Noi siamo Mila

Mila ha sedici anni. Ama il canto, è apertamente omosessuale e ha una pagina Instagram che riscuote un po’ di successo. Un giorno, proprio su quella pagina, un giovane musulmano cerca pesantemente di rimorchiarla. Lei lo rifiuta. Lui la prende male: la definisce una razzista, un’islamofoba e “una sporca lesbica”. Lei reagisce duramente. E posta un video in cui dichiara di detestare tutte le religioni, che “l’islam è una merda”, e che al suo dio metterebbe un dito da dove esce.

Tanto basta.

Tanto basta perché la pagina Instagram di Mila sia immediatamente sommersa da duecento insulti al minuto e da migliaia di richieste di stuprarla e ucciderla. Ha schiacciato il pulsante sbagliato, Mila, e la sua vita non è più la stessa. Non può più andare a scuola. Finisce sotto protezione, nascosta chissà come e chissà dove. Parte l’inchiesta contro chi l’ha minacciata di morte, ma ne parte una anche contro di lei, accusata di “incitamento all’odio razziale e religioso”.

È un’accusa che ovviamente è già caduta, perché Mila ha espresso soltanto la sua opinione, senza spingere qualcuno a compiere violenza. A differenza di quanto hanno fatto migliaia di altri francesi, coalizzatisi per bullizzarla. A difesa del buon nome dell’islam.

Personalmente non mi verrebbe mai in mente di paragonare una religione agli escrementi, ma nemmeno mi verrebbe mai in mente di offendermi perché qualcuno scrive da qualche parte “ateismo di merda”. Molto banalmente, se la legge è uguale per tutti, allora tutti dovrebbero avere gli stessi limiti e gli stessi diritti di insultare un’ideologia, che sia religiosa o no. Con la sola eccezione delle istituzioni, che sono tenute a restare rigorosamente neutrali – e possibilmente non volgari.

Ma i fedeli pretendono rispetto. Lo esigono, e non esitano a ricorrere alle maniere forti per farlo capire. La ministra della giustizia Nicole Belloubet, che non sembra curarsi degli oltre diecimila “Macron de merdecensiti da Google, è stata chiamata a commentare l’episodio in tv. E dopo aver preso formalmente le distanze dalle minacce di morte a Mila, ha però sentito il bisogno di aggiungere che si è “evidentemente trattato di un attacco alla libertà di coscienza”. E non si riferiva certo a quella di Mila.

La ministra ha poi fatto retromarcia. L’ha fatta anche il Consiglio francese del culto musulmano, il cui delegato generale Abdallah Zekri aveva affermato che “chi semina vento raccoglie tempesta” e che Mila “se l’è andata a cercare”. Sono andati un po’ troppo oltre per una nazione che le leggi che criminalizzano la blasfemia le ha abolite da parecchio tempo , e che solo qualche settimana fa ha commemorato i disegnatori del Charlie Hebdo, trucidati cinque anni fa. Sul web si è prontamente diffuso l’hashtag #JeSuisMila – ma in misura non piccola anche il suo opposto, #JeNeSuisPasMila. Anche la politica si è divisa: una volta di più, la destra ha strumentalizzato l’episodio (facendo sotto sotto capire che sarebbe meglio disfarsi dell’islam) e la sinistra è rimasta quasi completamente silente (facendo sotto sotto capire che l’islam non va mai criticato, a prescindere).

Sarebbe più semplice, onesto e realista ammettere che l’islam rappresenta oggi un problema, e che come tutti i problemi si devono cercare soluzioni per conviverci. Vien da pensare che sia ormai impossibile anche solo tentare di trovarle, in questo mondo sempre più polarizzato, in politica come su internet. È invece l’unica strada perseguibile. E forse lo pensa anche la maggioranza della popolazione, che non trova però il coraggio di esprimerlo. Spingerla a farlo è un obbiettivo decisivo per far progredire ancora questo mondo e chi ci abita.

