Il Consiglio dell’ideologia islamica (Cii) ha accettato ieri di emendare le controverse Ordinanze Hudood di modo che esse si accordino non solo con il Corano ma anche con il Codice penale ed il Codice di procedura penale pakistani. Lo ha annunciato un comunicato stampa dello stesso Cii. Secondo il documento, il Consiglio – che inizia in questi giorni la sua 161esima sessione, presieduta da Muhammad Khalid Masud – ha deciso inoltre di pubblicare il suo rapporto sulle Ordinanze ed ha approvato una risoluzione che propone la liberazione su cauzione di tutte le donne al momento detenute per accuse correlate alle Hudood. Quest’ultima decisione è molto importante, dato un sondaggio che vuole circa 200 mila casi legati alle ordinanze tuttora pendenti. Nel solo registro di Lahore, la Corte federale si deve pronunciare su 1.400 casi: questo provoca l’ingiusta detenzione di coloro che sono in attesa di giudizio, per la maggior parte donne. Le ordinanze islamiche Hudood sono state approvate nel 1979, sotto la giunta militare del generale Zia-ul-Haq: esse sono composte da 4 parti che regolano i temi della proprietà, del qazaf [falsa accusa di adulterio ndr], dell’adulterio e delle proibizioni. Le ordinanze, tra l’altro, non discriminano fra adulterio e stupro: una donna vittima di uno stupro deve presentare davanti ad una corte islamica la testimonianza di 4 maschi – adulti e musulmani – che abbiano visto l’atto e possano testimoniare che sia stato compiuto con violenza per avere giustizia dallo Stato. Secondo le ordinanze, se la vittima non è in grado di produrre le testimonianze, può essere accusata di adulterio e condannata al carcere. […] gruppi di minoranza del Paese, così come quelli che si battono per i diritti delle donne, hanno espresso soddisfazione per la decisione, ma ritengono l’emendamento una mossa troppo leggera per ridurre l’ingiustizia delle Hudood. […]
Fonte: Asia News