[…] Così ha preso il via ieri pomeriggio l’appuntamento organizzato dalla diocesi riminese, in collaborazione con tre uffici della Cei: Progetto culturale, Pastorale del lavoro e Pastorale del tempo libero. Una giornata scandita da diversi momenti, ma imperniata soprattutto sulla presentazione del IX Rapporto Cisf, significativamente intitolato «Famiglia e Lavoro, dal conflitto a nuove sinergie». Sì, perché nella tavola rotonda cui hanno preso parte il direttore dello stesso Cisf, Francesco Belletti, docente di politica sociale alla Cattolica di Milano, l’ex segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta e Walter Deitinger dell’Associazione «Lavoro over 40», un dato è emerso con grande chiarezza. «La famiglia – secondo la percezione di un certo gruppo di economisti – figura come un insieme di vincoli che impediscono una più fluida e flessibile partecipazione degli individui al mercato del lavoro». Non è così, invece, per il professor Belletti, che insieme al sociologo Pierpaolo Donati, ha curato il rapporto. «Oggi – afferma infatti -, è sempre più ne cessario che non vi sia più una netta separazione, ma una nuova interdipendenza tra i due ambiti». Solo così si potrà evitare che «le trasformazioni del mondo del lavoro mettano a dura prova la famiglia, come avviene ad esempio a causa della crescente precarietà occupazionale che non consente ai giovani di sposarsi» e che «il lavoro, senza una soddisfacente vita familiare, diventi alienazione». Sulla stessa linea Pezzotta. «Fare una politica economica per la famiglia – afferma – è oggi una priorità assoluta, oltre che un investimento non più ritardabile. Perché investire sulla famiglia, significa investire sulla società, come dimostra il problema della denatalità». […] Ma, continua Pezzotta, «ci siamo mai chiesti qual è il costo che devono sopportare le famiglie che decidono di mettere al mondo un figlio? Una cifra che oscilla tra i 500 e gli 800 euro mensili. Ed è giusto che chi ha figli paghi le stesse tasse di chi non ne ha?». […] Una politica dei servizi che sia in grado di tessere attorno alla famiglia una vera e propria rete di assistenza. Una maggiore partecipazione degli uomini alla cura e alla crescita dei figli e una politica socioprevidenziale per la madre non lavoratrice, penalizzata dal sistema sociale che non riconosce valore al lavoro casalingo. […] E intanto qui a Rimini se ne parlerà fino a domenica.
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