Vi proponiamo un articolo dal n.2/2020 (scaricabile gratuitamente) del bimestrale dell’Uaar, Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano. Per leggere la rivista associati all’Uaar, abbonati oppure acquistala in formato digitale.
Vi sono ancora 69 stati (tra cui il nostro) in cui vilipendere la religione costituisce un reato. Qualche paese ha abrogato le leggi anti-blasfemia, ma altri le hanno inasprite.
Leggendo l’ultima edizione del Freedom of Thought Report, portato all’attenzione del parlamento europeo il 13 novembre 2019 da Humanists International, si nota come, per otto paesi che hanno abolito la pena per blasfemia e apostasia negli ultimi cinque anni (Norvegia, Islanda, Malta, la regione dell’Alsazia-Mosella in Francia, Danimarca, Canada, Nuova Zelanda e Grecia), altri 69, invece, continuano sulla loro strada – alcuni rafforzando finanche le leggi già esistenti.
Ne sono un lampante esempio il Brunei e la Mauritania, che sul podio delle ingiustizie penali, insieme all’omosessualità e all’adulterio, hanno inoltre aggiunto blasfemia e apostasia, punibili con la pena di morte. Entrambi i paesi figurano tra gli ultimi dieci per libertà di espressione (l’Italia si trova al 159° posto nella classifica globale presente nel rapporto). Senza considerare l’Arabia Saudita, il Pakistan, l’Indonesia e l’Iran – dove ultimamente si dimostra particolare accanimento a sfavore delle diverse manifestazioni contro il velo obbligatorio.
In questi luoghi, di fatto, la persecuzione per il reato di blasfemia è praticamente perenne.
In alcuni paesi (Andorra, Cipro, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Spagna, Finlandia, Germania, Grecia, Islanda, Lituania, Polonia, Portogallo, Federazione Russa, Slovacchia, Svizzera, Turchia e Ucraina) a questi due reati si aggiunge anche la possibile persecuzione penale in caso di “insulti religiosi”.
L’Italia non rimane fuori da questa lunga lista. Di fatto, insieme alla Spagna, siamo uno dei paesi europei dove vi sono ancora numerosi casi di sanzioni contro artisti e manifestanti. Proprio a Roma ne abbiamo avuto prova quando, nel 2018, qualche giorno prima di Pasqua, la città eterna è stata ricoperta da diversi poster alquanto “eretici”, che protestavano contro le leggi sulla blasfemia. L’autore, Hogre (famoso per altre opere dissacranti recentemente realizzate con DoubleWhy, suo collega), rischia una multa salatissima per via di una legge datata 1930, figlia diretta dei Patti Lateranensi firmati da Mussolini nel 1929 (articolo 404 del codice penale, il quale condanna le “Offese a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose”).
Altra vittima di queste ingiuste leggi è Junaid Hafeez, docente di 33 anni dell’Università Bahauddin Zakariya di Multan, che, per via di un post considerato dissacratorio nei confronti del profeta Maometto, dal 2013 è costretto a subire un lungo e intricato processo, saturo di ingiustizie e maltrattamenti.
Hafeez è difatti stato arrestato nel 2013, ed è rinchiuso in isolamento dal 2014. Il suo primo avvocato, inoltre, dopo aver ricevuto diverse minacce di morte, è stato ucciso perché “colpevole” di aver lottato per i diritti del suo cliente. Questo processo disumano ha infine raggiunto il suo apice di ingiustizia nel 2019 con la condanna a morte di Junaid Hafeez. L’avvocato del giovane ha affermato che si appellerà al verdetto. Numerose iniziative umanitarie si sono attivate al fine di protestare contro il trattamento del ragazzo. Va sottolineato inoltre che molto spesso queste dure leggi vengono usate per scopi vendicativi o anche per sopprimere le minoranze atee o diversamente religiose, quali cristiani e ahmadi.
