È morto il bambino nato di 22 settimane di gestazione dopo che la madre aveva tentato l’aborto terapeutico, effettuato venerdì scorso all’ospedale fiorentino di Careggi a Firenze. La donna aveva deciso di intraprendere l’interruzione volontaria di gravidanza dopo che alcuni esami avevano segnalato una malformazione, un’atresia all’esofago, rivelatasi poi inesistente. Il piccolo, ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, sarebbe deceduto per complicazioni cardiocircolatorie nella notte.
Le condizioni del bambino ieri erano state definite «gravissime» dal direttore del dipartimento interaziendale materno-infantile Paolo Morello.
Il piccolo pesava 500 grammi e aveva un’altezza di una ventina di centimetri. «Non ha la malformazione che era stata ipotizzata con le ecografie – aveva spiegato Morello – ma soffre di tutte quelle patologie di un neonato estremamente immaturo». Condoglianze sono state espresse dall’Azienda ospedaliera del Meyer ai genitori del piccolo.
Firenze, morto bambino nato dopo aborto
7 commenti
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Riposi in pace, e gli sia dato Altrove ciò che qui gli è stato tolto.
In Italia l’aborto è legale e deve essere una libera scelta delle persone. Qualche direttore di giornale di orientamento teo con, ha preferito invece trasformare la cosa in una vera e rporpia fiction con finale drammatico.
Quella povera donna ha preferito l’aborto, con tutto il dolore che questo può averle provocato per il semplice fatto di non far nascere un bambino che avrebbe sofferto pene infinite per tutta la durata della sua vita che peraltro poteva essere brevissima!
Chissà come si sente ora a sapere che i suoi timori alla fine non erano fondati. Sono casi medici che si presentano in maniera relativamente frequeste, quindi non c’è da stupirsi ma bisogna solo rispettare le persone ed il loro dolore.
sono d’accordo con stefano.
Ho seri dubbi sul fatto che questi casi siano frequenti! 😯
no, infatti non sono così frequenti, anzi sono molto rari
però c’è da dire che in questo caso lei è stata un pelo avventata, nel senso che avrebbe potuto fare altri esami prima di decidere da quello che ho letto sul giornale. Resta comunque un caso isolato che di certo non va preso a pretesto per una campagna antiabortista, ma si sa, purtroppo in Italia i media fanno statistica, non sono le statistiche a fare notizia, basta vedere il post indulto o i crimini soprattutto sessuali come vengono trattati
In realtà mi sono espresso male riguardo alla frequenza di questi casi perchè non mi riferivo soltanto a casi di aborti che si potevano evitare tipo questo (infati bastava che quella donna facesse un esame più approfondito) ma anche a tutti quegli altri casi in cui sono sorti problemi che sul momento sembravano insormontabili ma che poi si sono rivelati risolvibili. Il fato è che non si può sempre ragionare con il senno di poi mentre i giornali amano farlo, soprattutto se possono in qualche modo creare scalpore! Se poi metti insieme giornalisti italiani e bambini non ne parliamo, in pratica li usano come scudi umani per fare notizia!