Raffaele Carcano

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16 commenti

dissection

Je suis Mila.
Povera piccola, non immagino l’inferno che sta passando, alla fine, per colpa di un becero ignorante, a prescindere dalla religione, il cui cervello è troppo piccolo, o troppo ottuso, per farsi una ragione di un semplice rifiuto. È la classica prepotenza sfacciata che nasconde insicurezza e paura di sentirsi in imbarazzo. Ad ogni modo, se era dichiaratamente omosessuale, perché è andato a provarci, il miserabile? Ho paura che la risposta la conosciamo…

Diocleziano

Aspettando il giorno in cui, finalmente, sarà chiaro quanti danni (cerebrali) producono le religioni.

dissection

Sai, Emperor, penso che alla gggente alla fine fotte sega dei danni cerebrali. Se gliene importasse, forse non saremmo in questa situazione. Il punto è, venendoti incontro, che sono troppo cerebralmente danneggiati per rendersi conto dei danni.

Diocleziano

Appunto magister, è un circolo vizioso: sono degli i-dio-ti ma non possono saperlo, nemmeno dicendoglielo. Parafrasando la vecchia battuta: “Non sono cattivi, è che li hanno condizionati così”.
Poi ci sono i politici, i quali o saltano sul carro del vincitore o saltano sul carro del più ricco. In questo senso la chiesa è una garanzia.

laverdure

“Parafrasando la vecchia battuta: “Non sono cattivi, è che li hanno condizionati così”.
E se non fossero stati condizionati da checchessia salterebbe fuori l’altrettanto
vecchia diagnosi:”Non sono cattivi,sono malati “.
Ora,cari signori,la cattiveria non e’ forse una malattia ?La psichiatria l’ha classificata da molto tempo,si chiama SADISMO.
E se escludiamo i condizionamenti e la malattia,cosa resta ?
NIENTE !
E’ esattamente come se ad un coltello togliessimo il manico e la lama.
A questo punto nessuno puo’ quindi essere considerato colpevole,eliminiamo tribunali,polizia e prigioni e viviamo in allegria !

Gérard

Povera ministra della giustizia Nicole Belloubet che dichiara che si è “evidentemente trattato di un attacco alla libertà di coscienza”…!!
Ma Sig.a Ministra, in che modo le osservazioni di Mila sarebbero un attacco alla libertà di coscienza quando sappiamo che l’Islam proibisce la libertà di coscienza ???
E vero che poi la ministra ha fatto retromarcia in merito a questa dichiarazione ma questo episodio dimostra come l’ Islam sta sconvolgendo la laicita del paese . Mette anche in luce come destra e sinistra si stanno spaccando su questo tema .

Maurizio

Chissà perché, poi, il concetto di libertà di coscienza viene da taluni interpretato come facoltà di condizionare i diritti altrui.

mafalda

Su una cosa la politica si ricompatta sempre, più che contro il terrorismo: la religione. È troppo utile, va difesa a ogni costo perché con essa si tengono a bada le moltitudini di gonzi che credono. Destra, sinistra, centro, correnti e movimenti, tutti, compresi intellettualoidi atei, pronti alle crociate contro i laicisti. Anche le destre, scommetto, se dovessero scegliere tra islam e laicità, comincerebbero a finanziare le moschee.

dissection

Instrumentum regni. Ancora più utile, effettivamente, a questa classe politica odierna, così inetta, inane, meschina, infima e incapace, che senza quella non saprebbero veramente più che pesci pigliare.

iguanarosa

Perché un virile ragazzo e tombeur de femmes, islamico o no, cercherebbe di rimorchiare una lesbica, lo sa solo lui. Forse pensava che avrebbe fatto un’eccezione guardando la sua immagine “irresistibile” O forse è un malato di mente.