Questo tragico esempio mi riporta alle parole di Andrew Copson, presidente di Humanists International, il quale sostiene che «le leggi sulla blasfemia e sull’apostasia sono un’ingiustizia in sé, ma danno anche una falsa legittimità a coloro che commettono atti di omicidio e terrorismo in loro nome. Come osserva il nostro rapporto, i governi che applicano tali leggi non fanno altro che aggravare i problemi con l’estremismo religioso. Abrogare queste leggi in base agli obblighi previsti dai trattati sui diritti umani, ai quali quasi tutti i paesi si sono impegnati, deve essere una priorità. Non risolverà tutte le altre forme di discriminazione nei confronti di umanisti e altre minoranze religiose o di credo documentate dal nostro rapporto, ma inizierà a delegittimare l’estremismo religioso che minaccia così tante società in una così ampia parte del pianeta».
A mio parere non è la religione in sé, ma una visione alterata di essa, sostenuta per di più da delle leggi che ammettono la pena di morte, che porta all’estremismo religioso, il quale ci priva, tramite il terrore, della libertà di parola e di pensiero.
Tutte le più grandi rivoluzioni sono nate da eresie. Si pensi a quando Galileo Galilei, riprendendo degli studi già portati avanti da Copernico, propose la teoria eliocentrica: lo scienziato fu costretto ad abiurare e gli fu vietato di condurre oltre i suoi studi in materia. Questo episodio evidenzia in maniera lampante quanto sia essenziale essere liberi da qualsiasi tipo di gabbia intellettuale. Da che mondo è mondo la società va avanti grazie alle idee, grazie alle osservazioni e alle considerazioni, grazie agli “ingegneri di castelli in aria”.
L’uomo non è solo composto da carne e ossa: siamo un insieme di idee; persone con una morale propria. E questo non si può e non si deve sopprimere con dogmi che oramai ci trasciniamo dietro da fin troppi secoli. All’alba del 2020 mi sembra quasi uno spreco di parole e di energia sottolineare l’importanza del rispetto reciproco o, per lo meno, della civile convivenza.
Vorrei concludere, quindi, con un’ironica citazione di Pino Caruso, attore e scrittore siciliano: «Nessun ateo ha mai commesso delitti in nome del suo ateismo; ma forse è perché gli atei non sono ancora organizzati così bene come i credenti».
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Non so se la citazione di Caruso è più ironica o inquietante, ma questo articolo cade a fagiolo per augurare a tutti un Happy International Blasphemy Day!
Non è questione di organizzazione: è questione di intelligenza.
E di non modificazione cattolica. 😝. Buon International Blasphemy Day anche a te, Emperor.
“A mio parere non è la religione in sé, ma una visione alterata di essa”
Non sono d’accordo su questa interpretazione attuale a cui alcune religioni sono giunte dopo percorsi violenti, opportunistici e perchè ingabbiate in stati civili ed evoluti.
Molte religioni e di sicuro quelle più diffuse sono intolleranti dall’inizio ed hanno disegni egemonici, per cui la visione “alterata” è la norma.
Il cristianesimo e l’islam non hanno mai tollerato le deviazioni dall’interpretazione “corretta”e si sono ammazzati e combattuti violentemente tra fedeli stessi, figuriamoci nei confronti dei non appartenenti alla loro religione. E per loro la non credenza è ancora peggio della credenza, perchè mette in discussione le basi ed i meccanismi delle religioni stesse. Hanno sempre avuto bisogno di sistemi di repressione.
Se qualche re è stato illuminato ed ha obbligato le religioni a comportamenti di tolleranza reciproca lo ha fatto per opportunismo, non su richiesta delle religioni. La chiesa cattolica avrebbe sterminato i protestanti come aveva fatto con gli eretici prima se avesse avuto la forza militare (lo stesso avrebbero fatto i protestanti coi cattolici). Le stesse correnti dell’islam si combattono violentemente tra di loro.
Per dirla con Odifreddi, monoteismi e violenza: una costante della storia.
