musulmani non praticanti che conosci se sono felici quando vedono una vignetta di Charlie Hebdo che raffigura il loro profeta , e se si sono tanto dispiaciuti che il giornale praticamente ha smesso di attaccare l’islam da quando li hanno massacrati!?

Frank

“la vera differenza tra musulmano radicale e musulmano integralista … ”

Ho scritto male intendevo musulmano radicale e musulmano moderato.

“I musulmani non praticanti non sono affatto felici quando succede un attentato e lo so pertinamente perchè a casa mia vengono ogni anno parentela e amici dal Marocco : sanno che questo accrescera l’ odio nei loro confronti”

Mi fa piacere ma mi sa tanto di “me lo ha detto mio cugino…” io vedo molte proteste dei musulmani quanto vengono messe in discussione certe loro tradizioni nei paesi europei ma poche quando ci sono attentati.

“sanno che questo accrescera l’ odio nei loro confronti da parte di chi non sa fare la distinzione e farà da un erba un fascio ( reazione tipica degli ignoranti di tutti paesi e tutte le religioni ) . Anche io nutrisco un vera avversione verso tutte le religioni ma da laico sincero rispetto anche chi crede senza farmelo pesare”

Quindi qui all’Uaar siamo tutti ignoranti visto che spesso critichiamo le religioni anche nelle sue forme più moderate? Ce ne faremo una ragione…

bardh

Gérard
“Sono fin da bambino che ho a che fare piu o meno da vicino con il mondo musulmano e modestamente mi sento aver più esperienza per poter dare un opinione su come è vissuto”
Il mio nonno paterno era un musulmano praticante, che pregava 5 volte al giorno anche sotto il regime comunista ateista, ho dei conoscenti connazionali musulmani, con moglie imbacuccate che non danno la mano agli uomini ect, ect quindi modestamente penso che l’esperienza non mi manca.
“Islamofobo lo sono anch’io nel fatto che sono ostile a questa religione.” È la seconda volta che discutiamo su questo, le fobie sono paure irrazionali, se ammetti che hai una fobia verso qualcosa vorrebbe dire che hai una paura ingiustificata, istintiva, ancestrale, su qualcosa che praticamente è innocuo o di bassa pericolosità. È proprio quello che pretendono i musulmani, che la nostra paura verso islam è ingiustificata poiché islam è una religione di pace, una religione che non causa ne morte ne sofferenza, quindi vedi un po te se sei islamofobo o invece la tua avversione verso l’islam e tutte le altre religioni è giustificata!?

RobertoV

Gerard mi sembra che definisca moderato un musulmano non praticante, cioè un musulmano che fa l’esegesi della sua religione, inventa un po’ di giustificazioni ad hoc, trasformandola in una religione più accettabile per gli standard culturali occidentali, così come è stato fatto per la religione cristiana. D’altronde ad una religione puoi far dire quello che vuoi, basta vedere quello che è stato fatto per i passi più violenti della religione cristiana pur di non mettere in discussione la divinità.
Vorrei, però, evidenziare che nella situazione attuale gli integralisti islamici sono più numerosi e più pericolosi degli integralisti cristiani o di altre religioni e che, quindi, un musulmano moderato rischi molto di più ad esternare le sue idee e a criticare i fanatici islamici. Perché questi non si fanno grossi problemi a passare alle vie di fatto ed hanno anche intessuto una rete di controllo in Europa, dato che la maggior parte dei paesi musulmani non è democratica. Un caso come quello del giornalista Khashoggi potrebbe succedere in Europa?
Qualche settimana fa aveva fatto scalpore in Germania il fatto che un turco-tedesco tornando in Turchia per visitare i suoi parenti era stato arrestato perché tre anni fa su face book, in Germania, aveva scritto delle critiche ad Erdogan considerate offensive per il presidente ed era venuta fuori la rete intessuta per controllare i cittadini turchi, e non solo, in Europa, utilizzando anche le moschee. Queste nazioni hanno anche il reato di blasfemia, quindi, uno che osa criticare l’islam rischia per se e per la sua famiglia.
Facendo un paragone “blasfemo” quante critiche hanno mosso gli italiani al fascismo durante il fascismo o quanti italiani, in particolare di certe zone, muovono apertamente critiche alla mafia ed alla camorra? Tutti conniventi o un po’ intimoriti?

Frank

“Tutti conniventi o un po’ intimoriti?”

Il risultato finale non cambia ed alla fine è quello che conta.

bardh

tutti i termini: musulmano, radicale, integralista, moderato, non praticante, nominale ect, ect, non potrebbero essere ben definiti, perché non ci sono criteri definiti di definizione, in ogni caso non ho ancora visto un musulmano “moderato o non praticante” che dichiara pubblicamente di non pregare, non seguire il ramadan o bere alcool che conti qualcosa nella comunità o che ha i suoi voti nelle elezioni, certo che esistono musulmani moderati, non praticanti o nominali, ma sono persone che non hanno nessuna influenza nella comunità, non sono portavoce di nessun altro tranne che di se stessi, e non possono rappresentare una comunità che li mette al angolo, e non può essere altrimenti, i rappresentati di una comunità religiosa non possono mai essere i meno religiosi, è questo lo dimostra ancora una volta la storia del Pakistan: “Il Pakistan nacque nel 1947 in seguito al rifiuto di far parte dell’Unione Indiana: i fondatori volevano uno stato autonomo in cui i musulmani fossero l’ampia maggioranza.” Un stato nato come comunità dei fedeli puo essere fondato da “moderati” ma prima o poi verrà guidato dai religiosi.

