A Verona il summit mondiale cristianista: nel mirino donne, gay e laicità

A Verona, dal 29 al 31 marzo, si terrà il World Congress of Families. La kermesse, a dispetto del nome apparentemente pluralista, sarà la calamita di organizzazioni e personalità integraliste note per l’aggressivo lobbying e per l’ostilità ai diritti civili. Non solo dall’Italia, ma anche dall’estero, all’insegna di una vera e propria Internazionale cristianista. La sponda nostrana è tenuta da gruppi come Pro Vita, il Comitato Difendiamo i Nostri Figli, CitizenGo, Generazione Famiglia; non mancano presenze dalla Russia, dall’Ungheria, dall’Africa tra scrittori, intellettuali, politici. Tutti insieme contro le istanze delle persone lgbt, la laicità e i diritti riproduttivi delle donne, in un caleidoscopio che spazia tra familismo cristiano, omofobia, teorie del complotto, anti-femminismo, umori di estrema destra o con una riverniciatura alt-right, ideologie identitarie e teocratiche, pulsioni populiste e sovraniste. Forse troppo persino per il Vaticano, che stavolta ne rimane fuori. E dire che l’anno scorso allo stesso convegno, in Moldavia, c’era anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato.

Scorrendo i nomi dei relatori e leggendone dichiarazioni e prese di posizione, si fa un salto nel medioevo. Anzi, nel medioevo prossimo venturo che ci stanno apparecchiando. Ne citiamo qualcuno a beneficio d’inventario. Lo statunitense Brian Brown, presidente di questo Congresso mondiale delle famiglie, si è distinto in varie azioni di disturbo contro l’affermazione dei diritti degli omosessuali (dalla Proposition 8 in California fino al bando dell’amministrazione Trump per le persone trans nell’esercito). Il russo Alexey Komov, “ambasciatore” del WCF, è un punto di raccordo tra oligarchi russi sostenitori di Vladimir Putin e il mondo dell’ultradestra europea. E secondo un’inchiesta de L’Espresso questi intrecci coinvolgerebbero anche la “nuova” Lega di Salvini. Dimitrij Smirnov, prelato presidente della Commissione patriarcale per la famiglia e la maternità della Chiesa ortodossa russa, ha paragonato i sostenitori dell’aborto a “cannibali che devono essere spazzati via dalla faccia della terra”. Theresa Okafor, attivista nigeriana fondamentalista, ha fatto allusione a un presunto “complotto” per silenziare i cristiani in Occidente, strumentalizzando gli attentati di Boko Haram. Lucy Akello, parlamentare ugandese, ha giocato un ruolo (nefasto) nel dibattito che rischiava di portare all’approvazione di una legge che avrebbe criminalizzato l’omosessualità.

Per quanto criticabile è una riunione privata di estremisti, si direbbe. Il problema è che questo evento, con tutte le derive ideologiche a corredo, ha ricevuto uno sdoganamento mai visto in tempi recenti da parte delle istituzioni italiane. Il patrocinio del Ministero per la Famiglia e le Disabilità, della Regione Veneto e della Provincia di Verona, mentre il Comune di Verona è l’unico ente pubblico tra gli sponsor. Ben tre ministri, tra i più importanti, di questo governo – Matteo Salvini, Lorenzo Fontana e Marco Bussetti – saranno tra i relatori. A parlare anche la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il sindaco di Verona Federico Sboarina e il governatore della Regione Veneto Luca Zaia.

Nel corso dell’attuale legislatura proprio certi clericali che sostengono posizioni anti-gay e regressive sui diritti civili, (auto)investiti di una missione divina, hanno occupato posti influenti. Si danno da fare ormai a carte scoperte per rimettere in discussione le fragili riforme laiche approvate nel nostro paese. Il peso della Lega si fa sentire: sono sotto attacco unioni civili, coppie omosessuali e i loro figli, accesso all’interruzione della gravidanza. Mentre rimonta un clima culturale retrivo, all’insegna dei “bei” tempi andati, che esalta il familismo (quello della famiglia “naturale”, ovviamente) e l’identità cristiana. Una reazione che vuole rimettere in posizione subordinata minoranze giudicate perturbatrici dell’ordine sociale, come gay, non credenti, femministe, stranieri. Nel ddl che pretende di riformare l’affido condiviso è possibile ravvisare certi presupposti: è opera del senatore leghista Luigi Pillon, anche lui al convegno veronese.