P.S. per i gestori del blog. Non si capisce all’inizio dove si svolgano i fatti.

dissection

È malato di mente. Sappiamo anche il nome della sua malattia: indottrinamento religioso obbligato, sin dalla più tenera età. Il quale, da buona & giusta discendenza abramitica, insegna e impone di insegnare che “la donna”, in quanto creatura inferiore & accessoria, deve sempre & comunque sottomettersi alla volontà del maschio, la quale, alla fine, è volontà di dio (b……o). A prescindere da disponibilità, gusti, condizioni di salute e/o sociali eccetera. Della “donna”, s’intende. Mai che passi loro per la mente di rendersi anche lontanamente conto dello squallore & della miseria sottesi a una simile visione della vita; per non parlare di cosa si perdono a rinunciare a trattare degnamente & equamente “gli altr*”, chiunque siano.

RobertoV

Magari pensava di poterla “curare” (con un bel “stupro” ??), visto che nella cultura islamica come diceva l’ex presidente dell’Iran Ahmadinejad non ci sono omosessuali ed omosessuali si diventa, non si nasce, è un problema dell’occidente e del capitalismo decadente.
D’altronde nel mondo islamico sanno come “prevenire e curare” l’omosessualità: in 9 paesi c’è la pena di morte ed in molti altri ci sono il carcere o pene pecuniarie o punizioni corporali.
E sostengono che non è da intolleranti combattere l’omosessualità.
Certo che la ragazza le aveva proprio tutte: donna, omosessuale e anti-islamica ed “osava” anche parlare e rispondere a degli uomini …….Una vera strega, da bruciare, dopo averla torturata un po’ ………

dissection

Esatto: probabilmente pensava a una “cura”, violenta o meno, e sicuramente sono in molti che continuano a pensare e credere di “curare” così il saffismo, e non solo da parte islamica. Non dicono mai, però, come curerebbero i gay, aldilà delle varie “soluzioni finali”…

Franco Ajmar

Un piccolo commento a latere. L’episodio conferma gli effetti dell’amplificazione mediatica per cui uno scambio volgare di opinioni non proprio articolate diventa questione addirittura nazionale come un terremoto o un’alluvione. Dopodomani tutto come prima, avanti un altro problema.

RobertoV

Purtroppo anche nella nostra cultura occidentale la religione continua a godere di trattamenti di favore e privilegi, ben superiori alla semplice libertà di opinione. Per loro ci devono essere sempre trattamenti di favore a protezione, vedi anche la recente sentenza inglese sui vegani. A loro sono concesse cose proibite ad altri. La libertà di opinione non impedisce di poter criticare duramente dei partiti, delle filosofie, dei personaggi pubblici, ma guai a toccare la religione. Dipenderà dal fatto che i fanatici religiosi sono piuttosto “suscettibili” e non si accontentano di rispondere sul piano argomentativo, ma passano direttamente alle minacce ed anche all’azione violenta? Però, sarebbe come dire che ai nazifascisti non dovremmo rispondere perché questi potrebbero passare all’azione, così per i mafiosi, ecc. Anche nel caso delle critiche al cristianesimo spesso le lamentele riguardano la presunta eccessiva tolleranza, rimpiangendo di fatto le possibilità di difesa violenta che altre religioni hanno.
Ci si dimentica che le religioni non si accontentano mai: se tolleri certi comportamenti diventeranno sempre più aggressive e faranno sempre più richieste ed in questo gli islamici non sono secondi a nessuno attualmente. Proprio oggi leggevo che all’aeroporto di Vienna c’è un locale per la preghiera, ma ai mussulmani non basta perché ne vogliono uno più grande. Ma per quale ragione un aeroporto dovrebbe avere un luogo per pregare?
Certo che i mussulmani “moderati” ne hanno di lavoro da fare per convincere che l’islam è “una religione di pace”, per di più proprio in Francia. Prima di convincere gli altri dovrebbero educare e convincere i loro fedeli.

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