Questi brevi profili di atei in giro per il mondo sono tutti confortanti

Non si leggono spesso cose del genere. Di punto in bianco il Guardian ha tratteggiato brevi profili di una manciata di persone non religiose che parlano di come trovano un senso nelle proprie vite senza dio.

Giusto per dare un’occhiata ad alcuni estratti:

Ci ho messo quasi tre decenni a lasciare la chiesa. Quando sono diventata non religiosa, la prima cosa che ho fatto è stata cercare altre persone di colore che avevano avuto la stessa esperienza. La gente ti considera una traditrice. Loro dicono: “L’ateismo non è africano, è un’ideologia europea”. Molte persone non si sentono di dirlo ai loro amici. Non riescono a dirlo a nessuno. Per questo abbiamo formato la nostra organizzazione.

[…]

Il senso della vita, penso, è fare le migliori esperienze che puoi, diffondere amore tra quelli intorno a te. È importante notare la bellezza in ogni cosa, specialmente negli esseri umani. Molte persone pensano di non essere abbastanza belle e ciò mi spezza il cuore. I tuoi valori e la tua personalità sono le parti migliori di te.

[…]

Donald Trump ha riportato il nazionalismo cristiano bianco nella cornice pubblica. Le voci arrabbiate contro i diritti civili che sentivamo negli anni cinquanta e sessanta sono tornate, e legittimate dal presidente.

Ho sperato che fossimo una società migliore al tempo in cui ho raggiunto la mia età. Non è accaduto; è colpa della destra religiosa, che usa il Vecchio Testamento, in gran parte, per perpetuare il patriarcato.

Non c’è sarcasmo. Né l’intento di abbattere le persone. Così come l’impressione che stiano sbagliando. E c’è così tanta diversità nonostante siano solo otto profili. Ci sono donne e uomini, da retaggi culturali differenti, che coprono un ampio raggio di età.

L’articolo di Harriet Sherwood, con le fotografie e le interviste di Aubrey Wade, cercano proprio di far luce su un gruppo di persone che sta diventano velocemente una larga porzione della popolazione – circa il 26% negli Usa e il 52% in Gran Bretagna. Senza sforzi per farli sembrare positivi, il pezzo lascia parlare di sé le persone. E indovinate? Si presentano bene.

C’è una battuta che circola on line su quanto i giornalisti amino occuparsi dei sostenitori di Trump nelle tavole calde di provincia ignorando le persone di colore che vogliono mandarlo via. La copertura è spesso su come i democratici (nella maggior parte) andranno incontro ai repubblicani per trovare un compromesso anche se non l’avevano mai fatto mentre i repubblicani erano al potere. Bene, qui per una volta abbiamo il riflettore su un gruppo di persone che sta bene senza dio, senza che qualche credente rumoreggi con frasi a effetto inopportune. Abbiamo bisogno di altri pezzi così.

Potete vedere la collezione completa delle fotografie e didascalie qui.

Hemant Mehta

Articolo pubblicato il 25 gennaio 2021 in inglese sul sito Friendly Atheist.

Traduzione di Valentino Salvatore.

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9 commenti

mafalda

“It’s OK to be 100% atheist and go to religious services.” Ne abbiamo di strada da fare.

Francesco S.

Dai solo 1 su 8, tra l’altro un ebreo non credente che ammette la sua dissonanza.

RobertoV

Anche quello della chiesa di satana non da una buona immagine. Rientra sempre in una logica religiosa. In più una delle accuse classiche nei confronti degli atei da parte dei fanatici religiosi è proprio quella di essere adoratori di satana.

Francesco S.

ti riferisci al mago? lui dice che non adorano satana. A quanto ho capito sono sostenitori del mondo terreno, degli edonisti o neo-pagani.

mafalda

Più guardo l’articolo e meno mi piace. I non credenti vengono trattati come originali, stravaganti, come se fossero una novità del momento, e con delle facce poco rassicuranti a volte. Questo non è un servizio alla non credenza.

KM

Oscar Wilde (?) diceva: Non importa cosa si dice sul mio conto. Importa che si parli di me (o qualcosa del genere) In commercio si dice anche che non esiste la “cattiva” pubblicita’ ma solo la Pubblicita’.
Tra il suono assordante del silenzio e alcune foto e didascalie non sempre positivissime, preferisco queste ultime.

Diocleziano

KM,
tra i pubblicitari gira una battuta:
“Metà dei soldi spesi in pubblicità, sono soldi sprecati”. Ma nessuno sa quale metà.
Quindi è meglio farsi sentire. La chiesa è maestra in questo: con una miriade di emittenti di loro proprietà hanno trovato il modo di imbucarsi nei programmi rai, tipo le messe.

KM

Piu’ che un vero e proprio commento all’articolo, vorrei sottolineare un piccolo passo in avanti che si e’ registrato di recente nel mondo del calcio e che riguarda l’anacronistica regola sulla blasfemia. Da quando fu (re)introdotta anni fa, io l’ho sempre criticata. Per anni sono stato la classica “vox clamans”, attaccato da tutti i contribuenti dei vari giornali su cui scrivevo. Di recente pero’ ho notato un cambiamento di rotta a 360 gradi, dopo i casi di Cristante (Roma), Buffon (Juve) e Inzaghi (Lazio). Non sono piu’ solo nelle critiche a queste regole da Inquisizione, anzi…. Quasi tutti gli utenti che hanno scritto su i forum le condannano tanto quanto me e di piu’. Uno ha addirittura pubblica DUE bestemmie, a caratteri cubitali. Lo so, sono minuzie, ma io sono abituato ad analizzare anche i minimi particolari. Questo cambiamento d’umore non sara’ uno spartiacque abissale ma…… Il trend sembra continuare, piano piano. Da buon darwinista so che i cambiamenti sono lenti, graduali ma anche IRREVERSIBILI! E per dirla con Odifreddi: un saluto a tutte le persone di buona razionalita’ (scusa Piergiorgio)

KM

E adesso un commento sui profili. Sottoscrivo in pieno l’affermazione di Yuko Atarashi
‘We came from nothing and go back to nothing. The purpose of life is to be present in the moment.’ (Siamo venuti dal nulla e torniamo al nulla. Il significato della vita e’ essere presenti al momento), che puo’ essere usata per rispondere a quella di Paulo Camargo ‘I believe life has no meaning. Full stop.’ (Credo che la vita non abbia significato. Punto) Io credo che il significato della vita sia la vita stessa.

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