Mentre succede tutto questo e la società laica è sotto attacco, l’altro alleato (di maggioranza) al governo, il Movimento 5 Stelle, ripete il mantra che certi temi non sono presenti nel “contratto di governo”. Ma questa rassicurazione, senza una reale opposizione in Parlamento a queste controriforme, rischia di diventare insipienza e di lasciare campo libero agli integralisti. La questione del patrocinio al WCF è paradigmatica di queste dinamiche interne all’esecutivo. Sul sito del World Congress of Families campeggia tuttora (almeno fino all’ultima verifica prima di pubblicare l’articolo) anche il logo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Palazzo Chigi però smentisce di aver ricevuto richieste, sostenendo che si tratti di una iniziativa autonoma del Ministero della Famiglia (guarda caso il ministro Lorenzo Fontana è uno dei relatori al convegno). Quasi che la dicitura del Consiglio dei Ministri sia stata usata “a sua insaputa”. Poi sembra che Palazzo Chigi voglia ritirare il patrocinio. Anzi, la grottesca linea difensiva è che tale patrocinio non sia mai esistito. Ma il valzer non è finito: la Presidenza del Consiglio ha chiesto ulteriori approfondimenti, col pretesto di indagare sulla possibile finalità di lucro dell’evento, dato che per l’accesso occorre pagare il biglietto. Cioè il patrocinio al limite sarà annullato per una questione formale, non sostanziale. Mentre uno dei vicepremier, Luigi Di Maio, cerca di svicolare bollando l’evento come un raduno della “destra degli sfigati”, l’altro vicepremier Matteo Salvini rivendica la sua presenza al convegno.

Le realtà femministe, le associazioni per i diritti lgbt e quelle laiche si stanno mobilitando, vista la posta in gioco: anche l’UAAR sta facendo la sua parte. Intanto la petizione di All Out rivolta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al governatore del Veneto Luca Zaia e al presidente della Provincia di Verona Manuel Scalzotto, ha avuto l’effetto di destare attenzione sul caso e di smuovere il governo. Almeno 160 tra docenti e ricercatori dell’Università di Verona hanno firmato un documento per prendere le distanze dalle tesi pseudo-scientifiche rilanciate dal “Congresso”. Come alternativa al congresso integralista, nei giorni dal 29 al 31 marzo saranno organizzati proprio a Verona dibattiti, assemblee e spettacoli. Il 30 marzo ci sarà una grande manifestazione e il 31 un’assemblea pubblica, con diverse personalità impegnate nella difesa dei diritti civili e della libertà delle donne.

A Verona si gioca una partita importante per i diritti e per la laicità in Italia (e all’estero). In prospettiva questo evento può avere pesanti conseguenze: galvanizzerà gruppi e personaggi che stanno portando avanti un’agenda confessionalista, ne consoliderà gli intrecci anche istituzionali, darà loro legittimità, esperienza e strumenti per agire in maniera più intrusiva. Mentre le forze di governo sono spaccate e l’opposizione fa quel (poco) che può in aula ma a parte alcune figure sulla barricata appare fiacca, è la società civile che deve farsi sentire, scendendo in piazza e invadendo pacificamente Verona per mostrare che un’alternativa alla deriva confessionale in Italia è possibile.

 

Valentino Salvatore

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11 commenti

Diocleziano

*— Nel corso dell’attuale legislatura proprio certi clericali che sostengono posizioni anti-gay e regressive sui diritti civili, (auto)investiti di una missione divina, hanno occupato posti influenti. Si danno da fare ormai a carte scoperte per rimettere in discussione le fragili riforme laiche approvate nel nostro paese… *

Ricordo che nel periodo precedente la formazione dell’attuale governo, i gerontosauri della Città del Male, auspicavano la formazione di più politici cattolicamente orientati. Non sono caduti nel vuoto i loro desiderata.