…..A mio parere non è la religione in sé, ma una visione alterata di essa, sostenuta per di più da delle leggi che ammettono la pena di morte, che porta all’estremismo religioso, il quale ci priva, tramite il terrore, della libertà di parola e di pensiero…..Dice l’articolo
Rispetto ovviamente questa opinione, ma non la condivido !
Le tre religioni monoteiste d’origine abramitica (senza dimenticare l’induismo !), hanno un denominatore comune : l’irrazionalità, fanatismo e odio….
Sebbene non siano intrinsecamente estremisti, gli insegnamenti di queste religioni, sono palesement un aperto invito all’estremismo.
Proibiscono severamente, ma anche letalmente di credere al di là di ciò che insegnano.
NB -Il rito degli ebrei differisce da quello dei musulmani, quello dei protestanti da quello dei cattolici, quello dei toltechi, quello degli aztechi, ecc… Tutti loro, tuttavia, hanno più o meno lo stesso dio, ma lo onorano (o adorano) in un modo diverso, e tutti si massacrano felicemente in nome dell’amore e della tolleranza…… A questo punto potremmo dare torto a Blaise Pascal quando afferma che « l’uomo non fa mai del male cosi pienamente e di buon cuore quando lo fa per convinzione religiosa » ?
Perchè dici che non sono intrinsecamente estremisti?
Pensa solo al comandamento “non avrai altro dio all’infuori di me”. Mi sembra chiaramente un’affermazione estremista ed intollerante, non invita semplicemente a credere in lui, ma mette fuori legge chi non crede in lui. Certo non dice apertamente cosa fare a chi non crede in lui, ma se pensi alla storia del vitello d’oro, vedi chiaramente che promuove l’uso della violenza contro chi crede in altro. Ed anche nei vangeli non mi pare che vi sia tolleranza verso altre credenze. Lo stesso invito ad abbandonare tutto, anche la famiglia per seguirlo è da setta intollerante, è da logica militare con obbedienza al capo.
«…“non avrai altro dio all’infuori di me”…»
A prescindere dalla s†upidi†à di una simile frase, detta da un supposto dio!
…..Perchè dici che non sono intrinsecamente estremisti?…..
Roberto V
Con questa frase intendo dire che NON si nasce estremisti. L’estremismo non è di natura genotipica bensi fenotipica, in altre parole non dipende d’all’innato ma dall’acquisito.
L’uomo acquisisce il carattere del luogo in cui evolve conformandosi. Questa è, fino prova contraria, la regola.
In fondo cosa è una religione? Da dizionario, è l’insieme di dogmi, riti, sentimenti che legano l’uomo a ciò che egli ritiene sacro o divino.
Ora è doveroso ammettere che per pigrizia e/o idiozia la stragrande maggioranza dei fedeli delega alla casta di sacerdoti il compito di decidere ciò che è sacro, abdicando così al proprio diritto di scelta intelligente.
Nascono così una oligarchia di volpi potenti e una massa di pecore deficienti, pronte a credere a qualsiasi assurdità pur di non mettere in moto due neuroni, e pronti a qualsiasi azione per difendere quelle assurdità.
Le cose miglioreranno? Non sono così ottimista suo tempi, temo che la natura umana sia ancora distante dagli auspicabili obiettivi di razionalità nelle decisioni fondamentali. Per quanti Paesi lentamente emergano dall’oscurantismo dei passati millenni, altrettanti sprofondano in un oceano di anacronistica irrazionalità. Considerando che siamo nell’era dell’informazione globale, c’è poco di cui gioire.
Le cose non miglioreranno finché si permetterà alle metastasi religiose di colonizzare sistematicamente tutti gli individui.
Fuori l’insegnamento della religione dalle scuole!
Proibire l’insegnamento della religione a individui che non abbiano raggiunto
l’età del consenso.
Introdurre, fin dalle elementari, l’insegnamento dell’educazione civica e della filosofia nelle forme semplici del razionalismo.