Gérard

Bardh
Tutti termini da te citati sono stati creati da giornalisti o opinionisti occidentali che mi interessano ben poco . Ribadisco : ci sono tanti ” musulmani ” che si straffotano dalla religione e che possono anche ridere delle vignette su Maometo . Le avevo fatto vedere ad alcuni quando sono apparse e hanno riso sopra . E evidente che quando si trovano con persone della stessa origine e se non sanno come reagirebbero se questi sapessero che sono poco credenti oppure atei preferiscono essere riservati su questo tema ( spesso gli musulmani praticanti si sentono i polizzioti religiosi degli altri musulmani . E un po come durante l’ ultima guerra, nella Francia occupata degli tedeschi, nessun francese osava parlare in pubblico delle sue opinioni politiche se erano diverse di quelle del governo di Vichy dalla paura di essere denunciato da qualcuno . Però, la ” comunità ” come la chiami te ( la cosidetta ” Umma ” ) è un po fantasmata e non ha il potere che sembri attribuirle : infatti, sono diecine di anni che cercano invano in Francia di creare un ” Islam di Francia ” e hanno fin’ ora avuto pochi risultati positivi ( un bene o un male ??) . E nelfrattempo, in Belgio il partito islamico ha perso le elezioni regionali con un 1,6% dei voti nei comuni dove si era presentato . Aveva prima due o tre consiglieri eletti nelle roccaforti islamiche ( Molenbeek per esempio ) e adesso gli ha perso tutti .
Però, detto ciò, questo non cambia il fatto che la religione musulmana, nella sua essenza, è molto pericolosa e sono piu temibile gli attivisti e le lobby islamiche ( spesso foraggiati da paesi come l’ Arabia Saudita o gli Emirati – Questi spendono ogni anno piu di 80 milliardi di dollari per diffondere la versione wahhabita dell’ Islam in tutto il mondo ma sopratutto in Europa ) che hanno ben imparato la lezione di Gramsci con l’ entrismo .

P.S. So pertinamente il senso di ” Phobia ” ma visto che questo termine di Islamofobia si è imposto nel linguaggio comune ( come omofobo, cristianofobo, etc ) dobbiamo utilizzarlo anche noi . Ma islamofobo non significa odio del musulmano come gli islamisti l’ hanno manipolato ( come la Chiesa cattolica ha manipolata la parola laicita ) ma ostilita ( o odio ) della religione musulmana, non di quello che la pratica ( che sarebbe irazionale ) .

Franco Ajmar

Per Gèrard e Diocleziano
Mi chiedevo se il progetto del Dio unico, con le significative ricadute applicative, (tipo condanna per blasfemia) fosse una fantasia del giornalista, ricavata dai suoi colloqui col Papa, o se si trattasse di un concreto programma papale: fa una certa differenza. Quanto agli utili idioti e ai vecchi bacucchi, si può genericamente concordare, anche se il razzismo anagrafico non è sempre polemica raffinata: però faccio notare che Scalfari non è stato “messo lì”, ma ha fondato un quotidiano molto seguito e che quasi tutti i papi sono anzianotti: d’altra parte il giovane Di Maio (recentemente “messo lì”) si è distinto per aver baciato la teca col sangue di San Gennaro e il giovane Conte le reliquie di Padre Pio.

RobertoV

Il concetto del dio unico è un po’ di anni che viene espresso a livello cattolico e di altre religioni. Direi che è un’ulteriore evoluzione del giudaico-cristiano concetto che qualche decennio fa avrebbe fatto inorridire la maggior parte dei cristiani. Ma è solo un’affermazione propagandistica per legittimarsi e promuoversi, facendo dimenticare il loro passato. Purtroppo è un concetto che viene recepito anche a livello laico.
Ma quando si va alla realizzazione pratica, al dettaglio, ci si rende perfettamente conto di quanto falsa sia questa affermazione. Un po’ come dire che siamo tutti uguali, ma quando si guarda alla realizzazione pratica ci si sente profondamente diversi anche dalla nazione accanto o addirittura dalla regione e città.
Basta pensare che la chiesa cattolica non fa parte dell’associazione delle chiese cristiane mondiali perché evidentemente si considera diversa e superiore e non accetterebbe mai una risoluzione comune in cui il suo voto non conta più degli altri.

Franco Ajmar

Grazie, lo sospettavo ma non sapevo da che parte questo papa volesse cominciare.

RobertoV

Basta che guardi anche ai problemi con gli ortodossi, i più vicini ai cattolici. L’organizzazione dell’incontro tra il patriarca russo, che odia quello di Costantinopoli, ed il papa è una telenovela.
Anche Scalfari parla di unico dio, ma non lo applica: basta pensare a come ha trattato pochi mesi fa i valdesi, dimostrando che per lui l’unico vero dio è quello cattolico e solo da loro è rappresentato. D’altronde parlare di un unico dio non implica riconoscere parità, ma semplicemente che la cultura e la storia li hanno separati nelle modalità: ovviamente per il papa resta inteso che l’unico vero dio è quello cattolico e lui ne è il vero rappresentante. Tatticismi, diplomazia, sempre nell’intento di ottenere una egemonia mondiale.

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