*… Mentre le forze di governo sono spaccate e l’opposizione fa quel (poco) che può in aula ma a parte alcune figure sulla barricata appare fiacca, è la società civile che deve farsi sentire, scendendo in piazza e invadendo pacificamente Verona per mostrare che un’alternativa alla deriva confessionale in Italia è possibile… *

Oltre che scendere in piazza in certe occasioni, si potrebbe, sempre, usare la nostra presenza per ‘tirare per la giacca’ questi politicanti da sacrestia. Per esempio corredando TUTTE le notizie sensibili con l’e-mail dell’ufficio del responsabile e un breve messaggio di richiamo: credo che alla lunga qualche dubbio gli si insinuerà…

Prendiamo esempio dalla piccola Greta: ROMPERE ROMPERE ROMPERE! 😆

Frank

Greta sta solo dimostrando che ormai è più facile vincere un nobel che prendere un diploma. 🙂

RobertoV

Greta è stata proposta da alcuni politici come premio nobel. Ogni anno centinaia di persone vengono proposte come premi nobel per la pace, vincerlo è un’altra cosa.
La ragazzina è autistica quindi qualche problema a prendere il diploma lo avrà. Inoltre è svedese, un mondo da decenni molto sensibile alle questioni ambientali, incomprensibile per gli italiani che sono estranei culturalmente riguardo a tali problematiche. Ma basta superare le Alpi per notarlo.

ateo64

Mamma mia! E’ proprio il caso di dire: “Si salvi chi può”! Ogni giorno che passa è una conferma che la decisione di emigrare è stata la più saggia di tutta la mia vita!

RobertoV

Ormai è prassi di questi fanatici cercare di abbellire le loro “idee” utilizzando termini con apparente valenza positiva, quali amore, tolleranza, libertà, tradizione, provita, famiglia, ecc. Eppure abbiamo uomini che uccidono donne, le segregano o utilizzano violenza contro di loro ed i figli parlando di amore, chiedono tolleranza per le loro aberranti idee, mentre propongono idee liberticide nei confronti degli altri e dicono di essere a favore della vita, quando in realtà sono a favore della vita del concepito contro quella della donna ridotta a mezzo, e così via. Anche il termine tradizionale utilizzato con una valenza positiva, non lo è per niente, così come abbinato a famiglia. Basta pensare a che cosa era la famiglia in passato, quali erano i rapporti tra moglie e marito, tra padre e figli, non certo quella idealizzata da mulino bianco che vogliono far credere. Le recenti sentenze riguardo a femminicidi e stupri sembrano tornare a queste belle tradizioni che si vuole sdoganare.
Ho trovato singolare la Meloni che sosteneva che il fatto che lei fosse una donna, madre e lavoratrice, a favore della famiglia fosse la dimostrazione che tale convegno non fosse contro le donne. Come se non mancasse la dimostrazione che sono spesso proprio le donne a veicolare il conservatorismo e limitare le libertà di altre donne. Come se non ci fossero donne in carriera che sostengono che le donne debbano stare a casa a curare i figli. Perché lei è anche una privilegiata, che sa che le regole che vuole per le altre non valgono per lei.
Basta vedere anche altri rappresentanti quali il ministro Fontana, che vuole che si facciano tanti figli, ma lui ne ha uno solo, pur potendosene permettere tanti, e lo stesso Salvini che è a favore della famiglia, ma lui ne ha avute tre e fa il padre sui social per farsi vedere (scaricando sulle donne la “bassa manovalanza” dell’accudire un figlio).
Quello che trovo veramente assurdo è il fatto che questi fanatici rifiutino il concetto di rispetto delle minoranze. Cosa vuol dire che se una minoranza chiede diritti per se allora le altre famiglie ne risultano danneggiate? Cosa vuol dire che loro sono a favore del matrimonio tradizionale uomo donna? Perché con le nuove regole questo è impedito? Uomini e donne non si sposeranno più? D’altronde vengono dalla cultura che vedeva il matrimonio civile come un affronto a quello religioso, inaccettabili i matrimoni misti tra religioni differenti o nazionalità differente.
Il mio matrimonio, la mia famiglia non cambiano se dei gay si sposano o se poche centinaia di persone ricorrono all’utero in affitto. O propongono ancora la distinzione tra figli legittimi ed illegittimi? Solo delle persone meschine possono pensare che il loro matrimonio dipenda da che cosa fanno gli altri.

mafalda

In quali mani è l’istruzione pubblica! Nessun ministro precedente si era dimostrato così arretrato e ruffiano.

Diocleziano

La politica è piena di frustrati desiderosi solo di imporre i

loro punti di vista (leggi: paranoie religiose) a tutto il Paese.

A questo si aggiunga una spaventosa carenza culturale.

dissection

@mafalda
È che si sono dimenticati di aggiungere una “d” sull’intestazione delle circolari ministeriali. E anche sulla porta d’ingresso del ministero.

RobertoV

E non poteva mancare l’appoggio della “nuova” chiesa cattolica. Parolin ha detto che sono d’accordo con la sostanza, ma non nelle modalità. Ed in questo sono maestri: nel dire e non dire, nel discriminare facendo credere di essere per il bene e così via.
E sono anche esperti di tradizione. Proprio oggi si è visto il nuovo corso del papa in fatto di pedofilia. Non ha accettato le dimissioni dell’arcivescovo Barbarin condannato recentemente in Francia per aver protetto dei preti pedofili. Va detto che, però, si trovava tra l’incudine ed il martello visto che la nomina del successore avrebbe dovuto farla con un altro prelato denunciato di molestie sessuali in Francia. Bisogna difendere i valori della “tradizione” e della “famiglia”, i valori della casta e dell’insabbiamento e dell’ipocrisia.

dissection

Il “nuovo medioevo” in cui stanno cercando (forse riuscendoci, non lo so, ma vedremo) di trascinarci è più vecchio di quello vecchio, col peggioramento della connivenza di un popolino encantado che non si rende conto di ciò a cui va incontro. Mi chiedo che fine ha fatto quella parte di destra moderata, ragionevole, che non si fa sentire (o perlomeno, io non ne sono a conoscenza) e che potrebbe in realtà essere l’unica interlocutrice della parte invece estrema e chiedergli in cosa pensa che sia diversa, questa nuova, puteolente, intollerante, ignobile marea montante di razzismo sovranismo e infine ignoranza, da quella di ottant’anni fa e che ha provocato i danni che sappiamo, anche a sé stessa. Davvero certe cose è sufficiente non averle provate sulla pelle, o certe categorie pensano sul serio di avere e che avranno sempre & comunque ragione, qualsiasi cosa succeda? Ma d’altronde, finché nelle scuole della privata dioistruzione si insegnerà che i privilegi di pochi devono andare a discapito dei diritti di molti, e che se ne facciano anche una ragione, non ci saranno molte probabilità di vedere la luce in fondo al tunnel. È facile fare i fascisti in democrazia, mi piacerebbe vederli provare a fare i democratici in regime fascista; resta il fatto che delle comodità e piacevolezze della democrazia questi fascisti con la tessera annonaria altrui continuano a non voler rinunciare, pur continuando a denigrarne gli aspetti a loro avviso “incoerenti”, “iniqui” eccetera. Mala tempora…

RobertoV

Attenzione che per queste persone “medioevo” ha un significato positivo, idealizzato. Giocano sul fatto che l’indagine storica ha evidenziato che questo periodo non sia stato così buio come veniva dipinto (senza distinguere, però, tra alto e basso medioevo e senza considerare i ben 1000 anni di durata convenzionale). Da non era un periodo così buio lo hanno trasformato nel suo opposto, secoli luminosi. Nella loro propaganda la famiglia degli ultimi decenni sarebbe una famiglia degradata marxista, a cui oppongono il modello della tradizione “medioevale” idealizzato. Senza trarre le conclusioni che i loro stessi idoli Fontana, Salvini, Casini, Berlusconi, Meloni ecc. risulterebbero marxisti secondo le loro considerazioni. La stessa Meloni rischierebbe con l’inquisizione e suo figlio sarebbe considerato di serie B.

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